13 – Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere i cambiamenti climatici
Il cambiamento climatico è una sfida chiave in materia di sviluppo sostenibile. Il riscaldamento del clima terrestre sta provocando cambiamenti nel sistema climatico globale che minacciano la sopravvivenza di ampie fasce di popolazione nei paesi meno sviluppati, mentre le infrastrutture e alcuni settori economici sono vulnerabili ai rischi dei cambiamenti climatici, in particolare, nelle regioni sviluppate. Inoltre, i cambiamenti nei cicli delle precipitazione e di temperatura stanno colpendo anche ecosistemi come le foreste, i terreni agricoli, le regioni di montagna e degli oceani, così come le piante, gli animali e le persone che vi abitano. L’anidride carbonica globale (CO2) è aumentata di oltre il 50% tra il 1990 e il 2012.
L’Obiettivo 13 invita i paesi a dotarsi di misure di protezione del clima nelle loro politiche nazionali e a prestarsi reciproca assistenza per rispondere alle sfide quando necessario. Essa riconosce che la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (http://www.isprambiente.gov.it/it/temi/cambiamenti-climatici/convenzione-quadro-sui-cambiamenti-climatici-e-protocollo-di-kyoto) è il forum intergovernativo internazionale principale per negoziare la risposta globale ai cambiamenti climatici. Integrando questo dialogo, L’obiettivo 13 è favorevole al rafforzamento della resilienza alle calamità naturali legate al clima e riafferma l’impegno assunto dai paesi sviluppati a mobilitare ogni anno 100 miliardi di dollari congiuntamente da tutte le fonti, entro il 2020, per aiutare i paesi in via di sviluppo ad adattarsi ai cambiamenti climatici.
PROGRESSO VERSO L’OBIETTIVO 13 NEL 2017
Il riscaldamento del pianeta è proseguito nel 2016, stabilendo un nuovo record di circa 1,1 gradi centigradi al di sopra del periodo preindustriale, secondo la Dichiarazione sullo stato del clima globale dell’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) nel 2016. La siccità ha predominato in gran parte del globo, aggravata dal fenomeno del Niño. Nella sua Dichiarazione, l’OMM ha anche affermato che nel 2016 le dimensioni del ghiaccio marino globale sono crollate a 4,14 milioni di km2, il secondo record negativo di sempre. Inoltre, nello stesso anno, i livelli di anidride carbonica atmosferica hanno raggiunto un record di 400 parti per milioni. Al fine di mitigare i cambiamenti climatici e il loro impatto, occorre proseguire il percorso tracciato dall’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, entrato in vigore il 4 novembre 2016. Occorreranno sforzi maggiori per costruire la resilienza e limitare i rischi legati al clima e alle catastrofi naturali.
· I firmatari dell’Accordo di Parigi dovranno preparare, comunicare e onorare contributi successivi fissati su base nazionale. Tali contributi costituiscono la risposta ufficiale dei Paesi ai cambiamenti climatici e la loro azione per far fronte ai cambiamenti climatici globali. Al 20 aprile 2017, l’Accordo di Parigi è stato ratificato da 143 Paesi. Di essi, 137 firmatari (136 Paesi e la Commissione europea) hanno comunicato alla segreteria della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici i contributi fissati su base nazionale.
· Al 20 aprile 2017, 7 Paesi in via di sviluppo hanno completato e presentato con successo la prima fase del loro piano di adattamento nazionale, in risposta al cambiamento climatico.
· I Paesi sviluppati si sono impegnati a erogare un totale di 100 miliardi di dollari l’anno entro il 2020 per affrontare le necessità legate al clima dei Paesi in via di sviluppo e a continuare lo stesso livello di sostegno fino al 2025. Con i primi stanziamenti a favore del Fondo verde per il clima sono stati raccolti 10,3 miliardi di dollari e ai Paesi sviluppati firmatari viene suggerito caldamente di aumentare il loro sostegno finanziario.
· Il numero di decessi attribuiti a catastrofi naturali continua ad aumentare, nonostante i progressi nell’attuazione di strategie per la riduzione del rischio di catastrofi. Dal 1990 al 2015, oltre 1,6 milioni di persone sono morte durante catastrofi naturali verificatesi a livello mondiale.
· Molti Paesi hanno iniziato ad adottare strategie nazionali e locali per la riduzione del rischio di catastrofi. Nel 2014-2015 la maggior parte dei Paesi con dati ha indicato che le valutazioni di impatto ambientale, le leggi sulle aree protette, i progetti e programmi di adattamento ai cambiamenti climatici e la pianificazione integrata hanno svolto un ruolo fondamentale nella riduzione dei fattori di rischio
Fonte: Rapporto del Segretario Generale “Progresso verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile” E/2017/66
TRAGUARDI & INDICATORI
Il quadro globale per gli indicatori è stato sviluppato dal Gruppo inter-agenzie di esperti sugli indicatori per gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (IAEG-SDGs) ed è stato stabilito in quanto punto di partenza pratico durante la 47° sessione della Commissione statistica delle Nazioni Unite tenutasi a marzo 2016. Il rapporto della Commissione, che includeva il quadro globale per gli indicatori è stato poi analizzato dall’ECOSOC durante la sua 70° sessione tenutasi a giugno 2016. Maggiori informazioni.
TRAGUARDI
13.1 Rafforzare la resilienza e la capacità di adattamento ai rischi legati al clima e alle catastrofi naturali in tutti i Paesi
13.2 Integrare misure di contrasto ai cambiamenti climatici nelle politiche, nelle strategie e nei piani nazionali
13.3 Migliorare l’educazione, la sensibilizzazione e la capacità umana e istituzionale per fronteggiare i cambiamenti climatici attraverso mitigazione, adattamento, riduzione dell’impatto e segnalazione tempestiva
13.A Onorare l’impegno assunto nella Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici per raggiungere l’obiettivo di mobilitare complessivamente da tutte le fonti 100 miliardi di dollari l’anno entro il 2020 per soddisfare le necessità dei Paesi in via di sviluppo relativamente ad azioni rilevanti di mitigazione, attuazione trasparente e piena operatività del Fondo verde per il clima attraverso la sua capitalizzazione nel più breve tempo possibile
13.B Promuovere meccanismi per aumentare la capacità di pianificazione e gestione efficaci in relazione ai cambiamenti climatici nei Paesi meno sviluppati e nei piccoli Stati insulari in via di sviluppo concentrandosi, tra l’altro, sulle donne, i giovani e le comunità locali ed emarginate * Riconoscendo che la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici è il principale forum intergovernativo internazionale per negoziare la risposta globale ai cambiamenti climatici
INDICATORI
13.1.1 Numero di Paesi con strategie nazionali e locali per la riduzione del rischio di catastrofi
13.1.2 Numero di morti, persone scomparse e colpite da catastrofi ogni 100.000 abitanti
13.2.1 Numero di Paesi che hanno comunicato la sottoscrizione o attuazione di una politica//strategia/piano integrati volti a potenziare la loro capacità di adattamento all’impatto negativo dei cambiamenti climatici, per consolidare la resilienza climatica e contenere le emissioni di gas serra in modo tale da non minacciare la produzione alimentare (comprendendo un piano di adattamento nazionale, contributi fissati su base nazionale, comunicazioni nazionali, rapporto di aggiornamento biennale e altro)
13.3.1 Numero di Paesi che hanno integrato nei programmi primari, secondari e terziari azioni di mitigazione, adattamento, riduzione dell’impatto e segnalazione tempestiva
13.3.2 Numero di Paesi che hanno comunicato il consolidamento della capacity-building istituzionale, sistemica e individuale per attuare piani di adattamento, mitigazione e trasferimento tecnologico, insieme ad azioni di sviluppo
13.A.1 Fondi in dollari erogati ogni anno a partire dal 2020 relativi all’impegno dei 100 miliardi di dollari
13.B.1 Numero di Paesi meno sviluppati e piccoli Stati insulari in via di sviluppo che hanno ricevuto sostegno specializzato e ammontare del sostegno, compreso quello finanziario, tecnologico e di capacity building per meccanismi volti ad aumentare le capacità di pianificazione e gestione efficaci in risposta ai cambiamenti climatici, con un’attenzione particolare riservata a donne, giovani e comunità locali ed emarginate