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Il Parlamento europeo (PE) ha sostenuto il 14 dicembre il riconoscimento della genitorialità in tutta l’UE, indipendentemente da come un bambino è stato concepito, è nato o dal tipo di famiglia che ha.

Il PE ha dato parere positivo alla proposta di legge sul riconoscimento delle decisioni e sull’accettazione degli atti pubblici in materia di filiazione. L’obiettivo è di garantire che la genitorialità, cosi come è stabilita in un Paese dell’UE, sia riconosciuta automaticamente anche negli altri Stati membri, per offrire a tutti i minori gli stessi diritti previsti dalle leggi nazionali in materia di istruzione, assistenza sanitaria, custodia e successione.

Secondo quanto previsto nel testo approvato dai deputati europei, quando si tratta di stabilire una genitorialità a livello nazionale, i Paesi UE potranno continuare a decidere se accettare situazioni specifiche, come ad esempio la maternità surrogata, ma saranno tenuti comunque a riconoscere la genitorialità così come stabilita da un altro Paese dell’UE, indipendentemente da come il bambino è stato concepito, è nato o dal tipo di famiglia che ha.

Gli Stati membri avrebbero la possibilità di non riconoscere la genitorialità se manifestamente incompatibile con l’ordine pubblico e solo in casi ben definiti. Ogni situazione dovrà essere considerata individualmente per garantire che non vi siano discriminazioni, ad esempio nei confronti dei figli di genitori dello stesso sesso.

Il PE ha approvato l’introduzione del certificato europeo di filiazione, volto a ridurre la burocrazia e a facilitare il riconoscimento della genitorialità nell’UE. Pur non sostituendo i documenti nazionali, potrà essere utilizzato al loro posto e sarà accessibile in tutte le lingue dell’UE e in formato elettronico.

Dopo aver consultato il Parlamento, i governi dell’UE dovranno trovare un accordo, all’unanimità, sulla versione finale della normativa.

Due milioni di minori potrebbero attualmente trovarsi in una situazione in cui i loro genitori non sono riconosciuti come tali in un altro Paese UE. Mentre il diritto comunitario già prevede il riconoscimento della filiazione nell’ambito dei diritti del bambino nell’UE, ciò non vale per i diritti del minore nell’ambito del diritto nazionale. Il Parlamento ha anche chiesto il riconoscimento transfrontaliero delle adozioni nel 2017. La proposta di regolamento della Commissione che è stata votata mira a colmare le lacune esistenti e a garantire che tutti i bambini possano godere degli stessi diritti in ogni Stato membro.
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Il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha adottato il 14 dicembre una nuova Raccomandazione rivolta agli Stati membri sui principi in materia di diritti umani e sulle linee guida per la determinazione dell’età nel contesto della migrazione.

I minori rifugiati e migranti sono tra le persone più vulnerabili e più esposte ai rischi nel corso della loro migrazione. Il fatto che non siano in grado di dimostrare la loro età effettiva accresce la loro vulnerabilità e il rischio di essere esposti a violenze, sfruttamento, maltrattamenti o di diventare vittime della tratta di esseri umani. La Raccomandazione è il primo strumento giuridico internazionale che stabilisce norme in materia di diritti umani sulla determinazione dell’età nel contesto della migrazione.

La Raccomandazione include, tra gli altri, il principio di presunzione della minore età per le persone sottoposte alle procedure per l’accertamento dell’età e richiede che gli Stati membri applichino procedure multidisciplinari e basate su prove.

Ricorda agli Stati membri che una perizia medica per la determinazione dell’età dovrebbe essere effettuata unicamente qualora permangano ragionevoli dubbi sull’età presunta della persona, dopo avere esaurito le altre procedure appropriate.

La Raccomandazione adottata, che è stata elaborata dal Comitato direttivo del Consiglio d’Europa per i diritti dell’infanzia (CDENF), contribuisce al raggiungimento delle linee di indirizzo strategico fornite sia dalla Strategia per i diritti dei minori (2022-2027) del Consiglio d’Europa che dal Piano d’azione del Consiglio d’Europa sulla protezione delle persone vulnerabili nel contesto della migrazione e dell’asilo in Europa (2021-2025).
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Belinda Gottardi, Sindaco di Castel Maggiore (Bologna) e portavoce CEMR sul clima ha aderito agli European days of Local Solidarity, evento in programma dal 15 al 30 novembre 2022 in tutta Europa.

Le Giornate europee della solidarietà locale sono state lanciate nel 2016 e sono coordinate da PLATFORMA, con il sostegno finanziario dell’Unione Europea. PLATFORMA è la coalizione europea dei governi locali e regionali e delle loro associazioni attive nella cooperazione allo sviluppo da città a città e da regione a regione, nota come “cooperazione decentrata”. Dalla sua creazione nel 2008, PLATFORMA rappresenta più di 100.000 governi locali e regionali. Tutti sono attori chiave della cooperazione internazionale per lo sviluppo sostenibile.

Blinda Gottardi, per l’occasione, ha registrato un video nel quale sottolinea come a Castel Maggiore “è tradizione collaborare con una rete attiva di cittadini per progettare insieme iniziative, anche quelle rivolte alla sostenibilità ambientale“. Un’altra rete, ha proseguito Gottardi, è quella con le bambine ed i bambini delle nostre scuole. In occasione della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia sarò promosso tra i bambini un decalogo sulla sostenibilità ambientale.

IL VIDEO INTERVENTO DI BELINDA GOTTARDI

EUROPEAN DAYS OF LOCAL SOLIDARITY: L’AGENDA
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La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C434 del 15 novembre ha pubblicato la Risoluzione del Parlamento europeo sulla tutela dei diritti dei minori nei procedimenti di diritto civile, amministrativo e di famiglia.

Nella Risoluzione il Parlamento europeo invita gli Stati membri a garantire che in tutti i procedimenti riguardanti il benessere del minore e le sue future modalità di vita, i diritti del minore siano rispettati, garantiti e attuati pienamente e l’interesse superiore del minore abbia la massima priorità e sia debitamente integrato e applicato in modo coerente in tutte le azioni intraprese dalle istituzioni pubbliche, in particolare nei procedimenti giudiziari che hanno un impatto diretto e indiretto sui minori, conformemente all’articolo 24 della Carta.

Il Parlamento di Strasburgo inoltre ricorda che l’accesso alla giustizia e il diritto di essere ascoltati sono diritti fondamentali e che ogni minore, indipendentemente dal suo contesto sociale, economico o etnico, deve poter godere pienamente di tali diritti a titolo personale, indipendentemente dai propri genitori o tutori legali.

Il Parlamento tra l’altro sottolinea che la pandemia di COVID-19 ha creato ulteriori difficoltà nell’accesso alla giustizia, compresi i ritardi nei procedimenti; invita pertanto gli Stati membri a prevedere misure volte a facilitare l’accesso alla giustizia durante le pandemie, in particolare nel caso in cui un minore sia coinvolto in procedimenti civili, amministrativi o di diritto familiare.

IL TESTO INTEGRALE DELLA RISOLUZIONE IN ITALIANO (PDF)
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