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La Commissione europea rende noto in un comunicato di aver pubblicato linvito a presentare candidature per l’istituzione dell’Osservatorio dell’agricoltura e della filiera alimentare.

La creazione di tale osservatorio, che esaminerà costi di produzione, margini e pratiche commerciali, è stata annunciata a metà marzo come una delle misure volte a rafforzare la posizione degli agricoltori nella filiera alimentare e ad accrescere la fiducia tra tutti gli attori della filiera. L’obiettivo è aumentare la trasparenza dei prezzi, della struttura dei costi e della distribuzione dei margini e del valore aggiunto nella filiera, nel rispetto delle norme in materia di riservatezza e concorrenza.

Il lavoro dell’Osservatorio sosterrà lo sviluppo di metodologie per valutare e monitorare la struttura dei costi e la distribuzione dei margini e del valore aggiunto lungo la filiera alimentare.

L’Osservatorio avrà un massimo di 80 membri, in rappresentanza delle autorità nazionali responsabili di agricoltura, pesca e acquacoltura o della filiera alimentare, nonché organizzazioni che rappresentano le parti interessate attive in varie fasi della filiera, quali agricoltori, fornitori di fattori produttivi, rappresentanti dell’industria alimentare, commercianti, addetti ai trasporti, alla logistica e al commercio al dettaglio e consumatori. La prima riunione dell’Osservatorio dovrebbe tenersi a luglio 2024.

L’invito a presentare candidature scade il 13 maggio. Per essere nominate, le organizzazioni che si candidano devono essere iscritte nel registro per la trasparenza.

Maggiori informazioni sono disponibili nell’annuncio onlineù.
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Le nuove norme dell’UE sui servizi finanziari online sono entrate in vigore il 18 dicembre. La direttiva sui servizi finanziari venduti a distanza rafforzerà i diritti dei consumatori e promuoverà la prestazione transfrontaliera di servizi finanziari nel mercato unico.

I consumatori potranno ora recedere da un contratto con un clic, grazie a un nuovo “pulsante di recesso” che sarà introdotto dai fornitori di servizi. Oltre all’obbligo di fornire informazioni precontrattuali più chiare, le norme prevedono anche che ai clienti venga fornita assistenza umana nei casi in cui la comunicazione mediante chatbot non sia soddisfacente.

Le nuove norme derivano dalla direttiva del 2002 riveduta e mirano ad affrontare meglio la digitalizzazione del settore, i nuovi tipi di servizi finanziari e le transazioni online. Gli Stati membri sono tenuti a recepire la direttiva entro il 19 dicembre 2025.

Maggiori informazioni sulla commercializzazione a distanza dei servizi finanziari
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La Commissione europea comunica di aver accolto con favore l’accordo provvisorio raggiunto il 14 dicembre dal Parlamento europeo e dal Consiglio sulla riforma dell’assetto del mercato elettrico dell’UE.

Questo accordo, sottolinea Bruxelles, aiuterà l’UE a costruire un sistema energetico basato sulle fonti rinnovabili, a ridurre le bollette energetiche e a proteggere meglio i consumatori dalle impennate dei prezzi e a consentire loro di trarre vantaggio dalla transizione.

Garantirà inoltre un approvvigionamento energetico sostenibile e indipendente all’UE, in linea con il Green Deal europeo e il piano REPowerEU. Questa riforma, proposta dalla Commissione europea come parte del piano industriale del Green Deal, renderà anche l’ industria europea più pulita e più competitiva grazie a un migliore accesso alle energie rinnovabili e non fossili a prezzi accessibili.

La riforma provvisoriamente concordata dai colegislatori dell’UE prevede la revisione di diversi atti legislativi dell’UE, in particolare il regolamento sull’elettricità, la direttiva sull’elettricità e il regolamento REMIT. Basandosi sugli insegnamenti tratti dalla crisi energetica innescata dall’invasione russa dell’Ucraina, la riforma concordata porterà maggiore stabilità dei prezzi sia per i consumatori che per i fornitori grazie ad un più ampio utilizzo di contratti a lungo termine per la produzione di energia pulita e porterà maggiore flessibilità non fossile soluzioni nel sistema come la risposta alla domanda e lo stoccaggio.

Piano industriale Green Deal
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La Commissione europea informa attraverso un comunicato stampa di aver accolto con favore l’accordo provvisorio raggiunto tra il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione sulla revisione del regolamento sulla classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze chimiche (CLP).

Oltre a migliorare il funzionamento del mercato dell’UE per quanto riguarda i prodotti contenenti sostanze chimiche pericolose, le nuove misure proteggeranno meglio i consumatori, i lavoratori e l’ambiente, assicura la Commissione.

Il testo rivisto accelererà inoltre l’identificazione delle sostanze e miscele pericolose a livello dell’UE. La revisione migliorerà la comunicazione sulle sostanze chimiche pericolose, anche per quelle vendute online. Stabilisce inoltre norme sulla vendita di ricariche e offre maggiore flessibilità su come utilizzare le etichette.

Proposta di revisione del regolamento sulla classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze chimiche (CLP)

Atto delegato che istituisce nuove classi di pericolo
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Il sito del Parlamento europeo ha pubblicato uno speciale sulle norme sulla responsabilità per i prodotti difettosi.

L’UE vuole aggiornare delle norme sulla responsabilità per i prodotti difettosi, al fine di fornire maggior protezione ai consumatori e stare al passo con lo sviluppo delle nuove tecnologie.

L’attuale direttiva UE sulla responsabilità per danno da prodotti difettosi è stata adottata quasi 40 anni fa. A settembre 2022, la Commissione europea ha lanciato una proposta per aggiornare le linee guida e metterle al passo con i progressi tecnologici dei prodotti più recenti.

L’obiettivo dell’aggiornamento è quello di:

fissare norme uniformi per gli Stati membri

garantire il corretto funzionamento dell’economia circolare e di quella digitale

aiutare le vittime di prodotti difettosi a ottenere un risarcimento più equo.

Ambito di applicazione delle nuove norme sulla responsabilità

Al fine di poter meglio riflettere i cambiamenti nel mondo digitale, l’attuale definizione di prodotto deve essere ampliata in modo tale da poter includere aspetti quali aggiornamenti software, intelligenza artificiale o servizi digitali (ad esempio droni, robot e sistemi di casa intelligente).

Allo stesso tempo, le norme aggiornate escludono dal campo di applicazione i software open source e quelli gratuiti poiché tali programmi si basano sui miglioramenti forniti degli utenti. Pertanto, gli sviluppatori non possono essere ritenuti responsabili di eventuali danni causati da altri utenti.

L’UE è al lavoro per diventare più sostenibile e sta promuovendo la creazione di nuovi prodotti che siano più durevoli, riutilizzabili, riparabili e aggiornabili. Allo stesso tempo, in linea con i principi dell’economia circolare, una revisione delle norme relative alla responsabilità delle aziende è attualmente in corso, al fine di rendere le regole chiare ed equamente applicabili per le compagnie che apportano modifiche significative ai loro prodotti.

Procedura in caso di danno

Attualmente la direttiva riconosce come motivo legittimo per chiedere un risarcimento solo il danno fisico. Secondo le nuove norme sarà possibile invece richiedere il risarcimento dei danni psicologici che richiedano terapie o cure mediche purché certificate dal punto di vista medico.

Inoltre, un risarcimento può essere richiesto anche per la distruzione o il danneggiamento irreversibile dei dati (ad esempio cancellazione di file da un disco rigido). Tuttavia, la perdita deve superare i 1.000 euro.

Responsabilità

Secondo la proposta della Commissione europea, il periodo di responsabilità dovrebbe essere di 20 anni.

Il Parlamento vuole estendere il periodo di responsabilità a 30 anni nei casi per cui il danno sia visibile anche dopo un periodo di tempo più lungo.

In virtù della riforma normativa, nell’UE dovrebbe sempre essere possibile individuare qualcuno che possa essere ritenuto responsabile per il danno causato da un prodotto difettoso, anche se il prodotto sia stato fabbricato al di fuori dell’UE. Chiunque importi un prodotto o agisca come rappresentante del produttore potrebbe essere considerato responsabile. Qualora non ci fosse un’azienda responsabile, i consumatori potrebbero comunque ottenere un risarcimento attraverso i sistemi nazionali.

Procedura di compensazione più semplice

Il Parlamento intende semplificare la procedura necessaria a dimostrare che il prodotto era difettoso, abbia causato danni e che vi siano ragionevoli motivi per richiedere un risarcimento.

I deputati europei chiedono che le autorità nazionali poste a tutela dei consumatori, forniscano orientamenti e informazioni sulle richieste di risarcimento in modo comprensibile e di facile accesso.

I consumatori che hanno subito un danno, possono rivolgersi ai tribunali nazionali per chiedere ai produttori di fornire prove che possano aiutare nella loro richiesta di risarcimento.

Per la direttiva attuale, la soglia minima del danno per richiedere un risarcimento è di 500 euro. Il Parlamento europeo suggerisce di eliminare la soglia in modo tale che i consumatori possano dimostrare la difettosità come possibile causa di danno per qualsiasi prodotto.

Prodotti difettosi

Il Parlamento ritiene che un prodotto debba essere considerato difettoso quando non è sicuro per il consumatore medio.

I difetti possono essere legati al design del prodotto, alle caratteristiche tecniche, alle istruzioni, al suo utilizzo, agli effetti che altri prodotti potrebbero avere sul prodotto difettoso, alla sua durata di vita.

Passaggi successivi

A seguito di una relazione congiunta della commissione giuridica e della commissione per il mercato interno e la tutela dei consumatori, il Parlamento ha approvato la sua posizione sulle norme riviste nell’ottobre 2023.

I deputati avvieranno ora i negoziati con i paesi dell’UE sulla forma finale della legislazione.

>Scopri di più su come l’UE vuole rafforzare la protezione dei consumatoriù.

Norme sulla responsabilità dell’IA

L’UE sta lavorando anche sulle norme relative alla responsabilità in materia di intelligenza artificiale. Tese ad integrare la revisione della direttiva sulla responsabilità per danni causati da prodotti difettosi e affrontare meglio i danni causati da comportamenti illeciti dei sistemi di intelligenza artificiale (ad esempio violazioni della privacy o danni causati da problemi di sicurezza).

Scopri di più su come l’UE intende regolamentare l’uso dell’intelligenza artificiale.
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La Commissione europea informa attraverso un comunicato stampa che in vista dell’inverno sta rafforzando le sue azioni per tutelare i consumatori di energia, in particolare quelli vulnerabili.

Con l’adozione di una nuova raccomandazione sulla povertà energetica, la Commissione riafferma il suo impegno a garantire che la transizione verso l’energia pulita sia equa e giusta per tutti.

La raccomandazione definisce le buone pratiche per i miglioramenti strutturali che gli Stati membri possono adottare al fine di affrontare le cause profonde all’origine della povertà energetica. Vengono inoltre evidenziati gli investimenti in misure strutturali per far fronte alla scarsa efficienza energetica delle abitazioni e degli apparecchi intelligenti.

Tra le altre misure figurano la trasmissione di informazioni chiare sulle bollette energetiche e sulle pratiche per il risparmio energetico e l’incoraggiamento dei cittadini ad aderire alle comunità energetiche o a passare a soluzioni energetiche rinnovabili. La raccomandazione, accompagnata da un dettagliato documento di lavoro dei servizi della Commissione, fornisce anche suggerimenti su come sfruttare il bilancio dell’UE a livello nazionale.
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Il Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) ha recentemente suggerito che i prodotti che non possono essere riparati non dovrebbero essere commercializzati in Europa e che limitarsi a chiedere ai produttori di informare i consumatori quando un prodotto non può essere riparato non è sufficiente.

Il nuovo diritto alla riparazione dell’UE è sulla carta un grande passo avanti, afferma il CESE. Ma un consumatore che desidera riparare uno smartphone o un elettrodomestico che si guasta piuttosto che acquistarne uno nuovo potrebbe imbattersi in una serie di ostacoli pratici che renderanno la riparazione troppo difficile o costosa, se non addirittura impossibile. L’UE dovrebbe andare oltre e chiedere agli Stati membri di vietare qualsiasi pratica di rendere intenzionalmente i prodotti non riparabili.

PARERE CESE DIRITTO ALLA RIPARAZIONE
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E’ entrato in vigore il 12 giugno il regolamento sulla sicurezza generale dei prodotti.

Le nuove norme mirano ad affrontare i principali cambiamenti sociali che negli ultimi 20 anni hanno interessato la sicurezza dei prodotti di consumo, come la crescente digitalizzazione, i nuovi sviluppi tecnologici e le catene di approvvigionamento globalizzate.

Questo quadro aggiornato garantirà che vengano offerti ai consumatori soltanto prodotti sicuri, a prescindere dalla loro origine e dalla modalità di vendita (negozi o mercati online).

La Commissione europea inoltre ha annunciato il 12 giugno l’invito a presentare candidature per l’edizione 2023 del premio dell’UE per la sicurezza dei prodotti.

Il concorso riunisce imprese e ricercatori di successo e di talento che vogliono fare la differenza per la sicurezza dei consumatori. Quest’anno verterà sulle imprese che innovano e investono per migliorare la sicurezza dei giovani. Le candidature sono aperte fino all’8 settembre 2023.

Dopo un esame preliminare di ammissibilità, una giuria di esperti in materia di politica e sicurezza selezionerà i finalisti per ogni categoria. I vincitori di quest’anno saranno annunciati durante la cerimonia di gala ufficiale che si svolgerà a dicembre a Bruxelles.

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