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Il Consiglio dell’Unione europea ha adottato nei giorni scorsi un nuovo regolamento che salvaguarderà la libertà e il pluralismo dei media e l’indipendenza editoriale nell’UE.

La legge europea per la libertà dei media (EMFA) istituirà un quadro comune per i servizi di media nell’ambito del mercato interno dell’UE e introdurrà misure volte a proteggere i giornalisti e i fornitori di servizi di media da ingerenze politiche, rendendo nel contempo più agevole per loro operare attraverso le frontiere interne dell’UE.

Le nuove norme garantiranno il diritto dei cittadini di accedere a informazioni libere e pluralistiche e definiranno la responsabilità degli Stati membri di fornire le condizioni e il quadro adeguati per proteggerle.

Il regolamento, sottolinea il comunicato del Consiglio, risponde alle preoccupazioni crescenti nell’UE in merito alla politicizzazione dei media e alla mancanza di trasparenza della proprietà dei media e dell’allocazione di fondi per la pubblicità statale ai fornitori di servizi di media. Mira a porre in atto garanzie per combattere le ingerenze politiche nelle decisioni editoriali per i fornitori di media di servizio sia pubblico che privato, proteggere i giornalisti e le loro fonti e garantire la libertà e il pluralismo dei media.

L’EMFA si basa sulle disposizioni della direttiva sui servizi di media audiovisivi (direttiva AVMS) del 2018. In particolare, introduce un nuovo comitato europeo per i servizi di media in sostituzione del gruppo dei regolatori (ERGA) istituito dalla direttiva. Il comitato sarà composto dalle autorità nazionali per i media, fornirà consulenza e sostegno alla Commissione e promuoverà un’applicazione coerente delle disposizioni fondamentali del nuovo regolamento EMFA e della direttiva AVMS in tutti gli Stati membri, anche fornendo pareri e aiutando la Commissione a elaborare orientamenti.

Il regolamento sarà ora firmato e pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’UE ed entrerà in vigore 20 giorni dopo.

Legge europea per la libertà dei media – testo del regolamento

Libertà dei media nell’UE (informazioni generali)
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E-News, climate change, In Evidenza, Ultime Notizie, Notizie
Il Consiglio dell’Unione europea rende noto in un comunicato di aver adottato formalmente nei giorni scorsi una direttiva sulla tutela penale dell’ambiente che migliorerà le indagini e l’azione penale riguardanti i reati ambientali.

La direttiva fissa norme minime a livello di UE sulla definizione dei reati e delle sanzioni. Sostituisce la precedente normativa, che risale al 2008.

La direttiva si applicherà solo ai reati commessi all’interno dell’UE. Tuttavia, gli Stati membri possono decidere di estendere la loro giurisdizione a reati commessi al di fuori del proprio territorio.

Il numero di condotte che costituiranno reato passerà da nove a venti. I nuovi reati comprendono il traffico di legname, il riciclaggio illegale di componenti inquinanti di navi e le violazioni gravi della legislazione in materia di sostanze chimiche.

Inoltre, la nuova direttiva introduce una clausola relativa ai “reati qualificati” che si applica quando un reato di cui alla direttiva è commesso intenzionalmente e provoca la distruzione dell’ambiente o un danno irreversibile o duraturo allo stesso.

I reati dolosi che provocano il decesso di una persona saranno punibili con una pena detentiva massima pari ad almeno dieci anni (gli Stati membri possono decidere di prevedere sanzioni ancora più severe nella loro legislazione nazionale). Altri reati comporteranno la reclusione fino a cinque anni. La pena detentiva massima per i reati qualificati sarà di almeno otto anni.

Per le imprese le sanzioni pecuniarie ammonteranno ad almeno il 5% del fatturato mondiale totale per i reati più gravi o, in alternativa, a 40 milioni di EUR. Per tutti gli altri reati, la sanzione pecuniaria massima sarà pari ad almeno il 3% del fatturato o, in alternativa, a 24 milioni di EUR.

Gli Stati membri dovranno provvedere affinché le persone fisiche e le imprese possano essere sanzionate con misure supplementari, quali l’obbligo per l’autore del reato di ripristinare l’ambiente o di risarcire i danni, l’esclusione dello stesso dall’accesso ai finanziamenti pubblici o il ritiro di permessi o autorizzazioni.

Dalla sua entrata in vigore, gli Stati membri disporranno di due anni per adeguare le norme nazionali alla direttiva.

Direttiva sulla tutela penale dell’ambiente, 13 marzo 2024

La lotta dell’UE alla criminalità organizzata (informazioni generali)
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E-News, diritti umani ed uguaglianza, In Evidenza, Ultime Notizie, Notizie
I ministri dell’Occupazione e degli affari sociali dell’UE hanno concordato il 12 giugno la loro posizione su due proposte che rafforzeranno l’indipendenza e il funzionamento degli organismi per la parità nell’UE, contribuendo a prevenire la discriminazione e a proteggere meglio le vittime.

Gli organismi per la parità svolgono un ruolo fondamentale nella protezione dei cittadini dell’UE dalla discriminazione. I due orientamenti generali concordati oggi dal Consiglio sono importanti per garantire che gli organismi nazionali per la parità dispongano dei poteri, delle risorse e dell’indipendenza per combattere efficacemente la discriminazione.

Attualmente tutti gli Stati membri dell’UE sono tenuti a istituire organismi nazionali al fine di combattere la discriminazione fondata su motivi quali l’origine razziale o etnica e il genere, ma il mandato e le competenze di tali organismi variano da uno Stato membro all’altro.

Le nuove norme stabiliranno requisiti minimi comuni a livello dell’UE per gli organismi per la parità in una serie di ambiti chiave che comprendono:

competenze rafforzate per consentire agli organismi per la parità di combattere la discriminazione per motivi di religione o convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale nel settore dell’occupazione e la discriminazione fondata sul genere nel settore della sicurezza sociale

l’obbligo giuridico di indipendenza degli organismi per la parità

risorse umane, tecniche e finanziarie sufficienti

l’obbligo per le istituzioni pubbliche di consultare gli organismi per la parità su questioni relative alla discriminazione e alla parità di trattamento

maggiori poteri di svolgere indagini e di risoluzione delle controversie nei casi di discriminazione

Uno degli orientamenti generali concordati sarà negoziato nel quadro della procedura legislativa ordinaria e conferisce alla prossima presidenza spagnola del Consiglio il mandato di avviare i negoziati con il Parlamento europeo al fine di raggiungere un accordo provvisorio. Per quanto riguarda la proposta negoziata secondo la procedura legislativa speciale, il Parlamento europeo sarà invitato a dare la sua approvazione.

Gli organismi per la parità sono istituzioni pubbliche che proteggono e forniscono assistenza alle vittime di discriminazione. La legislazione dell’UE sulla parità stabilisce che tutti gli Stati membri devono istituire organismi nazionali per la parità incaricati di trattare i casi di discriminazione fondata sul sesso e sull’origine razziale o etnica.

Ai sensi dell’attuale legislazione sugli organismi per la parità, gli Stati membri dispongono di un ampio margine di discrezionalità, il che comporta differenze significative all’interno dell’UE in termini di competenze, indipendenza, risorse, accessibilità ed efficacia di tali organismi.

Il 7 dicembre 2022 la Commissione ha pubblicato due proposte per rafforzare gli organismi per la parità:

una proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulle norme riguardanti gli organismi per la parità nel settore della parità di trattamento e delle pari opportunità tra donne e uomini in materia di occupazione e impiego, avente come base giuridica l’articolo 157 TFUE (procedura legislativa ordinaria)

una proposta di direttiva del Consiglio sulle norme riguardanti gli organismi per la parità in materia di parità di trattamento tra le persone indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica, parità di trattamento in materia di occupazione e impiego tra le persone indipendentemente dalla religione o dalle convinzioni personali, dalla disabilità, dall’età o dall’orientamento sessuale, parità di trattamento tra le donne e gli uomini in materia di sicurezza sociale e per quanto riguarda l’accesso a beni e servizi e la loro fornitura, avente come base giuridica l’articolo 19, paragrafo 1, TFUE (procedura di approvazione)

Poiché la legislazione in corso di revisione si basa su due procedure legislative differenti, è stato necessario pubblicare due proposte della Commissione, anche se il loro contenuto è sostanzialmente identico.

Proposta di direttiva sulle norme riguardanti gli organismi per la parità (articolo 19 TFUE) – Orientamento generale

Proposta di direttiva sulle norme riguardanti gli organismi per la parità (articolo 157 TFUE) – Orientamento generale
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Il Consiglio dell’Unione europea ha adottato il 3 maggio la sua posizione (“mandato negoziale”) sulla proposta di direttiva per responsabilizzare i consumatori per la transizione verde, che mira a rafforzare i diritti dei consumatori modificando la direttiva sulle pratiche commerciali sleali (UCPD) e la direttiva sui diritti dei consumatori (CRD). La posizione del Consiglio rafforza i diritti dei consumatori, vieta le indicazioni ambientali generiche e introduce un formato grafico armonizzato dall’Unione europea, per aiutare i consumatori a riconoscere le garanzie commerciali di durabilità.

Proposta di DIRETTIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO E DELCONSIGLIO sulla responsabilizzazione dei consumatori per latransizione verde mediante il miglioramento della tutela dalle pratichesleali e dell’informazione
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La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 323 del 19 dicembre pubblica la Decisione del Parlamento europeo e del Consiglio dell’Unione europea che istituisce il programma strategico per il decennio digitale 2030

La presente decisione istituisce il programma strategico per il decennio digitale 2030 e definisce un meccanismo di monitoraggio e cooperazione per tale programma, concepito per: creare un ambiente favorevole all’innovazione e agli investimenti attraverso la definizione di una direzione chiara per la trasformazione digitale dell’Unione e per il conseguimento degli obiettivi digitali a livello di Unione entro il 2030 sulla base di indicatori misurabili;

strutturare e stimolare la cooperazione tra il Parlamento europeo, il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri;


La presente decisione istituisce anche un quadro per i progetti multinazionali.

SCARICA LA DECISIONE IN ITALIANO IN PDF
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La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C 476 del 15 dicembre pubblica la Raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea relativa all’accesso a un’assistenza a lungo termine di alta qualità e a prezzi accessibili

Un’assistenza a lungo termine di alta qualità, accessibile e a prezzi sostenibili, scrive il documento, permette alle persone bisognose di assistenza di mantenere la propria autonomia il più a lungo possibile e di vivere in modo dignitoso. Concorre a tutelare i diritti umani, a promuovere il progresso sociale e la solidarietà intergenerazionale e a lottare contro l’esclusione sociale e la discriminazione e può contribuire a creare posti di lavoro.

La raccomandazione del Consiglio è volta a migliorare l’accesso a un’assistenza a lungo termine di alta qualità e a prezzi accessibili per tutti coloro che ne hanno bisogno e riguarda tutte le persone che necessitano di assistenza a lungo termine e tutti i prestatori di assistenza formale e informale. Si applica all’assistenza a lungo termine erogata in tutti i contesti di assistenza.

LA DICHIARAZIONE COMPLETA IN ITALIANO (PDF)
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Il sito della Rappresentanza italiana della Commissione europea comunica che la Commissione ha accolto il 29 novembre con favore l’accordo politico provvisorio raggiunto tra il Parlamento europeo e il Consiglio sugli elementi centrali del regolamento relativo alla sicurezza generale dei prodotti, facente seguito alla proposta della Commissione.

L’accordo stabilirà nuove norme per garantire che all’interno dell’Unione ai consumatori siano venduti solo prodotti sicuri, sia in negozio sia online, indipendentemente dal fatto che tali prodotti siano stati fabbricati nell’UE o altrove.

Il regolamento affronterà anche i rischi collegati ai nuovi prodotti tecnologici, come i rischi di cibersicurezza, e introdurrà norme sulla sicurezza dei prodotti per il mercato online. Le nuove norme sono in linea e coerenti con la normativa sui servizi digitali.

Il Parlamento europeo e il Consiglio dovranno ora adottare formalmente l’accordo politico.
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Come annunciato ai cittadini nel corso della Conferenza sul futuro dell’Europa, il Parlamento europeo, il Consiglio dell’Unione e la Commissione europea organizzano il 2 dicembre prossimo presso la sede del Parlamento europeo a Bruxelles un evento per fare il punto sulla Conferenza.

L’evento prevede uno scambio interattivo con i cittadini che hanno partecipato ai panel europei dei cittadini e con i rappresentanti dei panel nazionali e degli eventi. I rappresentanti di alto livello delle tre istituzioni spiegheranno in che modo stanno dando seguito alla Conferenza e alle sue proposte.

Il programma dell’evento sarà disponibile sulla piattaforma della Conferenza. Le sessioni pubbliche dell’evento saranno trasmesse in streaming sulla piattaforma della Conferenza e sul Centro multimediale del PE.

Negli ultimi mesi, le tre istituzioni hanno lavorato per rispettare l’impegno di dar seguito alle proposte della Conferenza, avviando il processo di attuazione e di verifica secondo le rispettive competenze previste dai Trattati UE. Le 49 proposte della Conferenza includono più di 300 provvedimenti su come realizzarle suddivise in nove temi, e sono basate sulle raccomandazioni formulate dai panel europei e nazionali dei cittadini e sui contributi degli eventi nazionali, della piattaforma digitale multilingue e dalle discussioni della Plenaria e i nove gruppi di lavoro tematici.
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