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Un comunicato stampa del Consiglio dell’Unione europea rende noto che nel tentativo di aumentare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico dell’UE, gli Stati membri hanno raggiunto il 26 luglio un accordo politico su una riduzione volontaria della domanda di gas naturale del 15% questo inverno. Il regolamento del Consiglio dell’Unione prevede anche la possibilità di attivare una “allerta dell’Unione” sulla sicurezza dell’approvvigionamento, nel qual caso la riduzione della domanda di gas diventerebbe obbligatoria.

Lo scopo della riduzione della domanda di gas è quello di risparmiare prima dell’inverno per prepararsi a possibili interruzioni delle forniture di gas dalla Russia che utilizza continuamente le forniture di energia come arma.

Gli Stati membri hanno concordato di ridurre la domanda di gas del 15% rispetto al consumo medio degli ultimi cinque anni, tra il 1 agosto 2022 e il 31 marzo 2023, con misure di propria scelta.

Il Consiglio ha specificato alcune esenzioni e possibilità per richiedere una deroga all’obiettivo di riduzione obbligatorio, al fine di riflettere le situazioni particolari degli Stati membri e garantire che le riduzioni di gas siano efficaci in aumentare la sicurezza dell’approvvigionamento nell’UE.

Il regolamento è un provvedimento eccezionale e straordinario, previsto per un tempo limitato. Pertanto si applicherà per un anno e la Commissione europea effettuerà un riesame per valutarne l’estensione alla luce della situazione generale dell’approvvigionamento di gas dell’UE, entro maggio 2023.

Il testo concordato sarà formalmente adottato mediante procedura scritta. La procedura scritta sarà avviata e conclusa nei prossimi giorni, a seguito di revisioni tecniche del testo.

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La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C245 del 8 giugno pubblica le Conclusioni del Consiglio dell’Unione europeavsulla protezione e la sicurezza dei giornalisti e degli altri professionisti dei media.

Nel documento si incoraggia nel quadro dell’attuale forum europeo dei mezzi di informazione, l’organizzazione periodica di discussioni e scambi di migliori pratiche in materia di protezione e sicurezza dei giornalisti e degli altri professionisti dei media, facilitando il dialogo sugli sviluppi pertinenti con i portatori di interessi.

Il Consiglio invita a continuare a valutare i progetti pilota e le azioni preparatorie esistenti a sostegno della libertà e del pluralismo dei media, al fine di ampliarli e renderli a più lungo termine.

Per il Consiglio occorre rafforzare i finanziamenti a favore del giornalismo indipendente e d’inchiesta, che apporta un contributo fondamentale alla vita pubblica e democratica, anche sulla base dell’iniziativa NEWS e ispirandosi, ad esempio, all’esperienza di InvestEU.

Il Consiglio invita a tenere conto della sicurezza online e della libertà di parola dei giornalisti e degli altri professionisti dei media in tutte le iniziative pertinenti derivanti dalla strategia digitale dell’UE.

Per il Consiglio, tra l’altro, è necessario promuovere la sicurezza online e l’empowerment digitale dei giornalisti e degli altri professionisti dei media, in particolare per quanto riguarda le giornaliste, i giornalisti appartenenti a minoranze o a gruppi socialmente emarginati, ad esempio promuovendo la creazione di gruppi di esperti dedicati che raccolgano informazioni e condividano buone pratiche su come affrontare attacchi e minacce online, che potrebbero riunire rappresentanti dei media e autorità di regolamentazione a livello dell’UE o degli Stati membri, funzionari delle autorità di contrasto e funzionari responsabili della cibersicurezza.

IL DOCUMENTO COMPLETO IN ITALIANO (PDF)
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La Gazzetta ufficiale C243 del 27 giugno pubblica una Raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea relativa all’apprendimento per la transizione verde e lo sviluppo sostenibile

Nel documento, tra l’altro, il Consiglio dell’Unione raccomanda agli Stati membri “nel pieno rispetto dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità” di: Intensificare e potenziare gli sforzi volti a sostenere i sistemi di istruzione e formazione nell’adozione di misure a favore della transizione verde e dello sviluppo sostenibile, in modo che i discenti di tutte le età e di qualsiasi provenienza possano accedere a un’istruzione e a una formazione eque, inclusive e di elevata qualità in materia di sostenibilità, cambiamenti climatici, protezione dell’ambiente e biodiversità, tenendo debitamente conto delle considerazioni ambientali, sociali ed economiche.

Definire l’apprendimento per la transizione verde e lo sviluppo sostenibile come uno dei settori prioritari nelle politiche e nei programmi di istruzione e formazione al fine di sostenere e consentire il contributo del settore a un futuro sostenibile, integrato in una visione olistica dell’istruzione. Attuare e sviluppare ulteriormente approcci globali e collaborativi all’insegnamento e all’apprendimento per la transizione verde e lo sviluppo sostenibile che coinvolgano tutte le parti interessate del sistema di istruzione e formazione e i portatori di interessi di altri settori pertinenti.

Offrire una serie di opportunità di apprendimento in contesti formali, non formali e informali, in modo che gli individui di tutte le età possano prepararsi per la transizione verde e contribuirvi attivamente, nonché agire a favore di un’economia ecocompatibile, sostenibile, circolare e a impatto climatico zero e di società giuste, inclusive e pacifiche.

rafforzare, anche attraverso un sostegno finanziario in linea con i regimi di sostegno finanziario nazionali pertinenti, un apprendimento permanente di alta qualità per la transizione verde e lo sviluppo sostenibile, compresi tirocini, apprendistati, volontariato, attività extracurricolari, attività di animazione socioeducativa e altre forme di apprendimento formale, non formale e informale, insieme ai legami tra di esse. Incoraggiare e riconoscere le azioni e i programmi di impegno civico a tale riguardo.

LA RACCOMANDAZIONE INTEGRALE IN ITALIANO (PDF)
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Un nuovo regolamento, approvato il 24 giugno dal Parlamento europeo e già concordato con i ministri dell’UE, prevede che gli impianti di stoccaggio del gas debbano essere riempiti almeno all’80 % entro il 1º novembre 2022 per proteggere i cittadini europei da eventuali shock di approvvigionamento. I Paesi UE e i gestori dovrebbero adoperarsi per raggiungere l’85 %.

Per gli anni successivi il livello di riempimento è fissato al 90%. Nel testo del regolamento si sottolinea inoltre la necessità per i Paesi UE di diversificare le fonti di approvvigionamento del gas e rafforzare le misure di efficienza energetica.

Ai sensi del regolamento, gli impianti di stoccaggio del gas saranno considerati infrastrutture critiche. Tutti i gestori degli impianti di stoccaggio dovranno ottenere una nuova certificazione obbligatoria per ridurre il rischio di interferenze esterne. Gli operatori che non ottengono tale certificazione dovranno rinunciare alla proprietà o al controllo di impianti di stoccaggio del gas nell’UE.

Entro agosto 2022, la Commissione europea pubblicherà degli orientamenti sulle modalità di acquisto congiunto del gas, un meccanismo che potrà essere attivato da due o più Stati membri, su base volontaria.

Il regolamento dovrà ora essere approvato formalmente dal Consiglio dell’UE prima della pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e dell’entrata in vigore.
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Il Consiglio dell’Unione europea ha adottato il 16 giugno una raccomandazione che stimola e sostiene politiche e programmi relativi all’apprendimento per la transizione verde e lo sviluppo sostenibile. “Tale azione è essenziale-recita il comunicato stampa del Consiglio- per garantire che i discenti di tutte le età acquisiscano le conoscenze necessarie per vivere in modo più sostenibile, ottengano le competenze essenziali in un mercato del lavoro in evoluzione e si adoperino a favore di un futuro sostenibile”.

Tra l’altro si raccomanda agli Stati di:

indicare nell’apprendimento per la transizione verde e nello sviluppo sostenibile uno dei settori prioritari per le politiche e i programmi di istruzione e formazione

offrire opportunità di apprendimento in contesti formali, non formali e informali

sostenere e migliorare l’insegnamento e l’apprendimento per la transizione verde e lo sviluppo sostenibile fornendo infrastrutture, strumenti e risorse digitali

fornire informazioni accessibili e basate sui fatti riguardo alle crisi del clima, dell’ambiente e della biodiversità e ai relativi fattori chiave

agevolare la partecipazione degli educatori a programmi di sviluppo professionale in materia di sostenibilità

In molti paesi l’apprendimento per la sostenibilità è stato integrato in politiche, strategie e programmi di studio. Tuttavia, gli educatori hanno bisogno di ulteriore sostegno mirato nonché di ulteriori competenze e opportunità di formazione per integrare i principi della transizione verde e dello sviluppo sostenibile nelle loro pratiche di insegnamento e formazione.

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La Commissione europea rende noto in un suo comunicato stampa di aver accolto con favore il 7 giugno l’accordo politico raggiunto questa mattina tra il Parlamento europeo e gli Stati membri dell’UE sulla direttiva sui salari minimi adeguati proposta dalla Commissione nell’ottobre 2020.

La direttiva stabilisce un quadro per l’adeguatezza del salario minimo legale, promuovendo la contrattazione collettiva sulla determinazione del salario e migliorando l’accesso effettivo dei lavoratori alla protezione del salario minimo nell’UE.

“Un salario minimo adeguato è importante per rafforzare l’equità sociale e sostenere una ripresa economica sostenibile e inclusiva. Migliori condizioni di lavoro e di vita avvantaggiano anche le imprese, la società e l’economia in generale, aumentando la produttività e la competitività”, scrive nel comunicato la Commissione.

La protezione del salario minimo esiste in tutti gli Stati membri dell’UE, sia attraverso salari minimi legali e contratti collettivi, sia esclusivamente attraverso contratti collettivi.

Garantire che i lavoratori percepiscano salari adeguati è essenziale per migliorare le loro condizioni di vita e di lavoro e per costruire economie e società eque e resilienti, afferma Bruxelles. Tuttavia, alcuni lavoratori risentono di una scarsa adeguatezza e/o di lacune nella copertura della protezione del salario minimo.

La nuova direttiva, informa la Commissione, “mira ad affrontare questo problema stabilendo un quadro dell’UE per migliorare un’adeguata protezione del salario minimo. Ciò avverrà nel pieno rispetto delle tradizioni e delle competenze nazionali nonché dell’autonomia delle parti sociali”. Non richiede agli Stati membri di introdurre salari minimi legali, né stabilisce un livello salariale minimo comune in tutta l’UE.

Proposta della Commissione per una Direttiva UE su salari minimi adeguati nell’UE
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La Commissione europea ha reso noto il 7 giugno in un comunicato stampa di aver accolto con favore l’accordo politico raggiunto oggi tra il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione sulla direttiva sul miglioramento dell’equilibrio di genere tra gli amministratori non esecutivi di società quotate proposta dalla Commissione nel 2012.

“L’Europa ha molte donne altamente qualificate con il 60% degli attuali laureati di sesso femminile, sottolinea Bruxelles. Ciononostante, le donne sono sottorappresentate nelle posizioni di alto livello, anche nei consigli di amministrazione, e il progresso è molto lento. Solo un terzo dei membri dei consigli di amministrazione non esecutivi sono donne e questo è ancora meno tra i consigli di amministrazione”.

La direttiva fissa l’obiettivo per le società dell’UE quotate nelle borse dell’UE di accelerare il raggiungimento di un migliore equilibrio di genere. Stabilisce una quota del 40% del sesso sottorappresentato tra gli amministratori non esecutivi e del 33% tra tutti gli amministratori. Tali società devono garantire che le procedure di nomina dei consigli di amministrazione siano chiare e trasparenti e che i candidati siano valutati oggettivamente sulla base dei loro meriti individuali, indipendentemente dal sesso.

La direttiva concordata inoltre garantirà che l’equilibrio di genere nei consigli di amministrazione delle società quotate sia ricercato in tutta l’UE, consentendo al contempo flessibilità per gli Stati membri che hanno adottato misure altrettanto efficaci. Tale flessibilità consentirà la sospensione dei requisiti procedurali previsti dalla direttiva.
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Gli amministratori locali ucraini hanno espresso un forte sostegno al coinvolgimento delle città e delle regioni europee nella ricostruzione dell’Ucraina. Li hanno anche esortati ad aiutare con la ricostruzione delle infrastrutture chiave anche mentre la guerra continua, sottolineando che la guerra ha anche portato distruzione in parti del paese lontane dalle attuali linee di contatto tra le truppe ucraine e russe.

La loro richiesta di un’azione rapida, sostenuta da un rappresentante di spicco della presidenza ceca entrante del Consiglio dell’Unione europea, è arrivata il 23 maggio in una riunione organizzata dal Comitato europeo europeo delle regioni (CdR).

La riunione del gruppo di lavoro del CdR sull’Ucraina è stata presieduta da Aleksandra Dulkiewicz, sindaco di Danzica, una città che è un importante esempio di partenariato urbano, anche con le città ucraine di Mariupol, Odessa e Lviv.

Nel corso della riunione Katarína Mathernová, capo del gruppo di supporto per l’Ucraina della Commissione europea, ha descritto il sostegno da città a città e da regione a regione come “assolutamente critico” e ha elogiato la trasformazione del governo locale in Ucraina negli ultimi otto anni. Le riforme del decentramento sono state “visionarie” e “il successo del decentramento è uno dei capisaldi della resilienza” dell’Ucraina. La riforma del decentramento è stata fortemente sostenuta dal programma U-LEAD with Europe della Commissione europea. Le attività del programma sono state riproposte dopo l’invasione del 24 febbraio, per aiutare a soddisfare i bisogni di emergenza delle comunità locali in tutte le 24 regioni dell’Ucraina.

PAGINA AICCRE SULL’UCRAINA
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