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Sono in corso negoziati per l’adozione di una direttiva sulla salute del suolo In un continente in cui si stima che oltre il 60% dei suoli sia insalubre, oggi è imperativo affrontare il problema del degrado del suolo. Le prove scientifiche sottolineano la tendenza allarmante del deterioramento del suolo, causato da pratiche di gestione del territorio insostenibili, dalla contaminazione e dall’intensificarsi degli impatti dei cambiamenti climatici. Questo degrado non solo mette a repentaglio i servizi ecosistemici essenziali, ma comporta anche un onere economico significativo, con la Commissione europea che stima un costo annuo di almeno 50 miliardi di euro per l’UE. Lo mette in evidenza una nota apparsa sul sito del CCRE/CEMR.

Il monitoraggio del suolo, già praticato in diversi Stati membri dell’UE, spesso comporta il coinvolgimento di regioni e comuni. Le autorità pubbliche spesso detengono la proprietà dei terreni e sono direttamente colpite dai problemi di salute del suolo. Di conseguenza, svolgono un ruolo cruciale nel monitoraggio e nella gestione della salute del territorio all’interno delle loro giurisdizioni.

Nel luglio 2022, la Commissione Europea ha presentato la sua proposta di Direttiva sul monitoraggio e la resilienza del suolo, con l’obiettivo di raggiungere suoli sani in tutta Europa entro il 2050. La direttiva comprende tre elementi principali:

Un quadro di monitoraggio completo che copra tutti i suoli all’interno dell’UE, aiutando gli Stati membri ad adottare misure per rigenerare i suoli degradati.

Promozione della gestione sostenibile del suolo: gli Stati membri definiranno pratiche di gestione sostenibile del suolo limitando al contempo le attività che contribuiscono al degrado del suolo.

Identificazione e bonifica dei siti contaminati: agli Stati membri viene chiesto di identificare i siti potenzialmente contaminati, condurre indagini e mitigare i rischi per la salute umana e l’ambiente.

Il CCRE/CEMR rende noto di aver accolto con favore la proposta legislativa della Commissione che bilancia ambizione e fattibilità per gli Stati membri.

Il CCRE/CEMR propone sei messaggi chiave per i negoziati del Parlamento Europeo e del Consiglio UE:

1. Enfasi sul monitoraggio: il CCRE/CEMR accoglie con favore l’attenzione primaria della direttiva sul monitoraggio del suolo e sostiene la creazione di un quadro pratico di monitoraggio per migliorare la salute del suolo.

2. Coinvolgimento dei governi locali e regionali: il CCRE/CEMR sottolinea l’importanza di coinvolgere le autorità subnazionali nell’attuazione della legge sul monitoraggio del suolo, garantendo la collaborazione all’interno dei quadri nazionali esistenti senza imporre oneri amministrativi indebiti.

3. Quadro di attuazione flessibile: dare priorità alla flessibilità a livello nazionale è fondamentale per accogliere le variazioni locali e garantire un adattamento efficace nei diversi Stati membri.

4. Sostegno all’approccio basato sul rischio: il CCRE/CEMR sostiene l’adozione di un approccio basato sul rischio, sottolineando considerazioni come l’uso del territorio nei quadri di monitoraggio e negli sforzi di bonifica.

5. Un approccio realistico alla mitigazione del consumo di suolo: il CCRE/CEMR sostiene la creazione di un meccanismo di compensazione a livello aggregato per affrontare gli impatti del consumo di suolo, adattato alle specificità locali e regionali.

6. Rafforzare il principio “chi inquina paga”: per prevenire l’inquinamento del suolo e raggiungere suoli sani entro il 2050, il CCRE/CEMR sottolinea l’importanza di stabilire standard di prevenzione dell’inquinamento insieme agli sforzi di monitoraggio e bonifica.

Quali sono i prossimi passi?

In seguito alla pubblicazione della proposta legislativa da parte della Commissione europea lo scorso anno, sono stati compiuti passi significativi nel portare avanti la legge sul monitoraggio del suolo. La proposta gode di un ampio sostegno, in particolare con la sua adozione da parte della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI) l’11 marzo 2023. Il relatore, l’eurodeputato Martin Hojsík, ha contribuito fortemente a includere il punto di vista degli enti locali e regionali nel progetto di relazione. Mentre le discussioni proseguono, invitiamo gli eurodeputati a sostenere l’imminente adozione del progetto di relazione in plenaria il 10 aprile.

I negoziati del trilogo riprenderanno dopo le elezioni europee, subordinatamente all’adozione di un approccio generale da parte del Consiglio.
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Il sito della Rappresentanza italiana della Commissione europea i forma che la Commissione ha avviato il 12 maggio una consultazione pubblica per raccogliere i pareri dei cittadini e delle parti interessate sull’attuazione del principio “chi inquina paga” nell’Unione europea. La Commissione userà le informazioni per valutare se le politiche europee e nazionali siano sufficienti a garantire che chi inquina sostenga i costi delle misure di prevenzione, controllo e riparazione dell’inquinamento.



La consultazione riguarderà aspetti quali l’uso di strumenti di mercato da parte dell’UE e degli Stati membri, il pagamento indiretto di chi inquina mediante sovvenzioni dannose per l’ambiente, la mancata applicazione del principio nel contesto dei fondi dell’UE, il modo in cui vengono affrontate le responsabilità ambientali e l’utilizzo dei prezzi nelle politiche.

Le consultazione pubblica è una risposta alla relazione della Corte dei conti europea secondo la quale il principio “chi inquina paga” è applicato in modo disomogeneo nelle politiche ambientali dell’UE, con una copertura e un’attuazione incomplete. I risultati della consultazione saranno utilizzati per preparare una valutazione globale delle politiche, nota anche come “controllo dell’adeguatezza”, nel 2024. La valutazione servirà a elaborare una raccomandazione su come attuare al meglio tale principio nelle politiche ambientali, come annunciato nel piano d’azione per l’inquinamento zero della Commissione.

La consultazione resterà aperta fino al 4 agosto 2023.
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La Commissione europea in un comunicato stampa informa di aver accolto con favore l’accordo raggiunto recentemente tra il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione per contribuire a rendere il settore dell’aviazione “Fit for 55”, stabilendo per legge il suo contributo al nostro obiettivo di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030.

Le norme aggiornate sullo scambio di quote di emissione accelereranno l’attuazione del principio “chi inquina paga” eliminando gradualmente le quote gratuite per il settore dell’aviazione entro il 2026. Questo accordo aumenta il rigore del sistema esistente, che copre l’aviazione dal 2012. Ciò significa, specifica la Commissione, che l’industria avrà una maggiore responsabilità nel pagare la propria impronta di carbonio e che ci saranno più incentivi economici per ridurre le emissioni grazie a un forte segnale di prezzo.

Fino all’inizio del 2027, la tariffazione del carbonio dell’UE si applicherà ai voli all’interno dell’UE/SEE e ai voli in partenza per la Svizzera e il Regno Unito, mantenendo l’attuale meccanismo di “stop the clock” sull’applicazione internazionale delle norme. Nel 2026 la Commissione effettuerà una valutazione del regime di compensazione e riduzione delle emissioni di carbonio per l’aviazione internazionale ( CORSIA) istituito dall’Organizzazione per l’aviazione civile internazionale (ICAO), per verificare se sta realizzando in misura sufficiente gli obiettivi dell’accordo di Parigi. In base all’esito di tale valutazione, la Commissione presenterà una proposta legislativa che potrebbe estendere l’ambito di applicazione dello scambio di quote di emissione dell’UE ai voli in partenza se il CORSIA non è sufficientemente allineato con l’accordo di Parigi.

L’accordo prevede anche un nuovo regime di sostegno per accelerare l’uso di carburanti sostenibili per l’aviazione, finanziato con entrate ETS dell’UE stimate a 1,6 miliardi di euro. Creerà inoltre un nuovo sistema che consentirà alle compagnie aeree di monitorare, comunicare e verificare le emissioni non di CO 2 e gli effetti climatici del trasporto aereo, che costituiscono i due terzi dell’impatto climatico totale del trasporto aereo. Con un significativo passo avanti in termini di trasparenza, saranno pubblicati più dati sulle emissioni del trasporto aereo internazionale in modo intuitivo, proteggendo al tempo stesso i dati sensibili dal punto di vista commerciale.

L’accordo politico deve ora essere adottato formalmente. Una volta completato questo processo da parte del Parlamento europeo e del Consiglio, le nuove norme saranno pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea ed entreranno in vigore con effetto immediato.

GREEN DEAL EUROPEO

Pacchetto legislativo “Fit for 55”

Proposta di revisione delle norme ETS sull’aviazione

Proposta di decisione relativa alla notifica della compensazione relativa a una misura globale basata sul mercato per gli operatori aerei con sede nell’Unione (CORSIA)

Ridurre le emissioni del trasporto aereo
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