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I conflitti di interessi sono irregolarità che incidono sul bilancio dell’UE e si verificano quando l’esercizio imparziale e obiettivo delle funzioni di chi partecipa alla gestione del bilancio dell’UE è compromesso da motivi familiari, affettivi, da affinità politica o nazionale, da interesse economico o da qualsiasi altro interesse personale, precisa in una nota la Corte dei conti europea.

La Corte ha verificato se la questione dei conflitti di interessi sia stata adeguatamente affrontata nella politica agricola e in quella di coesione. La Corte conclude che la Commissione e gli Stati membri dispongono di quadri di prevenzione e gestione dei conflitti di interessi, ma rimangono lacune nella promozione della trasparenza e nell’individuazione delle situazioni di rischio.

La Corte raccomanda alla Commissione di adottare misure volte a migliorare la capacità di prevenzione, individuazione e segnalazione dei conflitti di interessi, nonché a promuovere la trasparenza.

La RELAZIONE COMPLETA DELLA CORTE DEI CONTI IN ITALIANO (PDF)
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La Gazzetta ufficiale C80 del 3 marzo pubblica l’avviso della pubblicazione della relazione speciale della Corte dei conti europea intitolata: «Il paesaggio finanziario dell’UE – Un coacervo di elementi eterogenei che richiede un’ulteriore semplificazione e una migliore rendicontabilità».

Il paesaggio finanziario dell’UE si è evoluto nel tempo, scrive la Corte. L’elemento centrale è costituito dal bilancio dell’UE, con i vari strumenti che ne fanno parte. Conta però anche vari strumenti fuori bilancio, che si sono moltiplicati negli anni recenti.

L’audit della Corte passa al vaglio la concezione dei meccanismi attuali e individua potenziali margini di semplificazione e razionalizzazione del paesaggio finanziario dell’UE.

La Corte conclude che, sebbene la costituzione di strumenti fuori bilancio fosse giustificata, l’approccio frammentario con cui si è formato il paesaggio finanziario dell’UE ha creato un agglomerato eterogeneo, nel quale non è pienamente assicurata la rendicontabilità pubblica.

Le raccomandazioni della Corte mirano ad assicurare un’adeguata valutazione a monte per tutti i nuovi strumenti proposti, a consolidare il paesaggio finanziario dell’UE e a migliorarne la rendicontabilità.

LA RELAZIONE DELLA CORTE IN ITALIANO (PDF)
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La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C41 del 3 febbraio pubblica l’avviso della Relazione speciale della Corte dei Conti europea su «Rispondere alla COVID-19 adattando le norme sulla politica di coesione –I fondi sono stati usati con più flessibilità, ma occorre riflettere sulla politica di coesione quale strumento di risposta alle crisi»

La Corte ha esaminato in che modo la Commissione abbia adattato la normativa per offrire maggiore flessibilità agli Stati membri nell’usare i fondi della politica di coesione del periodo 2014-2020 in risposta alla pandemia di COVID-19.

Ha constatato che la Commissione ha reagito con prontezza e adattato in maniera soddisfacente la normativa, agevolando la ridistribuzione delle risorse esistenti in circostanze di grave crisi economica.

Le ingenti nuove risorse apportate hanno consentito agli Stati membri di finanziare ulteriori investimenti, ma hanno anche accresciuto la spinta a spendere i fondi in maniera adeguata.

La Corte raccomanda alla Commissione di analizzare l’impatto che l’uso dei finanziamenti destinati alla coesione per fronteggiare le crisi esercita sugli obiettivi a lungo termine della politica afferente, nonché di monitorare la spesa degli Stati membri per aiutarli a conseguire i valori-obiettivo di performance.

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La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C39 del 1 febbraio pubblica l’avviso della pubblicazione della relazione speciale della Corte dei conti europea intitolata: «Integrazione del mercato interno dell’energia elettrica – Assetto giuridico complesso, ritardi, debolezze nella governance e vigilanza del mercato incompleta mettono a rischio il pieno conseguimento dell’ambizioso obiettivo».

​​La creazione di un mercato interno dell’energia elettrica pienamente integrato ha avuto inizio nel 1996 e la sua realizzazione diventa sempre più urgente a causa delle crisi dell’energia e dell’aumento del costo della vita a cui i cittadini dell’UE devono attualmente far fronte.

La Corte ha valutato se l’approccio di regolamentazione della Commissione europea e la vigilanza dell’Agenzia europea per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia (Agency for the Co-operation of Energy ​Regulators, ACER) abbiano contribuito a completare l’integrazione e ad agevolare il buon funzionamento del mercato interno dell’elettricità dell’UE.

Benché alcuni risultati significativi siano stati ottenuti negli ultimi dieci anni, i progressi dell’integrazione del mercato dell’energia elettrica sono stati lenti e disomogenei in tutti i segmenti di mercato e nelle diverse regioni dell’UE. A sette anni dalla scadenza iniziale fissata dal Consiglio per il 2014, nessuno degli orientamenti vincolanti di regolamentazione era stato pienamente attuato e diversi ritardi si erano accumulati, principalmente a causa della complessità dell’assetto giuridico e delle debolezze nel quadro di governance dell’UE.

L’ACER non ha l’autorità per imporre un’applicazione uniforme delle norme a livello nazionale e la vigilanza del mercato è ancora incompleta, due fattori che hanno portato a un numero limitato di sanzioni comminate.

La Corte raccomanda alla Commissione europea di semplificare il quadro di regolamentazione e di attuazione, nonché di rafforzare la governance dell’ACER. L’ACER dovrebbe potenziare le attività di vigilanza, migliorare la trasparenza e rendere meglio conto del proprio operato.

LA RELAZIONE SPECIALE INTEGRALE IN ITALIANO (PDF)
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La Corte dei conti europea rende noto di aver iniziato a valutare se la Commissione europea abbia agito in modo efficace nel proteggere gli interessi finanziari dell’UE dalle violazioni dello Stato di diritto negli Stati membri. Gli auditor della Corte analizzeranno le misure adottate dalla Commissione per far sì che i paesi ricevano i finanziamenti dalle casse dell’UE solo se rispettano lo Stato di diritto. L’audit sarà incentrato sui finanziamenti a titolo della politica di coesione dell’UE e della ripresa dalla pandemia di COVID-19.

ANTEPRIMA DELL’AUDIT

IL COMUNICATO DELLA CORTE
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Sulla Gazzetta ufficiale C17 del 18 gennaio è pubblicato l’avviso del parere della Corte dei conti europea sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un Fondo sociale per il clima.

I piani sociali per il clima (di seguito: “i piani”) costituiranno la base dell’erogazione del contributo finanziario del Fondo. Detti piani, scrive la Corte, elencano le misure e gli investimenti disponibili per le famiglie, le microimprese e gli utenti dei trasporti che risentono degli effetti dell’inclusione nell’ETS delle emissioni di gas a effetto serra generate da edilizia e trasporti. Sarebbe utile chiarire la differenza tra il concetto di “misure” e quello di “investimenti”, non spiegata nella proposta. Inoltre, la definizione di “povertà energetica” non è ancora stata adottata, nonostante detto termine sia usato in tutto il testo della proposta.

La Corte inoltre afferma che i piani sociali per il clima dovrebbero essere coerenti con e complementari agli altri piani e programmi strategici nazionali, quali i piani nazionali per l’energia e il clima, i piani nazionali per la ripresa e la resilienza, i programmi operativi della politica di coesione, i piani territoriali per una transizione giusta ed i piani strategici per la politica agricola comune. Detti piani, continua la Corte, potrebbero inoltre necessitare di essere aggiornati in linea con i piani sociali per il clima. Ciò accresce notevolmente l’onere amministrativo in capo alle autorità nazionali. La proposta non specifica un termine ultimo entro il quale gli Stati membri devono presentare i rispettivi piani sociali per il clima.

Il sostegno del Fondo non dovrebbe sostituire le “spese di bilancio correnti a livello nazionale”. Che gli Stati membri forniscano sostegno al reddito delle famiglie a basso reddito, ad esempio sovvenzionando il costo del riscaldamento e dell’energia elettrica, non costituisce una novità. Il sostegno diretto al reddito fornito dal Fondo potrebbe essere utilizzato per lo stesso tipo di costi, con il rischio di sostituire le esistenti spese nazionali. Al fine di evitare doppi finanziamenti e sovrapposizioni, la proposta dovrebbe chiarire il concetto di “spese di bilancio correnti a livello nazionale”.

Per quanto riguarda la mobilità a zero e a basse emissioni, la Corte, nella relazione sul sostegno dell’UE alle infrastrutture per la ricarica di veicoli, ha evidenziato la necessità di sistemi di pagamento armonizzati, di adeguate informazioni agli utenti sulla disponibilità in tempo reale delle stazioni di ricarica e sulle tariffe da queste applicate, nonché di un equo accesso per tutti gli utilizzatori di veicoli elettrici. La Corte ha inoltre constatato che i finanziamenti per le stazioni di ricarica non sono stati subordinati ad un periodo minimo di finanziamento20. I progetti di mobilità urbana non sempre erano basati su strategie di mobilitàurbana valide e spesso non erano coordinati con i comuni circostanti 21. Risolvere queste questioni renderebbe più efficaci i finanziamenti.

IL PARERE INTEGRALE IN ITALIANO (PDF)
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La Corte dei Conti europea ha pubblicato il 16 gennaio sul proprio sito la Revisione 02/2023: azioni dell’UE per affrontare la crescente quantità di rifiuti pericolosi.

Questa revisione, scrive la Corte, riguarda le azioni dell’UE per affrontare i rifiuti pericolosi. I rifiuti pericolosi possono danneggiare la salute umana e l’ambiente. Le iniziative dell’UE si sono concentrate sulla sua prevenzione, ma i rifiuti pericolosi hanno continuato ad aumentare dal 2004.

Il loro trattamento sicuro è ostacolato da difficoltà, ad esempio rintracciare in modo affidabile i rifiuti pericolosi. Tuttora oltre il 50 % dei rifiuti pericolosi dell’UE viene smaltito.

Il riciclaggio è limitato da difficoltà tecniche e dalla mancanza di opportunità di mercato per la produzione riciclata. Inoltre, il traffico illegale rimane un affare redditizio.

Le sfide future risiedono nell’affrontare la crescente quantità di rifiuti pericolosi, migliorandone la classificazione, garantendo la tracciabilità dalla generazione al trattamento finale, limitandone lo smaltimento attraverso un maggiore riciclaggio e affrontandone il traffico illegale.​

Il documento è disponibile per ora solo in inglese. Le altre versioni linguistiche saranno pubblicate a breve.
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La Gazzetta ufficiale C10 del 12 gennaio pubblica l’avviso della relazione speciale della Corte dei conti europea intitolata: «Strumenti per agevolare i viaggi all’interno dell’UE durante la pandemia di COVID-19 – Iniziative pertinenti, alcune delle quali hanno avuto una piena riuscita mentre altre sono state poco utilizzate».

L’obiettivo dell’audit, scrive la Corte, era valutare se la Commissione avesse sviluppato strumenti efficaci per facilitare gli spostamenti all’interno dell’UE durante la pandemia di COVID-19.

Nel complesso, la Corte conclude che, nonostante disponga di competenze limitate in materia di politica sanitaria pubblica, la Commissione ha agito con celerità proponendo soluzioni tecnologiche adeguate per agevolare i viaggi. Tuttavia, gli Stati membri hanno fatto un uso molto diverso di tali strumenti, il cui impatto nel facilitare gli spostamenti all’interno dell’UE è stato quindi disomogeneo: alcuni hanno avuto una piena riuscita, mentre altri sono stati poco sfruttati.

Le raccomandazioni della Corte vertono sulla necessità di analizzare e affrontare le cause dello scarso utilizzo di taluni strumenti, razionalizzare la comunicazione degli incidenti relativi al certificato COVID digitale dell’UE e predisporre opportuni strumenti dell’UE per crisi future.

LA RELAZIONE COMPLETA IN ITALIANOI (PDF)
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