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La Commissione europea informa sul sito Portale Europeo Gioventù che sta lanciando la nuova piattaforma per il coinvolgimento dei cittadini: uno spazio online aperto e democratico in cui puoi esprimere le tue idee su diverse questioni e scambiare idee con altri cittadini dell’UE.

I cittadini hanno chiesto questo strumento durante la Conferenza sul futuro dell’Europa. La piattaforma mira a consentire ai cittadini, in particolare ai giovani, di far sentire la propria voce in modo collaborativo, dinamico e digitale. Inoltre, la tecnologia della traduzione consentirà ai cittadini di leggere e impegnarsi nella propria lingua.

Il primo dibattito della Piattaforma riguarda l’efficienza energetica. I contributi online dei cittadini confluiranno nelle deliberazioni in loco del Comitato dei cittadini europei a partire dal 23 febbraio. Le raccomandazioni del Gruppo informeranno l’imminente Raccomandazione dell’UE sul principio “L’efficienza energetica innanzitutto”.

Dal 15 febbraio è possibile registrarsi sulla Piattaforma
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Il Parlamento europeo ha chiesto che, entro il 2030, l’UE adotti misure per il ripristino della natura che coinvolgano almeno il 20% delle sue aree terrestri e marine.

Il Parlamento europeo (PE) ha adottato nei giorni scorsi la sua posizione negoziale sulla legge europea sul ripristino della natura.

Il PE sottolinea che il ripristino degli ecosistemi è fondamentale per combattere il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità e riduce i rischi per la sicurezza alimentare. Inoltre, evidenzia che la proposta di legge non impone la creazione di nuove aree protette nell’UE né blocca la costruzione di nuove infrastrutture per l’energia rinnovabile. E’ stato approvato un nuovo articolo che sottolinea come tali impianti siano in larga misura di interesse pubblico.

Il Parlamento sottolinea che la nuova legge deve contribuire al conseguimento degli impegni internazionali dell’UE, in particolare quelli indicati nel quadro globale sulla biodiversità delle Nazioni Unite di Kunming-Montreal. I deputati europei sostengono la proposta della Commissione di attuare, entro il 2030, misure di ripristino della natura coinvolgenti almeno il 20% di tutte le aree terrestri e marine dell’UE.

L’Assemblea di Strasburgo propone che la normativa si applichi solo una volta che la Commissione avrà fornito dati sulle condizioni necessarie per garantire la sicurezza alimentare a lungo termine e dopo che i Paesi dell’UE avranno quantificato le aeree da ripristinare per raggiungere gli obiettivi per ogni tipo di habitat. Il Parlamento vuole anche introdurre la possibilità di rinviare gli obiettivi di ripristino in caso di conseguenze socioeconomiche eccezionali.

Entro 12 mesi dall’entrata in vigore del regolamento, la Commissione dovrà valutare l’eventuale divario tra le esigenze finanziarie del ripristino e i finanziamenti UE disponibili e studiare soluzioni per colmare tale divario, in particolare attraverso un apposito strumento UE.

Il Parlamento è ora pronto ad avviare i negoziati con il Consiglio UE sul testo definitivo della legge.

Oltre l’80% degli habitat europei è in cattive condizioni. Il 22 giugno 2022 la Commissione ha proposto un regolamento sul ripristino della natura per contribuire al recupero a lungo termine della natura danneggiata nelle aree terrestri e marine dell’UE e per raggiungere gli obiettivi dell’UE in materia di clima e biodiversità. Secondo la Commissione europea, la nuova legge apporterebbe notevoli benefici economici, in quanto ogni euro investito si tradurrebbe in almeno 8 euro di benefici. Questa legislazione risponde alle aspettative dei cittadini in materia di protezione e ripristino della biodiversità, del paesaggio e degli oceani espresse nelle proposte 2(1), 2(3), 2(4) e 2(5) delle conclusioni della Conferenza sul futuro dell’Europa.
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La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C184 del 25 maggio pubblica laRisoluzione del Comitato economico e sociale europeo (CESE) sul tema «Uniti per la democrazia»

. Nel documento tra l’altro si legge che in periodi di complessi cambiamenti e sfide altrettanto complesse, la democrazia deliberativa/partecipativa può far parte del quadro più ampio di un indispensabile cambiamento sistemico. Vi sono molti esempi che, se attuati in modo efficace, possono consentire ai responsabili politici di prendere decisioni difficili sulle questioni di politica pubblica più impegnative e possono anche consolidare la fiducia tra i cittadini e i governi. Il presupposto è garantire che si tenga conto della pluralità delle opinioni e del diritto dei cittadini di esprimersi liberamente. Tuttavia, la democrazia partecipativa non costituisce la panacea. Le società democratiche devono affrontare un ampio ventaglio di sfide diverse, per le quali occorrono metodi di partecipazione differenti. La governance democratica richiede pertanto il ricorso a meccanismi diversi per scopi diversi, allo scopo di trarre vantaggio sia dai loro punti di forza che dai loro punti deboli.

Dobbiamo cercare collettivamente di trovare un nuovo equilibrio tra democrazia rappresentativa, democrazia partecipativa e democrazia diretta, continua il CESE.

Le conclusioni della Conferenza sul futuro dell’Europa sulla democrazia europea hanno fissato gli obiettivi di accrescere la partecipazione dei cittadini e rafforzare le strutture per la democrazia partecipativa e azioni deliberative. Tenendo conto dei risultati della Conferenza sul futuro dell’Europa e dell’importante ruolo che il Comitato economico e sociale europeo (CESE) sta già svolgendo, il CESE intende delineare una serie di opzioni che potrebbero formulare un programma per le riforme istituzionali al fine di rispondere al meglio alle finalità del CESE stesso.

LA RISOLUZIONE COMPLETA IN ITALIANO (PDF)
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A tre settimane dal lancio della Petizione “Rispettate la volontà dei cittadina e la Conferenza sul futuro dell’Europa” promossa in Italia dal Movimento Federalista Europeo (MFE)insieme agli Ambassador dei Panel dei cittadini della CoFoE e all’UEF (Unione dei Federalisti Europei), in collaborazione con i parlamentari europei del Gruppo Spinelli, è tempo di primi bilanci.

Così un comunicato stampa del MFE.


La petizione trova il sostegno di un fronte ampio e bipartisan di forze politiche, rappresentanti della società civile e cittadini come testimonia l’evento di lancio della petizione in Italia del 3 marzo. A questo, continua il comunicato, si unisce l’intervento attivo da parte di sezioni locali di partiti che hanno raccolto l’invito di diffondere la petizione tra i propri iscritti e simpatizzanti.

Il sostegno alla petizione viene anche dal fatto che fra qualche mese sarà un anno dalla conclusione di quell’esperimento democratico che è stata la Conferenza sul futuro dell’Europa e che non c’è ancora stata una risposta chiara da parte del Consiglio dell’UE.

Per questo, esorta l’MFE, è così importante di sottoscrivere e diffondere questa “Petizione al Consiglio dell’Unione europea” (www.mfe.it/petizione) perché il Consiglio rispetti la volontà dei cittadini e il lavoro della Conferenza sul futuro dell’Europa. C’è tempo per sottoscrivere la petizione fino al 5 maggio 2023.
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La Commissione europea ha ospitato il 16 dicembre a Bruxelles il primo panel di cittadini europei che consente ai cittadini di fornire il loro contributo su come intensificare l’azione per ridurre lo spreco alimentare nell’UE. Lo rende noto un comunicato stampa della Commissione europea. Questo è il primo di una nuova generazione di gruppi di cittadini lanciati in seguito alla Conferenza sul futuro dell’Europa, che integra pratiche partecipative e deliberative nel processo decisionale della Commissione europea su alcuni settori politici chiave.

La riduzione degli sprechi, e in particolare degli sprechi alimentari, è oggetto di una proposta legislativa inserita nel Programma di lavoro della Commissione per il 2023, in linea con le proposte della Conferenza sul futuro dell’Europa e della Strategia Farm to Fork.

Lo scopo del panel è quello di consentire ai cittadini di deliberare collettivamente su questo tema. Forniscono raccomandazioni che alimenteranno il lavoro della Commissione sullo spreco alimentare, compresa la suddetta proposta legislativa, e lo sforzo più ampio per raggiungere gli obiettivi di riduzione dello spreco alimentare dell’UE.

Il pannello è composto da cittadini selezionati a caso. Sono rappresentativi della diversità dell’UE in termini di geografia (origine nazionale e urbana/rurale), genere, età, background socioeconomico e livello di istruzione. Un terzo dei partecipanti sono giovani sotto i 26 anni.

Il panel si riunirà tra dicembre 2022 e febbraio 2023. La prima sessione si è svolta dal 16 al 18 dicembre a Bruxelles. La seconda riunione del panel si svolgerà online dal 20 al 22 gennaio. La sessione finale si terrà il 10-12 febbraio a Bruxelles, con la presentazione della relazione del panel alla Commissione.

Comunicazione sulla conferenza sul futuro dell’Europa

Rapporto finale

Scheda informativa sulla conferenza

Programma di lavoro della Commissione per il 2023

Spreco di cibo

Nuova fase di coinvolgimento dei cittadini
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Il Parlamento europeo ha ospitato il 2 dicembre a Bruxelles l’evento di feedback sulla Conferenza sul futuro dell’Europa, a cui hanno partecipato rappresentanti del Parlamento europeo, del Consiglio dell’Unione e della Commissione europea, oltre ai cittadini che sono stati al centro dei lavori della Conferenza. I partecipanti hanno esaminato in che modo le istituzioni europee stiano dando seguito alle proposte della Conferenza
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In apertura dell’evento, la Presidente del Parlamento Roberta Metsola ha dichiarato: “Il Parlamento europeo è pronto a fare la sua parte per realizzare le proposte della Conferenza sul futuro dell’Europa, nell’interesse dei 450 milioni di europei che rappresenta. La visione richiede coraggio. Quando si tratta di attuare le proposte dei cittadini, nessun suggerimento di cambiamento dovrebbe essere off-limits. La Conferenza sul futuro dell’Europa e le proposte presentate non sono la fine. Non c’è una data di scadenza per il futuro. Non ci sono caselle da spuntare. Il futuro è un lavoro in corso. Così come la nostra Unione”.

Guy Verhofstadt, in qualità di ex copresidente della Conferenza, ha commentato: “In tempi di insicurezza, la politica ha bisogno di una visione futura. Con la Conferenza sul futuro dell’Europa, i cittadini hanno indicato la strada da seguire. L’evento di feedback è il momento per discutere ciò che noi politici abbiamo fatto con le conclusioni raggiunte insieme l’anno scorso e per guardare avanti. Perché il nostro impegno non è ancora finito: dobbiamo continuare a realizzare non solo le proposte ma anche lo spirito con cui sono state scritte: una nuova idea di Europa adatta alle sfide future.”

In rappresentanza del Consiglio, hanno partecipato il ministro per gli affari europei Mikuláš Bek della Presidenza ceca.

In rappresentanza della Commissione, hanno preso parte all’evento i vicepresidenti Maroš Šefčovič, Dubravka Šuica e Margaritis Schinas.

Dibattito con i cittadini

Il dibattito che ne è seguito si è focalizzato sulle sfide principali che l’Unione deve affrontare attualmente, tra cui l’attacco della Russia all’Ucraina e le conseguenze sulla vita quotidiana degli europei, nonché la necessità di accelerare il processo d’indipendenza energetica dell’UE. Molti oratori hanno posto l’accento sulle riforme istituzionali necessarie per attuare le proposte della Conferenza nella loro totalità, comprese quelle sulla tassazione delle multinazionali e sulla cooperazione nella dimensione esterna degli affari UE.

Nel corso della giornata, i cittadini hanno posto domande sull’intera gamma di argomenti trattati nelle proposte della Conferenza, tra cui: cambiamento climatico e ambiente, salute fisica e mentale, istruzione e cultura, transizione digitale, le sfide legate alla migrazione, le minacce ai valori europei e al bilancio UE, lo stato dell’economia europea e il ruolo dei giovani in tutti questi settori.

Inoltre, è stata ripetutamente menzionata la prospettiva di lanciare una Convenzione per la revisione dei Trattati UE, oltre alla possibile attivazione di clausole passerella nel quadro giuridico esistente e la necessità di migliorare ulteriormente la comunicazione tra le istituzioni UE. La discussione si è incentrata anche sulle lezioni di democrazia partecipativa tratte da questo esercizio senza precedenti, durato un anno, inclusa l’intenzione della Commissione di avviare consultazioni con i cittadini prima di importanti proposte legislative. Inoltre, i cittadini hanno avanzato delle proposte su come garantire che tutte le voci dei partecipanti siano ascoltate in egual misura, malgrado le barriere linguistiche e strutturali.

I deputati europei hanno sottolineato che il Parlamento europeo continuerà a fare tutto il necessario per garantire l’adempimento della sua missione fondamentale, che è quella di garantire la credibilità dell’UE nei confronti di tutti gli europei, offrendo al contempo, e in linea con le priorità personali e di ciascun gruppo politico, degli esempi concreti di come le proposte della Conferenza siano diventate fattori chiave nel lavoro del PE.

Molti deputati hanno ribadito la richiesta del Parlamento di istituire una Convenzione per la revisione dei Trattati UE, mentre alcuni di loro hanno evidenziato che sono in corso lavori in sede di commissione parlamentare volti a finalizzare le proposte per una risoluzione legislativa in tal senso.

Alcuni oratori hanno espresso un parere contrario, mettendo in dubbio l’utilità della Conferenza, denunciando l’uso del denaro dei contribuenti e opponendosi alla direzione dell’UE nel suo complesso.

Le 49 proposte della Conferenza includono più di 300 provvedimenti su come realizzarle suddivise in nove temi, e sono basate sulle raccomandazioni formulate dai panel europei e nazionali dei cittadini e sui contributi degli eventi nazionali, della piattaforma digitale multilingue e dalle discussioni della Plenaria e i nove gruppi di lavoro tematici. Le tre istituzioni hanno avviato il processo di attuazione e di verifica delle proposte della Conferenza, secondo le rispettive competenze.
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La Commissione europa in un comunicato stampa informa di aver proposto il 30 novembre nuove norme a livello di UE sugli imballaggi, per affrontare questa fonte di rifiuti in costante crescita e di frustrazione dei consumatori. In media, sottolinea Bruxelles, ogni europeo genera quasi 180 kg di rifiuti di imballaggio all’anno. L’imballaggio è uno dei principali utilizzatori di materiali vergini poiché il 40% della plastica e il 50% della carta utilizzati nell’UE sono destinati all’imballaggio. Senza azione, l’UE vedrebbe un ulteriore aumento del 19% dei rifiuti di imballaggio entro il 2030, e per i rifiuti di imballaggi in plastica addirittura un aumento del 46%.

Le nuove regole mirano a fermare questa tendenza, scrive la Commissiobne. Per i consumatori, garantiranno opzioni di imballaggio riutilizzabili, elimineranno gli imballaggi non necessari, limiteranno il sovraimballaggio e forniranno etichette chiare per supportare il corretto riciclaggio. Per l’industria, creeranno nuove opportunità commerciali , in particolare per le aziende più piccole, ridurranno la necessità di materiali vergini , aumentando la capacità di riciclaggio dell’Europa e rendendo l’Europa meno dipendente dalle risorse primarie e dai fornitori esterni. Metteranno il settore degli imballaggi sulla buona strada per la neutralità climatica entro il 2050.

La Commissione fa inoltre chiarezza ai consumatori e all’industria sulla plastica a base biologica, compostabile e biodegradabile, stabilendo per quali applicazioni tali materie plastiche sono veramente vantaggiose per l’ambiente e come dovrebbero essere progettate, smaltite e riciclate.

Le proposte sono elementi fondamentali del piano d’azione per l’economia circolare del Green Deal europeo e del suo obiettivo di rendere i prodotti sostenibili la norma. Rispondono anche a richieste specifiche degli europei espresse alla Conferenza sul futuro dell’Europa.

Quadro politico dell’UE sulla plastica a base biologica, biodegradabile e compostabile

Proposta di revisione della normativa UE sugli imballaggi ei rifiuti di imballaggio
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