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Nel 2022, l’inflazione annuale dell’UE ha raggiunto il livello più alto mai misurato al 9,2%. Rispetto al 2021, quando il valore annuo era del 2,9%, è più che triplicato.

Lo rende noto il sito di EUrostat, l’ufficio statistiche dell’Unione europea.

La variazione media annua dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) nell’UE nel periodo 2013-2022 è stata del 2,1%. Rispetto ai prezzi al consumo in molte delle maggiori economie mondiali, l’inflazione in Giappone è stata generalmente inferiore a quella dell’UE, mentre è stata generalmente più elevata negli Stati Uniti e in Cina, tranne negli ultimi anni. Tra il 2013 e il 2022 i prezzi al consumo sono aumentati in media annua dello 0,8% in Giappone, del 2,3% negli Stati Uniti e dell’1,9% in Cina.

Rispetto al 2021, l’inflazione annua è aumentata anche in queste tre economie: gli Stati Uniti hanno raggiunto l’8,7% (poco sotto l’UE), l’inflazione del Giappone ha raggiunto il 2,5%, mentre la Cina è stata la più bassa delle quattro con il 2,0%.

Guardando agli ultimi sviluppi annuali nell’UE, tra le 12 rubriche principali, i prezzi al consumo di abitazioni, acqua, elettricità, gas e altri combustibili hanno registrato l’aumento più elevato nel 2022, una media del 18,0%. Seguono i trasporti, con un incremento medio del 12,1%, mentre gli alimentari e le bevande analcoliche crescono in media dell’11,9%. Le altre voci principali sono tutte aumentate nel 2022, tra il 2,0% e l’8,1%, ad eccezione del prezzo delle comunicazioni, che è diminuito marginalmente dello 0,1%.

Articolo Eurostat spiegato sui prezzi al consumo – inflazione

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La risposta dell’UE alla crisi dei prezzi dell’energia dovrebbe mirare a proteggere tutte le famiglie e le imprese che affrontano gravi problemi nel pagare le bollette energetiche.

Questo il messaggio principale del parere del Comitato Economico e Sociale Europeo sulla politica economica della zona euro 2023 adottato nella sessione plenaria di gennaio.

Il CESE sostiene la proposta a due livelli della Commissione europea per proteggere i più vulnerabili: fino a un certo livello di consumo energetico, i consumatori vulnerabili pagheranno un prezzo inferiore al prezzo di mercato.

Tuttavia, il Comitato avverte che questa politica dovrebbe riguardare sia le persone al di sotto della soglia di povertà sia quelle appartenenti alla classe medio-bassa che, a causa dei redditi bassi, non saranno in grado di pagare le bollette energetiche a prezzi di mercato.

Come sottolineato nel parere: L’inverno 2022-2023 ha creato grossi problemi nell’Unione. Per proteggere davvero le famiglie vulnerabili dalla crisi dei prezzi dell’energia, la politica a due livelli della Commissione deve essere inclusiva.

Con riferimento alle imprese, per evitare la chiusura delle loro attività, il CESE sostiene la proposta della Commissione che prevede che gli Stati membri si avvalgano del quadro temporaneo di crisi per gli aiuti di Stato e li esorta a utilizzare tutti i mezzi possibili per aiutare le imprese, in particolare le piccole e medie imprese imprese di grandi dimensioni.

L’inflazione, trainata principalmente dall’aumento dei prezzi del gas naturale e dalla crisi energetica, ha raggiunto il 10,6% nell’ottobre 2022 nell’area dell’euro, il livello più alto dall’introduzione dell’euro, prima di scendere leggermente al 10,1% a novembre e al 9,2% a dicembre 2022.

La Banca Centrale Europea è intervenuta tempestivamente, utilizzando la politica monetaria per contenere il rialzo dell’inflazione e aprire la strada al ritorno sotto il 2% (target di medio periodo).

Tuttavia, il CESE avverte che la politica monetaria dovrebbe essere utilizzata con prudenza, poiché può avere un effetto ciclico nell’attuale complesso contesto, in cui l’inflazione è trainata da fattori esogeni.

Affinché la politica monetaria riesca a contenere l’inflazione, il CESE sottolinea l’importanza che i paesi dell’area dell’euro coordinino la loro politica fiscale con la politica monetaria della Banca centrale europea.

Gli Stati membri dovrebbero inoltre adoperarsi per accelerare e portare a termine l’Unione dei mercati dei capitali e l’Unione bancaria, in quanto il completamento di questi due progetti politici costituisce un passo importante verso l’approfondimento dell’Unione economica e monetaria.

L’alleggerimento degli oneri per le famiglie e le imprese deve rimanere l’obiettivo principale e, in questo momento di crisi multiformi, gli Stati membri devono agire per ridurre le ricadute negative e coinvolgere le parti sociali nell’elaborazione e nell’attuazione di politiche efficaci attraverso il dialogo sociale.
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