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“L’Europa purtroppo non è un rifugio sicuro per la libertà dei media, e questo deve cambiare. Gli Stati membri del Consiglio d’Europa dovrebbero applicare gli standard che hanno approvato e impegnarsi maggiormente a livello internazionale per sostenere la libertà dei media; È tempo di agire” ha affermato Mogens Jensen, relatore generale dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (APCE) sulla libertà dei media e la protezione dei giornalisti.

“Ogni anno, a maggio, celebriamo la Giornata mondiale della libertà di stampa e vogliamo ricordare quanto sia importante la libertà dei media nel sostenere i nostri valori condivisi. I giornalisti e i media liberi svolgono un ruolo chiave nel tenere informati i cittadini, sensibilizzarli e incoraggiare il pensiero critico sulle principali questioni sociali e questioni di interesse pubblico. Siamo abituati a dire che non c’è vera democrazia senza un’effettiva libertà dei media; ma anno dopo anno la Giornata mondiale della libertà di stampa ci ricorda anche dozzine di giornalisti uccisi, centinaia incarcerati, migliaia sottoposti a minacce, intimidazioni e violenze, in tutto il mondo, anche in Europa“, ha affermato Jensen.

Nel 2022 la Piattaforma del Consiglio d’Europa per promuovere la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti ha segnalato 289 casi riguardanti 37 Stati membri del Consiglio, ha ricordato. “Inoltre, solo pochi avvisi vengono seguiti dagli Stati membri e pochi casi vengono infine risolti”, ha aggiunto.

“Alcune tendenze sono particolarmente preoccupanti: l’impunità per i responsabili di atti criminali contro i giornalisti; minacce alle giornaliste donne, in particolare molestie online; molestie legali e criminalizzazione del giornalismo; regresso sull’indipendenza dei media di servizio pubblico; e ‘cattura mediatica’ da parte di governi che non accettano l’esistenza di voci critiche”, ha sottolineato Jensen.

“Mentre la guerra in Ucraina continua a infuriare, il lavoro dei giornalisti nel più grande conflitto in Europa dalla seconda guerra mondiale, mettendo a rischio le loro vite, è fondamentale per tenere informata l’opinione pubblica. Desidero anche esprimere la mia solidarietà ai giornalisti in Bielorussia e Russia”, ha concluso il relatore generale dell’APCE.
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In una dichiarazione rilasciata in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa il 3 maggio, la Segretaria generale del Consiglio d’Europa Marija Pejčinović Burić ha esortato i governi europei a fare della protezione del giornalismo e della sicurezza dei giornalisti e altri operatori dei media una priorità politica:

“In un contesto in cui i giornalisti e altri operatori dei media sono sempre più oggetto di pressioni indebite, intimidazioni, violenza e altre forme di interferenza con il loro lavoro in molti paesi europei, è ormai urgente concepire piani d’azione nazionali per la sicurezza dei giornalisti.

I governi dovrebbero affrontare la necessità di rafforzare la protezione dei giornalisti, perseguire in modo efficace i responsabili di reati contro di loro e sensibilizzare le nostre società sul ruolo cruciale che svolgono media diversificati e indipendenti nel preservare la vera democrazia.

Per proteggere le nostre libertà democratiche, è essenziale che gli Stati creino un ambiente favorevole in cui media pluralistici e indipendenti possano prosperare e svolgere il loro ruolo essenziale di “guardiani”. E perché questo sia possibile, devono essere in grado di chiedere conto ai governi e ad altri attori, divulgando informazioni, promuovendo la partecipazione al dibattito pubblico ed esprimendo idee e opinioni senza timore.

La retorica contro i media non trova spazio in una società democratica. Qualunque minaccia o attacco contro i giornalisti deve essere condannato dai politici.

Il rapporto annuale 2023 pubblicato di recente dai partner della Piattaforma per la promozione e la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti, “La guerra in Europa e la lotta per il diritto di informare”, descrive una tendenza preoccupante verso un continuo deterioramento della libertà dei media in alcuni paesi, particolarmente drastico in Russia e Bielorussia.

Di fronte a questo scenario allarmante, il Consiglio d’Europa ha sviluppato un arsenale di strumenti normativi per fornire orientamenti ai governi al fine di garantire la sicurezza dei giornalisti, in particolare la Raccomandazione del Comitato dei Ministri del 2016 sulla protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti e altri operatori dei media.

L’attenzione dovrebbe essere ora rivolta all’effettiva attuazione di tali norme a livello nazionale. Prevediamo che la prossima Campagna quinquennale del Consiglio d’Europa per la sicurezza dei giornalisti, il cui lancio è previsto a ottobre 2023, sarà un passo in avanti nella protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti a livello europeo, da sostenere attraverso campagne equiparabili a livello nazionale.

Occorre da molto tempo un’azione significativa per affrontare il deterioramento della libertà di stampa. Questa campagna fornirà un’importante opportunità di applicare nella pratica le norme del Consiglio d’Europa per la protezione dei giornalisti”.
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A marzo 2022, nell’escludere la Russia dal Consiglio d’Europa, il Comitato dei Ministri ha osservato che “il Consiglio d’Europa prenderà l’iniziativa per sostenere e impegnarsi con i difensori dei diritti umani, le forze democratiche, i media liberi e la società civile indipendente nella Federazione russa”.

Delineare le principali modalità di sostegno ai media indipendenti russi in esilio da parte del Consiglio d’Europa, della Federazione europea dei giornalisti e di altri meccanismi di supporto ai media in Europa è stato l’obiettivo di un workshop tenutosi a Göteborg, in Svezia, il 24 e 25 aprile. Il workshop ha riunito circa 40 giornalisti, avvocati specializzati nei media, ricercatori e membri di associazioni professionali dei media. Uno dei principali argomenti di discussione è stato il rafforzamento della rete di “media freedom hubs” per aiutare i giornalisti operanti in Europa.

L’aggressione da parte della Russia contro l’Ucraina iniziata il 24 febbraio 2022 ha colpito duramente il settore dei media in Ucraina. Al tempo stesso, ha intensificato a nuovi livelli l’oppressione e la stigmatizzazione dei pochi media indipendenti rimasti in Russia. Molti giornalisti dell’opposizione, educatori, attivisti di associazioni professionali di giornalisti e avvocati dei media sono stati indicati dalle autorità come “rappresentanti stranieri” e/o sono stati licenziati per essersi opposti alla guerra in Ucraina.

A causa della repressione in corso, alcuni mezzi di informazione indipendenti, importanti e politicamente influenti, hanno cessato l’attività e molti giornalisti hanno smesso di raccontare questioni delicate o sono andati in esilio all’estero, in particolare negli Stati baltici, nei Paesi dell’Europa orientale e centrale, in Germania, nei Paesi Bassi e nel Caucaso meridionale. Questi giornalisti contribuiscono in modo significativo a contrastare la disinformazione e la propaganda dei regimi autoritari nei loro paesi per il pubblico di lingua russa in patria e all’estero.

L’Università di Göteborg, co-organizzatrice del workshop, utilizzerà i risultati del workshop per uno studio sui media russi in esilio. L’evento è stato sostenuto anche dalla Justice for Journalists Foundation e dallo Swedish Institute.
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Un comunicato stampa del Comitato economico e sociale europeo (CESE) informa che ulteriori misure proposte dal Comitato rafforzerebbero una proposta della Commissione europea volta a contrastare le azioni legali abusive contro coloro che contribuiscono al dibattito pubblico su questioni di attualità, inclusi giornalisti e difensori dei diritti. Tali misure comprendono l’introduzione di pronunce pregiudiziali, termini o esclusione della possibilità per una persona diversa dall’attore di finanziare azioni legali.

Il dibattito aperto è il fondamento di una società partecipativa, senza la quale la democrazia non può funzionare. Nel parere “Iniziativa contro il contenzioso abusivo nei confronti di giornalisti e difensori dei diritti”, il CESE sostiene la proposta della Commissione di proteggere le persone dalle azioni legali strategiche contro la partecipazione pubblica (SLAPP). Questi includono giornalisti e difensori dei diritti che contribuiscono in modo importante al dibattito su questioni di attualità.

Il CESE ha approvato il parere nella plenaria di ottobre e ha proposto di ampliare l’elenco delle misure volte a ridurre gli SLAPP. .

Tra le proposte del CESE vi sono l’introduzione di una pronuncia pregiudiziale che chiuderebbe un procedimento ritenuto non conforme e il consolidamento del procedimento in una specifica giurisdizione su richiesta del convenuto.

Potrebbero essere prese in considerazione altre misure proposte, tra cui la fissazione di un limite di tempo o di un mezzo o il rapido monitoraggio della procedura. Un altro suggerimento è quello di escludere la possibilità per una persona diversa dall’attore di finanziare SLAPP.

La revisione della legislazione nazionale aiuterebbe anche a identificare i meccanismi che potrebbero servire a contrastare gli SLAPP. Dovrebbe essere adottato un approccio unificato sia nei casi transfrontalieri che nazionali e dovrebbe essere intrapresa una revisione delle legislazioni nazionali al fine di depenalizzare la diffamazione negli altri Stati membri in cui è ancora perseguita come reato.

Il CESE suggerisce inoltre di ridurre da cinque a due anni il tempo proposto fino alla valutazione della proposta di direttiva SLAPP.

Infine, l’istruzione e la formazione sono fondamentali. I professionisti del diritto e i partecipanti al dibattito pubblico devono essere formati per essere in grado di reagire contro gli SLAPP e sapere meglio come difendere la libertà di espressione.

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La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C245 del 8 giugno pubblica le Conclusioni del Consiglio dell’Unione europeavsulla protezione e la sicurezza dei giornalisti e degli altri professionisti dei media.

Nel documento si incoraggia nel quadro dell’attuale forum europeo dei mezzi di informazione, l’organizzazione periodica di discussioni e scambi di migliori pratiche in materia di protezione e sicurezza dei giornalisti e degli altri professionisti dei media, facilitando il dialogo sugli sviluppi pertinenti con i portatori di interessi.

Il Consiglio invita a continuare a valutare i progetti pilota e le azioni preparatorie esistenti a sostegno della libertà e del pluralismo dei media, al fine di ampliarli e renderli a più lungo termine.

Per il Consiglio occorre rafforzare i finanziamenti a favore del giornalismo indipendente e d’inchiesta, che apporta un contributo fondamentale alla vita pubblica e democratica, anche sulla base dell’iniziativa NEWS e ispirandosi, ad esempio, all’esperienza di InvestEU.

Il Consiglio invita a tenere conto della sicurezza online e della libertà di parola dei giornalisti e degli altri professionisti dei media in tutte le iniziative pertinenti derivanti dalla strategia digitale dell’UE.

Per il Consiglio, tra l’altro, è necessario promuovere la sicurezza online e l’empowerment digitale dei giornalisti e degli altri professionisti dei media, in particolare per quanto riguarda le giornaliste, i giornalisti appartenenti a minoranze o a gruppi socialmente emarginati, ad esempio promuovendo la creazione di gruppi di esperti dedicati che raccolgano informazioni e condividano buone pratiche su come affrontare attacchi e minacce online, che potrebbero riunire rappresentanti dei media e autorità di regolamentazione a livello dell’UE o degli Stati membri, funzionari delle autorità di contrasto e funzionari responsabili della cibersicurezza.

IL DOCUMENTO COMPLETO IN ITALIANO (PDF)
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