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Un comunicato stampa del Comitato economico e sociale europeo (CESE) informa che ulteriori misure proposte dal Comitato rafforzerebbero una proposta della Commissione europea volta a contrastare le azioni legali abusive contro coloro che contribuiscono al dibattito pubblico su questioni di attualità, inclusi giornalisti e difensori dei diritti. Tali misure comprendono l’introduzione di pronunce pregiudiziali, termini o esclusione della possibilità per una persona diversa dall’attore di finanziare azioni legali.

Il dibattito aperto è il fondamento di una società partecipativa, senza la quale la democrazia non può funzionare. Nel parere “Iniziativa contro il contenzioso abusivo nei confronti di giornalisti e difensori dei diritti”, il CESE sostiene la proposta della Commissione di proteggere le persone dalle azioni legali strategiche contro la partecipazione pubblica (SLAPP). Questi includono giornalisti e difensori dei diritti che contribuiscono in modo importante al dibattito su questioni di attualità.

Il CESE ha approvato il parere nella plenaria di ottobre e ha proposto di ampliare l’elenco delle misure volte a ridurre gli SLAPP. .

Tra le proposte del CESE vi sono l’introduzione di una pronuncia pregiudiziale che chiuderebbe un procedimento ritenuto non conforme e il consolidamento del procedimento in una specifica giurisdizione su richiesta del convenuto.

Potrebbero essere prese in considerazione altre misure proposte, tra cui la fissazione di un limite di tempo o di un mezzo o il rapido monitoraggio della procedura. Un altro suggerimento è quello di escludere la possibilità per una persona diversa dall’attore di finanziare SLAPP.

La revisione della legislazione nazionale aiuterebbe anche a identificare i meccanismi che potrebbero servire a contrastare gli SLAPP. Dovrebbe essere adottato un approccio unificato sia nei casi transfrontalieri che nazionali e dovrebbe essere intrapresa una revisione delle legislazioni nazionali al fine di depenalizzare la diffamazione negli altri Stati membri in cui è ancora perseguita come reato.

Il CESE suggerisce inoltre di ridurre da cinque a due anni il tempo proposto fino alla valutazione della proposta di direttiva SLAPP.

Infine, l’istruzione e la formazione sono fondamentali. I professionisti del diritto e i partecipanti al dibattito pubblico devono essere formati per essere in grado di reagire contro gli SLAPP e sapere meglio come difendere la libertà di espressione.

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