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L’ufficio stampa della Commissione europea annuncia attraverso un comunicato stampa di aver adottato il 17 giugno una comunicazione che illustra come dare seguito ai risultati della conferenza sul futuro dell’Europa.

Dopo un anno di deliberazioni, la Conferenza si è conclusa il 9 maggio 2022. Nella cerimonia di chiusura a Strasburgo, i Presidenti del Parlamento europeo, della Commissione e del Consiglio hanno ricevuto dai partecipanti alla Conferenza una relazione finale contenente 49 persone di ampio respiro, ambiziose e proposte lungimiranti e 326 misure individuali.

Queste proposte, scrive la Commissione, coprono nove grandi temi e si basavano sulle raccomandazioni formulate dai cittadini durante i Panel dei cittadini europei e i Panel dei cittadini nazionali e che hanno contribuito con le loro idee attraverso la piattaforma digitale multilingue.

“Sebbene la Conferenza abbia prodotto sia la quantità che la qualità delle proposte, il suo successo dipenderà in definitiva dal cambiamento che può apportare”, continua Bruxelles. In questo spirito, la Commissione europea, insieme al Parlamento europeo e al Consiglio, si sono tutti impegnati nella Dichiarazione congiunta del marzo 2021 a dare seguito a quanto proposto, ciascuno nel quadro delle proprie competenze e in conformità con i Trattati. Il presidente von der Leyen ha ribadito questo impegno alla cerimonia di chiusura della Conferenza.

La comunicazione del 17 giugno è il primo passo nel follow-up della Commissione. Offre una valutazione di ciò che è necessario per dare seguito alle proposte della conferenza, fornisce una panoramica delle prossime fasi e illustra il modo migliore per trarre insegnamento dalla conferenza e integrare la democrazia partecipativa nella politica e nel processo legislativo dell’UE. Ad esempio, basandosi sul successo dei comitati di cittadini europei alla conferenza, la Commissione consentirà a questi comitati di deliberare e formulare raccomandazioni prima di alcune proposte chiave, come parte della sua più ampia elaborazione politica e in linea con i principi per legiferare meglio.

La Commissione europea ritiene che “affinché la valutazione delle proposte sia credibile, sia essenziale attenersi allo spirito e alla lettera di quanto proposto, senza alcuna reinterpretazione o selezione”. Questo è quanto riportato nell’allegato alla comunicazione. Le 49 proposte sono suddivise nelle stesse aree tematiche scelte dalla Conferenza, con la valutazione della Commissione definita per ciascuna area.

L’allegato definisce quattro categorie di risposte: iniziative esistenti che affrontano le proposte (ad esempio la legge europea sul clima); quelle già proposte dalla Commissione dove il Parlamento Europeo e il Consiglio sono chiamati ad adottare (es. Nuovo Patto sulla Migrazione); azioni pianificate che tradurranno le idee, costruendo nuove riflessioni dalla Conferenza (es. Media Freedom Act); e nuove iniziative o ambiti di lavoro ispirati alle proposte, rientranti nelle competenze della Commissione (ad es. questioni relative alla salute mentale).

La prima serie di nuove proposte sarà annunciata nel discorso sullo stato dell’Unione della presidente von der Leyen nel settembre 2022, nonché nella lettera di intenti di accompagnamento. Queste proposte saranno tra quelle da includere nel programma di lavoro della Commissione per il 2023 e oltre. Nel dare seguito, informa il comunicato, “la Commissione assicurerà che le nuove riforme e politiche non si escludano a vicenda per le discussioni sulla necessità di una modifica del trattato, concentrandosi sul trarre il massimo da ciò che è attualmente possibile, pur restando aperta alla modifica del trattato ove necessario”.

Per tenere informati i cittadini che hanno partecipato alla conferenza e mantenere lo slancio, nell’autunno 2022 sarà organizzato un evento di feedback della conferenza. Questo evento sarebbe il momento per comunicare e spiegare come le tre istituzioni dell’UE stanno seguendo e prendendo stock di progresso in quella fase del processo.

APPROFONDIMENTI

Comunicazione sulla Conferenza sul futuro dell’Europa

Allegato alla Comunicazione sulla Conferenza sul Futuro dell’Europa

Rapporto finale

Discorso della Presidente von der Leyen alla cerimonia di chiusura della Conferenza [9 maggio 2022]
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Il Parlamento europeo ritiene che gli oltre 700 miliardi di euro disponibili con i piani di ripresa dell’UE, debbano essere adattati alle nuove realtà sociali ed economiche. Lo scrive il servizio stampa del Parlamento europeo.

Più che uno strumento di soccorso a breve termine, continua il comunicato del PE, il dispositivo per la ripresa e la resilienza da 723,8 miliardi di euro è un piano orientato al futuro che finanzia le riforme e gli investimenti proposti dai paesi dell’UE in settori quali la transizione verde, la trasformazione digitale, il miglioramento della salute, la resilienza economica e il sostegno ai giovani.

In una relazione sull’attuazione di questo meccanismo, preparata dalle commissioni affari economici e bilancio del Parlamento europeo, i deputati sottolineano che il denaro debba essere utilizzato in modo efficiente al fine di garantire benefici a lungo termine per l’economia e la società dell’UE. Questo sottolinea inoltre la necessità di rafforzare l’autonomia strategica dell’UE, ridurre la dipendenza dai combustibili fossili d’importazione e diversificare le fonti energetiche.

Maggiori informazioni sul meccanismo di recupero e resilienza.

Oltre al pagamento di un prefinanziamento fino al 13% dei fondi stanziati, i paesi dell’UE ricevono il resto dei pagamenti nell’ambito del meccanismo dello strumento per la ripresa e la resilienza al raggiungimento di obiettivi e traguardi specifici.

Fino ad adesso, la maggior parte dei paesi ha ricevuto il prefinanziamento, otto paesi hanno richiesto un primo pagamento e la Spagna il secondo pagamento.

Tre paesi non hanno ottenuto l’approvazione dei propri piani nazionali: l’Olanda non ha presentato il proprio piano, mentre l’approvazione dei piani da parte di Polonia e Ungheria è stata posticipata a causa delle preoccupazioni legate allo Stato di diritto e ai rischi legati a frodi, conflitti di interesse e corruzione.

Il 1° giugno la Commissione europea ha espresso una valutazione positiva del piano nazionale di risanamento della Polonia, che deve essere approvato dal Consiglio. Il Parlamento ha criticato la decisione della Commissione in una risoluzione del 9 giugno, affermando che il pieno rispetto dei valori dell’UE è un prerequisito affinché qualsiasi paese dell’UE ottenga fondi per il recupero. I deputati hanno anche invitato il Consiglio del’Unione a non dare la sua approvazione fino a quando la Polonia non avrà soddisfatto tutte le condizioni.

I fondi di recupero vengono erogati ai paesi dell’UE sotto forma di sovvenzioni o prestiti. Gli Stati membri hanno pianificato di utilizzare quasi tutte le sovvenzioni disponibili, ma hanno affermato di voler utilizzare 166 miliardi di euro dei 385,8 miliardi di euro disponibili per i prestiti.

Gli eurodeputati invitano i paesi a utilizzare tutto il potenziale del meccanismo del dispositivo per la ripresa e la resilienza, compresi i prestiti, per contrastare gli effetti della pandemia e delle nuove sfide.
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Il 9 giugno il Parlamento europeo chiederà modifiche concrete ai trattati istitutivi dell’UE in risposta alle proposte della Conferenza sul futuro dell’Europa.

Le raccomandazioni dei cittadini della conferenza includono l’abolizione del voto unanime in seno al Consiglio dell’Unione europea nella maggior parte dei settori e maggiori competenze dell’UE in materia di salute ed energia, tra le altre questioni.
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Un comunicato stampa della Commissione europea informa che la Commissione ha convocato il terzo Forum Schengen, “una componente chiave del ciclo annuale della governance Schengen”. Il Forum ha consentito ai membri del Parlamento europeo e ai ministri dell’Interno delle attuali e future presidenze del Consiglio, ai rappresentanti degli Stati membri, nonché ad altre parti interessate come le agenzie dell’UE e le organizzazioni non governative di scambiare opinioni sullo stato di avanzamento dell’area Schengen e le nuove priorità per il periodo 2022-2023 sulla base del rapporto sullo stato di Schengen di recente adozione.

Le discussioni politiche, informa Bruxelles, proseguiranno il 10 giugno al Consiglio di Schengen, dove i ministri dovrebbero approvare a livello politico le principali priorità per il periodo 2022-2023.

Le discussioni si sono concentrate su:

Gestione delle frontiere esterne: i partecipanti hanno discusso le modalità da seguire per ottenere una gestione efficace delle frontiere esterne, per garantire che sia la protezione delle frontiere esterne che i diritti dei richiedenti asilo siano garantiti. Si sono scambiati opinioni su come rafforzare la gestione europea integrata delle frontiere, sulla base del processo di consultazione avviato dalla Commissione sullo sviluppo di una politica strategica pluriennale per la gestione europea integrata delle frontiere entro la fine del 2022.

Controlli alle frontiere interne: i partecipanti hanno fatto il punto sullo stato di avanzamento dei controlli alle frontiere interne alla luce della recente sentenza nelle cause riunite C-368/20 e C-369/2026 della Corte di giustizia, sottolineando che i controlli alle frontiere interne dovrebbero rimanere eccezionali misura di ultima istanza. L’argomento continuerà a essere discusso in occasione del prossimo Consiglio, anche per avanzare sull’emendamento della Commissione del 2021 al codice frontiere Schengen.

Sicurezza interna attraverso una cooperazione di polizia rafforzata: in uno spazio senza controlli alle frontiere interne, sono indispensabili una solida cooperazione di polizia tra gli Stati membri unitamente a un’efficace attuazione dei sistemi di informazione su larga scala, nonché efficaci politiche di rimpatrio e visti comuni. I partecipanti hanno anche ribadito l’importanza di implementare tempestivamente la nuova architettura informatica e l’interoperabilità per la gestione delle frontiere entro il 2023.

L’importanza del completamento dell’area Schengen: la Commissione ha sottolineato la necessità che il Consiglio adotti le decisioni per consentire alla Croazia, nonché alla Romania e alla Bulgaria di entrare formalmente nell’area Schengen. Lo stesso vale per Cipro una volta che avrà completato con successo il processo di valutazione Schengen.

Le priorità fissate dalle valutazioni Schengen nei settori della gestione delle frontiere esterne, della cooperazione di polizia, del rimpatrio, del sistema d’informazione Schengen, delle politiche in materia di visti e della protezione dei dati. Le valutazioni Schengen degli ultimi anni mostrano che gli Stati membri stanno attuando adeguatamente le regole Schengen, ma che restano aree in cui è possibile apportare miglioramenti. La Commissione continuerà a collaborare con gli Stati membri per discutere più in dettaglio il livello di attuazione delle norme Schengen.

La Commissione europea invita gli Stati membri e le agenzie per gli affari interni dell’UE “ad adottare le misure necessarie per realizzare le priorità individuate nella relazione sullo stato di Schengen. La Commissione invita inoltre i ministri ad approvare il nuovo modello di governance Schengen e le priorità per il periodo 2022-2023 in occasione del prossimo Consiglio Schengen del 10 giugno.
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Come già riportato dal nostro sito, il 29 e 30 aprile, la sessione plenaria della Conferenza sul futuro dell’Europa si è riunita per l’ultima volta e ha approvato una serie di 49 proposte dettagliate che coprono un’ampia gamma di argomenti, dai cambiamenti climatici alla salute, alle migrazioni e all’UE nel mondo. Ciò segue un viaggio eccezionale lungo un anno di discussioni, deliberazioni e collaborazione da parte di cittadini di tutta Europa, sul tipo di Europa in cui vorrebbero vivere.

I rappresentanti del Parlamento europeo, del Consiglio, della Commissione e dei rappresentanti dei parlamenti nazionali hanno espresso consenso sulle proposte.

Anche i cittadini partecipanti alla Plenaria hanno espresso le loro posizioni su queste proposte.

La Conferenza sul futuro dell’Europa si concluderà ufficialmente il 9 maggio – Giornata dell’Europa – a Strasburgo, quando i Copresidenti del Comitato esecutivo della Conferenza consegneranno una relazione finale contenente queste proposte ai Presidenti del Parlamento europeo, il Consiglio e Commissione.

Le tre istituzioni esamineranno poi come dar loro un seguito efficace, ciascuna nell’ambito delle proprie competenze e conformemente ai Trattati.

Piattaforma digitale multilingue

Estratti dei dibattiti del venerdì e del sabato della Plenaria della Conferenza sono disponibili su EbS.
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Nelle Conclusioni del Consiglio dell’Unione europea e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio sul tema «Lo sport e l’attività fisica: strumenti promettenti per trasformare i comportamenti a favore di uno sviluppo sostenibile» pubblicate dalla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C170 del 2 aprile si sottolinea come “Lo sport offre importanti occasioni di apprendimento informale e non formale ed è quindi un potente strumento per mettere in rilievo comportamenti esemplari e, di conseguenza, diffondere la responsabilità sociale, consentendo il coinvolgimento di tutti, in particolare dei giovani quali attori del cambiamento. Svolge inoltre una funzione di comunicazione nell’ottica di sensibilizzare i cittadini circa l’importanza di preservare gli ecosistemi, fare un uso armonioso e sostenibile delle risorse naturali e mitigare i cambiamenti climatici”.

Per il Consiglio “l’integrazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile nello sport potrebbe indurre le persone ad aderire allo sport e continuare a praticarlo, in particolare i giovani, in quanto molti di loro mostrano un interesse e un coinvolgimento particolari per tali questioni”.

E’importante ridurre al minimo l’impatto negativo di tutti i tipi di attività sportive sulla biodiversità, sull’ambiente e sulle dinamiche dell’attuale processo di cambiamento climatico. È importante che tutti i portatori di interesse, dagli enti pubblici e privati ai cittadini, siano consapevoli della loro responsabilità individuale e collettiva, nonché delle conseguenze delle loro azioni nella pratica o nell’organizzazione delle attività sportive.

Per il Consiglio dell’Unione è “opportuno assicurare che il settore dello sport contribuisca agli obiettivi climatici e ambientali dell’Unione europea fissati nel Green Deal europeo. A tal fine, sono necessari vari tipi di sostegno per consentire al settore dello sport di effettuare la transizione verso pratiche più responsabili”.

Per costruire una società inclusiva e sana, continua il Consiglio, è essenziale consentire a ogni individuo di praticare regolarmente lo sport e l’attività fisica in un ambiente sano e sicuro, indipendentemente dall’età, dal genere, dalle condizioni mentali e fisiche, dal contesto socioeconomico o dall’origine geografica.

Per questo, il Consiglio invita gli Stati membri dell’Unione ad allineare e coordinare le politiche e le strategie pubbliche riguardanti lo sport con gli obiettivi di sviluppo sostenibile e con i traguardi ad essi associati.

Inoltre per il Consiglio occorre “fornire ai cittadini l’accesso a pratiche ed eventi sportivi sicuri, inclusivi e sostenibili secondo le loro esigenze, ad esempio attraverso strutture sportive locali rispettose dell’ambiente, accessibili mediante infrastrutture per la mobilità attiva”.

Si invitano gli Stati membri dell’Unione ad esaminare modalità per dotare le autorità nazionali competenti di strumenti per osservare gli effetti dei cambiamenti climatici sullo sport al fine di elaborare strategie per anticipare, adattare e sostenere gli ecosistemi sportivi che saranno maggiormente influenzati dai cambiamenti climatici nel lungo termine, ad esempio perseguendo la transizione verso pratiche più resilienti e responsabili e avviando un dialogo con il movimento sportivo per sviluppare calendari più adeguati.

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La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L114 del 12 aprile pubblica la Decisione del Consiglio dell’Unione europea e del Parlamento europeo relativa a un programma generale di azione dell’Unione per l’ambiente fino al 2030.

La Decisione entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.

Nell’introduzione, si specifica che il Green Deal europeo è alla base del piano per la ripresa Next Generation EU, che promuove gli investimenti in settori fondamentali per la transizione verde e digitale, al fine di rafforzare la resilienza e creare crescita e occupazione in una società equa e inclusiva. Anche il dispositivo per la ripresa e la resilienza che, insieme al bilancio dell’Unione per il periodo 2021-2027, sarà il motore della ripresa economica dell’Unione dalla crisi della COVID-19, si basa sugli obiettivi prioritari stabiliti nel Green Deal europeo. Inoltre, tutte le iniziative che si iscrivono nel piano per la ripresa Next Generation EU dovrebbero rispettare, se del caso, il principio «non arrecare un danno significativo» enunciato nell’articolo 17 del regolamento (UE) 2020/852 del Parlamento europeo e del Consiglio (il «regolamento sulla tassonomia»).

Il piano per la ripresa Next Generation EU, si legge nella decisone, costituisce un’opportunità importante per accelerare il ritmo della presente decisione che definisce un programma generale di azione per l’ambiente per il periodo fino al 31 dicembre 2030 («l’Ottavo programma di azione per l’ambiente» o «l’8o PAA»). Stabilisce gli obiettivi prioritari dell’8o PAA e individua le condizioni favorevoli necessarie per il conseguimento di tali obiettivi prioritari. Istituisce un quadro di monitoraggio per misurare i progressi realizzati dall’Unione e dai suoi Stati membri nel conseguimento degli obiettivi prioritari dell’8o PAA e un meccanismo di governance al fine di garantire il pieno conseguimento di tali obiettivi prioritari.

L’8o PAA mira ad accelerare, in modo equo e inclusivo, la transizione verde a un’economia climaticamente neutra, sostenibile, priva di sostanze tossiche, efficiente sotto il profilo delle risorse, basata sull’energia rinnovabile, resiliente, competitiva e circolare, e a proteggere, ripristinare e migliorare lo stato dell’ambiente, mediante, tra l’altro, l’interruzione e l’inversione del processo di perdita della biodiversità. Esso sostiene e rafforza un approccio integrato all’attuazione delle politiche, basandosi sul Green Deal europeo.

L’8o PAA costituisce la base per il conseguimento degli obiettivi in materia di ambiente e clima definiti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e nei relativi OSS, nonché degli obiettivi perseguiti dagli accordi multilaterali in materia di ambiente e di clima.

Obiettivi prioritari.

L’8o PAA si articola in sei obiettivi tematici prioritari interconnessi per il periodo fino al 31 dicembre 2030:

1- ridurre in modo rapido e prevedibile le emissioni di gas a effetto serra e nel contempo aumentare l’assorbimento da pozzi naturali nell’Unione al fine di realizzare l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra per il 2030, come stabilito nel regolamento (UE) 2021/1119, in linea con gli obiettivi climatici e ambientali, garantendo al contempo una transizione giusta che non lasci indietro nessuno;

2- fare costanti progressi nel rafforzamento e nell’integrazione della capacità di adattamento, anche sulla base degli approcci ecosistemici, nel consolidamento della resilienza nonché nell’adattamento e nella riduzione della vulnerabilità dell’ambiente, della società e di tutti i settori dell’economia ai cambiamenti climatici, migliorando al contempo la prevenzione delle catastrofi meteorologiche e climatiche;

3- progredire verso un’economia del benessere che restituisca al pianeta più di quanto prenda, e accelerare la transizione a un’economia circolare priva di sostanze tossiche, in cui la crescita è rigenerativa, le risorse sono utilizzate in modo efficiente e sostenibile e in cui è applicata la gerarchia dei rifiuti;

4- perseguire l’«inquinamento zero», anche in relazione alle sostanze chimiche nocive, al fine di conseguire un ambiente privo di sostanze tossiche (segnatamente per quanto riguarda l’aria, l’acqua e il suolo, nonché in relazione all’inquinamento luminoso e acustico) e proteggere la salute e il benessere delle persone, degli animali e degli ecosistemi dai rischi ambientali e dagli effetti negativi;

5- proteggere, preservare e ripristinare la biodiversità marina e terrestre e la biodiversità delle acque interne sia all’interno che all’esterno delle aree protette, segnatamente arrestandone e invertendone la perdita e migliorando la salute degli ecosistemi, delle loro funzioni e dei servizi che forniscono, e dello stato dell’ambiente, in particolare l’aria, l’acqua e il suolo, nonché lottando contro la desertificazione e il degrado del suolo;

6- promuovere gli aspetti ambientali della sostenibilità e ridurre in misura significativa le principali pressioni ambientali e climatiche connesse alla produzione e al consumo dell’Unione, in particolare nei settori dell’energia, dell’industria, dell’edilizia e delle infrastrutture, della mobilità, del turismo, del commercio internazionale e del sistema alimentare.

La Decisione comprende i seguenti capitoli: Il quadro generale, gli Obiettivi prioritari, le Condizioni favorevoli al conseguimento degli obiettivi prioritari, il Quadro di monitoraggio e governance.

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La Gazzetta ufficiale L115 del 13 aprile pubblica il Regolamento del Consiglio dell’Unione e del Parlamento europeo per quanto riguarda l’aumento del prefinanziamento a titolo delle risorse REACT-EU e l’istituzione di un costo unitario.

Ai fini dell’attuazione delle operazioni volte ad affrontare le sfide migratorie a seguito dell’aggressione militare da parte della Federazione russa, scrive il Regolamento, “gli Stati membri possono inserire tra le spese dichiarate nelle domande di pagamento un costo unitario collegato alle necessità di base e al sostegno alle persone che ricevono protezione temporanea o altra protezione adeguata ai sensi del diritto nazionale. Tale costo unitario è pari a 40 EUR per settimana per ogni settimana completa o parziale trascorsa da ciascuna di tali persone nello Stato membro interessato”.

IL REGOLAMENTO COMPLETO IN ITALIANO (PDF)
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