E-News, diritti umani ed uguaglianza, In Evidenza, Ultime Notizie, Notizie
La Commissione europea ha raccomandato nei giorni scorsi misure concrete a sostegno dell’economia sociale, che privilegia le persone, le cause sociali e ambientali rispetto al profitto. Lo rende noto un comunicato stampa di Bruxelles.

Ci sono 2,8 milioni di entità dell’economia sociale in Europa, che impiegano in totale 13,6 milioni di persone per affrontare le principali sfide delle nostre società. Coprono una vasta gamma di settori, dai servizi sociali e di assistenza agli alloggi, alle attività ricreative e all’energia a prezzi accessibili; e comprendono cooperative, mutue, associazioni senza scopo di lucro, fondazioni e imprese sociali.

La proposta mira a creare condizioni favorevoli affinché le organizzazioni dell’economia sociale possano prosperare e crescere e sensibilizzare sul loro potenziale , in particolare nella creazione di posti di lavoro di qualità, sostenendo l’innovazione e l’inclusione sociale.

Facendo seguito al piano d’azione per l’economia sociale 2021, la Commissione ha presentato:

Una proposta di raccomandazione del Consiglio affinché gli Stati membri elaborino e attuino strategie dell’economia sociale.

Il portale dell’economia sociale, un sito web unico per fornire alle organizzazioni dell’economia sociale informazioni sui finanziamenti dell’UE, sulle opportunità di formazione e altro ancora.

0

E-News, In Evidenza, Ultime Notizie, Notizie
Le regioni e le città vogliono sfruttare il potenziale dell’economia sociale e dell’imprenditoria sociale per sostenere la transizione verso modelli economici più sostenibili dal punto di vista sociale e ambientale e più resilienti nell’UE. Tuttavia, l’UE deve creare condizioni quadro più favorevoli affinché l’economia sociale possa prosperare. Ciò richiede di affrontare l’attuale diversità di definizioni e quadri giuridici e di facilitare l’accesso ai finanziamenti e ai mercati. Sono questi i messaggi chiave di un parere elaborato l’ 8 febbraio nella sessione plenaria del Comitato europeo delle regioni (CdR).

In Europa ci sono 2,8 milioni di imprese dell’economia sociale, scrive il Cdr, che rappresentano il 10% di tutte le imprese dell’UE. Quasi 13,6 milioni di persone – circa il 6,2% dei dipendenti dell’UE – lavorano per le imprese dell’economia sociale. Oltre alla forza lavoro retribuita, l’economia sociale mobilita i volontari, pari a 5,5 milioni di lavoratori a tempo pieno.

Con questo parere, il Comitato europeo delle regioni ha avanzato i suoi suggerimenti in vista dell’imminente proposta della Commissione europea per una raccomandazione del Consiglio sullo sviluppo delle condizioni quadro dell’economia sociale, che figura nel programma di lavoro 2023 della Commissione europea.

0

E-News, In Evidenza, Ultime Notizie, Notizie
La GUCE C47 del 7 febbraio pubblica la Risoluzione del Parlamento europeo sul piano d’azione dell’Unione europea per l’economia sociale .

Il Parlamento europeo (PE) sottolinea la necessità che la Commissione europea continui a collaborare strettamente con gli Stati membri per individuare strumenti e soluzioni per rimuovere gli ostacoli e accelerare le procedure giuridiche per trasferire la proprietà di un’impresa ai dipendenti attraverso cooperative di lavoratori o altre forme di soggetti dell’economia sociale di proprietà dei lavoratori; chiede alla Commissione di istituire una piattaforma dell’UE per lo scambio delle migliori pratiche tra gli Stati membri, le autorità locali e regionali e le reti dell’economia sociale.

Il PE sottolinea l’importanza di promuovere il modello cooperativo e i suoi principi di partecipazione dei lavoratori e democrazia; incoraggia gli Stati membri a creare un ambiente giuridico favorevole per la costituzione e il funzionamento delle cooperative, comprese le cooperative di lavoratori.

L’Assemblea di Strasburgo sottolinea il lavoro che l’UE sta svolgendo per estendere la tassonomia della finanza sostenibile agli obiettivi sociali; ritiene che la tassonomia dell’UE debba essere pertinente dal punto di vista sociale, tenendo conto al contempo della situazione delle microimprese e delle PMI, poiché può essere un fattore trainante per gli investimenti nell’economia sociale se tali investimenti sono adeguatamente allineati ai principi e alle caratteristiche dell’economia sociale.

Il PE sottolinea l’importanza di rafforzare la pianificazione aziendale e le capacità di attuazione e valutazione dei soggetti dell’economia sociale, nonché l’importanza dell’alfabetizzazione mediatica pertinente, delle capacità di gestione, della leadership partecipativa, dell’apprendimento permanente, della resilienza e delle competenze necessarie per le transizioni in corso, comprese le transizioni verde e digitale, sostenendo l’alleanza delle competenze nell’ambito dell’economia sociale e della prossimità; auspica la creazione del futuro «patto per le competenze per l’economia sociale» per investire in tali competenze; invita inoltre le parti interessate dell’economia sociale ad allinearsi pienamente agli obiettivi del pilastro europeo dei diritti sociali assicurando che entro il 2030 almeno il 60 % dei loro dipendenti riceva formazione ogni anno.

Strasburgo invita la Commissione europea a incoraggiare gli investimenti a impatto sociale e a valutare le misure esistenti per aumentare la partecipazione dei cittadini alle iniziative di finanziamento a impatto sociale, al fine di aumentare il finanziamento dei soggetti dell’economia sociale e la relativa visibilità.

LA RISOLUZIONE INTEGRALE IN ITALIANO (PDF)
0

E-News, In Evidenza, Ultime Notizie, Notizie
In un parere adottato nella sessione plenaria di maggio, il Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) ha approvato il piano d’azione per l’economia sociale della Commissione europea.

Lo rende noto il sito del CESE.

“Ora è il momento di attuare questo piano con misure audaci e a lungo termine. Il CESE presenta numerose proposte innovative e concrete per garantire che il potenziale dell’economia sociale sia pienamente sfruttato nel maggior numero possibile di Stati membri dell’UE”, scrive la relazione del CESE.

Nell’ampio piano della Commissione, il CESE ha individuato quattro settori chiave in cui ritiene che la Commissione potrebbe fare un ulteriore passo avanti, adottando misure più incisive:

Cooperazione tra amministrazioni pubbliche e imprese dell’economia sociale.

Il CESE sottolinea la necessità di trovare forme di cooperazione più agili per la pubblica amministrazione e le imprese dell’economia sociale che collaborino a livello locale nella fornitura di servizi di interesse generale. Una solida base giuridica, ad esempio una chiara distinzione nella direttiva sugli appalti pubblici tra il perseguimento dell’interesse generale e le attività guidate dalla concorrenza, contribuirebbe a migliorare l’accesso agli appalti pubblici per le imprese dell’economia sociale.

Aiuto di Stato

Il CESE ritiene che non sarà sufficiente organizzare workshop e webinar, come suggerisce la Commissione, per aiutare gli Stati membri a comprendere meglio le norme che disciplinano gli aiuti di Stato e utilizzare tutta la flessibilità a loro disposizione per aiutare le imprese dell’economia sociale. Sarà necessaria un’azione normativa, possibilmente sotto forma di linee guida, per chiarire i requisiti di accesso e l’importo del sostegno disponibile.

Investimenti e strumenti finanziari.

È positivo lanciare nuovi prodotti finanziari per mobilitare finanziamenti privati ​​per le imprese dell’economia sociale, come previsto nel piano d’azione; tuttavia, il CESE sottolinea che molte imprese dell’economia sociale sono troppo piccole per pensare in termini di investimenti. Hanno bisogno di supporto per ottenere l’accesso solo al credito quotidiano. Ciò che li aiuterebbe maggiormente sarebbe un sistema di crediti e prestiti garantiti, come già in atto per le PMI in tutta l’Unione europea, istituito dagli Stati membri con il sostegno dell’UE.

Tassazione

Il CESE si compiace che il piano d’azione sottolinei la necessità di disposizioni fiscali specifiche per l’economia sociale, ma afferma che è necessario accompagnare gli Stati membri nel percorso verso un’armonizzazione fiscale coordinata, magari ispirata da buone pratiche negli Stati membri come le esenzioni fiscali sugli utili non distribuiti, aliquote IVA più basse, riduzioni o esenzioni dai costi delle assicurazioni sociali.

Il CESE ha anche tra l’altro organizzato la Giornata europea delle imprese dell’economia sociale e ha co-organizzato eventi di alto livello in tutta Europa , compreso il recente Social economy, the future of Europe , svoltosi al Parlamento europeo a Strasburgo nel marzo 2022.
0