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Sollecitato dai crescenti livelli di antisemitismo, intolleranza e odio basato sulla religione in Europa, il Consiglio d’Europa informa di operare in tutti i suoi forum pertinenti per attirare l’attenzione su questo fenomeno e per contribuire a combatterlo.

Durante la sua sessione plenaria, tenutasi recentemente a Strasburgo, la Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI), organismo di esperti indipendenti del Consiglio d’Europa, ha adottato una dichiarazione in cui esprime grande preoccupazione per il forte aumento di antisemitismo in molti paesi europei, sulla scia dell’attuale conflitto nel Medio Oriente.

L’ECRI ha ribadito che gli Stati membri del Consiglio d’Europa devono prendere misure decise per assicurare che i nuovi episodi di violenza nel Medio Oriente non minaccino la sicurezza degli ebrei e delle comunità ebraiche in Europa. Ha inoltre ricordato la necessità di agire con determinazione per contrastare il razzismo antimusulmano e altre forme di razzismo.

La recente seduta plenaria del Comitato direttivo sull’antidiscriminazione, la diversità e l’inclusione (CDADI) del Consiglio d’Europa ha riunito esperti di governo e rappresentanti della società civile, membri dell’ECRI, il Rappresentante speciale della Segretaria generale sui reati di odio antisemiti e antimusulmani e altre forme di intolleranza religiosa e i Rappresentanti permanenti degli Stati membri e osservatori.

I partecipanti hanno condiviso le loro esperienze nell’ambito della lotta contro il razzismo e la discriminazione antisemiti e antimusulmani.

Questi incontri fanno parte della risposta del Consiglio d’Europa alle sfide sociali in Europa in linea con la Dichiarazione formulata a maggio 2023 al Vertice dei capi di Stato e di governo del Consiglio d’Europa a Reykjavik.

Studio sulla prevenzione e il contrasto all’incitamento all’odio in tempi di crisi del CDADI (2023)
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Il Comitato direttivo per l’antidiscriminazione, la diversità e l’inclusione (CDADI) del Consiglio d’Europa ha adottato due documenti pratici per aiutare gli Stati a garantire che i responsabili politici, i funzionari pubblici e il pubblico in generale percepiscano la diversità non come una minaccia ma come un vantaggio collettivo che genera dividendi – non solo per i migranti, ma per la società nel suo insieme. Lo rende noto il sito del Consiglio d’Europa.

Garantire l’uguaglianza, valorizzare la diversità, promuovere un’interazione interculturale significativa e promuovere la cittadinanza attiva sono i principi fondamentali del modello di integrazione interculturale del Consiglio d’Europa. Questo modello si concentra sull’interazione interculturale come un modo per costruire ponti tra individui e comunità diversi e si basa sul presupposto che “l’integrazione è una strada a doppio senso”.

Come dimostrato da numerosi studi, la diversità etnica e religiosa a livello locale e nazionale è infatti associata ad un accresciuto benessere economico e sociale. Comprendere il vantaggio della diversità, tuttavia, non è automatico. Richiede che la diversità sia accompagnata da politiche specifiche che rendano la società veramente inclusiva gestendo i conflitti che possono minacciare la coesione della comunità.

Programma di capacity building e strumenti per l’integrazione dei migranti

Manuale per la progettazione di un corso di formazione sulla competenza interculturale
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