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“Il preoccupante aumento di atti antisemiti in Europa nelle ultime settimane rappresenta una grave minaccia per tutti i nostri Stati membri. Gli attacchi a sinagoghe, a scuole, a centri comunitari e all’integrità fisica dei nostri concittadini ebrei rappresentano una sfida diretta ai nostri valori e alle nostre libertà”. Lo ha dichiarato il 15 novembre la Segretaria generale del Consiglio d’Europa Marija Pejčinović Burić.

“Accolgo con favore la determinazione dei governi dei nostri Stati membri a mettere fine a questi intollerabili casi sul suolo europeo, ha continuato la Burić. Fiché i nostri concittadini ebrei non si sentiranno di nuovo al sicuro, finché la loro vita quotidiana non sarà più segnata dalla paura e dall’apprensione, dobbiamo continuare e aumentare i nostri sforzi. Pertanto, invito le autorità nazionali a intensificare la lotta contro l’antisemitismo. Offriamo loro il nostro incessante sostegno in questo sforzo ed esprimiamo la nostra piena solidarietà alle vittime.

“Il Consiglio d’Europa, ha precisato il Segretario generale, continuerà a essere in prima linea nella lotta contro l’antisemitismo e contro tutte le forme di odio, compreso l’odio per i musulmani, nello spirito della Dichiarazione del 4° Vertice dei capi di Stato e di governo. Le nostre convenzioni, le nostre istituzioni e i nostri meccanismi di monitoraggio sono e resteranno al servizio dei nostri Stati membri e di tutti gli europei nella lotta contro l’odio e contro ogni forma di discriminazione etnica o religiosa, nonché nella difesa dei nostri valori sanciti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo”.
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Il Segretario generale del Consiglio d’Europa Marija Pejčinović Burić ha rilasciato nei giorni scorsi una dichiarazione in cui esprime seria preoccupazione “per i tentativi sempre più repressivi di mettere a tacere le legittime critiche di oppositori, attivisti e comuni cittadini mentre la Russia continua la sua brutale aggressione contro l’Ucraina . Il Consiglio d’Europa continuerà a essere pienamente solidale con loro e a sostenere i loro diritti umani in tutte le i modi in cui può in linea con il suo mandato. “Come il Consiglio d’Europa ha ribadito in diverse occasioni, Alexei Navalnyy – ai sensi delle misure provvisorie della Corte europea dei diritti dell’uomo del 16 febbraio 2021 – e Vladimir Kara-Murza devono essere rilasciati senza indugio. Le autorità russe rimangono inoltre sotto l’obbligo incondizionato di far luce sui precedenti attentati alla loro vita. “Sono sgomento per la misura in cui le garanzie del giusto processo e del giusto processo, nonché altri diritti dei due politici dell’opposizione, continuano a essere manifestamente violati dalle autorità russe. La costante incapacità di amministrare la giustizia in modo imparziale mette a nudo la natura arbitraria e infondata dei procedimenti lasciando pochi dubbi sull’obiettivo politicamente retributivo dietro le loro condanne”.
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“Ci sono buone ragioni per credere che il recente Vertice di Reykjavik verrà ricordato come un punto di svolta”, ha sottolineato la Segretaria generale del Consiglio d’Europa Marija Pejčinović Burić rivolgendosi agli studenti, all’accademia diplomatica e a un pubblico più ampio all’Università Comenius a Bratislava.

Nel corso della sua conferenza “Diritti umani, democrazia e Stato di diritto in Europa: minacce e opportunità”, la Segretaria generale ha fornito una panoramica completa dell’esito del 4° Vertice dei capi di Stato e di governo a Reykjavik (16-17 maggio), sottolineando l’istituzione di un Registro dei danni causati dall’aggressione da parte della Federazione russa contro l’Ucraina.

Il Vertice ha rappresentato un’opportunità storica per riaffermare l’impegno comune ai valori fondamentali del Consiglio d’Europa.

“I leader hanno riconosciuto la portata del problema e si sono impegnati in un decisivo cambio di rotta. L’accordo raggiunto è di ampia portata, lungimirante e ambizioso per le persone nel nostro continente. Se verrà messo in pratica, garantirà che i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto siano più profondamente radicati nelle nostre società”, ha sottolineato Marija Pejčinović Burić.

La Segretaria generale ha anche rimarcato la più ampia sfida di invertire la regressione democratica in Europa, la prospettiva dei diritti umani sulle norme in materia di intelligenza artificiale e il diritto politico a un ambiente pulito, sostenibile e sano.

“Gli Stati membri faranno in modo che Reykjavik sia ricordato come il punto di partenza per un rinnovo democratico in Europa. Una risposta chiara, positiva e duratura alle sfide che dobbiamo affrontare ora e negli anni a venire. Questa eredità verrà trasmessa alla vostra generazione. E alle generazioni che verranno dopo di voi. Vi invito a tenerla stretta”, ha affermato la Segretaria generale del Consiglio d’Europa.
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Non può esserci una pace giusta e sostenibile senza il riconoscimento delle responsabilità. Questo è il motivo per cui l’Ucraina e il riconoscimento delle responsabilità dei reati commessi dalla Russia saranno temi centrali al prossimo 4° Vertice di capi di Stato e di governo a Reykjavik il 16 e 17 maggio”, ha dichiarato la Segretaria generale del Consiglio d’Europa Marija Pejčinović Burić prendendo la parola durante il vertice online dei leader degli Stati membri della coalizione (Core Group) sulla creazione di un Tribunale speciale sul reato di aggressione contro l’Ucraina.

Marija Pejčinović Burić ha sottolineato l’incessante azione del Consiglio d’Europa che segue un triplice approccio:

Il sostegno dell’Ufficio del Procuratore generale nelle indagini sui crimini di guerra e su gravi violazioni dei diritti umani;

L’istituzione di un Registro dei danni, componente necessaria di un meccanismo di risarcimento globale;

Il sostegno a sforzi internazionali per istituire un Tribunale speciale sul reato di aggressione.

“Il Consiglio d’Europa si mobilita e continuerà a mobilitarsi per riconoscere le responsabilità della Russia per i reati e le azioni illegali che ha commesso. Operando insieme, garantiremo che venga fatta giustizia”, ha concluso la Segretaria generale Pejčinović Burić.
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Nel suo intervento del 24 gennaio all’Assemblea parlamentare la Segretaria generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejčinović Burić, ha affermato:
“L’Ucraina deve assumere un ruolo centrale” al vertice del Consiglio d’Europa che si terrà il 16 e 17 maggio a Reykjavik. Evidenziando che la “responsabilità per la morte e la distruzione causate dall’aggressione russa è di vitale importanza”, ha ribadito il sostegno del Consiglio d’Europa all’indagine del procuratore generale ucraino sui crimini di guerra russi e sottolineato l’importanza dei piani dell’Organizzazione per favorire la resilienza e la ricostruzione attraverso il suo dettagliato piano d’azione per l’Ucraina.

La Segretaria generale ha chiesto che il prossimo vertice in Islanda sia ambizioso e che gli Stati membri “riconoscano, fermino e ribaltino la regressione democratica che ha caratterizzato gli ultimi anni”. Gli Stati membri dovrebbero rafforzare le istituzioni che proteggono i diritti umani sia a livello nazionale che internazionale, soprattutto portando a termine l’adesione dell’Unione europea alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Il vertice è un’occasione per gli Stati membri “di dire ciò che faranno per ripristinare i diritti specifici, le libertà e le caratteristiche della vita democratica che sono in declino nel nostro continente”, ha affermato.
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Applicare gli strumenti giuridici alla prevenzione della violenza sulle donne nel mondo digitale, alla protezione delle vittime e alla persecuzione degli autori di reato è il tema centrale della conferenza che si è svolta il 6 dicembre a Strasburgo nel quadro della Presidenza islandese del Consiglio d’Europa.

Marija Pejčinović Burić, Segretaria generale del Consiglio d’Europa, ha sottolineato che gli abusi online nei confronti delle donne “non mostrano segni di arresto”. Le donne e le ragazze colpite da tale violenza potrebbero sentirsi fisicamente insicure, potrebbero perdere la stima e la fiducia in se stesse e potrebbero soffrire di stress mentale ed emotivo.

“I principali bersagli sono le donne che operano nella politica, nel giornalismo e nella difesa dei diritti umani, donne dedicate a difendere e migliorare la vita di altre persone all’interno delle nostre società”, ha sottolineato la Segretaria generale. Questo abuso online potrebbe costringere le donne a interrompere il loro contributo ai dibattiti e all’attivismo online e questo “è esattamente il risultato che auspicano molte delle persone che commettono tali abusi”.

Per porre fine a tutto ciò, il Gruppo di esperti del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (GREVIO) ha elaborato nel 2021 una raccomandazione per gli Stati parte della Convenzione di Istanbul sulla dimensione digitale della violenza contro le donne, per fornire orientamenti all’applicazione delle disposizioni della Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa alla violenza contro le donne commessa in ambito digitale.

La Convenzione di Budapest e il suo Secondo protocollo addizionale sulla cooperazione rafforzata e la divulgazione delle prove elettroniche offrono strumenti per indagare sui reati, ottenere prove a livello transfrontaliero e assicurare la necessaria cooperazione internazionale, non solo sui reati commessi online, ma nell’affrontare tutti i reati per i quali esistono prove elettroniche.

“È essenziale utilizzare entrambi questi strumenti, per combattere la criminalità informatica e la violenza contro le donne, al fine di garantire alle donne un ambiente online che sia il più sicuro possibile”, ha osservato la Segretaria generale.

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Nel suo discorso di apertura della Settimana d’azione dei giovani, principale evento a Strasburgo che segna il 50° anniversario delle attività del settore della gioventù del Consiglio d’Europa, la Segretaria generale del Consiglio d’Europa Marija Pejčinović Burić ha esortato i giovani a continuare a impegnarsi per rivitalizzare la democrazia e fronteggiare le minacce emergenti ai diritti umani, alla democrazia e allo Stato di diritto, in particolare nel contesto dell’aggressione militare russa in corso contro l’Ucraina.

“Questa settimana vedrà l’emergere di idee ed esempi che saranno fonte di ispirazione, sia all’interno del Consiglio d’Europa che nei paesi del nostro continente”, ha dichiarato Marija Pejčinović Burić rivolgendosi ai circa 450 partecipanti alla Settimana d’azione dei giovani, facendo notare che le raccomandazioni che saranno da loro formulate e proposte a conclusione dei lavori “saranno ascoltate e seguite, poiché giungono in un momento importante, segnato dal ritorno del populismo e del nazionalismo sul nostro continente”.

“Tali tendenze populiste e nazionaliste minacciano di mettere a tacere le vostre voci,” ha ammonito, sottolineando che l’esempio più estremo è costituito dall’attuale aggressione brutale e illegale della Russia nei confronti dell’Ucraina. “Le conseguenze sono sconvolgenti: stupri, omicidi e torture, una moltitudine di crimini che speravamo di non vedere mai più in Europa,” ha proseguito la Segretaria generale. “Numerosi giovani sono rimasti nel paese e hanno assistito a questi orrori, che resteranno per sempre impressi nella loro memoria. Altri sono stati costretti a lasciare le loro case e le loro comunità e hanno dovuto rifugiarsi nei paesi vicini. I nostri pensieri vanno a tutti loro.” La Segretaria generale ha aggiunto che numerosi giovani attivisti ucraini stanno partecipando alla Settimana d’azione dei giovani e ha citato altri modi in cui il Consiglio d’Europa collabora con le organizzazioni giovanili e le autorità ucraine, adattando le proprie attività all’evoluzione della situazione.

Il Consiglio d’Europa ha promosso nel corso di questi ultimi cinquant’anni lo sviluppo di politiche giovanili partecipative e inclusive, attività di animazione socioeducativa e la ricerca sui giovani in Europa.

Tra le tappe principali delle attività del Consiglio d’Europa per e con i giovani a partire dal 1972 figurano l’istituzione di due Centri europei della gioventù, a Strasburgo e a Budapest, la creazione della Fondazione europea per la gioventù, destinata a fornire un sostegno finanziario ed educativo ai progetti presentati dai giovani, l’elaborazione di un sistema unico di cogestione, cui partecipano i governi, il Consiglio d’Europa e i giovani, per garantire che siano ascoltati e che le loro opinioni siano prese in considerazione nell’elaborazione delle politiche a livello nazionale e internazionale. Le campagne intitolate “Tutti diversi – Tutti uguali” e “No Hate Speech Campaign”, movimento contro il discorso dell’odio, sono state avviate dai giovani e hanno favorito il loro coinvolgimento in tutti gli Stati membri. Il Consiglio d’Europa continuerà le sue attività insieme ai giovani, ai governi e altri protagonisti negli Stati membri, nel quadro della Strategia 2030 nel settore della gioventù, della Raccomandazione del Comitato dei Ministri sulla protezione della giovane società civile e dei giovani e in altri ambiti, hanno affermato i diversi oratori.

La Settimana d’azione dei giovani è l’evento più saliente della campagna della gioventù “Democrazia qui, Democrazia ora!” volta a rivitalizzare la democrazia. Nel corso della settimana, i giovani partecipanti discuteranno di una serie di questioni urgenti, quali il diritto di voto, la non discriminazione, la parità di genere, il ruolo dell’educazione nella costruzione della democrazia, la minaccia rappresentata dai discorsi di incitamento all’odio, i giovani appartenenti alle minoranze, la partecipazione “dirompente” dei giovani, la cittadinanza digitale, come pure la pace e la resilienza di fronte a un conflitto armato.
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Gli Stati europei devono prestare attenzione alle specifiche sfide che affrontano i richiedenti asilo LGBTI in fuga dalla guerra, hanno dichiarato la Segretaria generale del Consiglio d’Europa Marija Pejčinović Burić, l’attuale Presidente del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa e Ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale italiano Luigi Di Maio e il futuro Presidente del Comitato dei Ministri e Ministro degli Affari esteri irlandese Simon Coveney, in vista della Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia (IDAHOT) il 17 maggio.

Lo rende noto un comunicato stampa del Consiglio d’Europa.

“In Europa, siamo ancora lontani dalla completa inclusione delle persone LGBTI, che continuano ad affrontare discriminazioni, stigmatizzazioni e anche violenze. I conflitti armati aggravano la vulnerabilità delle persone LGBTI e le espongono a ulteriori rischi e abusi”.

“Dobbiamo occuparci di tutte le persone che fuggono dagli orrori della guerra. In linea con la Raccomandazione del Consiglio d’Europa sulle misure per combattere la discriminazione basata su orientamento sessuale o identità di genere, invitiamo gli Stati europei a dimostrare solidarietà verso tutte le persone che cercano rifugio nel loro territorio, comprese le persone LGBTI, per proteggerle e provvedere alle loro esigenze specifiche”.

Secondo organizzazioni della società civile, le specifiche sfide che affrontano le persone LGBTI in Ucraina, come anche quelle che fuggono dal conflitto e richiedono asilo, includono l’assenza di documenti di identificazione che corrispondano alla loro identità di genere, il rischio di essere bersagli di omofobia e transfobia da parte del personale dei punti di controllo interni e internazionali, il rischio di molestie nei centri di accoglienza di massa, difficoltà per le persone transessuali e intersessuali di portare avanti le cure ormonali o altri trattamenti medici nei paesi ospitanti e il rischio di discriminazione nell’ottenere accesso a rifugi sicuri e alloggi a lungo termine in quanto famiglie o coppie dello stesso sesso.

Il tema dell’IDAHOT di quest’anno è “Il nostro corpo, la nostra vita, le nostre scelte”.
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