11 – Rendere la città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili
L’urbanizzazione globale è uno degli sviluppi più significativi del 21 ° secolo. Più della metà della popolazione mondiale vive in città, una percentuale che si prevede di aumentare al 70% entro il 2050. Sono le città a guidare le economie locali e nazionali, come centri di prosperità dove si concentra oltre l’80% delle attività economiche globali. L’Urbanizzazione pone anche grandi sfide. Le città hanno un enorme impatto ambientale. Occupano solo il tre per cento della superficie del mondo, ma sono responsabili per tre quarti del consumo di risorse globale e il 75% delle emissioni globali.
L’obiettivo 11 mira a ridurre gli effetti negativi dell’impatto ambientale delle città, in particolare in termini di qualità dell’aria e gestione dei rifiuti. Essa richiede forme più inclusive e sostenibili di urbanizzazione, basate in particolare su un approccio partecipativo, integrato e sostenibile alla pianificazione urbana. Inoltre, esso mira a garantire l’accesso universale a spazi verdi e pubblici sicuri e inclusivi, soprattutto per le donne e i bambini, gli anziani e le persone con disabilità, e di fornire l’accesso ai sistemi di trasporto sicuri e convenienti.
PROGRESSO VERSO L’OBIETTIVO 11 NEL 2017
Negli ultimi anni, il mondo ha registrato una crescita urbana senza precedenti. Nel 2015, quasi 4 miliardi di persone, ossia il 54% della popolazione mondiale, vivevano in città e il numero è destinato ad aumentare fino a circa 5 miliardi di persone entro il 2030. Questa rapida urbanizzazione ha creato sfide enormi, tra cui l’aumento del numero di persone residenti in bidonville, l’aumento dell’inquinamento atmosferico, infrastrutture e servizi di base inadeguati, l’estensione urbana incontrollata, fattori che contribuiscono a rendere le città più vulnerabili a catastrofi. Occorre una migliore pianificazione e gestione urbanistica per rendere gli spazi urbani del mondo più inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili. A maggio 2017, 149 paesi stavano sviluppando politiche urbanistiche a livello nazionale.
· La percentuale di popolazione urbana residente in bidonville nei Paesi in via di sviluppo è diminuita, passando dal 39% nel 2000 al 30% nel 2014. Nonostante alcuni progressi, il numero assoluto di persone che vivono in zone urbane residenti nelle bidonville è continuato a crescere, in parte a causa dell’accelerazione dell’urbanizzazione, della crescita demografica e della mancanza di politiche abitative e territoriali adeguate. Nel 2014, si stima che 880 milioni di residenti in zone urbane vivevano in bidonville, rispetto ai 792 milioni di residenti in zone urbane nel 2000.
· Poiché aumentano sempre di più le persone che si trasferiscono nelle aree urbane, le città tendono tendono ad ampliare i loro confini geografici inglobando nuovi abitanti. Dal 2000 al 2015, in tutte le regioni del mondo, l’allargamento del territorio urbano ha superato la velocità di crescita delle popolazioni urbane. Di conseguenza le città stanno diventando meno dense nella loro crescita, con estensioni urbane incontrollate che mettono in pericolo modelli di sviluppo urbanistico più sostenibili.
· La gestione e smaltimento sicuro dei rifiuti solidi rappresenta uno dei servizi ambientali urbani più importante. La mancata raccolta di rifiuti solidi ostruisce le fognature, causa inondazioni e potrebbe causare la diffusione di malattie trasmesse dall’acqua. Sulla base dei dati relativi a città in 101 Paesi dal 2009 al 2013, il 65% delle popolazioni urbane erano servite dal servizio di raccolta di rifiuti a livello municipale.
· L’inquinamento atmosferico è un fattore di rischio di grande rilevanza per la salute ambientale. Nel 2014, 9 persone su 10 che vivono nelle città hanno respirato aria non conforme ai parametri di sicurezza imposti dall’OMS.
Fonte: Rapporto del Segretario Generale “Progresso verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile” E/2017/66
TRAGUARDI & INDICATORI
Il quadro globale per gli indicatori è stato sviluppato dal Gruppo inter-agenzie di esperti sugli indicatori per gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (IAEG-SDGs) ed è stato stabilito in quanto punto di partenza pratico durante la 47° sessione della Commissione statistica delle Nazioni Unite tenutasi a marzo 2016. Il rapporto della Commissione, che includeva il quadro globale per gli indicatori è stato poi analizzato dall’ECOSOC durante la sua 70° sessione tenutasi a giugno 2016. Maggiori informazioni.
TRAGUARDI
11.1 Entro il 2030, garantire a tutti un alloggio e servizi di base adeguati, sicuri e a prezzi accessibili e ammodernare le bidonville
11.2 Entro il 2030, garantire a tutti sistemi di trasporto sicuri, sostenibili e a prezzi accessibili, migliorare la sicurezza stradale, in particolare ampliando i mezzi pubblici, con particolare attenzione alle esigenze di chi è in situazioni vulnerabili, alle donne, ai bambini, alle persone con disabilità e agli anziani
11.3 Entro il 2030, aumentare l’urbanizzazione inclusiva e sostenibile e la capacità di pianificazione e gestione partecipata e integrata degli insediamenti umani in tutti i Paesi
11.4 Consolidare gli impegni per proteggere e salvaguardare il patrimonio culturale e naturale del pianeta
11.5 Entro il 2030, ridurre in modo significativo il numero dei morti, delle persone colpite e l’ammontare delle perdite economiche dirette rispetto al prodotto interno lordo globale causate da catastrofi, tra cui quelle provocate dall’acqua, con una particolare attenzione alla protezione dei poveri e delle persone in situazioni di vulnerabilità
11.6 Entro il 2030, ridurre l’impatto ambientale negativo pro capite delle città, in particolare riguardo alla qualità dell’aria e alla gestione dei rifiuti
11.7 Entro il 2030, fornire l’accesso universale a spazi verdi pubblici sicuri, inclusivi e accessibili, in particolare per le donne e i bambini, gli anziani e le persone con disabilità
11.A Sostenere rapporti economici, sociali e ambientali positivi tra le zone urbane, periurbane e rurali, potenziando la pianificazione dello sviluppo nazionale e regionale
11.B Entro il 2020, aumentare notevolmente il numero delle città e degli insediamenti umani che hanno adottato e attuato politiche e piani integrati a favore dell’inclusione, l’efficienza delle risorse, la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, la resilienza alle catastrofi, e sviluppare e adottare, in linea con il Quadro di Sendai per la riduzione del rischio di catastrofi 2015-2030, una gestione olistica del rischio di catastrofi a tutti i livelli
11.C Sostenere i Paesi meno sviluppati, anche attraverso l’assistenza tecnica e finanziaria, nella costruzione di edifici sostenibili e resilienti utilizzando materiali locali
INDICATORI
11.1.1 Percentuale di popolazione urbana residente in bidonville, Insediamenti informali o alloggi inadeguati
11.2.1 Percentuale di popolazione con un accesso adeguato al trasporto pubblico, per sesso, età e persone con disabilità
11.3.1 Percentuale di consumo del suolo rispetto al tasso di crescita della popolazione
11.3.2 Percentuale di città con una partecipazione diretta alla società civile nella pianificazione e gestione urbanistica su base regolare e democratica
11.4.1 Spesa totale (pubblica e privata) pro capite per la tutela, protezione e conservazione di tutto il patrimonio culturale e naturale, per tipo di patrimonio (culturale, naturale, misto e designazioni del Centro del patrimonio mondiale), livello di governo (nazionale, regionale e locale/municipale), tipo di spesa (spese operative/investimenti) e tipo di fondo privato (donazioni in natura, settore privato non profit e sponsorizzazione)
11.5.1 Numero di morti, persone scomparse e toccate da catastrofi ogni 100.000 abitanti
11.5.2 Perdite dirette in rapporto al PIL globale provocate da catastrofi, compresi i danni a infrastrutture cruciali e l’interruzione dei servizi essenziali
11.6.1 Percentuale di rifiuti solidi urbani raccolti regolarmente e con smaltimento finale adeguato rispetto alla quantità totale di rifiuti solidi urbani prodotti, per città
11.6.2 Livelli medi annuali di particolato (ad esempio PM 2.5 e PM 10) nelle città (in rapporto alla popolazione)
11.7.1 Percentuale media dell’area edificata delle città dotata di spazi aperti accessibili a tutti, per sesso, età e persone con disabilità
11.7.2 Percentuale di persone vittime di molestie fisiche o sessuali, per sesso, età, disabilità e luogo in cui è avvenuto nei 12 mesi precedenti
11.A.1 Percentuale di popolazione che vive in città che adottano i piani di sviluppo urbanistico e regionale tenendo in considerazione le proiezioni demografiche e il fabbisogno di risorse, per dimensione della città
11.B.1 Percentuale di governi locali che hanno adottato strategie di riduzione del rischio di catastrofi in linea con il Quadro di Sendai per la riduzione del rischio di catastrofi 2015-2030
11.B.2 Numero di paesi con strategie di riduzione del rischio di catastrofi a livello nazionale e locale
11.C.1 Percentuale di sostegno finanziario ai Paesi meno sviluppati erogato per la costruzione e la ristrutturazione di edifici sostenibili, resilienti e efficienti utilizzando materiali locali