E-News, In Evidenza, Ultime Notizie, Notizie


La Commissione europea ha avviato nei giorni scorsi 2 progetti in partenariato con l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) allo scopo di rafforzare la sicurezza sanitaria e la preparazione a gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero, in particolare in relazione a rischi chimici, biologici, radiologici e nucleari.

Il primo progetto si concentra sul rafforzamento delle capacità di sicurezza sanitaria e sul miglioramento delle strategie di prevenzione, preparazione, individuazione e risposta nell’UE, nello Spazio economico europeo (SEE), nei paesi candidati all’adesione all’UE e nei paesi del partenariato orientale. Il progetto contempla un’ampia gamma di rischi potenziali, dalle catastrofi naturali, come terremoti e inondazioni, ai rischi biologici e ai conflitti di origine umana, e si concentra in particolare sul miglioramento del coordinamento e della cooperazione in caso di emergenza, a livello sia nazionale sia internazionale. Il programma EU4Health sosterrà questo progetto con 6,4 milioni di € nel corso dei prossimi 5 anni.

Il secondo progetto accelera gli sforzi volti ad affrontare specificamente i rischi chimici, biologici, radiologici e nucleari (CBRN) nell’UE, in Ucraina, in Moldova e in altri paesi aderenti al programma EU4Health, rafforzando le capacità di prevenzione, preparazione e risposta alle minacce CBRN per la salute pubblica mediante la pianificazione della preparazione e della risposta, nonché rafforzando la preparazione a livello transfrontaliero. Il programma EU4Health finanzierà questo progetto con 5,8 milioni di € nel corso dei prossimi 3 anni.
0

E-News, climate change, In Evidenza, Ultime Notizie, Notizie
Il Parlamento europeo ha adottato il 13 settembre la sua posizione su nuove misure legislative per migliorare la qualità dell’aria e creare un ambiente pulito e sano per i cittadini europei.

I deputati europei hanno fissato valori limite e obiettivi più rigorosi (da raggiungere entro il 2035), rispetto alla proposta della Commissione europea, per diversi inquinanti, tra cui particolato (PM2.5, PM10), NO2 (anidride carbonica), SO2 (anidride solforosa) e O3 (ozono). Le nuove regole mirano a garantire che la qualità dell’aria nell’UE non sia dannosa per la salute umana, gli ecosistemi e la biodiversità e ad allineare le regole UE con le più recenti linee guida per la qualità dell’aria dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).

Nel testo approvato, che rappresenta la posizione negoziale del Parlamento, si afferma inoltre che valori proposti dalla Commissione dovrebbero costituire un obiettivo intermedio, da raggiungere quanto prima e al più tardi entro il 2030.

Nel testo si sottolinea la necessità di aumentare il numero di punti di campionamento della qualità dell’aria. Nelle aree urbane dovrebbe esserci almeno un super-sito di monitoraggio ogni due milioni di abitanti, per poter rappresentare l’esposizione della popolazione urbana generale (la Commissione ne ha proposto uno per 10 milioni). In luoghi in cui è probabile che si verifichino alte concentrazioni di particelle ultrafine (UFP), di carbone nero, di mercurio e di ammoniaca (NH3), dovrebbe esserci un punto di campionamento ogni milione di abitanti, un numero superiore a quello proposto dalla Commissione (ogni cinque milioni e solo per l’UFP).

I deputati europei vogliono armonizzare gli indici di qualità dell’aria in tutta l’UE, attualmente frammentati e poco comprensibili. Gli indici dovranno diventare essere comparabili, chiari e disponibili al pubblico, con aggiornamenti orari in modo che i cittadini possano proteggersi durante gli alti livelli di inquinamento atmosferico prima che vengano raggiunte soglie di allarme obbligatorie. Inoltre, dovranno essere rese disponibili informazioni sui sintomi associati ai picchi di inquinamento atmosferico e sui rischi per la salute associati a ciascun inquinante, comprese informazioni specifiche per i gruppi vulnerabili.

Il Parlamento europeo vuole anche che i cittadini la cui salute è danneggiata abbiano un diritto rafforzato al risarcimento in caso di violazione delle nuove norme.

I deputati propongono che, oltre alle misure di emergenza per migliorare la qualità dell’aria, necessarie quando i paesi dell’UE superano i limiti, tutti gli Stati membri predispongano tabelle di marcia per la qualità dell’aria con azioni a breve e lungo termine per conformarsi ai nuovi valori limite.

Il Parlamento è ora pronto ad avviare negoziati con il Consiglio sulla forma definitiva della legge.
0

E-News, In Evidenza, Ultime Notizie, Notizie
La Commissione europea e l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) hanno annunciato il 5 giugno il lancio di un partenariato storico per la salute digitale. Lo annuncia la Commissione europea in un comunicato stampa.

Nel giugno 2023, l’OMS adotterà il sistema di certificazione digitale COVID-19 dell’Unione europea (UE) per istituire un sistema globale che contribuirà a facilitare la mobilità globale e a proteggere i cittadini di tutto il mondo dalle minacce sanitarie attuali e future. Questo è il primo elemento costitutivo della rete globale di certificazione della salute digitale dell’OMS (GDHCN) che svilupperà un’ampia gamma di prodotti digitali per offrire una salute migliore a tutti.

Basata sulla strategia sanitaria globale dell’UE e sulla strategia globale degli Stati membri dell’OMS sulla salute digitale.

Questo partenariato includerà una stretta collaborazione nello sviluppo, nella gestione e nell’attuazione del sistema dell’OMS, beneficiando dell’ampia competenza tecnica della Commissione europea nel settore. Un primo passo consiste nel garantire che gli attuali certificati digitali dell’UE continuino a funzionare in modo efficace.

Uno degli elementi chiave nel lavoro dell’Unione europea contro la pandemia di COVID-19 è stato il certificato COVID digitale. Per facilitare la libera circolazione all’interno dei suoi confini, l’UE ha rapidamente istituito certificati COVID-19 interoperabili (denominati “Certificato COVID digitale UE” o “DCC UE”). Basato su tecnologie e standard open-source ha consentito anche la connessione di paesi extra UE che rilasciano certificati secondo le specifiche EU DCC, diventando la soluzione più utilizzata in tutto il mondo.

Dall’inizio della pandemia, l’OMS si è impegnata con tutte le regioni dell’OMS per definire le linee guida generali per tali certificati. Per aiutare a rafforzare la preparazione sanitaria globale di fronte alle crescenti minacce per la salute, l’OMS sta istituendo una rete globale di certificazione sanitaria digitale che si basa sulle solide basi del quadro, dei principi e delle tecnologie aperte del DCC dell’UE. Con questa collaborazione, l’OMS faciliterà questo processo a livello globale sotto la propria struttura con l’obiettivo di consentire al mondo di beneficiare della convergenza dei certificati digitali. Ciò include la definizione degli standard e la convalida delle firme digitali per prevenire le frodi. In tal modo, l’OMS non avrà accesso a nessun dato personale sottostante, che continuerebbe ad essere dominio esclusivo dei governi.

Il primo elemento costitutivo del sistema globale dell’OMS diventa operativo nel giugno 2023 e mira a essere sviluppato progressivamente nei prossimi mesi.

Per facilitare l’adozione del DCC dell’UE da parte dell’OMS e contribuire al suo funzionamento e all’ulteriore sviluppo, la Commissione europea e l’OMS hanno deciso di collaborare alla salute digitale.

Questa partnership lavorerà per sviluppare tecnicamente il sistema dell’OMS con un approccio graduale per coprire ulteriori casi d’uso, che possono includere, ad esempio, la digitalizzazione del certificato internazionale di vaccinazione o profilassi. L’espansione di tali soluzioni digitali sarà essenziale per offrire una salute migliore ai cittadini di tutto il mondo.

Questa cooperazione si basa sui valori e sui principi condivisi di trasparenza e apertura, inclusività, responsabilità, protezione dei dati e privacy, sicurezza, scalabilità a livello globale ed equità. La Commissione europea e l’OMS lavoreranno insieme per incoraggiare la massima diffusione e partecipazione globale. Particolare attenzione sarà riservata alle pari opportunità di partecipazione dei più bisognosi: paesi a basso e medio reddito.

Per maggiori informazioni

Salute digitale (who.int)

Certificato COVID digitale dell’UE (europa.eu)
0

E-News, In Evidenza, Ultime Notizie, Notizie
La Commissione europea informa attraverso un comunicato stampa di aver adottato il 30 novembre una nuova strategia sanitaria globale dell’UE per migliorare la sicurezza sanitaria globale e offrire una salute migliore a tutti in un mondo che cambia. Con la strategia, l’UE rafforza la propria leadership e ribadisce la propria responsabilità nell’affrontare frontalmente le principali sfide globali e le disuguaglianze sanitarie: l’agenda incompiuta per la salute globale e la lotta alle minacce per la salute nell’era delle pandemie.

La strategia pone la salute globale come un pilastro essenziale della politica esterna dell’UE, un settore critico dal punto di vista geopolitico e centrale per l’autonomia strategica dell’UE. Promuove partenariati sostenibili e significativi tra pari attingendo al Global Gateway . In quanto dimensione esterna dell’Unione europea della sanità, la strategia è concepita per guidare l’azione dell’UE al fine di garantire una migliore preparazione e risposta alle minacce per la salute senza soluzione di continuità.

La Strategia propone tre priorità fondamentali interconnesse nell’affrontare le sfide sanitarie globali:

fornire una migliore salute e benessere delle persone durante tutto il corso della vita;

rafforzare i sistemi sanitari e promuovere la copertura sanitaria universale; prevenire e combattere le minacce per la salute, comprese le pandemie, applicando un approccio One Health.

La Strategia, continua Bruxelles, “cerca di riconquistare il terreno perduto per raggiungere gli obiettivi universali relativi alla salute negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile del 2030.

Per fare ciò, la strategia riorienta l’ azione sul raggiungimento della copertura sanitaria universale, sul rafforzamento dell’assistenza sanitaria di base e sull’affrontare le cause profonde della cattiva salute come la povertà e le disuguaglianze sociali”.

La strategia sottolinea l’importanza di affrontare importanti fattori di cattiva salute come il cambiamento climatico e il degrado ambientale, la sicurezza alimentare, i conflitti e altre crisi umanitarie. Pertanto, la Strategia introduce un solido approccio di “salute in tutte le politiche” per garantire che un’ampia varietà di politiche contribuisca realmente agli obiettivi di salute. Identifica tre fattori abilitanti chiave per una salute migliore, vale a dire la digitalizzazione, la ricerca e una forza lavoro qualificata con azioni concrete per progredire a livello globale in queste aree

La strategia cerca inoltre di migliorare la sicurezza sanitaria globale, proteggendo così i cittadini dalle minacce intensificando la prevenzione, la preparazione e la risposta e l’individuazione precoce. Queste minacce possono essere chimiche, biologiche o nucleari o pandemie, incluso il killer silenzioso che è la resistenza antimicrobica.

La strategia suggerisce un’ampia gamma di azioni per affrontare queste minacce:

un accesso più equo ai vaccini e alle cure mediche rafforzando i sistemi farmaceutici locali e la capacità produttiva

norme internazionali solide e vincolanti sulle pandemie maggiore sorveglianza e rilevamento di agenti patogeni

un approccio globale che affronti tutti i nessi tra ambiente, salute animale/vegetale e salute umana (“One Health approach”)

Con l’emergere di un nuovo ordine sanitario globale, la strategia apre la strada affinché l’UE contribuisca a plasmarlo attraverso un impegno più strategico, assertivo ed efficace:

Sostenendo il nuovo tipo di solida governance globale, continua la Commissione europea, il mondo ha bisogno di un ambiente geopolitico complesso. Ciò include un’OMS più forte, più efficace, responsabile e finanziata in modo sostenibile al centro del sistema multilaterale, con una cooperazione approfondita attraverso il G7, il G20 e con altri partner globali, regionali e bilaterali.

Ampliare i partenariati internazionali dell’UE in materia di salute nell’ambito del Global Gateway, sulla base della comproprietà e della corresponsabilità dei nostri partner. Migliorare la loro sovranità sanitaria garantirà maggiore resilienza e autonomia e ci consentirà di concentrarci sui più bisognosi e dove il nostro impatto sarà maggiore. Saranno perseguite anche partnership con le economie avanzate. Sfruttare l’approccio del Team Europa con una voce veramente unica e potente, garantendo uno stretto coordinamento con gli Stati membri in modo che l’azione politica e i mezzi finanziari siano strettamente legati alle nuove priorità.

Finanziamenti più efficaci attraverso la promozione della finanza innovativa, la messa in comune delle risorse a livello internazionale e il coinvestimento da parte dei paesi partner e di altri attori, come il settore privato. Insieme, l’UE e i suoi Stati membri sono tra i maggiori finanziatori della salute globale al mondo, la strategia renderà questo importante contributo finanziario alla salute globale ancora più incisivo grazie a una mappatura e un monitoraggio più accurati dell’impatto, auspica la Commissione.

Strategia sanitaria globale dell’UE

Scheda informativa sulla strategia sanitaria globale dell’UE

Il rapporto sulla preparazione allo stato di salute

Scheda informativa sul rapporto sullo stato di preparazione sanitaria e sul piano di lavoro HERA 2023

Dichiarazione – Verso una nuova strategia sanitaria globale dell’UE

Portale globale

Unione europea della sanità


Salute e demografia
0

E-News, In Evidenza, Ultime Notizie, Notizie
L’Unione europea investirà altri 125 milioni di euro per rafforzare i sistemi sanitari, in particolare per contribuire a estendere la copertura sanitaria universale, attraverso un programma di partenariato tra la Commissione europea con l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), firmato il 30 novembre.

Il partenariato è un risultato fondamentale della nuova strategia sanitaria globale dell’UE adottata dalla Commissione europea. Rafforzare i sistemi sanitari e promuovere la copertura sanitaria universale in tutto il mondo è una delle tre priorità chiave della Strategia, scrive la Commissione europea in un comunicato stampa.

La Commissione ha avviato il partenariato UHC (copertura sanitaria universale) nel 2011 per consentire all’OMS di promuovere la copertura sanitaria universale a livello nazionale attraverso il rafforzamento dei sistemi sanitari. Mentre i progressi sono stati bloccati dalla pandemia di COVID-19, la copertura sanitaria universale è migliorata in tutti i paesi che beneficiano del partenariato. Ad oggi, la Commissione informa di aver investito in precedenza circa 200 milioni di euro nel partenariato UHC dal 2011.

La partnership ha contribuito ad aumentare la copertura media mondiale dei servizi sanitari essenziali dal 58% nel 2011 a quasi il 68% nel 2019, scrive Bruxelles.

Grazie al partenariato, 130 consulenti per le politiche sanitarie dispiegati in 115 uffici nazionali dell’OMS che coprono oltre 4 miliardi di persone supportano la pianificazione strategica e la governance e aiutano a sviluppare strategie di finanziamento e la loro attuazione nei paesi partner. Il partenariato ha contribuito notevolmente alla risposta di emergenza e alla preparazione alla pandemia di COVID-19, con i consulenti politici di diversi paesi che hanno svolto un ruolo essenziale nel potenziamento delle risposte rapide.

Strategia sanitaria globale dell’UE – comunicato stampa

Strategia sanitaria globale dell’UE – Comunicazione

Salute e demografia

L’UE rafforza il partenariato con l’OMS per promuovere la produzione locale e l’accesso a vaccini, medicinali e tecnologie sanitarie in Africa
0

E-News, diritti umani ed uguaglianza, In Evidenza, Ultime Notizie, Notizie
L’Audit Accessibilità dei trasporti per le persone con disabilità organizzato dal Comitato economico e sociale europeo (CESE) si è svolta recentemente, a pochi giorni dalla scadenza del 28 giugno, entro la quale gli Stati membri erano tenuti ad applicare le proprie leggi sull’accessibilità digitale ai sensi della legge europea sull’accessibilità (EAA). L’EAA mira a migliorare il funzionamento del mercato interno quando si tratta di prodotti e servizi accessibili: ciò vale anche per alcuni elementi dei servizi di trasporto passeggeri aereo, autobus, ferroviario e per vie navigabili.

Nonostante alcuni segnali di progresso nell’adattamento delle modalità di trasporto pubblico alle esigenze delle persone con disabilità (PWD), scrive il CESE, la legislazione che dovrebbe consentire la loro libera e indipendente circolazione non è stata ancora adeguatamente o uniformemente attuata in tutti gli Stati membri.

Le conseguenze dell’inaccessibilità del trasporto pubblico possono avere ripercussioni su diversi ambiti della vita delle persone con disabilità. Possono, ad esempio, minare notevolmente le loro opportunità di ottenere o mantenere un impiego e di vivere appieno le loro vite come membri uguali della società, hanno affermato i partecipanti all’audizione che ha riunito rappresentanti delle istituzioni europee e delle organizzazioni della società civile che rappresentano le persone con disabilità.

La tessera europea di disabilità, che è stata testata in otto Stati membri tra il 2016 e il 2019, è stato il primo passo verso questo obiettivo: il suo obiettivo è facilitare il riconoscimento dello stato di disabilità quando una persona con disabilità viaggia o si trasferisce in un altro Stato membro.

Nel dicembre 2021 la Commissione Europea ha proposto una revisione del regolamento del 2013 sulle linee guida dell’UE per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti. L’articolo 4 della proposta pone l’accento sulla garanzia dell’accessibilità dei trasporti pubblici alle persone con disabilità o a mobilità ridotta. Il Parlamento europea ha iniziato a lavorare sulla proposta e il trilogo tra Commissione europea, PE e Consiglio dell’Unione inizierà all’inizio del 2023, secondo Eddy Liegeois , capo dell’Unità Reti di trasporto presso la DG MOVE.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ci sono oltre un miliardo di persone con disabilità nel mondo. Il loro attuale tasso di occupazione globale è solo la metà di quello dei loro coetanei senza disabilità. Le opportunità di trasporto sono fondamentali per cambiare la narrativa e migliorare l’uguaglianza rimuovendo le barriere alla loro partecipazione nella società.

Inoltre, la scarsa accessibilità dei trasporti pubblici, che limita la libertà di movimento non solo per le persone con disabilità, ma anche per le persone che viaggiano con bambini o bagagli pesanti, è anche dannosa per l’ambiente. Infatti, a causa della scarsa accessibilità dei trasporti pubblici, molte persone preferiscono utilizzare l’auto privata o non hanno altra alternativa.
0