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la Commissione europea ha adottato il 5 luglio un pacchetto di misure per un uso sostenibile delle principali risorse naturali, che rafforzerà anche la resilienza dei sistemi alimentari e dell’agricoltura dell’UE.

Una legge sul monitoraggio del suolo metterà l’UE sulla strada per suoli sani entro il 2050, raccogliendo dati sulla salute dei suoli e mettendoli a disposizione degli agricoltori e di altri gestori del suolo. La legge, sottolinea la Commissione, rende anche la gestione sostenibile del suolo la norma e affronta situazioni di inaccettabili rischi per la salute e l’ambiente dovuti alla contaminazione del suolo . Le proposte odierne stimoleranno anche l’innovazione e la sostenibilità , consentendo l’uso sicuro del progresso tecnico nelle nuove tecniche genomiche, per consentire lo sviluppo di colture resistenti ai cambiamenti climatici e la riduzione dell’uso di pesticidi chimici e garantendo sementi e varietà più sostenibili, di alta qualità e materiale riproduttivo per piante e foreste. Infine, nuove misure propongono anche di ridurre i rifiuti alimentari e tessili, il che contribuirà a un uso più efficiente delle risorse naturali e a un’ulteriore riduzione delle emissioni di gas a effetto serra provenienti da questi settori.

Queste misure, scrive la Commissione, porteranno a tutti benefici economici, sociali, sanitari e ambientali a lungo termine. Garantendo risorse naturali più resilienti, le nuove norme sostengono in particolare le persone che vivono direttamente della terra e della natura. Contribuiranno, continua Bruxxelles, alla prosperità delle zone rurali, alla sicurezza alimentare, a una bioeconomia resiliente e fiorente, porranno l’UE in prima linea nell’innovazione e nello sviluppo e contribuiranno a invertire la perdita di biodiversità e a prepararsi alle conseguenze del cambiamento climatico.

Comunicazione sull’uso sostenibile delle risorse naturali.

Nuova proposta di tecniche genomiche

Scheda informativa sulle nuove tecniche genomiche
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I ricercatori della DG REGIO, del Centro comune di ricerca e dell’Università Juan Carlos di Madrid hanno affrontato la questione delle condizioni delle foreste in un articolo pubblicato di recente e per farlo hanno utilizzato il sistema di contabilità nazionale delle Nazioni Unite.

I conti nazionali misurano l’attività economica dei paesi, compreso il prodotto interno lordo (PIL). Queste statistiche economiche possono essere integrate con resoconti degli ecosistemi che organizzano e tengono traccia delle informazioni biologiche sugli ecosistemi e mostrano come la natura sostiene l’attività economica. Queste regole di contabilità degli ecosistemi, dal 2021 riconosciute dalle Nazioni Unite come standard statistico internazionale, sono state utilizzate per mappare e valutare la salute delle foreste europee.

Le foreste possono essere analizzate nello stesso modo in cui un medico esamina la salute generale di un paziente. I medici misurano quasi invariabilmente il battito cardiaco e la pressione sanguigna, confrontano le osservazioni con i valori attesi per una persona sana e utilizzano queste informazioni per prendere una decisione sulla salute del paziente. I medici forestali fanno lo stesso, ma evidentemente misurano altre variabili: acqua disponibile, carbonio organico nel suolo, uccelli, copertura arborea, produttività forestale, connettività con altre foreste e naturalità. Presi insieme, questi indicatori forniscono una lista completa di controllo sulla salute delle foreste. Alla condizione delle foreste viene quindi assegnato un valore compreso tra 0 e 1, dove 0 indica una foresta degradata e 1 indica una foresta naturale, primaria o protetta.

Le valutazioni sulla salute delle foreste mostrano che le foreste europee sono produttive e ben collegate ad altre foreste o aree naturali. Ma mantengono livelli troppo bassi di carbonio organico nei loro suoli e troppo poche specie di uccelli minacciate sui loro alberi. Le foreste nella regione mediterranea e nella pianura atlantica che si estende dalla Francia alla Danimarca stanno peggio di altre foreste in Europa. Le foreste che ricoprono le montagne sono spesso nelle migliori condizioni.

Lo sviluppo di mappe e resoconti che descrivono la condizione delle foreste è utile per sostenere gli obiettivi della politica di coesione, in particolare l’obiettivo di un’Europa più verde e a basse emissioni di carbonio. La protezione e il ripristino delle foreste sono ancora trascurate come soluzione per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici. Nell’ambito dei programmi della politica di coesione per il periodo 2021-2027, sono previsti investimenti per oltre 22 miliardi di EUR in azioni a favore della biodiversità, di cui circa 16,8 miliardi di EUR sono finanziamenti dell’UE. I conti forestali possono aiutare gli Stati membri a decidere dove investire nel ripristino degli ecosistemi forestali degradati.
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La Commissione europea e l’alto rappresentante hanno adottato il 28 giugno una comunicazione congiunta che illustra come l’UE affronterà il crescente impatto del cambiamento climatico e del degrado ambientale nei settori della pace, della sicurezza e della difesa .

Gli estremi climatici ricorrenti, l’innalzamento delle temperature e del livello del mare, la desertificazione, la scarsità d’acqua, le minacce alla biodiversità, l’inquinamento e la contaminazione ambientale stanno minacciando la salute e il benessere dell’umanità e possono creare maggiori sfollamenti, movimenti migratori, pandemie, disordini sociali, instabilità e persino conflitti . Le forze armate europee devono inoltre far fronte alle mutevoli e difficili condizioni operative dovute ai cambiamenti climatici. Queste nuove minacce hanno già spinto alleati e partner ad aggiornare anche le loro politiche.

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Il Parlamento europeo (PE) ha chiesto nei giorni scorsi l’istituzione di una “Giornata dell’UE per le vittime delle crisi climatiche globali” annuale per ricordare le vite umane perse a causa del cambiamento climatico.

Nella risoluzione, il PE propone di tenere questa giornata ogni anno – a partire da quest’anno il 15 luglio 2023 – e invita il Consiglio dell’Unione e la Commissione europea a sostenere l’iniziativa.

Il Parlamento europeo affermano che è opportuno commemorare le vittime delle crisi climatiche e sottolineare che aiuterebbe a sensibilizzare sulle vite umane perse e sulla crisi umanitaria causata dai cambiamenti climatici.

L’Assemblea di Strasburgo sottoline che il cambiamento climatico sta portando a fenomeni meteorologici più imprevedibili, tra cui ondate di calore, incendi e inondazioni più frequenti e intensi, a minacce alla sicurezza alimentare e idrica e all’emergere e alla diffusione di malattie infettive, che si stanno intensificando e prendendo un tributo umano sempre maggiore sia a livello globale che in Europa..

Il Parlamento ha adottato la legge europea sul clima, che obbliga l’UE a diventare climaticamente neutra entro il 2050 e a ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030. Il Parlamento ha inoltre recentemente adottato leggi fondamentali nell’ambito del programma “Fit for 55 ‘-pacchetto per raggiungere tale obiettivo. Il 29 novembre 2019, il Parlamento ha dichiarato un’emergenza climatica e ambientale in Europa e nel mondo.
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In risposta alla proposta di Legge della Commissione europea per ripristinare gli ecosistemi, gli habitat e le specie nelle zone terrestri e marine dell’UE, il CEMR/CCRE ed Eurocities, hanno emesso una lettera congiunta sollecitando modifiche, al fine di raggiungere l’ambita adozione da parte delle città europee.

La proposta dei legge della Commissione mira anche e a contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’UE in materia di mitigazione dei cambiamenti climatici e adattamento ai cambiamenti climatici, e far fronte agli impegni internazionali. Secondo la proposta, questi obiettivi specifici sono fissati per il 2030, il 2040 e il 2050 per essere migliorati e ampliati nel tempo.

Nella lettera congiunta, CEMR ed Eurocities, hanno espresso il loro sostegno alla proposta, ma hanno sottolineato l’importanza di obiettivi più snelli, più inclusivi e completi, tenendo conto della qualità degli spazi verdi, non solo della quantità.

Entrambe le organizzazioni hanno anche proposto di integrare i dati satellitari dell’UE con dati locali e nazionali per una maggiore precisione nel monitorare lo stato di avanzamento dell’attuazione digli obiettivi. Il CEMR ed Eurocities hanno chiesto di aumentare i finanziamenti affinché le autorità locali svolgano le crescenti responsabilità.
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Il sito della Rappresentanza italiana della Commissione europea i forma che la Commissione ha avviato il 12 maggio una consultazione pubblica per raccogliere i pareri dei cittadini e delle parti interessate sull’attuazione del principio “chi inquina paga” nell’Unione europea. La Commissione userà le informazioni per valutare se le politiche europee e nazionali siano sufficienti a garantire che chi inquina sostenga i costi delle misure di prevenzione, controllo e riparazione dell’inquinamento.



La consultazione riguarderà aspetti quali l’uso di strumenti di mercato da parte dell’UE e degli Stati membri, il pagamento indiretto di chi inquina mediante sovvenzioni dannose per l’ambiente, la mancata applicazione del principio nel contesto dei fondi dell’UE, il modo in cui vengono affrontate le responsabilità ambientali e l’utilizzo dei prezzi nelle politiche.

Le consultazione pubblica è una risposta alla relazione della Corte dei conti europea secondo la quale il principio “chi inquina paga” è applicato in modo disomogeneo nelle politiche ambientali dell’UE, con una copertura e un’attuazione incomplete. I risultati della consultazione saranno utilizzati per preparare una valutazione globale delle politiche, nota anche come “controllo dell’adeguatezza”, nel 2024. La valutazione servirà a elaborare una raccomandazione su come attuare al meglio tale principio nelle politiche ambientali, come annunciato nel piano d’azione per l’inquinamento zero della Commissione.

La consultazione resterà aperta fino al 4 agosto 2023.
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Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha tenuto di recente un’audizione pubblica per affrontare il problema urgente della povertà idrica e le sue implicazioni sulla politica sociale. L’evento ha riunito esperti idrici e parti interessate per mitigare gli effetti della povertà idrica, in particolare sulle comunità vulnerabili. L’audizione fa parte degli sforzi del CESE per mettere l’acqua in cima all’agenda dell’UE attraverso un appello per un “Deal blu dell’UE”.

La povertà idrica è una questione complessa che deriva da una serie di fattori, tra cui il cambiamento climatico, l’inquinamento idrico, i cambiamenti demografici e il crescente divario tra le esigenze e le capacità di finanziamento in Europa. L’audizione pubblica del CESE sulla povertà idrica ha sottolineato la necessità di un’azione collettiva a tutti i livelli per garantire l’accesso all’acqua a prezzi accessibili quale imperativo etico e cruciale per la realizzazione del diritto all’acqua.

Un gruppo di stakeholder istituzionali ha discusso il problema urgente della scarsità e della gestione dell’acqua in Europa. Le parti sociali, le organizzazioni della società civile e il mondo accademico hanno sottolineato l’importanza dell’accesso ad acqua di buona qualità e a prezzi accessibili. La relatrice principale Gabriella Sódar , responsabile dello sviluppo aziendale presso la Blue Planet Foundation, ha sottolineato il principio 20 del pilastro europeo dei diritti sociali, che afferma che tutti i cittadini hanno il diritto di accedere a servizi essenziali di buona qualità, tra cui acqua e servizi igienico-sanitari.

Fino a 10 milioni di cittadini dell’UE lottano ancora con un accesso inadeguato all’acqua pulita e a prezzi accessibili. L’inquinamento, l’invecchiamento delle infrastrutture e la scarsità di risorse possono portare a gravi conseguenze sanitarie e sociali, tra cui malattie trasmesse dall’acqua, malnutrizione, disidratazione, funzioni cognitive compromesse, problemi di salute mentale e problemi di salute materna e infantile. L’audizione ha chiesto maggiore efficienza, una migliore applicazione delle norme esistenti, nuovi strumenti per la responsabilità ambientale e meccanismi di finanziamento al di là delle tariffe per affrontare questi problemi.

Il parere del CESE ha evidenziato il valore aggiunto di un approccio dell’UE a questo tema, per il quale è difficile reperire dati pertinenti e aggiornati: L’UE deve intensificare gli sforzi sulla ricerca. Abbiamo bisogno di più e migliori dati per creare una panoramica accurata del problema per poterlo risolvere.

Nel parere, il CESE, ha sottolineato che l’ acqua è fondamentale per tutti gli aspetti della vita e che il Comitato ha il dovere di proporre suggerimenti e soluzioni alla crisi idrica. Il parere sarà votato durante la sessione plenaria di luglio del CESE e le sue raccomandazioni saranno incluse nel parere quadro del CESE sul Blue Deal dell’UE nell’autunno 2023.
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Intervenendo nei giorni scorsi alla conferenza sulla pubblica amministrazione verde nel contesto di una buona governance democratica a Strasburgo, il portavoce del Congresso dei Poteri Locli e Regionali del Consiglio d’Europa Cemal Bas (Türkiye, ha sottolineato il ruolo chiave delle autorità locali e regionali nell’affrontare il cambiamento climatico e le preoccupazioni ambientali. Secondo lui, “sono le nostre azioni nei municipi, nei luoghi pubblici e nel cuore delle nostre comunità che hanno il maggiore impatto sul nostro ambiente naturale. È a livello locale che le conseguenze dell’inquinamento ambientale e del cambiamento climatico diventano più visibile.”

Riferendosi alla dichiarazione del Segretario generale del Congresso Mathieu Mori nel suo discorso di apertura della conferenza secondo cui “la chiave per rendere più ecologica la governance locale è garantire che le autorità subnazionali abbiano le competenze, i mezzi e la libertà di agire”, Cemal Bas ha ricordato che non ci può essere buon governo locale e regionale senza sensibilizzare le autorità locali sulla tutela dell’ambiente. In quest’ottica, il Congresso propone di istituire un protocollo aggiuntivo alla Carta europea dell’autonomia locale. Questo protocollo fornirebbe una base per le competenze e le risorse finanziarie esistenti e per sensibilizzare e integrare le questioni ambientali e climatiche nelle decisioni e nelle azioni degli enti locali e regionali.

Il portavoce Cemal Bas ha anche affermato che, dati i devastanti effetti naturali del cambiamento climatico, ma anche la sua interdipendenza con i diritti umani, la questione dell’ecologizzazione delle amministrazioni e dei territori locali e regionali dovrebbe essere al centro della missione del Consiglio d’Europa e del Congresso . Cemal Bas ha ricordato che una raccolta di buone pratiche e raccomandazioni su diversi modi per difendere l’ambiente e lavorare per uno sviluppo più sostenibile è contenuta nel Manuale sui diritti umani per i rappresentanti eletti locali e regionali.

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