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Le elezioni del Parlamento europeo del 2024 si terranno dal 6 al 9 giugno 2024. Eurostat, l’ufficio statistiche dell’UE, informa di aver chiesto agli Istituti nazionali di statistica degli Stati membri dell’UE una raccolta dati dedicata sul numero di persone aventi diritto al voto.

Le stime nazionali mostrano che, nelle date delle elezioni, il maggior numero di elettori aventi diritto è previsto in Germania (64,9 milioni di persone), Francia (49,7 milioni) e Italia (47 milioni). I numeri più bassi sono attesi a Malta (0,4 milioni), Lussemburgo (0,5 milioni) e Cipro (0,7 milioni).

Per quanto riguarda gli elettori per la prima volta (persone che hanno raggiunto l’età per votare dalle ultime elezioni europee del 2019), i numeri più alti sono attesi in Germania (5,1 milioni di persone), Francia (4 milioni) e Italia (2,8 milioni). I numeri più bassi sono previsti a Malta (20.000 persone), Cipro (37.000) ed Estonia (70.000). Le quote più alte di elettori per la prima volta sono previste in Belgio, Francia e Germania con rispettivamente il 9,7%, 8,0% e 7,9% di tutti gli aventi diritto.

Eurostat, Elezioni europee 2024

Eurostat e metadati nazionali sulla raccolta dati dedicataù
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In vista delle elezioni europee e alla vigilia di una riunione del Consiglio europeo, oltre 3.500 leader locali e regionali di tutta Europa si sono riuniti a Mons per definire l’agenda per il futuro dell’Europa, ribadendo il loro potere di realizzare e affrontare le sfide a livello locale.

Nel corso del 10° Vertice europeo delle regioni e delle città svoltosi a Mons, che ha segnato anche il 30 ° anniversario del Comitato europeo delle regioni (CdR), i leader locali e regionali hanno presentato una dichiarazione al primo ministro belga Alexander De Croo, in rappresentanza dell’attuale presidenza del Consiglio dell’Unione Europea. La “Dichiarazione di Mons” delinea le priorità per un futuro dell’Europa più forte, più giusto e più resiliente.

Richieste chiave della Dichiarazione di Mons:

Incentivare gli investimenti pubblici: sono necessarie maggiori risorse di bilancio per affrontare le sfide attuali e future. Gli investimenti dovrebbero essere guidati dal principio “non danneggiare la coesione” e riconoscere che la politica di coesione deve continuare a essere lo strumento più importante e visibile dell’UE per ridurre le disparità, rafforzare la competitività dell’UE e catalizzare la trasformazione innovativa a lungo termine.

Soluzioni locali per gli obiettivi climatici: le autorità locali e regionali dovrebbero avere accesso diretto ai finanziamenti dell’UE per sviluppare soluzioni innovative che aiutino a raggiungere gli obiettivi del Green Deal, raggiungere la neutralità climatica e promuovere lo sviluppo sostenibile e la prosperità economica.

Affrontare le esigenze regionali: tutte le politiche dell’UE dovrebbero promuovere le pari opportunità, combattere la povertà, garantire posti di lavoro e garantire l’uguaglianza di genere in tutte le regioni, riconoscendo le loro diverse caratteristiche, comprese quelle rurali, urbane e ultraperiferiche.

Allargamento e riforme dell’UE: i leader regionali e locali dovrebbero essere coinvolti nella preparazione delle riforme dell’UE e del processo di allargamento. I preparativi per l’allargamento con tutti i paesi candidati dovrebbero basarsi sul principio del partenariato e promuovere la governance multilivello e il decentramento.

Sussidiarietà attiva: il Comitato europeo delle regioni dovrebbe avere un ruolo più forte nella struttura istituzionale dell’UE e nel processo legislativo. Nelle future riforme dell’UE, il livello locale e regionale della democrazia europea dovrebbe essere rafforzato attraverso riforme attive di sussidiarietà.

Prima dell’adozione della Dichiarazione di Mons, i leader dei gruppi politici del Parlamento europeo e molti dei loro principali candidati si sono rivolti ai politici locali e regionali in una sessione dedicata alle elezioni europee. Promuovere l’impegno democratico e contribuire a un dibattito pubblico aperto sulle sfide e sulle opportunità dell’UE sono gli obiettivi principali del CdR per mobilitare i cittadini europei al voto.

La dichiarazione del vertice dei leader locali e regionali servirà da posizione delle regioni e delle città ai leader delle istituzioni dell’UE e ai capi di Stato e di governo che si riuniranno a Bruxelles il 21 e 22 marzo in vista delle elezioni europee.

Dichiarazione di Mons

Sito del vertice

Memorandum d’intesa tra il CdR e il Parlamento europeo sulle elezioni europee
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Nella plenaria di marzo del Comitato economico e sociale europeo, che si terrà a Bruxelles il 20 e 21 marzo 2024, le elezioni europee del 2024 saranno in prima linea nelle discussioni.

Con dibattiti chiave su argomenti come il futuro del mercato unico, approfondimenti sulle elezioni europee del 2024 attraverso la lente della società civile, discussioni sulla situazione umanitaria a Gaza e elaborazione di una forte agenda strategica sociale per l’Europa.

Sessione plenaria in streaming web
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Gli Stati membri dell’Unione europea, con il sostegno della Commissione e dell’ENISA, Agenzia dell’UE per la cibersicurezza, hanno pubblicato un nuovo compendio su come proteggere l’integrità delle elezioni dal punto di vista della cibersicurezza. Dalle ultime elezioni europee del 2019, scrive la Commissione nel comunicato, il panorama delle minacce è peggiorato, in particolare con l’aumento degli hacktivisti e dell’abilità degli autori di minacce.

Allo stesso tempo, i processi elettorali sono progrediti tecnologicamente. Il manuale si concentra pertanto su un aggiornamento del panorama delle minacce elettorali, studi di casi nuovi e rivisti, migliori pratiche in materia di cibersicurezza e un esame delle potenziali minacce derivanti dalle tecnologie emergenti che potrebbero incidere sulla tenuta delle elezioni, in particolare la manipolazione delle informazioni e le ingerenze da parte di attori stranieri (in inglese FIMI), la disinformazione sui social media, l’intelligenza artificiale e i “deep fake”.

Nel nuovo compendio sono presenti raccomandazioni agli Stati membri, azioni da intraprendere e consigli utili per far fronte a incidenti informatici che possono verificarsi durante i processi elettorali. Le misure proposte includono le migliori pratiche in materia di condivisione delle informazioni, di sensibilizzazione e di formazione, di gestione dei rischi, di sostegno alla cibersicurezza per campagne, partiti e candidati, e di tecnologia di voto elettronico. Infine, questa edizione tratta anche delle questioni di cibersicurezza soggiacenti a ogni fase del ciclo elettorale. Cliccare qui per saperne di più sul compendio su cibersicurezza ed elezioni e qui per scoprire i lavori del gruppo di cooperazione per le reti e i sistemi informativi (NIS).
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Il Ministero dell’Interno ha pubblicato una circolare con la quale rende noto che i cittadini dell’Unione Europea residenti in Italia che volessero esercitare il diritto di voto per i membri del Parlamento Europeo spettanti all’Italia, devono presentare domanda di iscrizione (modulo “optanti”) entro l’11 marzo 2024. Le elezioni europee in Italia si svolgeranno l’8 e il 9 giugno 2024. Sul sito del Ministero è disponibile il modulo optanti e la circolare.

Fonte: dipartimento per gli Affari europei
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Il CEMR sostiene le priorità locali e regionali nel Manifesto in vista delle elezioni europee del 2024

Il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa (CEMR) sul proprio sito rende noto che si sta preparando per le prossime elezioni del Parlamento Europeo (PE) nel 2024 lanciando il suo appello all’azione, affrontando le sfide senza precedenti che l’Europa e il mondo si trovano ad affrontare.

In un momento in cui i governi nazionali sono alle prese con questioni complesse, come il cambiamento climatico, la revisione del modello competitivo e i cambiamenti geopolitici, il CEMR e le sue associazioni nazionali sottolineano il loro costante impegno verso valori fondamentali come la governance democratica, i diritti umani, la sussidiarietà e la sostenibilità. . Il CEMR sottolinea il ruolo critico dell’autonomia locale e regionale di fronte alle tendenze di ricentralizzazione e ai tentativi di diminuire il potere a livello locale.

Manifesto UE del CEMR. Quattro punti chiave di sostegno:

Sussidiarietà attiva e cooperazione nella governance multilivello:

I governi subnazionali sono responsabili di oltre il 50% degli investimenti pubblici, e il coinvolgimento degli enti locali e regionali nell’attuazione della legislazione UE a livello nazionale è almeno del 70%. Il CEMR sottolinea la necessità di una maggiore partecipazione degli LRG a qualsiasi livello del processo decisionale per garantire l’efficace attuazione della legislazione dell’UE, in particolare per quanto riguarda il pacchetto Green Deal.

Approcci sistemici per società eque, inclusive e sostenibili:

Gli enti locali e regionali sono fattori chiave della transizione digitale e, pertanto, necessitano di investimenti pubblici e privati ​​sufficienti nelle tecnologie, nelle infrastrutture e nelle competenze dei servizi digitali per raggiungere questo obiettivo. Il CEMR esorta il prossimo Parlamento europeo ad essere coraggioso nel promuovere un ambiente favorevole che supporti l’alfabetizzazione digitale delle pubbliche amministrazioni locali.

Approccio territoriale integrato:

Le aree urbane e rurali dovrebbero essere trattate come risorse reciprocamente complementari, creando una relazione di rafforzamento che definisce il concetto di continuum urbano-rurale. Per realizzare questa sinergia, i prossimi colegislatori dell’UE dovrebbero sostenere la nomina di un commissario dedicato per lo sviluppo territoriale all’interno della prossima Commissione europea, che entrerà in carica nell’autunno del 2024.

Modello aperto e responsabile di cooperazione internazionale:

Gli enti locali e regionali hanno attestato il loro impegno nel promuovere valori condivisi e promuovere l’apertura all’interno delle diverse comunità attraverso partenariati europei, accordi di gemellaggio e cooperazione da città a città. Questa dedizione si estende al contesto dell’allargamento dell’UE. Per amplificare l’impatto della diplomazia territoriale dei LRG, è imperativo che i politici dell’UE stabiliscano dialoghi continui e coinvolgano i rappresentanti eletti a livello locale in riunioni di alto livello, compresi quelli convocati dalle Nazioni Unite e dalle istituzioni europee.

Mentre il tempo stringe verso le elezioni del Parlamento europeo, il CEMR incoraggia i partiti politici a incorporare queste priorità nei loro programmi e nelle loro liste di candidati. Il CEMR ritiene che solo attraverso sforzi di collaborazione con i futuri policy maker europei si possano ottenere risultati significativi sul campo.

Maggiori informazioni sul Manifesto UE del CEMR
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La mostra “L’Italia in Europa – L’Europa in Italia” arriva a Taranto dove sarà esposta dal 15 al 29 febbraio presso il chiostro del Dipartimento Jonico dell’Università degli studi di Bari.

Lo rendee noto il sito del Dipartimento per gli Affari Europei.



La tappa tarantina è promossa dal Centro Europe Direct Taranto e dalla Cattedra Jean Monnet “EU Solidarity in (Times of) Crisis?” (EUSTiC) e si inserisce nell’ambito della campagna #UsaIlTuoVoto lanciata dalle istituzioni UE in vista della prossime elezioni europee dell’8-9 giugno.

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Il 72% dei cittadini dell’UE ritiene che il proprio Paese abbia tratto beneficio dall’appartenenza all’UE e il 70% crede che le sue azioni abbiano un impatto sulla propria vita
Più della metà dei cittadini dell’UE (57%) è già interessata alle prossime elezioni europee, che si terranno dal 6 al 9 giugno 2024
Secondo i cittadini, le priorità politiche sono: lotta alla povertà (36%), salute pubblica (34%), cambiamento climatico e sostegno all’economia (entrambi 29%)


Il Parlamento europeo ha pubblicato il 6 dicembre il sondaggio Parlamentare 2023 che mostra il continuo sostegno dei cittadini all’UE e un maggiore interesse per le prossime elezioni europee.

Oltre sette cittadini su dieci ritengono che il loro Paese abbia tratto beneficio dall’appartenenza all’UE. I motivi principali citati dagli intervistati sono il contributo dell’UE al mantenimento della pace e al rafforzamento della sicurezza (34%) e il miglioramento della cooperazione tra i Paesi dell’Unione (34%).

Per i cittadini italiani, invece, il maggiore beneficio deriva dall’avere una voce più forte nella politica estera (31%)
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Allo stesso modo, l’immagine dell’UE è rimasta stabile dal marzo 2023: il 45% dei cittadini dell’UE ha un’immagine positiva del blocco, il 38% ha un’immagine neutra e il 16% ha un’immagine negativa. I cittadini italiani sono fra i più ottimisti circa il futuro dell’Unione europea: il 61% degli intervistati si è definito tale, contro il 60% della media degli altri paesi.

Lontani dall’idea che l’Unione europea sia estranea alla vita quotidiana delle persone, il 70% dei cittadini europei ritiene che le azioni dell’UE abbiano un impatto sulla loro vita di tutti i giorni. Più di un terzo dei cittadini dell’UE considera la lotta alla povertà e all’esclusione sociale (36%) e la salute pubblica (34%) come i principali temi a cui il Parlamento europeo deve dare priorità.

Seguono la lotta contro il cambiamento climatico, il sostegno all’economia e la creazione di nuovi posti di lavoro (entrambi 29%), mentre l’interesse verso i temi della migrazione e dell’asilo (18%), attualmente in nona posizione, è aumentato di sette punti percentuali rispetto all’autunno dello scorso anno. Per i cittadini italiani, invece, il sostegno all’economia e la creazione di nuovi posti di lavoro dovrebbe essere la priorità numero uno per il Parlamento europeo (41% degli intervistati).

Come si evince anche dalle priorità politiche, il disagio socio-economico colpisce ancora molti europei, anche se gli indicatori sono leggermente migliorati nel corso degli ultimi sei mesi. Il 73% degli intervistati (6 punti percentuali in meno rispetto alla primavera del 2023) pensa che il proprio tenore di vita diminuirà nel prossimo anno. Oltre un terzo degli europei (37%) ha difficoltà a pagare le bollette a volte o per la maggior parte del tempo.

Con le elezioni europee del 2024 all’orizzonte, la maggior parte degli europei (53%) desidera che il Parlamento europeo svolga un ruolo più rilevante – un’opinione prevalente in 21 Stati membri.

Gli italiani, poi, sono fra i cittadini europei che danno un giudizio maggiormente positivo circa l’immagine del Parlamento europeo: con il 39% che dice di averne un’immagine positiva, contro il 36% della media UE. Un risultato da leggere in parallelo a quello della presenza sui mezzi di informazione italiani del Parlamento: il 65% degli intervistati ha infatti dichiarato di aver letto o sentito parlare del PE su giornali, internet, TV o radio di recente. Questo a fronte di una media europea del 64%.

La maggioranza dei cittadini europei (57%) è interessata alle prossime elezioni del PE, un risultato stabile rispetto alla primavera del 2023 (+1 punto percentuale), ma superiore di 6 punti rispetto all’autunno 2018 prima delle ultime elezioni europee del 2019. Il 68% dichiara che sarebbe propenso a votare se le elezioni europee si tenessero tra una settimana – nove punti in più rispetto all’autunno 2018. Un incremento nella propensione al voto che è registrato anche a livello nazionale, con il 62% di intervistati in Italia che si dichiara propenso a recarsi alle urne, a fronte del 58% dello stesso periodo nella passata legislatura.

I risultati completi del sondaggio sono disponibili qui.

I risultati del sondaggio Eurobarometro
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