Si è conclusa a Modena il 4 giugno davanti a più di 160 persone il “giro d’Italia” dei “Dialoghi sulla coesione”, progetto finanziato dalla Commissione europea ed organizzato dall’AICCRE, che ha avuto come obiettivo quello di evidenziare il buon uso dei Fondi strutturali dell’Unione europea nel nostro Paese come essi siano fondamentali per lo sviluppo dei nostri territori ed il miglioramento della qualità della vita dei nostri cittadini. Sono state nove le tappe in Italia che hanno toccato altrettante regioni e con la caratteristica comune di aver attratto un considerevole e variegato pubblico: amministratori locali, scuole, imprenditori, esponenti della società civile. “I fondi europei – ha detto Stefano Bonaccini, Presidente AICCRE e CCRE- sono stati decisivi per superare gli anni della crisi, che anche in una regione come l’Emilia-Romagna ha colpito il lavoro e il fare impresa. La nostra è tra le Regioni italiane più virtuose nella capacità di programmazione e spesa dei fondi strutturali, come dimostra il fatto che abbiamo già abbondantemente superato gli obiettivi per il 2017 del Programma operativo regionale: dei 2,5 miliardi a disposizione per il periodo 2014-2020, abbiamo già messo a bando 1,8 miliardi, oltre il 70 per cento della dotazione. Risorse che saranno interamente impiegate per importanti interventi in agricoltura per lo sviluppo rurale, per le infrastrutture, per il sostegno alle imprese, per la ricerca e l’innovazione, e quindi per nuovi posti di lavoro”. “l’efficacia dei fondi e un pezzo di fiducia dei cittadini nelle politiche dell’Europa risiedono in un nuovo equilibrio fra le istituzioni centrali e le autonomie locali, valorizzando nuovamente il dialogo con le Regioni”. Ha sottolineato Giovanni Toti, Presidente della Regione Liguria. “Dobbiamo individuare di nuovo dei canali efficienti di dialogo tra i territori e la UE, l’autonomia delle Regioni nell’utilizzo dei fondi deve tornare ad essere valorizzata”. Secondo Carla Rey, Segretario generale dell’AICCRE, Il clamoroso successo italiano dei “Dialoghi sulla coesione” si spiega con il fatto che “non si è rimasti sul generico, ma in ogni territorio abbiamo illustrato nello specifico come e quando sono stati utilizzati i fondi europei, coinvolgendo e raccordando enti locali, imprese, scuole, associazioni, società civile”.
Inoltre, ha sottolineato la Rey, “abbiamo utilizzato nella comunicazione un linguaggio diretto e semplice indirizzato soprattutto ai giovani”. Ma quali saranno le priorità della nuova politica di coesione? Semplificazione, flessibilità ed efficienza sono le tre chiavi di lettura che la Commissione europea ha cercato di usare nella formulazione della proposta di regolamento dei fondi strutturali per la programmazione 2021-2027, a cominciare dal testo, che è unico per sette fondi e ha all’incirca la metà delle pagine rispetto ai testi dell’attuale programmazione. Una importante novità riguarda gli obiettivi tematici che dagli 11 del periodo 2014-2020 vengono ridotti a cinque: 1) Europa intelligente 2) Europa più verde e senza emissioni; 3) Europa più connessa; 4) Europa più sociale; 5) Europa più vicina ai cittadini. Alle prime due priorità dovrà essere destinata la maggior parte delle risorse del Fondo di sviluppo regionale (Fesr) e del Fondo di coesione: tra il 65% (per i paesi più poveri) e l’85% (per quelli più ricchi) della rispettiva dote finanziaria. ” Gian Carlo Muzzarelli , sindaco Di Modena, ha ricordato come la sua città guardi all’Europa (“è casa nostra”) e come in questi anni si sia “lavorato con metodo per intercettare tutte le opportunità di sviluppo che l’Unione europea poteva offrire al nostro territorio nel suo complesso: città, provincia, sistema produttivo, mondo della formazione e della ricerca”. Per il sindaco “fuori dall’euro e dall’Europa ci sarebbe soltanto un Paese più povero, senza voce in capitolo nella politica internazionale, subalterno e senza un orizzonte e un futuro per i suoi giovani”. Bonaccini ha rincarato la dose: “immaginare di uscire dal processo di integrazione europea e dai principi dei trattati istitutivi non è sostenibile, dal punto di vista economico, sociale, ambientale. Quello che siamo oggi come Regione, come Paese e come Europa, in termini di diritti, di democrazia, di standard sociali e di sviluppo economico lo dobbiamo all’idea dell’Europa unita”. Hanno partecipato, tra gli altri, Carlos Martinez Minguez, Sindaco di Soria (Spagna), vice Presidente CCRE; Luc Martens, vice Presidente CCRE, Bureau del Movimento europeo, già Ministro fiammingo per la cultura; Morena Diazzi, Direttore Generale Economia della conoscenza, lavoro e impresa, Regione Emilia-Romagna; Jean Mikolai Dzieciolwski, Gabinetto della Commissaria europea per le Politiche regionali Cretu; Petr Osvald, Presidente della Commissione Politica di coesione territoriale e bilancio dell’UE (COTER), Comitato delle Regioni; Giorgio Martini, Agenzia per la Coesione Territoriale, Autorità di Gestione dei Programmi nazionali relativi alle Città Metropolitane e Sviluppo sostenibile e crescita intelligente; Luigi Giove, Segretario Generale CGIL Emilia-Romagna; Pietro Ferrari, presidente di Confindustria Emilia-Romagna. Nel corso dell’evento sono stati presentati alcuni progetti finanziati dai Fondi europei: APPENBIO per aumentare la redditività delle aziende agricole in Emilia-Romagna e valorizzare i territori per il loro potenziale in fatto di produzioni di tipo salutistico. ITS MAKER: percorsi biennali post-diploma per ingresso dei ragazzi nelle migliori aziende meccaniche e meccatroniche della Regione e “Step-by-Step“, un progetto dedicato alle malattie neurologiche.