SDG

10 – Ridurre le Disuguaglianze

10 – Ridurre le disuguaglianze

Le disuguaglianze a livello globale sono enormi e presentano uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo sostenibile e alla lotta contro la povertà. La disuguaglianza all’interno di molti paesi è in aumento negli ultimi anni. Le disuguaglianze limitano le opportunità di partecipare alla vita dei gruppi sociali e di dare un contributo significativo alla vita sociale, culturale, politica ed economica. Pertanto, l’obiettivo 10 si concentra sulla riduzione delle disuguaglianze all’interno dei paesi e tra i paesi. In concreto, l’obiettivo 10 mira alla crescita del reddito delle classi più povere per il raggiungimento di responsabilizzazione e di inclusione sociale, economica e politica per tutti entro il 2030.

L’Obiettivo 10 mira a garantire le pari opportunità attraverso l’eliminazione delle leggi discriminatorie, le politiche e le pratiche, facilitando una più regolarizzata e sicura migrazione umana attraverso l’attuazione di adeguate politiche di migrazione. L’obiettivo prevede anche una maggiore rappresentanza e una maggiore voce dei paesi in via di sviluppo nel processo decisionale all’interno delle istituzioni economiche e finanziarie internazionali.

PROGRESSO VERSO L’OBIETTIVO 10 NEL 2017

Il progresso verso la riduzione delle disuguaglianze all’interno e fra i Paesi è stato eterogeneo.

· Le voci dei Paesi in via di sviluppo devono ancora essere rafforzate all’interno dei forum decisionali di istituzioni internazionali economiche e finanziarie. Inoltre, sebbene le rimesse possano essere un’ancora di salvezza per le famiglie e le comunità dei lavoratori migranti internazionali nei loro Paesi di origine, il costo elevato del trasferimento di denaro continua a ridurre tali benefici.

· Dal 2008 al 2013, i redditi o i consumi pro capite del 40% più povero della popolazione sono migliorati più rapidamente rispetto alla media nazionale in 49 degli 83 Paesi (ossia tre quarti della popolazione mondiale) con dati.

· Nel 2016, il Fondo monetario internazionale, attraverso la sua recente riforma delle quote, ha aumentato i voti a disposizione dei Paesi in via di sviluppo (definiti come Paesi situati nelle regioni in via di sviluppo, secondo la classificazione M49) al 37%, in aumento rispetto al 33% nel 2010. Tale incremento è ancora lontano dal 74% che rappresentano in base al numero dei loro membri. Mentre le riforme del 2010 della Banca Mondiale sono ancora in fase di introduzione, tale sforzo non ha ancora modificato l’attuale quota del 38% di voti a disposizione dei Paesi in via di sviluppo dal 2000 all’interno della Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo.

· Il trattamento senza dazi e le condizioni di accesso favorevoli per le esportazioni dai Paesi meno sviluppati e in via di sviluppo sono stati potenziati. Dal 2005 al 2015, la percentuale di linee tariffarie con trattamenti senza dazi per prodotti di Paesi in via di sviluppo è aumentata globalmente dal 41% al 50%. Per prodotti di Paesi meno sviluppati, la percentuale è aumentata dal 49% al 65%.

· I Paesi meno sviluppati e i piccoli Stati insulari in via di sviluppo continuano ad aver bisogno di ulteriori aiuti per garantire che possano trarre beneficio dello sviluppo sostenibile. Nel 2015, i fondi totali diretti ai Paesi meno sviluppati e ai piccoli Stati insulari in via di sviluppo ammontavano rispettivamente a 48 miliardi di dollari e 6 miliardi di dollari rispettivamente. Il traguardo dello 0,15% di reddito nazionale lordo (RNL) per l’APS verso i Paesi meno sviluppati è stato raggiunto da otto Paesi donatori.

· I benefici delle rimesse provenienti da lavoratori migranti internazionali sono ridotti dal costo generalmente elevato delle transazioni. In media, gli uffici postali e gli operatori di money transfer impongono una commissione superiore al 6% della cifra trasferita, mentre le banche commerciali la commissione è dell’11%. In entrambi i casi la commissione è molto al di sopra del traguardo del 3%. Tecnologie nuove e migliorate, come le carte prepagate e gli operatori su rete mobile, riducono le commissioni per l’invio di denaro a casa (tra il 2 e il 4%), ma non sono ancora diffusi in modo capillare o non sono utilizzati in molti corridoi di rimesse.

Fonte: Rapporto del Segretario Generale “Progresso verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile” E/2017/66

TRAGUARDI & INDICATORI

Il quadro globale per gli indicatori è stato sviluppato dal Gruppo inter-agenzie di esperti sugli indicatori per gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (IAEG-SDGs) ed è stato stabilito in quanto punto di partenza pratico durante la 47° sessione della Commissione statistica delle Nazioni Unite tenutasi a marzo 2016. Il rapporto della Commissione, che includeva il quadro globale per gli indicatori è stato poi analizzato dall’ECOSOC durante la sua 70° sessione tenutasi a giugno 2016. Maggiori informazioni.

TRAGUARDI

10.1 Entro il 2030, raggiungere progressivamente e sostenere la crescita del reddito del 40% più povero della popolazione ad un tasso superiore rispetto alla media nazionale

10.2 Entro il 2030, potenziare e promuovere l’inclusione sociale, economica e politica di tutti, a prescindere da età, sesso, disabilità, razza, etnia, origine, religione, status economico o altro

10.3 Garantire a tutti pari opportunità e ridurre le disuguaglianze di risultato, anche attraverso l’eliminazione di leggi, politiche e pratiche discriminatorie, e la promozione di leggi, politiche e azioni adeguate per questo obiettivo

10.4 Adottare politiche, in particolare fiscali, e politiche salariali e di protezione sociale, e raggiungere progressivamente una maggiore uguaglianza

10.5 Migliorare la regolamentazione e il controllo dei mercati e delle istituzioni finanziarie globali e rafforzarne l’applicazione

10.6 Garantire una rappresentanza e un peso maggiori per i Paesi in via di sviluppo nel processo decisionale delle istituzioni economiche e finanziarie internazionali a livello mondiale al fine di avere istituzioni più efficaci, credibili, responsabili e legittime

10.7 Facilitare la migrazione e la mobilità delle persone ordinata, sicura, regolare e responsabile, anche attraverso l’attuazione di politiche migratorie programmate e ben gestite

10.A Attuare il principio del trattamento speciale e differenziato per i Paesi in via di sviluppo, in particolare per i Paesi meno sviluppati, in conformità con gli accordi dell’Organizzazione mondiale del commercio

10.B Promuovere l’aiuto pubblico allo sviluppo e i relativi fondi, compresi gli investimenti esteri diretti a favore degli Stati che ne hanno maggiore bisogno, in particolare Paesi meno sviluppati, i Paesi africani, i piccoli Stati insulari in via di sviluppo e i Paesi senza sbocco sul mare in via di sviluppo, in base ai loro piani e programmi nazionali

10.C Entro il 2030, ridurre a meno del 3 per cento i costi di transazione delle rimesse dei migranti ed eliminare i corridoi di rimesse con costi superiori al 5 per cento

INDICATORI

10.1.1 I tassi di crescita della spesa o del reddito pro capite dei nuclei familiari tra il 40% più povero della popolazione e il totale della popolazione

10.2.1 Percentuale di persone che vivono al di sotto del 50% del reddito mediano, per età, sesso e persone con disabilità

10.3.1 Percentuale di cittadini che hanno dichiarato di essersi sentiti personalmente vittime di discriminazioni o molestie nei 12 mesi precedenti, sulla base di un motivo di discriminazione vietato dalle leggi internazionali sui diritti umani

10.4.1 Percentuale di PIL derivante dal lavoro, compresi i redditi e le erogazioni per la protezione sociale

10.5.1 Indicatori di solidità finanziaria

10.6.1 Rapporto tra numero di membri e diritti di voto dei Paesi in via di sviluppo nelle organizzazioni internazionali

10.7.1 Costi di assunzione a carico del lavoratore in proporzione al reddito annuale guadagnato nel Paese di destinazione

10.7.2 Numero di paesi che hanno adottato politiche di migrazione ben gestite

10.A.1 Percentuale di linee tariffarie applicate alle importazioni provenienti da Paesi meno sviluppati e in via di sviluppo con tariffa pari a 0

10.B.1 Fondi totali per lo sviluppo, per Paese beneficiario e donatore e per tipo di fondo (ad esempio aiuto pubblico allo sviluppo, investimento diretto estero e altri)

10.C.1 Costi delle rimesse in rapporto all’ammontare trasferito