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Dibattiti sui recenti sviluppi nel Medio Oriente: attacco terroristico di Hamas contro Israele e risposta di Israele e sulle accuse di torture sistematiche nei luoghi di detenzione in Europa saranno tra i punti salienti della sessione invernale 2024 dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (APCE), che si terrà dal 22 al 26 gennaio a Strasburgo. È stata inoltre presentata una richiesta di dibattito secondo la procedura d’urgenza sulla situazione dei bambini ucraini.

Il Presidente della Repubblica di Cipro, Nikos Christodoulides, e il Presidente del Montenegro, Jakov Milatović, come anche il Primo Ministro del Liechtenstein, Daniel Risch, prenderanno la parola dinanzi ai parlamentari. Il ministro degli Affari esteri, dell’Istruzione e dello Sport del Liechtenstein, Dominique Hasler, Presidente del Comitato dei Ministri, e la Segretaria generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejčinović Burić, presenteranno le loro comunicazioni all’Assemblea e risponderanno alle domande dei membri. Sviatlana Tsikhanouskaya, leader dell’opposizione democratica bielorussa, si rivolgerà all’Assemblea durante il dibattito “Un futuro democratico per la Bielorussia”.

All’apertura della sessione, l’Assemblea eleggerà il suo Presidente. Durante la sessione i parlamentari eleggeranno inoltre il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa. Dunja Mijatović, Commissaria per i diritti umani uscente, prenderà la parola dinanzi all’Assemblea lunedì 22 gennaio.

All’ordine del giorno figurano inoltre un dibattito sulla globalizzazione in tempi di crisi e di guerra e il ruolo dell’OCSE dall’aggressione da parte della Federazione russa contro l’Ucraina, con la partecipazione del Segretario generale dell’OCSE, Mathias Cormann.

Altri dibattiti verteranno sul tema della migrazione e dell’asilo in campagna elettorale, il contrasto delle SLAPP come imperativo per una società democratica e la prevenzione degli abusi sui minori nelle istituzioni in Europa.

L’Assemblea adotterà il suo ordine del giorno definitivo all’apertura della sessione.

Progetto di ordine del giorno

Pagina speciale della sessione
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Durante un dibattito d’urgenza, l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (APCE), riunita a Strasburgo in sessione plenaria, ha chiesto alla Turchia di “conformarsi alle sentenze vincolanti” della Corte europea dei diritti dell’uomo e di “rilasciare immediatamente Osman Kavala, ancora illegalmente detenuto in Turchia”, sottolineando che questo caso “mina le basi del sistema della Convenzione”. Adottando una risoluzione basata sul rapporto di Petra Bayr, l’APCE deplora il fatto che le autorità turche non abbiano ancora rilasciato il difensore dei diritti umani e filantropo, “nonostante una chiara sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo del 2019, che richiede il suo rilascio immediato”.

L’APCE ha aggiunto che in una seconda sentenza emessa a luglio 2022 nel quadro della procedura per infrazione, fatto “estremamente raro”, la Corte di Strasburgo ha constatato che la Türkiye non aveva infatti rispettato il suo obbligo di conformarsi alla sentenza del 2019. “Il continuo rifiuto da parte delle autorità turche di eseguire tale sentenza non è solo una tragedia personale per Osman Kavala e la sua famiglia, ma è anche una tragedia per lo Stato di diritto e la giustizia in Türkiye”, hanno dichiarato i parlamentari.

Notando che la condanna all’ergastolo aggravato per Kavala è stata confermata a settembre 2023 dalla Corte di Cassazione turca, l’APCE ha ricordato che la Corte di Strasburgo aveva constatato “che non vi erano prove credibili per concludere che esistesse un ragionevole sospetto a sostegno delle accuse” contro Osman Kavala e ha stabilito che la sua detenzione perseguiva “un secondo fine […] ovvero quello di ridurlo al silenzio”. I parlamentari hanno inoltre dichiarato di ritenere che Osman Kavala rientri nella definizione dell’Assemblea di “prigioniero politico”.

Alla luce di queste “circostanze eccezionali”, l’APCE crede inoltre che sia giunto il momento di “prendere delle misure per avviare la procedura congiunta complementare prevista nella sua Risoluzione 2319 (2020)”. Chiede agli Stati membri di “applicare, qualora la Türkiye non proceda al rilascio di Osman Kavala, la ‘legislazione Magnitsky’ o altri strumenti giuridici esistenti per imporre sanzioni mirate contro i funzionari, tra cui pubblici ministeri e giudici, responsabili della privazione della libertà illegale e arbitraria di Osman Kavala”.

Inoltre, l’Assemblea parlamentare ha ricordato la sua capacità di “contestare i poteri della delegazione turca nella prima parte di sessione del 2024”, se Osman Kavala non sarà liberato dal carcere entro il 1° gennaio 2024. Infine, l’APCE si è detta pronta a “collaborare a stretto contatto con il Comitato dei Ministri, la Segretaria generale e la Türkiye per garantire l’esecuzione della sentenza riguardante Kavala” e assicurare la protezione del sistema della Convenzione, come anche la credibilità dell’Organizzazione.

Lo scorso lunedì, l’APCE ha conferito a Osman Kavala l’11° Premio Václav Havel per i diritti umani, che ricompensa le azioni eccezionali della società civile a difesa dei diritti umani.
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Un dibattito urgente congiunto sulle conseguenze politiche dell’aggressione da parte della Russia contro l’Ucraina e sulla partecipazione degli atleti russi e bielorussi alle Olimpiadi di Parigi 2024 rappresenterà uno dei momenti salienti della sessione plenaria estiva dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (APCE) che si sta svolgendo a Strasburgo (19-23 giugno). È stato inoltre richiesto un dibattito urgente per garantire un accesso libero e sicuro attraverso il corridoio di Lachin.

Interverranno la Presidente della Slovenia Nataša Pirc Musar e il Ministro degli Affari esteri e del Commercio ungherese Péter Szijjártó. Il Ministro degli Affari esteri lettone e Presidente del Comitato dei Ministri Edgars Rinkēvičs, presenterà la sua comunicazione all’Assemblea e risponderà alle domande dei membri, mentre la Segretaria generale del Consiglio d’Europa Marija Pejčinović Burić terrà il consueto scambio di domande e risposte.

L’Assemblea terrà anche un dibattito congiunto sul tema della migrazione per discutere tre relazioni sull’integrazione di migranti e rifugiati; sull’inclusione sociale di migranti, rifugiati e sfollati interni attraverso lo sport; e sulla salute e sulla protezione sociale dei lavoratori senza documenti o in situazione di irregolarità.

Altri temi all’ordine del giorno sono: le sfide specifiche dei bielorussi in esilio (con la partecipazione di Sviatlana Tsikhanouskaya, leader dell’opposizione democratica bielorussa); la riforma della legislazione sui diritti umani nel Regno Unito; la repressione transnazionale come minaccia crescente allo Stato di diritto e ai diritti umani. Si terranno anche dibattiti sulla necessità di un approccio olistico all’assistenza sanitaria durante le emergenze sanitarie e sulla chiusura del divario digitale.
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E’ in corso a Berna un’importante conferenza parlamentare sulle “elezioni in tempi di crisi”, incentrata su come rendere le democrazie più resilienti di fronte a pandemie, guerre, attacchi terroristici, disastri naturali e nuove tecnologie digitali.

L’evento, organizzato dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (APCE) in collaborazione con il Parlamento svizzero, e trasmesso in live streaming in inglese, francese, tedesco e nelle lingue originali.

Si svolge 60 anni dopo l’adesione della Svizzera al Consiglio d’Europa, l’organismo di 46 nazioni che sostiene i diritti umani e la democrazia in tutto il continente, e solo una settimana prima dello storico vertice di Reykjavik che riunirà i capi di Stato e di governo dell’organizzazione.

In una serie di sei dibattiti, moderati dal giornalista e presentatore della BBC David Eades, organizzatori e osservatori elettorali, parlamentari, funzionari eletti locali, specialisti del digitale e della comunicazione ed esperti legali provenienti da tutte le parti d’Europa stanno discutendo i seguenti temi:

La pandemia e i sondaggi: l’impatto del Covid-19 sulle elezioni

Il suffragio universale in mezzo alla sofferenza universale: come i disastri naturali distorcono le elezioni

Come essere giusti in guerra? – l’impatto del conflitto armato sulle elezioni

Digitale significa pericolo? – come il voto elettronico, l’intelligenza artificiale e il cyber stanno trasformando le elezioni.

I relatori stanno esaminando l’ambiente politico e tecnico in cui ora si svolgono le elezioni, nonché argomenti come la fiducia nel voto elettronico, come gli attacchi terroristici possono avere un impatto sulle elezioni, le “false narrazioni” alla vigilia del sondaggio e l’interferenza straniera, e il impatto del data mining e della profilazione. Ci sarà anche un panel sulle sfide specifiche dell’organizzazione delle elezioni nell’Ucraina del dopoguerra. Segui su Twitter e Facebook tramite l’hashtag #ElectionsInTimesOfCrisis.
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Il Presidente dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (APCE) Tiny Kox ha ribadito che l’Assemblea parlamentare farà tutto ciò che è in suo potere per assicurare il riconoscimento delle responsabilità dei reati commessi durante l’aggressione della Russia contro l’Ucraina, dichiarando: “Giustizia sarà fatta, a qualunque costo”. Parlando in teleconferenza durante il Vertice internazionale di Bucha, organizzato per segnare un anno dalla liberazione della città ucraina dove sono emerse prove di brutali crimini di guerra da parte della Russia, il Presidente ha esortato gli Stati e le organizzazioni, tra cui l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, a sostenere la creazione di un tribunale penale ad hoc per perseguire i leader russi per il reato di aggressione.

L’APCE è stata la prima organizzazione internazionale a chiedere la creazione di un tribunale di questo tipo, ha sottolineato Kox, e da allora ha presentato all’unanimità un piano concreto per perseguire all’Aia i leader politici e militari russi e bielorussi che hanno “pianificato, preparato, iniziato o eseguito” la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina. “Senza la loro decisione di scatenare questa guerra di aggressione, le atrocità che ne derivano, come anche la morte, la distruzione e i danni risultanti dalla guerra, non si sarebbero verificati”, ha dichiarato il Presidente.

Allo stesso tempo, il Consiglio d’Europa lavorava intensamente anche per stabilire un registro speciale “per riportare e documentare le prove e le richieste di risarcimento di danni, perdite o lesioni causati dall’aggressione russa contro l’Ucraina”, come passo verso un meccanismo per risarcire gli ucraini per tali danni. Il perseguimento di tutti i responsabili dei reati, “dal soldato, il comandante e il finanziatore, fino al Presidente, il governo e il parlamento dello Stato aggressore”, è stata una promessa solenne della comunità internazionale, ha concluso.
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L’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (APCE) fermamente condannato il 14 ottobre la tentata annessione da parte della Russia delle regioni ucraine, descrivendo i cosiddetti referendum in tali regioni come “un affronto al diritto internazionale” e “nulli e invalidi, privi di alcun effetto giuridico e politico”.

L’Assemblea stava discutendo un rapporto preparato da Emanuelis Zingeris (Lithuania, PPE/CD) sull’ulteriore escalation dell’aggressione russa contro l’Ucraina, dopo l’intervento in videocollegamento del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

In una risoluzione, adottata all’unanimità, i parlamentari hanno invitato a creare un “sistema globale”, che consenta di chiamare la Federazione russa e i suoi dirigenti a rispondere dell’aggressione e delle violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario, in particolare accelerando l’istituzione di un tribunale speciale ad hoc incaricato di perseguire il crimine di aggressione commesso contro l’Ucraina.

L’Assemblea ha inoltre invitato gli Stati membri del Consiglio d’Europa a dichiarare l’attuale regime russo come “regime terrorista”. Ha dichiarato che la guerra di aggressione scatenata da un membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite “rappresenta una sfida alla governance globale” e ha constatato un crescente sostegno al piano di riforma del Consiglio di Sicurezza. Le crescenti minacce di guerra nucleare da parte della Russia sono incompatibili con le responsabilità di una potenza nucleare che occupa un seggio permanente nel Consiglio, hanno affermato i parlamentari, oltre ad essere “vergognose e sconsiderate”. L’Assemblea ha aggiunto che questi temi dovrebbero figurare in primo piano nell’agenda del futuro quarto Vertice del Consiglio d’Europa.
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L’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (APCE) ha recentemente invitato l’Unione Europea a dare nuovo slancio al processo di allargamento dei Balcani occidentali, “premiando i progressi secondo criteri” e favorendo un clima di fiducia. “Occorre non perdere il focus sui Balcani occidentali, anche se nel frattempo è emersa la necessità di sostenere le aspirazioni europee di altri Paesi, come Ucraina, Georgia e Repubblica Moldova”, hanno sottolineato i parlamentari.

La risoluzione adottata a Strasburgo in sessione plenaria afferma che dal Vertice di Salonicco del 2003 tra i Balcani occidentali e l’UE, il mancato riconoscimento dei progressi compiuti “ha indebolito lo slancio politico e entusiasmo pubblico”, e che la visione europea aveva perso il suo splendore, lasciando il posto all’etnonazionalismo.

L’APCE ha invitato le autorità di Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia e Kosovo* ad “affrontare senza indugio le sfide in sospeso”, e in particolare a migliorare la cultura politica al fine di garantire la collaborazione tra le istituzioni e le forze politiche; rafforzare l’efficienza e l’indipendenza della magistratura; migliorare il funzionamento della pubblica amministrazione; intensificare la lotta alla corruzione; astenersi da discorsi infiammatori, anche su base etnica; proteggere i diritti delle minoranze nazionali e la libertà dei media; e promuovere la riconciliazione. Infine, l’Assemblea ritiene che il Consiglio d’Europa, attingendo alle sue competenze, dovrebbe “raddoppiare i suoi sforzi” per aiutare i paesi dei Balcani occidentali a soddisfare i criteri di allargamento dell’UE e, insieme all’UE, svolgere un ruolo maggiore nella promozione di un’efficace cooperazione regionale funzionamento, la normalizzazione dei rapporti e la soluzione delle controversie bilaterali.
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