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La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C 188 del 30 maggio pubblica il Parere del Comitato europeo delle regioni (CdR) sul tema «Il futuro del partenariato orientale da un punto di vista locale e regionale».

Il CdR accoglie con favore la decisione del Consiglio europeo del giugno 2022 di conferire alla Repubblica di Moldova e all’Ucraina lo status di paesi candidati all’adesione e di riconoscere una futura prospettiva europea per la Georgia.

Il Comitato loda i notevoli progressi compiuti dai tre paesi, Georgia, Moldova e Ucraina (il trio), nell’attuazione dei loro accordi di associazione e degli accordi di libero scambio globali e approfonditi.

Il CdR si compiace dell’entrata in vigore, il 3 marzo 2021, dell’accordo di partenariato globale e rafforzato (CEPA) UE-Armenia, quale pietra miliare per le relazioni tra UE e Armenia

. Il Comitato ritiene che i valori fondamentali, ossia un impegno condiviso a favore della libertà, della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti umani, dovrebbero rimanere il terreno comune per rafforzare i legami che uniscono il partenariato orientale; al contempo occorre continuare a lavorare su obiettivi condivisi quali la promozione della parità di genere, la protezione delle minoranze e dei diritti linguistici, la lotta ai cambiamenti climatici, la promozione delle transizioni verde e digitale, il sostegno a una società civile forte e indipendente, l’aumento della resilienza e della prosperità e l’approfondimento delle relazioni economiche; sottolinea che al fine di promuovere i valori democratici in Bielorussia è essenziale proseguire il sostegno dell’opposizione democratica bielorussa a tutti i livelli di governance, come pure il sostegno della società civile

. Il CdR segnala il ruolo significativo che gli enti regionali e locali possono svolgere per difendere i suddetti valori fondamentali nelle regioni e nelle comunità locali e conseguire gli obiettivi comuni, e al tempo stesso garantire, avvicinando i cittadini locali all’Unione europea e ai suoi valori, il rispetto del principio di sussidiarietà dell’UE; sottolinea tuttavia che, affinché il partenariato continui a prosperare, è necessario ridefinire i suoi obiettivi politici e la sua architettura multilaterale.

Il Comitato riconosce che, dopo oltre un decennio di cooperazione nell’ambito del partenariato orientale, le priorità specifiche per paese dei partner orientali sono ora divergenti a causa delle differenze nelle loro esigenze di sviluppo, nelle loro priorità nazionali e nelle loro aspirazioni di integrazione, ma anche a causa della politica di aggressione, delle tattiche destabilizzanti e della disinformazione cui ricorre la Russia. Attende pertanto con impazienza la proposta della Commissione europea relativa alla valutazione del futuro del partenariato orientale

. IL PARERE INTEGRALE IN ITALIANO (PDF)
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Pochi giorni dopo lo scoppio della guerra da parte della Russia: Ucraina, Moldova e Georgia hanno presentato ciascuna domanda ufficiale di adesione all’UE. Da allora, Ucraina e Moldova hanno ottenuto lo status di candidati ufficiali per entrare nell’Unione, mentre per la Georgia i leader dell’UE hanno riconosciuto la sua “prospettiva europea”, una sorta di preludio alla candidatura formale.

Ma come possono prepararsi questi paesi che scommettono su un futuro europeo? Il CEMR ha adottato una dichiarazione sull’argomento nella riunione del comitato politico, il 5 luglio 2022.

“Sebbene sia innegabile che gli allargamenti del 2004, 2007 e 2013 abbiano meccanicamente portato l’UE a svolgere un ruolo maggiore nella politica ucraina, georgiana e moldava, scrive il sito del CEMR, la strada per l’adesione di questi paesi è ancora lunga e pericolosa”.

In questo contesto, continua il CEMR, i governi locali e regionali e le loro associazioni rappresentative possono contribuire ad avvicinarli all’UE. Come affermato nella dichiarazione, il CEMR “si impegna a difendere un approccio olistico Trio ed è pronto ad accompagnare il processo di adesione all’UE di Ucraina, Moldova e Georgia da una prospettiva locale.“

Per quasi 25 anni, il CEMR, poi sostenuto da PLATFORMA, ha fornito un sostegno instancabile ai governi locali dei vicini orientali dell’UE. Come spiega la dichiarazione, la rete del CEMR lavora continuamente “per rafforzare l’autonomia locale e la capacità istituzionale e promuovere riforme della governance multilivello“.

Al fine di accompagnare le necessarie riforme istituzionali e garantire un processo di integrazione sostenibile, il CEMR raccomanda “la cooperazione decentrata (…) per garantire un processo di integrazione sostenibile”. E specifica che “scambi tra pari, partenariati municipali, tutoraggio , visite di studio, gemellaggi, seminari e formazione” sono tutte leve per avvicinare questi tre paesi all’Unione Europea.

Mentre il CEMR è pronto a “continuare a sostenere le sue associazioni membri in Georgia, Moldova e Ucraina nel loro contributo al processo di adesione all’UE”, e spera che le istituzioni europee e le autorità competenti coinvolgano pienamente i governi locali e regionali in questo processo a tempo debito.

Come sottolinea la Commissione Europea, “la riforma della pubblica amministrazione e il processo di decentramento in questi tre Paesi sono componenti essenziali dei criteri di adesione all’Ue. L’Europa non è costruita dall’alto verso il basso. Per creare una base comune, è necessario partire dal basso.
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Diversi paesi hanno presentato la propria domanda di adesione all’UE. Tuttavia l’adesione è processo lungo che necessita di molta preparazione.

Per scoprire come funziona e quali sono i paesi che vogliono aderire all’UE, il sito del Parlamento europeo ha pubblicato uno speciale sull’argomento dell’Allargamento dell’UE.

I paesi attualmente candidati includono Albania, Macedonia del Nord, Montenegro e Serbia. La Bosnia-Erzegovina, la Georgia e il Kosovo sono candidati potenziali.

Oltre ai paesi dei Balcani occidentali, anche la Turchia è un paese candidato e dal 23 giugno lo sono anche Ucraina e Moldova.

Questi paesi beneficiano dei fondi UE, di supporto nelle politiche e di accordi associazione che forniscono accesso al mercato interno dell’UE.

Nel marzo 2022 Ucraina, Georgia e Moldova hanno presentato domanda di adesione all’UE. Il Parlamento europeo ha chiesto che lo status di candidato dell’UE venisse concesso all’Ucraina e alla Moldova “senza indugio” e alla Georgia una volta completate le riforme necessarie.

Il 23 giugno 2022 la presidente del Parlamento Roberta Metsola, in un discorso rivolto ai leader dell’UE ha affermato che l’accesso di questi paesi rafforzerebbe l’UE.

Durante il vertice, i paesi dell’UE hanno riconosciuto l’Ucraina e la Moldova come paesi candidati e la Georgia e la Bosnia-Erzegovina come potenziali candidati, il che significa che è stato loro chiesto di completare ulteriori riforme.

Quali sono i criteri per diventare membri dell’Unione europea?

Il primo criterio è quello di rispettare i valori democratici su cui si basa l’Unione europea. Il paese deve avere delle istituzioni stabili che garantiscano la democrazia, lo stato di diritto, i diritti umani, il rispetto delle minoranze e la loro tutela. Per avviare un negoziato questa condizione è imprescindibile.

Ci sono inoltre criteri economici: l’esistenza di un’economia di mercato affidabile e la capacità di far fronte alla pressione concorrenziale all’interno dell’Unione. Il paese deve anche mostrare di essere in grado di accettare gli obblighi derivanti dall’adesione e di attuare efficacemente le leggi e le politiche dell’UE.

Come funziona il processo di adesione?

Il paese può essere candidato nel momento in cui soddisfa i tre criteri elencati sopra (politici, economici e di riforma). I negoziati formali includono 35 capitoli e coprono i diversi settori di cui si occupa l’UE. Se i negoziati e le riforme hanno esito positivo si passa allora al completamento del Trattato di adesione. Il Trattato di adesione deve essere ratificato da tutti i membri dell’UE e dal paese candidato prima di procedere all’adesione.

Il Parlamento europeo partecipa a dibattiti, votando le relazioni annuali sui progressi per ciascun paese candidato. Questo costituisce un’occasione per identificare le aree problematiche.

L’approvazione del Parlamento è inoltre necessaria affinchè un paese possa aderire all’UE.

L’evoluzione della situazione negli ultimi anni

Il 6 febbraio 2018 la Commissione europea ha pubblicato il suo documento strategico sull’allargamento, che indica il 2025 come possibile data di adesione per Serbia e Montenegro. Lo stesso giorno, i rappresentanti della Commissione hanno discusso la strategia con i deputati durante un dibattito in plenaria a Strasburgo.

Gli eurodeputati, pur avendo ampiamente accolto la strategia, hanno sottolineato la necessità di riforme nei Balcani occidentali.

Durante il vertice UE-Balcani occidentali a Brdo pri Kranju, tenutosi in Slovenia il 6 ottobre 2021, i leader dell’UE hanno ribadito il loro sostegno ai paesi e hanno definito una serie di iniziative per rilanciare la regione.

Il Parlamento europeo continua a sostenere l’adesione dei paesi dei Balcani occidentali all’UE. In una risoluzione adottata nel giugno 2020, i deputati hanno esortato l’UE a fare di più per rendere il processo di allargamento di questi paesi un successo.

In una risoluzione adottata nell’ottobre 2019, il Parlamento ha espresso il proprio disappunto per il fatto che Albania e Macedonia del Nord non siano state in grado di avviare i colloqui di adesione, sottolineando il ruolo decisivo che il processo di allargamento ha svolto nella stabilizzazione dei Balcani occidentali.
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