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La relazione di valutazione della Commissione europea e i risultati di un’indagine Eurobarometro sull’impatto delle norme che garantiscono comunicazioni intra-UE a prezzi accessibili mostrano che le misure dell’UE si sono dimostrate efficaci: dal 2019 gli europei beneficiano di prezzi al dettaglio più bassi per le chiamate provenienti da uno Stato membro e dirette in altri paesi dell’UE.

Lo rende noto il sito della Rappresentanza italiana della Commissione europea.

Queste misure, in vigore dal maggio 2019, consentono ai cittadini dell’UE di rimanere più facilmente in contatto con i loro familiari e amici in un altro Stato membro, contribuendo in tal modo alla realizzazione di un mercato unico europeo efficace. Secondo l’indagine, i consumatori beneficiano in media di una riduzione dei prezzi superiore al 60%. Il 27% dei consumatori comunica inoltre con persone di altri paesi dell’UE più volte al mese mediante telefono, SMS o Internet.

La Commissione ha valutato l’impatto delle misure sulle chiamate intra-UE sulla base degli scambi con le parti interessate e del monitoraggio continuo dell’attuazione delle norme, nonché tenendo conto del parere del BEREC sulla regolamentazione delle comunicazioni intra-UE. La Commissione continuerà a raccogliere informazioni per analizzare l’uso e l’evoluzione delle misure.

L’analisi dei risultati della consultazione esplorativa sul tema “Il futuro del settore delle comunicazioni elettroniche e delle sue infrastrutture”, aperta fino al 19 maggio 2023, sarà seguita da un’ulteriore valutazione. La valutazione globale consentirà di decidere in merito alle prossime tappe.

Maggiori informazioni sono disponibili nella relazione Eurobarometro e la valutazione della Commissione è disponibile qui.
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Gli europei apprezzano che l’UE fornisca agli Stati membri competenze e aiuto nella progettazione e realizzazione di riforme in una vasta gamma di settori d’intervento. È questa una delle principali conclusioni di un’indagine Eurobarometro Flash condotta nell’aprile 2023, che conferma quanto sia importante e necessario il supporto offerto dallo strumento di sostegno tecnico (SST) della Commissione.

Lo rende noto il sito della Rappresentanza italiana della Commissione europea.

L’SST permette alla Commissione di offrire, alle autorità nazionali che lo richiedano, sostegno tecnico a favore delle riforme nell’Unione. L’SST può inoltre aiutare gli Stati membri a progettare, modificare, realizzare e rivedere le riforme trasformative incluse nei rispettivi piani per la ripresa e la resilienza.

Nel quadro dell’indagine è stato chiesto agli europei di indicare in quali settori gli Stati membri possono beneficiare maggiormente del sostegno dell’UE nella progettazione e realizzazione delle riforme. Ecco che cosa hanno risposto:

il 42 % degli europei ritiene che l’UE potrebbe promuovere lo scambio di buone pratiche tra gli Stati membri;

il 42 % conferma l’importanza del sostegno dell’UE agli Stati membri nella gestione delle crisi, come pandemie, catastrofi naturali o conflitti;

il 34 % ritiene che l’UE potrebbe mettere a disposizione degli Stati membri conoscenze e competenze nella progettazione e realizzazione delle riforme;

per il 34 % degli europei l’UE potrebbe sostenere finanziariamente le riforme degli Stati membri;

il 31 % ritiene che l’UE potrebbe contribuire a migliorare le capacità e le competenze della pubblica amministrazione degli Stati membri.

L’indagine rivela che le pubbliche amministrazioni degli Stati membri potrebbero essere più efficaci ed efficienti. Ad esempio oltre il 45 % dei cittadini ritiene che la pubblica amministrazione del proprio paese sia complessa, onerosa e lenta.

Gli europei ritengono che, per godere di maggiore fiducia, le pubbliche amministrazioni dei loro paesi dovrebbero essere meno burocratiche (52 %) e più trasparenti (44 %) in relazione alle decisioni e all’uso dei fondi pubblici. Circa un terzo degli intervistati ritiene che per rafforzare la fiducia nella pubblica amministrazione servirebbero dipendenti pubblici più qualificati, più comunicazione e interazioni semplificate.

Quasi la metà degli europei ritiene che la pubblica amministrazione dovrebbe essere più vicina alle persone grazie all’uso di diversi canali di comunicazione diretti, tra cui le interazioni in presenza, e dovrebbe fornire informazioni più chiare sulle procedure e sui servizi. Gli europei hanno inoltre chiesto più servizi digitali (31 %) e servizi di e-government più semplici da utilizzare (35 %).

Gli europei ritengono che le riforme siano maggiormente necessarie nei settori della sanità pubblica (56 %) e dell’istruzione (50 %). In 11 Stati membri oltre il 60 % dei cittadini sollecita riforme della sanità pubblica.

I risultati di questa indagine Eurobarometro confermano l’importanza dell’SST, uno strumento che risponde alle richieste di sostegno degli Stati membri relative alle esigenze di riforma da questi individuate. Tramite l’SST l’Unione mette a disposizione competenze e sostegno tecnico, rende possibile e promuove lo scambio di informazioni tra i paesi e sviluppa le capacità delle pubbliche amministrazioni: per i cittadini europei tutte queste azioni dovrebbero rientrare nel ruolo dell’UE.

Finora oltre 400 progetti sostenuti dall’SST, tra cui diversi nuovi progetti per il 2023, hanno contribuito o contribuiranno alla preparazione o all’attuazione dei piani per la ripresa e la resilienza degli Stati membri, comprese le riforme volte a promuovere lo sviluppo delle capacità delle pubbliche amministrazioni.

I risultati di questa indagine confluiranno nell’attuazione dei progetti di riforma nel quadro dell’SST. Ad esempio, già nel 2023 l’iniziativa faro per lo scambio di cooperazione tra pubbliche amministrazioni (PACE)IT aiuterà più di 300 dipendenti pubblici di 18 Stati membri a familiarizzarsi con le buone pratiche in atto presso altre amministrazioni e ad acquisire e trasferire competenze. Nel 2024 saranno offerte ulteriori opportunità di scambio.

L’indagine Eurobarometro Flash (526) è stata realizzata tra il 3 e il 18 aprile 2023 tramite interviste telefoniche. Sono stati intervistati 25 631 partecipanti dei 27 Stati membri dell’UE. Per rispondere alle domande, i partecipanti sono stati invitati a scegliere fino a tre risposte da un elenco.

Il 21 marzo 2023 la Commissione ha approvato una nuova serie di 151 progetti nell’ambito dell’SST per sostenere tutti gli Stati membri nella preparazione, elaborazione e attuazione di ben 326 riforme all’avanguardia nel 2023.

I progetti sostenuti rispondono a esigenze di riforma espresse dagli Stati membri in linea con le priorità dell’UE in materia di pubbliche amministrazioni moderne ed efficienti, strategie di crescita sostenibile ed economie resilienti. Molti progetti di riforma sono inoltre collegati al piano REPowerEU e alla relativa attuazione attraverso il capitolo REPowerEU del PRR.

Rientra nel quadro finanziario pluriennale2021-2027 e si basa sul successo del programma di sostegno alle riforme strutturali (SRSP), che lo ha preceduto. Con il sostegno dell’SST e dell’SRSP, dal 2017 sono stati attuati oltre 1 500 progetti di sostegno tecnico in tutti gli Stati membri
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Relazione Eurobarometro

Sito web UE dedicato al sostegno alle riforme

Schede informative UE per paese sui progetti di riforma degli Stati membri

SST: programma di lavoro annuale per il 2023

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Un comunicato stampa della Commissione europea informa di un nuovo sondaggio Eurobarometro pubblicato nei giorni scorsi che mostra che i tirocini sono un importante trampolino di lancio per i giovani nel mercato del lavoro.

Quattro giovani su cinque (78%) intervistati hanno svolto almeno un tirocinio e per uno su cinque (19%) la prima esperienza lavorativa è stata un tirocinio. Sette persone su dieci (68%) hanno trovato lavoro dopo un tirocinio, con più della metà (39%) che ha firmato un contratto con lo stesso datore di lavoro, secondo i dati.

Una netta maggioranza dei giovani europei (76%) che hanno partecipato al sondaggio concorda nel complesso di aver appreso cose utili professionalmente durante il loro tirocinio. Il 58% degli intervistati ha anche affermato che il proprio fornitore di tirocinio, o un’altra organizzazione coinvolta, li ha supportati durante la ricerca di un lavoro.

L’apprendimento e il sostegno si riflettono nel fatto che la stragrande maggioranza dei giovani europei era occupata (68%) o ha proseguito gli studi (18%) sei mesi dopo l’ultimo tirocinio, mentre solo il 6% era disoccupato.

Guardando più in dettaglio:

Il 39% degli intervistati ha continuato a lavorare per lo stesso datore di lavoro, con contratto a tempo determinato o a tempo indeterminato;

il 26% ha trovato lavoro presso altro datore di lavoro (contratto fisso o indeterminato);

E Il 4% è diventato un lavoratore autonomo.

La maggior parte dei tirocini dura meno di sei mesi

Il numero di giovani che si impegnano in tirocini di lunga durata è diminuito dall’ultima indagine Eurobarometro del 2013. Questa volta, circa l’11% degli intervistati ha dichiarato che il loro ultimo tirocinio è durato più di 6 mesi, 4 punti percentuali in meno rispetto al 2013 (15% ). Il 52% dei giovani che hanno partecipato all’indagine ha svolto più di uno stage e il 37% di questi ha dichiarato di aver svolto ripetuti tirocini presso lo stesso datore di lavoro.

L’indagine mostra inoltre che più della metà (55%) dei giovani europei che svolgono tirocini ha ricevuto un compenso finanziario, il che mostra un aumento rispetto al 40% dell’indagine del 2013. Nel 70% di questi casi, il datore di lavoro ha pagato lo stipendio o un’altra compensazione finanziaria. Il 61% degli intervistati ha dichiarato di aver avuto pieno (33%) o parziale (28%) accesso alla protezione sociale durante il tirocinio.

Indagine Eurobarometro: “Inserimento dei giovani nel mercato del lavoro con particolare attenzione ai tirocini”

Pagina della Commissione sui tirocini

Anno europeo delle competenze
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Il sito della Rappresentanza italiana della Commissione europea informa che il 27 marzo è stato pubblicato il Rapporto Italia dell’Eurobarometro per il 2023.

I dati contenuti nel rapporto si riferisco ai risultati registrati dall’Eurobarometro standard 98. Le interviste hanno avuto luogo tra il 12 e il 26 gennaio 2023 su un campione di 1.026 cittadini italiani. L’Eurobarometro, di cui presentiamo il rapporto nazionale, è un sondaggio sulle opinioni dei cittadini dell’Unione europea. Per l’Eurobarometro 98 i sondaggi sono stati condotti su scala europea tra il 12 gennaio e il 6 febbraio 2023 da Kantar su richiesta della Commissione europea.

In totale sono state effettuate 37.803 interviste con cittadini di tutti i 27 Stati membri, e di altri dodici paesi e territori europei, tra cui Gran Bretagna, Svizzera, Norvegia, Serbia e Turchia.

Il campione è costituito da cittadini residenti in ciascun paese e di età superiore ai 15 anni. Il campione Ue comprende 26.468 intervistati. I dati concernenti il campione italiano sono stati raccolti da Testpoint Italia nel periodo tra il 12 e il 26 gennaio 2023 su un campione di 1.026 cittadini italiani e Ue. I risultati del sondaggio sono in alcuni casi confrontati con la rilevazione immediatamente precedente, condotta nell’estate del 2022.

Le sezioni riguardano: la guerra in Ucraina, Economia, italiani ed unione europea. SCARICA IL RAPPORTO COMPLETO IN ITALIANO (PDF)
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L’ultimo sondaggio Standard Eurobarometro pubblicato di recente, quasi un anno dopo l’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia, mostra la continua forte solidarietà degli europei nei confronti dell’Ucraina e il loro sostegno alle azioni intraprese a sostegno del paese e della sua popolazione.Lo rende noto un comunicato stampa della Commissione europea.

I cittadini dell’UE sostengono inoltre in modo schiacciante l’accelerazione della transizione energetica, in particolare gli investimenti nelle energie rinnovabili e le azioni per ridurre la dipendenza dell’UE dalle fonti energetiche russe.

Mentre l’inflazione è ancora una delle maggiori preoccupazioni per gli europei, il sostegno all’euro rimane molto alto.

I cittadini dell’UE continuano a mostrare la loro incrollabile solidarietà all’Ucraina. Il 91% degli intervistati è d’accordo con la fornitura di sostegno umanitario e l’88% è favorevole all’accoglienza nell’UE delle persone in fuga dalla guerra. Fornire sostegno finanziario all’Ucraina è approvato dal 77%, mentre l’imposizione di sanzioni economiche al governo russo, aziende e individui ottiene il sostegno del 74% degli intervistati. Gli europei continuano inoltre a essere ampiamente favorevoli al divieto di trasmissione ai media statali russi (67%) e al finanziamento dell’UE per l’acquisto e la fornitura di attrezzature militari all’Ucraina (65%).

Nel complesso, la maggioranza dei cittadini europei (56%) resta soddisfatta della risposta dell’Unione europea all’invasione russa dell’Ucraina.

Il 77% degli intervistati dell’UE è a favore di una politica di difesa e sicurezza comune tra gli Stati membri dell’UE, la stessa percentuale della scorsa estate, mentre il 16% è contrario. Inoltre, l’80% ritiene che l’acquisto di attrezzature militari da parte degli Stati membri dovrebbe essere coordinato meglio e il 69% ritiene che l’UE debba rafforzare la propria capacità di produrre attrezzature militari.

La grande maggioranza dei cittadini dell’UE (84%) concorda sul fatto che l’UE dovrebbe ridurre quanto prima la sua dipendenza dalle fonti energetiche russe. Inoltre concordano in modo schiacciante sul fatto che l’UE dovrebbe sostenere la transizione verde investendo massicciamente nelle energie rinnovabili (86%). L’85% degli europei è convinto che l’aumento dell’efficienza energetica degli edifici, dei trasporti e delle merci ci renderà meno dipendenti dai produttori di energia al di fuori dell’UE. L’82% concorda sul fatto che gli Stati membri dell’UE dovrebbero acquistare congiuntamente energia da altri paesi per ottenere un prezzo migliore. Inoltre, l’81% afferma di aver intrapreso azioni per ridurre il proprio consumo di energia.

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Un nuovo recente sondaggio Eurobarometro mostra che la grande maggioranza dei cittadini dell’UE è positiva riguardo alle recenti azioni dell’UE per affrontare la crisi energetica. In particolare, più di 8 cittadini dell’UE su dieci (82%) concordano sul fatto che l’UE dovrebbe continuare a intraprendere azioni per ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili russi.

La stragrande maggioranza degli intervistati (83%) pensa che la guerra della Russia contro l’Ucraina renda più urgente investire nelle energie rinnovabili. L’87% di loro ritiene che sia fondamentale proteggere le infrastrutture critiche come gasdotti e cavi internet, mentre l’83% concorda anche sul fatto che il prezzo dell’elettricità non dovrebbe dipendere dal prezzo del gas.

Gli intervistati affermano in massa (85%) che l’aumento dei prezzi dell’energia ha avuto un impatto sul loro potere d’acquisto. Il 56% concorda sul fatto che i recenti aumenti dei prezzi siano principalmente dovuti al comportamento aggressivo della Russia e il 38% non è d’accordo.

Il 49% degli intervistati ritiene che le misure adottate dall’UE per migliorare la situazione economica avranno un impatto positivo, il 18% che avranno un impatto negativo e il 22% che non avranno alcun impatto.

Gli stessi intervistati si sono già attivati ​​o sarebbero pronti a farlo per ridurre i consumi energetici e le bollette energetiche, in particolare spegnendo le luci quando escono per un po’ di tempo da una stanza (77%,), scollegando gli apparecchi elettronici quando non in uso (62%) e riducendo la temperatura ambiente (58%).

Le misure adottate dall’UE in risposta alla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina continuano a ottenere un forte sostegno tra i cittadini. I cittadini europei approvano in massa la fornitura di sostegno umanitario (88%), seguiti dall’accoglienza delle persone in fuga dalla guerra (82%). Sette intervistati su dieci approvano le sanzioni economiche contro il governo russo, le aziende e gli individui (71%) così come il sostegno finanziario all’Ucraina (70%). La maggioranza dei cittadini approva anche il divieto dei media russi di proprietà statale (63%) e il finanziamento dell’acquisto e della fornitura di attrezzature militari all’Ucraina (59%).
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Democrazia, diritti umani e libertà di parola sono essenziali per i cittadini dell’UE, e proprio da loro arriva la richiesta al Parlamento europeo di difendere questi valori fondanti della nostra Unione. Questi sono alcuni dei principali dati emersi dall’indagine Eurobarometro dell’autunno 2022 commissionata dal Parlamento europeo, di cui sono stati pubblicati il 14 dicembre alcuni risultati. L’indagine completa sarà pubblicata a gennaio.

Secondo l’indagine condotta tra il 12 ottobre e il 7 novembre 2022, il tasso di approvazione per il sostegno dimostrato dall’Unione europea all’Ucraina in seguito all’invasione russa è al 74% a livello europeo. In tutti gli Stati membri, la maggior parte dei cittadini approva il sostegno dell’UE: le percentuali più alte sono state registrate in Svezia (97%), Finlandia (95%), Paesi Bassi (93%), Portogallo (92%) e Danimarca (92%). In Italia, si sono detti favorevoli il 63%.

Dieci mesi dopo l’inizio della guerra in Ucraina, il consenso per le misure concrete adottate dall’Unione, quali le sanzioni contro il governo russo o il sostegno economico, militare e umanitario all’Ucraina, continua a essere anch’esso alto, al 73% (media UE), e al 62% in Italia.

L’ultima indagine Eurobarometro conferma il deciso sostegno dei cittadini europei all’Ucraina e ai valori su cui si fonda l’Unione. Alla domanda su quali valori il Parlamento europeo dovrebbe difendere in via prioritaria, al primo posto si attesta la democrazia (36% il dato a livello l’UE, 39% per l’Italia), seguita dalla protezione dei diritti umani nell’UE e nel mondo (29%) e dalla libertà di parola e di pensiero (28%). I cittadini vogliono che i valori fondanti dell’UE siano protetti e difesi all’interno e all’esterno dell’Unione. Questi sono gli stessi valori che il popolo ucraino difende quotidianamente da quando le truppe russe hanno lanciato un’invasione non provocata e ingiustificata dell’Ucraina.

sono circa due terzi i cittadini dell’UE che ritengono che la loro vita cambierà (65%), in aumento di quattro punti percentuali rispetto all’indagine di aprile/maggio 2022.

Allo stesso tempo, i cittadini UE riconoscono il valore reale dell’appartenenza all’Unione europea: il 72% ritiene infatti che il proprio paese abbia beneficiato della condizione di Stato membro dell’UE (stessa opinione per il 61% per gli intervistati italiani). Rispondendo alla domanda sul perché il loro paese abbia tratto vantaggio dall’appartenenza all’UE, gli intervistati hanno spesso fatto riferimento al contributo dell’Unione al mantenimento della pace e al rafforzamento della sicurezza (36%, +6 punti percentuali rispetto all’indagine di novembre/dicembre 2021). Gli incrementi maggiori sono stati registrati in Lettonia (+16 punti percentuali), Lituania (+15 punti percentuali). Estonia (+12 punti percentuali), Paesi Bassi (+13 punti percentuali), Malta (+11 punti percentuali) e Polonia (+11 punti percentuali). Questi risultati sono indicativi degli effetti della guerra russa in Ucraina. Tra le altre motivazioni, spiccano i vantaggi della cooperazione tra paesi dell’UE (35%, +3 punti percentuali) e il contributo dell’Unione alla crescita economica del proprio paese (stabile al 30%).

Sondaggio PE autunno 2022: primi risultati – Il sostegno dei cittadini dell’UE all’Ucrainaù
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Secondo l’ultima indagine Eurobarometro della Commissione europea il sostegno pubblico all’euro rimane molto forte. L’indagine rileva che il 77% degli intervistati ritiene che avere l’euro sia positivo per l’UE e il 69% ritiene che lo sia per il proprio paese. Lo rende noto il sito della Rappresentanza italiana della Commissione europea.

I risultati mostrano inoltre un elevato sostegno al ddispositivo per la ripresa e la resilienza, lo strumento al centro di NextGenerationEU. Il 75% degli intervistati è favorevole all’idea di un piano di ripresa che assista tutti gli Stati membri, a condizione di realizzare investimenti e riforme verdi, digitali e sociali.

I risultati mostrano anche un forte sostegno a SURE, lo strumento da 100 miliardi che mira a proteggere i posti di lavoro e i redditi colpiti dalla pandemia di COVID-19. La stragrande maggioranza degli intervistati (80%) ritiene che in tale contesto sia stato opportuno concedere prestiti dell’UE agli Stati membri che volessero preservare i rispettivi livelli di occupazione.

L’indagine ha inoltre analizzato il punto di vista dei cittadini su alcune questioni relative alle monete e alle banconote in euro, rilevando che il 64% degli intervistati è favorevole all’abolizione delle monete in euro da 1 e 2 centesimi; il livello di consenso è elevato e stabile, con maggioranze assolute in tutti i paesi della zona euro.

Tra il 3 e l’11 ottobre 2022 l’indagine Eurobarometro ha coinvolto circa 17 800 intervistati provenienti dai 19 Stati membri della zona euro al fine di misurare la percezione pubblica del sostegno finanziario fornito dall’UE agli Stati membri per superare la crisi COVID-19. I risultati completi sono disponibili qui.
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