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Il 26 settembre 2023 si svolgerà il webinar “Affrontare gli ostacoli alle frontiere e unire le forze!” organizzato da Interact in collaborazione con l’Associazione delle regioni frontaliere europee (AEBR).

Lo rende noto il. sito della DG Sviluppo urbano e regionale della Commissione europea.
“Affrontare gli ostacoli giuridici e amministrativi che incontrano le regioni frontaliere è fondamentale per superare le forti asimmetrie tra regioni e migliorare la vita delle persone che attraversano i confini”, scrive la DG.

Ecco perché INTERACT e l’Associazione delle regioni frontaliere europee (AEBR) organizzano il webinar “Affrontare gli ostacoli alle frontiere” dedicato ai programmi Interreg e a tutti gli attori nelle regioni frontaliere.

Il webinar aumenterà la consapevolezza sugli ostacoli alle frontiere e sui modi per risolverli ed esplorerà l’iniziativa “ b-solutions 2.0. Solving Cross-Border Obstacles ”, un progetto della DG REGIO per rafforzare la cooperazione transfrontaliera.

I partecipanti avranno l’opportunità di porre direttamente eventuali domande alle persone coinvolte in b-solutions : Monica Lazzaroni, Responsabile Unità Europa della Provincia di Lucca, porterà la sua testimonianza di Interreg Marittimo-Maritime, e Marina Kuhn, Responsabile dell’Euregio via salina, parleranno della loro esperienza nell’affrontare gli ostacoli individuati nell’ambito di Interreg Austria-Baviera.

i si può iscrivere online martedì 26 settembre 2023 dalle 09.30 alle 12.20.

Il progetto di ordine del giorno e la registrazione sono accessibili qui: https://www.interact-eu.net/events/tackling-border-obstacles
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La Commissione europea ha presentato il 16 maggio la seconda relazione sullo stato di Schengen. lo rende noto un comunicato stampa della Commissione. La presente relazione fa parte dell’iniziativa della Commissione volta a rafforzare ulteriormente la governance di Schengen attraverso un esercizio di rendicontazione annuale che presenta lo stato di Schengen, individuando le sfide e le migliori pratiche, nonché i settori prioritari di azione. La relazione sullo stato di Schengen fungerà da base per le discussioni politiche e guiderà in occasione del Consiglio Schengen dell’8 giugno 2023.

Rapporto sullo stato di Schengen 2023

Allegato sulle valutazioni Schengen

Compendio delle migliori pratiche individuate nell’ambito del meccanismo di valutazione e monitoraggio di Schengen

Schengen, frontiere e visti
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La Commissione europea informa in un comunicato stampa di aver adottato il 14 marzo una comunicazione che presenta il quadro strategico per la gestione europea integrata delle frontiere (EIBM) per 5 anni e una raccomandazione agli Stati membri sul riconoscimento reciproco delle decisioni di rimpatrio e sull’accelerazione dei rimpatri.

Nella riunione straordinaria del 9 febbraio 2023, il Consiglio europeo ha ribadito l’importanza di garantire un controllo efficace delle frontiere terrestri e marittime esterne dell’UE nell’ambito di un approccio globale alla migrazione. In vista della prossima riunione del Consiglio europeo che farà il punto della situazione, la Commissione europea realizza attraverso queste iniziative alcune delle azioni chiave indicate nella lettera della presidente von der Leyen e nelle conclusioni del Consiglio europeo del 9 febbraio.

Con questa comunicazione la Commissione definisce il primo ciclo politico strategico pluriennale sulla gestione europea integrata delle frontiere per i prossimi 5 anni. Questo, scrive la Commissione, è il risultato di un ampio processo di consultazione tra le istituzioni, che ha portato a una visione condivisa sulla gestione delle frontiere esterne. Fornisce un quadro coordinato per le autorità nazionali che gestiscono le frontiere, nonché per oltre 120.000 funzionari delle autorità di frontiera nazionali e di Frontex, che guidano il loro lavoro quotidiano.

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La zona Schengen, cioè quella in cui si può viaggiare senza passaporto, comprende oggi 26 stati. Ecco quali sono, secondo il Parlamento europeo, le prospettive per il futuro.

La libertà di circolazione, cioè vivere, studiare, lavorare e andare in pensione ovunque nell’UE è uno dei vantaggi più evidenti dell’Unione europea. Stabilendo l’area Schengen, nel 1995, i paesi che partecipano hanno abolito anche i controlli nelle frontiere interne dell’Unione.

Quasi tutti i paesi membri dell’UE sono anche membri della zona Schengen. L’Irlanda ha optato per restarne fuori e ha la propria area di libera circolazione con il Regno Unito. Bulgaria, Croazia, Cipro e Romania devono entrare a far parte di Schengen in quanto membri dell’UE.

La zona Schengen comprende anche quattro stati non membri dell’Unione: Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein.

L’allargamento della zona Schengen
Romania e Bulgaria hanno i requisiti per la piena adesione, ma l’area Schengen non è stata ancora estesa a questi due paesi. Per poterlo fare, i governi nazionali dell’UE devono decidere all’unanimità di consentire a nuovi Stati di entrare a far parte della zona senza frontiere. In una votazione tenutasi il 18 ottobre 2022, il PE ha reiterato il loro appello per l’ammissione di entrambi i paesi nell’area Schengen, sottolineando la centralità della libera circolazione nel progetto UE.

Entro la fine del 2022, il Parlamento dovrebbe approvare l’adesione della Croazia a Schengen mentre Cipro per il momento gode di una deroga che permette di non entrare a far parte della zona senza frontiere.

Come funziona la zona Schengen?
I paesi devono prendersi la responsabilità di controllare le frontiere esterne dell’UE Devono applicare le regole comuni di Schengen, come il controllo dello spazio aereo, terrestre e marittimo e rilasciare visti secondo un sistema uniforme.

Per garantire un elevato livello di sicurezza all’interno dell’area Schengen, le forze di polizia e di frontiera degli Stati membri facenti parte dell’area devono cooperare devono connettersi e utilizzare il Sistema d’informazione Schengen (SIS).

Ogni anno all’interno dell’area Schengen vengono effettuati più di 1,25 miliardi di viaggi. All’interno dell’area Schengen I controlli alle frontiere interne sono stati aboliti, ma gli Stati hanno mantenuto il diritto di ripristinarli temporaneamente in caso di gravi minacce all’ordine pubblico o alla sicurezza interna.

Dal 2015, a seguito della crisi migratoria e dell’intensificarsi di minacce terroristiche, alcuni Stati hanno deciso di reintrodurre tali controlli in alcuni casi estendendoli.

La pandemia del coronavirus ha spinto molti Stati membri dell’UE , nel tentativo di contenere la propagazione del virus.

Nel dicembre 2021, la Commissione europea ha proposto una revisione delle regole sull’area Schengen, miranti a garantire l’impiego dei controlli alle frontiere come ultima risorsa e a promuovere misure alternative come controlli mirati e maggiore cooperazione della polizia.

Il Parlamento europeo sta esaminando tale proposta per facilitare la libera circolazione delle persone in tutta l’UE. Il PE si è ripetutamente opposto alla reintroduzione dei controlli, che ostacolano la libera circolazione delle persone nell’UE.

Questioni da risolvere nell’area Schengen e le misure prese per rafforzarla

Questo articolo è stato pubblicato sul sito del Parlamento europeo inizialmente nel febbraio 2018 e aggiornato nell’ottobre 2022.
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