l’Unione europea ha sostenuto e promosso due iniziative/studi per contrastare le cause e gli effetti del cambiamento climatico. La prima riguarda il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) che, con il sostegno dell’Unione europea, ha lanciato un nuovo Osservatorio per guidare l’azione globale sulla riduzione delle emissioni di metano.
L’ Osservatorio internazionale delle emissioni di metano (IMEO) è stato lanciato al vertice del G20 , alla vigilia della conferenza sul clima COP26 delle Nazioni Unite a Glasgow. IMEO porterà la rendicontazione globale sulle emissioni di metano a un livello completamente diverso, garantendo la trasparenza pubblica sulle emissioni di metano di origine antropica. IMEO si concentrerà inizialmente sulle emissioni di metano dal settore dei combustibili fossili, per poi espandersi ad altri importanti settori come l’agricoltura e i rifiuti.
Il metano è un potente gas serra responsabile di almeno un quarto dell’attuale riscaldamento globale. La valutazione globale del metano dell’UNEP-Climate & Clean Air Coalition (CCAC) recentemente pubblicata afferma che riduzioni del costo netto nulle o basse potrebbero quasi dimezzare le emissioni di metano antropogenico, mentre misure comprovate potrebbero ridurre di 0,28 gradi Celsius il previsto aumento della temperatura media del pianeta di 2050.
IMEO fornirà i mezzi per dare priorità alle azioni e monitorare gli impegni assunti dagli attori statali nel Global Methane Pledge, uno sforzo guidato dagli Stati Uniti e dall’UE da parte di oltre trenta paesi per ridurre le emissioni di metano del 30% entro il 2030.
La seconda iniziativa è la presentazione, da parte del Centro comune di ricerca (JRC) della Commissione europea, della 21 a relazione annuale sugli incendi boschivi in Europa, Medio Oriente e Nord Africa , relativa al 2020. Dopo il 2019, il peggior anno mai registrato per gli incendi boschivi, le fiamme hanno devastato vaste aree di terreno naturale in Europa anche nel 2020. L’anno scorso circa 340 000 ettari sono stati divorati dal fuoco nell’UE: si tratta di una superficie che supera quella del Lussemburgo del 30%.
La stagione degli incendi 2021 si sta dimostrando ancora peggiore. Alla data di pubblicazione della relazione si parla già di circa 0,5 milioni di ettari andati distrutti, il 61% dei quali sono foreste che hanno bisogno di anni per ricrescere. Circa il 25% delle zone divorate dal fuoco in Europa si trovava all’interno dei siti Natura 2000, le aree di biodiversità dell’UE.
Gli effetti dei cambiamenti climatici diventano più evidenti di anno in anno. Una tendenza chiaramente visibile mostra livelli più elevati di incendi, stagioni degli incendi più lunghe e intense “mega incendiarie” a diffusione, che sono difficili da domare con i mezzi tradizionali. Quest’anno, circa 130 000 ettari erano già andati distruttivi prima della fine di giugno, il mese che segna di solito l’inizio della stagione degli incendi. Gli incendi non colpiscono più soltanto gli Stati meridionali, ma minacciano una minaccia crescente anche per l’Europa centrale e settentrionale. Nell’UE, più di 9 incendi su 10 sono causali dall’uomo: la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e le campagne di informazione sul rischio di incendi sono quindi fondamentali per prevenire rischi.
La relazione 2020 sugli incendi boschivi indica che la Romania è stato il paese colpito, seguita da Portogallo, Spagna e Italia, secondo quanto riferito dagli Stati membri.
Per ulteriori informazioni>
Relazione 2020 sugli incendi boschivi in Europa, Medio Oriente e Nord Africa
Sistema europeo d’informazione sugli incendi boschivi (EFFIS)
Sistema mondiale d’informazione sugli incendi boschivi (GWIS)