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Un comunicato della Commissione europea rende noto che è entrata in vigore l’11 gennaio la normativa europea sui dati. Le nuove norme definiscono i diritti di accesso e utilizzo dei dati generati nell’UE in tutti i settori economici e faciliteranno la condivisione dei dati, in particolare dei dati industriali.

La normativa sui dati garantirà l’equità nell’ambiente digitale chiarendo chi è autorizzato a creare valore dai dati e a quali condizioni. Inoltre stimolerà un mercato dei dati competitivo e innovativo sbloccando i dati industriali e fornendo chiarezza giuridica per quanto riguarda l’uso dei dati.

Dopo la sua entrata in vigore, la normativa sui dati diventerà applicabile tra 20 mesi, ovvero l’11 settembre 2025.

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Secondo quanto risulta dalla relazione intermedia comune della Commissione europea e del Servizio europeo per l’azione esterna sull’attuazione del piano d’azione dell’UE sulla parità di genere (GAP III) appena pubblicata, nel periodo 2021-2022, durante i primi anni di attuazione del GAP III, l’Unione europea ha impegnato 22,4 miliardi di € per contribuire alla costruzione di un mondo più equo sotto il profilo della parità di genere.

Lo rende noto un comunicato stampa della Commissione europea.

L’UE ha sostenuto i paesi partner e la società civile nel miglioramento della parità di genere, con risultati trasformativi, tra cui un’aumentata protezione delle donne e delle ragazze dalla violenza di genere, una più nutrita partecipazione alla vita pubblica e politica, un maggiore accesso all’istruzione, alla sanità e alla protezione sociale e all’emancipazione economica nell’ambito dell’approccio Team Europa.

Al fine di consolidare questi risultati, l’UE proroga la durata del piano d’azione sulla parità di genere dal 2025 al 2027 per conseguire l’obiettivo di un mondo equo sotto il profilo della parità di genere.

In molte parti del mondo, i diritti delle donne e delle ragazze sono stati minacciati, ridotti o completamente eliminati, e ciò ha rappresentato un considerevole passo indietro rispetto ai significativi progressi ottenuti nel corso di decenni. Fin dalla sua adozione nel novembre 2020, il piano d’azione sulla parità di genere III ha pertanto messo i diritti umani e l’emancipazione, in particolare per le donne e le ragazze, in cima all’agenda di azioni esterne dell’UE, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile e con altri impegni internazionali.

La percentuale di nuove azioni esterne aventi come obiettivo principale o significativo la parità di genere è passata dal 64,71 % nel 2019, prima dell’adozione del GAP III, al 72 % nel 2022, al fine di raggiungere l’obiettivo dell’85 % entro il 2025. I finanziamenti dell’UE per iniziative i cui obiettivi strategici sono la parità di genere e l’emancipazione femminile sono aumentati, passando da circa 9 miliardi di € nel 2021 a 13 miliardi di € nel 2022. La strategia Global Gateway, pubblicata nel dicembre 2021, rafforzerà ulteriormente la parità di genere integrando gli obiettivi del GAP III.

Nel 2022 la parità di genere è stata all’ordine del giorno dei dialoghi politici, sulla sicurezza e/o sui diritti umani tra l’UE e circa 100 paesi partner. Con 33 di questi paesi i dialoghi si sono concentrati esclusivamente sulla parità di genere. Inoltre, le delegazioni dell’UE hanno elaborato 131 piani di attuazione a livello nazionale che adattano il piano d’azione sulla parità di genere al contesto locale, rafforzando l’approccio Team Europa dell’UE e dei suoi Stati membri.

A livello mondiale, l’UE e i suoi Stati membri hanno collaborato a risoluzioni delle Nazioni Unite per combattere la violenza contro le donne, contribuito alla Commissione delle Nazioni unite sulla condizione femminile, incentivato la partecipazione politica e civile di donne e ragazze, potenziato il sostegno alle organizzazioni per i diritti delle donne e promosso le prospettive di genere nei processi decisionali in materia di clima e di digitale. Nel contesto degli allarmanti cambiamenti per quanto riguarda la sicurezza e i conflitti e della concorrenza per il potere a livello geopolitico, l’attuazione dell’agenda su donne, pace e sicurezza e l’impegno a integrare la prospettiva di genere nel rispondere efficacemente a tali minacce alla sicurezza sono sempre più importanti.

Il piano d’azione sulla parità di genere è un’ambiziosa strategia dell’UE per contribuire agli obiettivi di sviluppo sostenibile, in particolare all’obiettivo 5, e accelerare i progressi in materia di parità di genere ed emancipazione femminile quale priorità di tutte le politiche e azioni esterne dell’UE, anche come elemento centrale della strategia “Global Gateway”. Il piano mira a responsabilizzare le donne e le ragazze in tutta la loro diversità affinché partecipino ed esercitino ruoli di leadership in condizioni di parità nella vita sociale, economica e politica e abbiano voce in capitolo in tutti i processi decisionali e in tutti gli ambiti, pubblici e privati.

In un contesto mondiale difficile, l’UE si impegna nuovamente a perseguire gli obiettivi politici e strategici del piano d’azione sulla parità di genere e ne rafforzerà ulteriormente l’impatto estendendone la durata originariamente prevista (2021-2025) fino alla fine dell’attuale quadro finanziario pluriennale nel 2027.

L’UE continuerà a rafforzare l’integrazione della dimensione di genere, aumentando le azioni incentrate sulle questioni di genere e i relativi finanziamenti e garantendo un processo di revisione attento alle questioni di genere di tutte le iniziative Global Gateway e Team Europa. Le analisi di genere e le raccolte di dati sono essenziali per l’attuazione di politiche mirate e per il monitoraggio dei loro risultati. L’UE continuerà inoltre a intensificare gli sforzi per garantire che gli aiuti umanitari finanziati dall’UE rispondano adeguatamente alle esigenze di donne, ragazze, uomini e ragazzi.


Per ulteriori informazioni

Relazione intermedia comune sul GAP III

Parità di genere (europa.eu).

Piano d’azione sulla parità di genere: esempi di cambiamento Piattaforma capacity4dev (europa.eu)
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Il sito del Comitato europeo delle Regioni (CdR) comunica che nell’ambito del tema generale “Fare meglio affari nelle regioni e nelle città dell’UE”, il Premio Regione imprenditoriale europea (EER) 2025 metterà in risalto le azioni locali e regionali volte a sviluppare un ambiente favorevole alle imprese, rafforzando così la competitività e la resilienza a lungo termine delle rispettive economie locali. Gli enti locali e regionali possono presentare le loro strategie fino al 20 marzo 2024.

Il bando per il 2025 è stato annunciato durante l’ Assemblea delle PMI di Bilbao, l’evento più significativo per le piccole e medie imprese (PMI) in Europa, organizzato dalla Commissione Europea insieme alla Presidenza spagnola del Consiglio dell’UE.

Alla luce delle crescenti preoccupazioni sulle prospettive economiche a lungo termine dell’Europa, il sostegno alle PMI e all’attività imprenditoriale dal basso verso l’alto è una delle priorità del Comitato europeo delle regioni. Attraverso il programma EER 2025, il CdR intende contribuire alla realizzazione del pacchetto di aiuti per le PMI recentemente pubblicato e dell’agenda strategica dell’UE per la politica industriale e dell’innovazione a livello regionale e locale.

L’etichetta EER è un’opportunità per evidenziare il ruolo degli attori locali e regionali nel rimuovere gli ostacoli e gli oneri all’attività imprenditoriale, indirizzando l’economia dell’UE verso una transizione verde e digitale e aiutando così le PMI a diventare più resilienti in un panorama geopolitico in rapido cambiamento.

Dettagli e informazioni su come candidarsi al premio EER 2025 si trovano sulla pagina web dedicata.

Il premio Regione imprenditoriale europea (EER) è un progetto che identifica e premia ogni anno fino a tre territori dell’UE che perseguono una strategia di politica imprenditoriale eccezionale e innovativa, indipendentemente dalle loro dimensioni, ricchezza e competenze. I territori con il piano più credibile, lungimirante e promettente ricevono l’etichetta di “Regione imprenditoriale europea” per l’anno successivo.

L’etichetta EER è stata istituita in collaborazione con la Commissione europea ed è sostenuta dalle parti interessate a livello dell’UE come SME United, Eurochambres, Social Economy Europe e EURADA.

I vincitori dei premi EER 2024 sono stati: Famalicao (Portogallo), Friuli Venezia Giulia e Moravia meridionale e Brno (Repubblica Ceca), con una menzione speciale guadagnata dalla Regione Malopolska (Polonia).

I vincitori dell’edizione 2025 saranno annunciati durante la sessione plenaria del CdR nel giugno 2024.

Maggiori informazioni sul premio Regione imprenditoriale europea, compreso un elenco dei precedenti vincitori dal 2011
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La Commissione europea rende noto di aver accolto con favore l’accordo raggiunto il 13 novembre tra il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione sull’Atto per l’Europa interoperabile. Questo regolamento rafforzerà l’interoperabilità transfrontaliera e la cooperazione nel settore pubblico in tutta l’UE. La Commissione ha proposto la legge per contribuire a raggiungere gli obiettivi digitali dell’Europa per il 2030, rendendo i servizi pubblici chiave disponibili online a tutte le persone nell’UE senza discriminazioni. L’accordo raggiunto apre la strada al completamento del mercato unico digitale.

L’Atto per l’Europa Interoperabile porta lo scambio di informazioni nel settore pubblico in tutta l’Unione a un livello superiore e accelera la trasformazione digitale del settore pubblico europeo. Introduce un quadro di cooperazione per le pubbliche amministrazioni di tutta l’UE per favorire lo scambio transfrontaliero di dati. Questa cooperazione garantisce un accordo su soluzioni digitali interoperabili e riutilizzabili, come software open source, linee guida, liste di controllo, framework e strumenti IT. In tal modo contribuisce a rimuovere gli oneri amministrativi, compresi gli ostacoli giuridici, organizzativi, semantici e tecnici alla cooperazione amministrativa.

La legge garantirà un accesso senza interruzioni ai servizi pubblici transfrontalieri per le persone nell’UE, migliorando la qualità della vita per coloro che desiderano lavorare, studiare o andare in pensione in un altro Stato membro, compresi i 150 milioni di cittadini dell’UE che vivono in una regione di confine, o due milioni di pendolari tra gli Stati membri.

Proposta di atto sull’Europa interoperabile
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L’influencer marketing è diventato un pilastro dell’economia digitale, che dovrebbe raggiungere un valore globale dei 19,98 miliardi di € nel 2023. Nelle prossime settimane la Commissione europea e le autorità nazionali della rete di cooperazione per la tutela dei consumatori esamineranno i post online per individuare le testimonianze e le sponsorizzazioni che possono fuorviare i consumatori.

Gli influencer coinvolti in attività commerciali regolari, come le collaborazioni per pubblicizzare prodotti o servizi, sono considerati operatori commerciali ai sensi del diritto dell’UE in materia di tutela dei consumatori, e sono perciò tenuti a comunicare la pubblicità in modo trasparente. Il risultato di questa indagine a tappeto sui social media confluirà nel controllo dell’adeguatezza dell’equità digitaleù, il quale contribuirà a valutare se sia necessaria una nuova legislazione per rendere i mercati digitali sicuri quanto quelli offline.

La Commissione europea ha inoltre varato la piattaforma Influencer Legal Hub, sulla quale gli influencer e i creatori di contenuti possono trovare informazioni sulla legislazione dell’UE in materia di pratiche commerciali leali, il che li aiuterà a rispettare le norme.

L’Influencer Legal Hubfornisce video di formazione animati e un catalogo di risorse sviluppato in collaborazione con esperti del mondo accademico. Gli influencer possono informarsi sui loro obblighi giuridici, in particolare riguardo a quando, dove e come devono dichiarare le loro attività pubblicitarie sui social media, a cosa devono fare in relazione alla dovuta diligenza professionale e a quali diritti hanno i consumatori quando acquistano un prodotto o un servizio direttamente da loro.
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Il 6 settembre, in una comunicazione sul tema, la Commissione europea ha proposto misure concrete per accrescere la digitalizzazione del coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale in Europa. La comunicazione definisce azioni volte a rendere più rapido e più semplice l’accesso a livello transfrontaliero ai servizi di sicurezza sociale utilizzando appieno gli strumenti digitali e riducendo gli oneri amministrativi per cittadini e imprese.

Tali azioni miglioreranno lo scambio di informazioni tra gli istituti nazionali di sicurezza sociale e accelereranno il riconoscimento e la concessione delle prestazioni ammissibili a livello transfrontaliero. Diventerà in tal modo più facile per gli europei abitare, lavorare e viaggiare all’estero, per le imprese che operano in altri paesi dell’UE e per le amministrazioni nazionali coordinare la sicurezza sociale a livello transfrontaliero.

Domande e risposte: la digitalizzazione nel coordinamento della sicurezza sociale

Comunicazione sulla digitalizzazione nel coordinamento della sicurezza sociale: agevolare la libera circolazione nel mercato unico

Digitalizzazione nel coordinamento della sicurezza sociale
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Un comunicato stampa della Commissione europea informa che durante i primi due anni, le missioni dell’UE in Orizzonte Europa hanno sostenuto il lavoro della Commissione sul Green Deal europeo, rendendo l’Europa pronta per l’era digitale e il piano europeo di lotta contro il cancro. Fin dall’inizio, le missioni dell’UE hanno dimostrato il loro potenziale per accelerare il cambiamento. Supportati principalmente dai finanziamenti di Orizzonte Europa, hanno anche collegato e sostenuto le politiche e i programmi dell’UE con l’azione locale e il coinvolgimento dei cittadini. Sono sulla buona strada per raggiungere i loro ambiziosi obiettivi entro il 2030 in aree critiche come l’adattamento ai cambiamenti climatici, migliorare la vita dei malati di cancro, ripulire gli ecosistemi marini e di acqua dolce, rendere le città climaticamente neutre e rendere i suoli sani.

Queste sono le conclusioni della comunicazione sulle missioni dell’UE nell’ambito di Orizzonte Europa. La comunicazione fornisce una valutazione approfondita dei progressi compiuti finora, come richiesto dai colegislatori dopo i primi due anni di attività. Mette in evidenza i principali risultati delle attuali cinque singole missioni, identificando anche le sfide che hanno incontrato e proponendo una serie di azioni per affrontarle. Alla luce di questa valutazione equilibrata, la comunicazione odierna propone inoltre di destinare l’11% del bilancio del secondo pilastro di Orizzonte Europa alle missioni dell’UE nell’ultima parte del programma (rispetto all’attuale 10%). Ciò corrisponde a un importo totale di oltre 3 miliardi di euro per il periodo 2024-2027. Avvia inoltre i preparativi per una nuova missione dell’UE sul nuovo Bauhaus europeo.

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Il commissario europeo per i trasporti Adina Vălean e il vice primo ministro per il restauro dell’Ucraina e il ministro per le comunità, i territori e lo sviluppo delle infrastrutture Oleksandr Kubrakov, hanno firmato il 6 giugno a Lviv un accordo che associa l’Ucraina al programma Connecting Europe Facility (CEF).

Lo comunica la Commissione europea in una nota stampa.
Questo accordo consentirà ai promotori di progetti ucraini di richiedere finanziamenti dell’UE per progetti di interesse comune nei settori dei trasporti, dell’energia e del digitale, migliorando ulteriormente la connettività dell’Ucraina con i suoi vicini dell’UE. Sosterrà l’integrazione dell’Ucraina nel mercato unico dell’UE, promuoverà la crescita, l’occupazione e la competitività.

L’Ucraina si oppone coraggiosamente all’aggressione immotivata e ingiustificata della Russia e il sostegno e la solidarietà dell’UE rimangono incrollabili. L’accordo odierno avvicina l’Ucraina all’UE ancorandola all’interno di reti transeuropee interconnesse.

Meccanismo per collegare l’Europa

Rete transeuropea dei trasporti
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