E-News, climate change, In Evidenza, Ultime Notizie, Notizie
La Commissione europea rende noto attraverso un comunicato stampa di aver approvato l’8 marzo uno schema italiano da 1,1 miliardi di euro per sostenere gli investimenti per la produzione di attrezzature necessarie a favorire la transizione verso un’economia a zero emissioni, in linea con il Piano Industriale Green Deal. Il regime è stato approvato nell’ambito del quadro temporaneo di crisi e transizione per gli aiuti di Stato , adottato dalla Commissione il 9 marzo 2023 e modificato il 20 novembre 2023, per sostenere misure in settori fondamentali per accelerare la transizione verde e ridurre la dipendenza dai combustibili.

L’Italia ha notificato alla Commissione, nell’ambito del quadro temporaneo di crisi e transizione, un regime di 1,1 miliardi di euro per sostenere gli investimenti per la produzione di attrezzature, componenti chiave e materie prime essenziali necessari per favorire la transizione verso un’economia a zero emissioni nette.

Nell’ambito di questa misura, che sarà parzialmente finanziata attraverso il Recovery and Resilience Facility (“RRF”), gli aiuti assumeranno la forma di sovvenzioni dirette . L’importo massimo dell’aiuto per beneficiario sarà pari a 150 milioni di euro, che potrà essere aumentato a 200 milioni di euro per i beneficiari situati in regioni ammissibili agli aiuti ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), TFUE (le cosiddette zone “c”) e a 350 milioni di euro milioni per i beneficiari situati in regioni ammissibili agli aiuti ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera a), TFUE (le cosiddette zone “a”).

La misura sarà aperta alle aziende che producono apparecchiature pertinenti, vale a dire batterie, pannelli solari, turbine eoliche, pompe di calore, elettrolizzatori, apparecchiature per la cattura e lo stoccaggio del carbonio, nonché componenti chiave progettati e utilizzati principalmente come input diretto per la produzione di tali attrezzature o le relative materie prime critiche necessarie per la loro produzione.

La Commissione ha ritenuto che il regime italiano sia in linea con le condizioni stabilite nel quadro temporaneo di crisi e transizione. In particolare, gli aiuti i) incentivino la produzione di attrezzature necessarie per la transizione verso un’economia a zero emissioni nette; e (ii) sarà concesso entro il 31 dicembre 2025.

La Commissione ha concluso che il regime italiano è necessario, appropriato e proporzionato per accelerare la transizione verde e facilitare lo sviluppo di determinate attività economiche, che sono importanti per l’attuazione del piano industriale Green Deal, in linea con l’ articolo 107, paragrafo 3( c) TFUE e le condizioni stabilite nel quadro temporaneo di crisi e transizione.

Su questa base, la Commissione ha approvato la misura di aiuto ai sensi delle norme UE sugli aiuti di Stato.
0

E-News, In Evidenza, Ultime Notizie, Notizie
l’Italia ha presentato nei giorni s corsi alla Commissione europea una richiesta di revisione mirata del proprio piano per la ripresa e la resilienza. Le modifiche proposte sono di natura tecnica e fanno seguito alla revisione completa del piano adottata dal Consiglio l’8 dicembre 2023.

Il piano italiano per la ripresa e la resilienza ha una dotazione totale di 194,4 miliardi di €, di cui 71,8 miliardi di € in sovvenzioni e 122,6 miliardi di € in prestiti. Il piano prevede 66 riforme e 150 investimenti. Ad oggi la Commissione ha erogato oltre il 50% dei fondi assegnati all’Italia nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza, vale a dire oltre 102 miliardi di € (maggiori informazioni sul piano per la resilienza dell’Italia sono disponibili qui).

Per maggiori informazioni sul processo di revisione dei piani per la ripresa e la resilienza consultare il documento contenente domande e risposte qui.

Fonte: Commissione europea, Rappresentanza in Italia
0

E-News, diritti umani ed uguaglianza, In Evidenza, Ultime Notizie, Notizie
Il Gruppo di esperti del Consiglio d’Europa sulla lotta alla tratta di esseri umani ( GRETA ) ha esortato le autorità italiane a intraprendere ulteriori azioni contro la tratta di esseri umani, in particolare rafforzando le misure di lotta alla tratta a scopo di sfruttamento lavorativo, garantendo sanzioni efficaci per i trafficanti di esseri umani. e fornire un risarcimento alle vittime.

Nel suo ultimo rapporto, il GRETA valuta gli sviluppi successivi alla pubblicazione del suo secondo rapporto di valutazione sull’Italia nel 2019 per quanto riguarda l’attuazione della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani.

Il rapporto mostra che ogni anno in Italia vengono individuate tra le 2.100 e le 3.800 persone come possibili vittime della tratta. Mentre la maggior parte delle vittime erano donne, il numero di uomini e vittime transgender è aumentato. Lo sfruttamento sessuale resta predominante, ma cresce il numero delle vittime dello sfruttamento lavorativo.

Il GRETA rileva che queste cifre non riflettono la reale portata del fenomeno della tratta di esseri umani in Italia, a causa delle persistenti limitazioni delle procedure esistenti per l’identificazione delle vittime, nonché di un basso tasso di autodenuncia da parte delle vittime che temono di essere punite o deportate.

Secondo il rapporto, la tratta a scopo di sfruttamento lavorativo continua a essere sottostimata. I settori ad alto rischio includono l’agricoltura, il tessile, i servizi domestici, l’edilizia, l’ospitalità e la ristorazione.

Il rapporto rileva una serie di sviluppi positivi dall’ultima valutazione dell’Italia effettuata dal GRETA nel 2019. Tra questi figurano l’adozione di un nuovo piano d’azione nazionale contro la tratta, l’aumento dei finanziamenti per l’assistenza alle vittime e lo sviluppo di procedure operative standard per l’identificazione dei minori vittime di tratta e sfruttamento.

Tuttavia, il GRETA esprime preoccupazione su una serie di questioni. Si è registrata una diminuzione del numero di indagini, procedimenti giudiziari e condanne per tratta di esseri umani, rileva il rapporto. Anche se il tribunale concede un risarcimento alle vittime che partecipano come parte civile in un procedimento penale, possono trascorrere diversi anni prima della decisione definitiva. Il GRETA teme inoltre che nessuna vittima della tratta abbia ricevuto un risarcimento dal fondo per le misure anti-tratta.

Il GRETA invita le autorità a garantire che i reati di tratta di esseri umani siano indagati in modo proattivo e tempestivo e portino a sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive. Inoltre, le vittime della tratta dovrebbero ottenere una decisione sul risarcimento nell’ambito del procedimento penale, entro un termine ragionevole. Il GRETA sottolinea inoltre che le autorità dovrebbero rendere il sistema di risarcimento statale effettivamente accessibile alle vittime della tratta.

Nel rapporto, il GRETA riconosce che sono stati compiuti sforzi per migliorare l’individuazione delle vittime della tratta tra i richiedenti asilo, in particolare da parte delle commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale. Tuttavia, il GRETA teme che le misure restrittive sull’immigrazione adottate dall’Italia favoriscano un clima di criminalizzazione dei migranti, con il risultato che molte potenziali vittime della tratta non denunciano i loro casi per paura di detenzione e deportazione.

Secondo il rapporto, l’Italia ha adottato misure per prevenire la tratta a scopo di sfruttamento lavorativo, come l’adozione di linee guida sull’identificazione, protezione e assistenza alle vittime dello sfruttamento lavorativo in agricoltura. Tuttavia, lo sfruttamento del lavoro continua ad essere profondamente radicato in alcuni settori che dipendono fortemente dalla manodopera migrante. Il GRETA invita le autorità a intensificare gli sforzi per combattere la tratta a scopo di sfruttamento lavorativo, anche garantendo che risorse sufficienti siano messe a disposizione degli ispettori del lavoro, rafforzando il monitoraggio dei settori a rischio e garantendo che le condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori migranti soddisfare i requisiti previsti dalla normativa al fine di prevenire abusi.

RAPPORRTO GRETA SULL’ITALIA
0

E-News, In Evidenza, Ultime Notizie, Notizie
Nel terzo trimestre del 2023, le emissioni di gas serra dell’economia dell’UE sono stimate a 787 milioni di tonnellate di CO 2 equivalenti (CO 2 -eq), una diminuzione del -7,1% rispetto allo stesso trimestre del 2022 (847 milioni di tonnellate di CO 2 -eq ). eq). Il prodotto interno lordo (PIL) dell’UE è rimasto stabile, registrando solo una piccola variazione (-0,2% nel terzo trimestre del 2023, rispetto allo stesso trimestre del 2022). Lo rende noto Eurostat, l’ufficio statistio ddell’UE.

Nel terzo trimestre del 2023, i settori economici responsabili delle maggiori riduzioni rispetto al terzo trimestre del 2022 sono stati la fornitura di elettricità e gas (-23,7%), le famiglie (-6,5%) e l’industria manifatturiera (-4,9%).

Nel terzo trimestre del 2023, si stima che le emissioni di gas serra siano diminuite in 23 paesi dell’UE, rispetto al terzo trimestre del 2022. Si stima un aumento per Malta (+7,7%), Cipro (+3,7%), Lettonia (+ 3,4%) e Slovacchia (0,9%). Tra questi 4 membri dell’UE, 3 hanno registrato un aumento del PIL: Malta (+7,1%), Cipro (+2,5%) e Slovacchia (+1,1%).

Le maggiori riduzioni dei gas serra sono stimate per Estonia (-30,7%), Bulgaria (-18,6%) e Germania (-12,2%).

Dei 23 membri dell’UE che si stima abbiano ridotto le proprie emissioni, 11 hanno registrato anche un calo del PIL (Irlanda, Estonia, Austria, Lussemburgo, Svezia, Finlandia, Repubblica Ceca, Paesi Bassi, Germania, Danimarca, Ungheria). L’Italia ha mantenuto il suo PIL allo stesso livello del terzo trimestre del 2022, riducendo al contempo le emissioni di gas serra. Si stima che gli altri 11 paesi dell’UE (Romania, Croazia, Grecia, Portogallo, Bulgaria, Belgio, Spagna, Slovenia, Polonia, Francia, Lituania) siano riusciti a ridurre le emissioni pur aumentando il loro PIL.

Articolo Eurostat sulle emissioni trimestrali di gas serra

Sezione tematica Eurostat sul cambiamento climatico

Banca dati Eurostat sui cambiamenti climatici
0

E-News, In Evidenza, Ultime Notizie, Notizie
Nel 2022, la quota di fonti energetiche rinnovabili nei trasporti ha raggiunto il 9,6% a livello UE, con un aumento di 0,5 punti percentuali (pp) rispetto al 2021 (9,1%), ma ancora 0,7 pp al di sotto del livello più alto mai raggiunto nel 2020 (10,3%).

Lo rende noto il sitoi Eurostat, l’ufficio statistiche dell’UE.

Ciò significa che è necessario uno sforzo maggiore per raggiungere l’obiettivo del 29% fissato per il 2030 dalla direttiva UE 2023/2413 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili. Questa direttiva offre inoltre ai paesi la possibilità di raggiungere un obiettivo diverso: una riduzione dell’intensità dei gas serra nei trasporti di almeno il 14,5% entro il 2030.

La Svezia (29,2%) è di gran lunga il paese dell’UE con la quota più elevata di energie rinnovabili nei trasporti e ha già raggiunto l’obiettivo del 2030. Anche la Finlandia (18,8%) mostra una quota molto elevata, anche se dovrebbe comunque aumentare di circa 10 punti percentuali, se scegliesse l’obiettivo 2030 fissato in termini di quota di energie rinnovabili. I due paesi nordici sono seguiti da Paesi Bassi, Malta, Belgio, Danimarca, Austria, Italia, Germania e Spagna, tutti con una quota intorno al 10%.

Le quote più basse sono state invece registrate in Croazia (2,4%), Lettonia (3,1%) e Grecia (4,1%).

Gli aumenti maggiori dal 2021 al 2022 sono stati registrati in Germania (+1,9 pp), Paesi Bassi (+1,8 pp) e Ungheria (+1,6 pp), ma anche se mantenuti fino al 2030 tali tassi non sono sufficienti per raggiungere l’obiettivo. D’altro canto, le diminuzioni più elevate si sono registrate in Croazia (-4,6 pp), Lettonia (-3,3 pp) e Slovenia (-2,8 pp).

Le fonti energetiche rinnovabili consumate nei trasporti comprendono i biocarburanti liquidi (ad esempio il biodiesel conforme a determinati criteri di sostenibilità e risparmio di gas serra), il biometano (ovvero gas di origine rinnovabile) e la parte di elettricità rinnovabile consumata nei trasporti stradali e ferroviari.

Per maggiori informazioni

Articolo Eurostat sulle energie rinnovabili

Breve valutazione Eurostat delle risorse energetiche rinnovabili (SHARES)

Sezione tematica Eurostat sulle statistiche energetiche

Sezione tematica Eurostat sui trasporti

Sezione tematica Eurostat sul cambiamento climatico

Banca dati Eurostat sulle statistiche energetiche<br>
0

E-News, In Evidenza, Ultime Notizie


La Commissione europea ha reso noto nei giorni scorsi di aver ha erogato i seguenti importi a titolo di prefinanziamento relativi ai fondi REPowerEU nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF): 145,1 milioni di € al Belgio, 585,1 milioni di € alla Croazia a titolo di prefinanziamento, 20,9 milioni di € a Cipro, 25,4 milioni di € alla Finlandia, 158,7 milioni di € alla Grecia, 551,2 milioni di € all’Italia, 26,9 milioni di € alla Lettonia, 288 milioni di € alla Romania in sovvenzioni e 340 milioni di € alla Spagna in prestiti di prefinanziamento.

Tali prefinanziamenti contribuiranno ad avviare l’attuazione delle principali misure di investimento e riforma delineate in ciascun capitolo dedicato al piano REPowerEU. Ciò accelererà gli obiettivi di REPowerEU in materia di risparmio energetico, produzione di energia pulita e diversificazione dell’approvvigionamento energetico, al fine di rendere l’Europa indipendente dai combustibili fossili russi alla luce dell’invasione russa dell’Ucraina.

I versamenti fanno seguito all’approvazione da parte del Consiglio dei piani riveduti di questi paesi, che comprendono un capitolo dedicato al piano REPowerEU, e alla firma di accordi finanziari.

Il prefinanziamento, versato in una o due fasi, rappresenta fino al 20% dei fondi aggiuntivi richiesti per finanziare il capitolo REPowerEU di ciascun paese. Se il prefinanziamento è versato in due fasi, la seconda parte deve essere versata entro 12 mesi dal pagamento della prima.

Maggiori informazioni sulle misure incluse nei capitoli dedicati al piano REPowerEU sono disponibili qui per l’Italia, Il Consiglio ha approvato tutti i 23 capitoli REPowerEU presentati finora. Per maggiori informazioni su REPowerEU e il link all’intero dispositivo per la ripresa e la resilienza, consultare la sezione “Domande e risposte”.
0

E-News, In Evidenza, Ultime Notizie, Notizie
In seguito al voto favorevole degli Stati membri, la Commissione concederà all’Italia 46,7 milioni di € per contribuire a compensare gli agricoltori delle zone colpite da focolai di influenza aviaria.

Tra il 1º gennaio 2022 e il 30 aprile 2022 l’Italia ha registrato 23 focolai confermati di influenza aviaria ad alta patogenicità del sottotipo H5 (“influenza aviaria”). In risposta, l’Italia ha attuato rapidamente misure rigorose in materia di sanità animale, con conseguenti perdite di produzione nelle regioni colpite, in particolare per quanto riguarda le uova e le carni.

A seguito della richiesta formale dell’Italia, la Commissione europea ha deciso di stanziare 46 670 790 € provenienti dalla riserva agricola, a copertura del 50% della spesa dell’Italia per aiutare gli agricoltori gravemente colpiti. I pagamenti cofinanziati dalla riserva agricola devono essere effettuati entro il 30 settembre 2024.

Il sostegno è riservato alle aziende agricole situate nelle zone soggette a restrizioni colpite dai 23 focolai. Al fine di evitare doppi finanziamenti da fondi pubblici, le perdite subite non devono essere compensate da aiuti di Stato o da assicurazioni. Dopo l’approvazione formale della misura di sostegno da parte della Commissione, il regolamento di esecuzione sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’UE e dovrebbe entrare in vigore all’inizio di febbraio.

Maggiori informazioni
0

E-News, In Evidenza, Ultime Notizie, Notizie
Dall’inizio della guerra russa contro l’Ucraina, l’UE coordina regolarmente le evacuazioni sanitarie dei pazienti ucraini, siano essi malati cronici o feriti. Ad oggi oltre 3 000 pazienti ucraini sono stati trasferiti per ricevere cure specialistiche in ospedali di tutta Europa attraverso il meccanismo unionale di protezione civile. Avviata nel marzo 2022, si tratta della più grande operazione di evacuazione sanitaria coordinata finora dal Centro di coordinamento della risposta alle emergenze della Commissione europea.

I pazienti sono stati trasferiti per cure ospedaliere in 22 paesi europei: Austria, Belgio, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria.

Le evacuazioni sono inoltre sostenute dal polo Medevac dell’UE a Rzeszów, in Polonia, dove i pazienti ricevono assistenza infermieristica 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Il polo funge da centro di trasferimento per i pazienti che sono stati trasportati via terra dall’Ucraina alla Polonia e che saranno trasferiti in aereo agli ospedali di tutta Europa.
0

PREVIOUS POSTSPage 2 of 15NEXT POSTS