E-News, diritti umani ed uguaglianza, In Evidenza, Ultime Notizie, Notizie
Il Comitato europeo dei diritti sociali (CEDS) ha presentato il suo Rapporto d’attività annuale 2022, mettendo in luce le questioni più pressanti in materia di diritti sociali in Europa. Lo rende noto il sito del Consiglio d’Europa.

L’anno 2022 è stato segnato dall’aggressione militare russa contro l’Ucraina, che ha avuto notevoli ripercussioni sulle attività del CEDS. Ciò ha portato all’esclusione della Russia dal Consiglio d’Europa, la quale, di conseguenza, ha cessato di essere Stato aderente alla Carta sociale europea. Tale aggressione ha avuto un impatto profondo sulla vita e sui diritti umani dei cittadini ucraini, in particolare sul loro accesso ai diritti sociali garantiti dalla Carta sociale europea.

Il rapporto è stato presentato durante una giornata a porte aperte sulla riforma del sistema della Carta. In tale occasione, il Vice Segretario generale Bjørn Berge ha sottolineato il fatto che “i diritti sociali sono il fondamento stesso di una società democratica. Garantiscono l’accesso all’alloggio e all’assistenza sanitaria, all’istruzione e all’impiego, nonché la protezione contro la povertà e l’esclusione sociale. Questi diritti sono fondamentali per la nostra dignità umana. E, laddove vengono rispettati, vediamo democrazie più forti, inclusive e sostenibili: società di cui possiamo essere orgogliosi”.

Nell’introduzione del rapporto annuale, la Presidente del CEDS Aoife Nolan ha sottolineato che “il CEDS elogia in particolare il dialogo rafforzato con gli Stati aderenti previsto dal Comitato dei Ministri e desidera portarlo avanti in modo costruttivo e in uno spirito di cooperazione. Ciò arriva in un momento in cui il contributo della Carta sociale europea alla promozione dell’uguaglianza e della giustizia sociale, quindi alla sicurezza e alla stabilità democratiche, è quanto mai chiaro e importante”.

Un significativo traguardo raggiunto nel 2022 è stata l’adozione da parte del Comitato dei Ministri di decisioni operative (riportate dettagliatamente nel rapporto CM(2022)114-final). Tali decisioni hanno apportato delle modifiche alla procedura di rapporto ai sensi della Carta, stabilendo delle disposizioni per i nuovi rapporti ad hoc che vertono in modo specifico su questioni cruciali o emergenti.

Durante il 2022, nel quadro della procedura di rapporto, il CEDS ha esaminato 33 rapporti presentati dagli Stati aderenti, giungendo all’adozione di 611 conclusioni. I problemi di non conformità individuati riguardavano orari e settimane di lavoro troppo lunghi, nonché una remunerazione inadeguata, la lotta contro le molestie sessuali sul luogo di lavoro e le restrizioni al diritto di organizzazione e negoziazione collettive, compreso il diritto allo sciopero.

Inoltre, le conclusioni del CEDS riguardanti il monitoraggio da parte degli Stati delle decisioni sul merito dei reclami collettivi si sono incentrate, tra l’altro, sulle violazioni in materia di diritti del lavoro, sulle disparità salariali tra donne e uomini, sulle punizioni fisiche inflitte ai minori, sull’alloggio e sui diritti in materia di salute.

Il numero di reclami collettivi ha continuato a crescere, ponendo sfide alla capacità del CEDS di ridurre l’arretrato accumulato, nonostante il suo impegno risoluto. Nel contesto delle iniziative di riforma in corso, il CEDS ha sottolineato la necessità urgente di risorse adeguate per accelerare il trattamento dei reclami collettivi e ridurre l’arretrato.
0

E-News, In Evidenza, Ultime Notizie, Notizie


Il sito del Dipartimento per le Politiche Europee informa su SOLVIT, servizio gratuito ideato per aiutare i cittadini e le imprese della UE a trovare soluzioni rapide a problemi transfrontalieri (non di carattere nazionale) che incontrano nel mercato interno. È una rete online formata da Centri nazionali presenti in tutti gli Stati dell’UE e in Islanda, Liechtenstein e Norvegia, che cooperano per trovare una soluzione a problemi transfrontalieri causati dalla non corretta applicazione delle norme europee da parte delle amministrazioni nazionali.

I centri SOLVIT, continua il Dipartimento, “s’impegnano a fornire soluzioni concrete a problemi concreti entro dieci settimane da quando viene ufficialmente aperto il reclamo”.

SOLVIT costituisce un modo alternativo per la risoluzione dei problemi transfrontalieri derivanti da un’applicazione scorretta delle norme sul mercato interno da parte di Pubbliche Amministrazioni in uno spirito di efficacia, trasparenza e rapidità.

I cittadini e le imprese possono rivolgersi a SOLVIT per problemi transfrontalieri legati a previdenza e assistenza sociale, assistenza sanitaria, riconoscimento di qualifiche professionali, libera circolazione di persone, beni, servizi e capitali, visti per familiari di cittadini UE, diritti elettorali, controlli alle frontiere, immatricolazione di autoveicoli e patenti, accesso all’istruzione, diritti inerenti al lavoro, accesso al mercato di beni e servizi, appalti pubblici, imposizione fiscale.

SOLVIT si occupa esclusivamente dei problemi dovuti ad una non corretta applicazione del diritto dell’Unione da parte delle Pubbliche Amministrazioni degli Stati membri dell’UE. Cittadini e imprese possono ricorrere a due modalità per presentare il loro caso.

Il Centro SOLVIT italiano opera presso:
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Dipartimento per le Politiche Europee
Largo Chigi, 19
00187 Roma
Tel: +39 06 6779 5844
Fax: +39 06 6779 5044
e-mail: solvit@palazzochigi.it
Referente nazionale: Giuseppina Valente
0