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Programmi cooperazione, Corte dei Conti: “carenti nei metodi di assegnazione dei fondi”

La Gazzetta ufficiale C200 di oggi, 8 giugno, pubblica l’avviso della pubblicazione da parte della Corte dei Conti europea della Relazione speciale su «Programmazione dello strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale — Europa globale — Programmi esaustivi ma carenti nei metodi di assegnazione dei fondi e di monitoraggio dell’impatto»

Il nuovo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale – Europa globale (Neighbourhood, Development and International Cooperation Instrument – Global Europe, NDICI-Europa globale) è il principale strumento di finanziamento per dare esecuzione alla cooperazione dell’UE con i paesi partner. Con una dotazione complessiva di 79,5 miliardi di euro, copre oltre il 70 % degli stanziamenti dell’UE in materia di azione esterna per il periodo di finanziamento 2021-2027. Il regolamento NDICI-Europa Globale definisce le dotazioni finanziarie a favore dei programmi geografici e tematici, nonché della riserva per le sfide e le priorità emergenti.

La programmazione è il processo attraverso cui l’UE definisce le proprie priorità nell’ambito della cooperazione internazionale. Il processo di programmazione NDICI-Europa Globale consiste nella stesura e nell’adozione di programmi indicativi pluriennali nazionali, regionali e tematici per i paesi del vicinato e per quelli che non ne fanno parte. La Corte ha sottoposto ad audit i programmi geografici, che hanno definito gli ambiti prioritari e i settori in ogni paese partner per sette anni (2021-2027) e stabilito la dotazione finanziaria per i primi quattro anni (2021-2024). Con questo lavoro la Corte intende contribuire a migliorare l’assegnazione delle dotazioni finanziarie per i tre anni rimasti (2025-2027) e fornire elementi utili per l’impostazione del prossimo periodo di programmazione.

Obiettivo dell’audit era valutare se la Commissione e il Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) avessero programmato lo strumento NDICI-Europa globale in maniera adeguata.

La Corte è giunta alla conclusione che, nel complesso, la Commissione e il SEAE avevano concepito programmi geografici completi che rispondevano a una vasta gamma di esigenze dei paesi partner e di priorità dell’UE, ma che vi erano carenze nelle metodologie utilizzate per assegnare i finanziamenti ai paesi partner e nell’impostazione del quadro di monitoraggio.

Sebbene il SEAE e la Commissione avessero accorpato tutti i finanziamenti in unico strumento, hanno usato due metodologie di assegnazione distinte per i paesi del vicinato e per quelli che non ne fanno parte.

La Corte ha rilevato che la Commissione e il SEAE non avevano usato una metodologia di assegnazione standardizzata e trasparente per i paesi del vicinato. Hanno eseguito brevi valutazioni descrittive per ciascun paese, non comparabili l’una con l’altra. La Corte non è stata in grado di ricondurre i criteri di assegnazione previsti dal regolamento NDICI-Europa globale alle dotazioni finanziarie.

Le assegnazioni per i paesi al di fuori del vicinato sono state calcolate invece in maniera più trasparente e comparabile, usando una formula che rifletteva i princìpi della programmazione. In generale, è stato possibile far coincidere i calcoli degli auditor della Corte con le cifre della Commissione e del SEAE. Ciononostante, sono state rilevate alcune carenze nell’applicazione della formula che riguarda, tra gli altri aspetti, la raccolta e il trattamento dei dati grezzi e la relativa documentazione di processo.

La Commissione e il SEAE hanno analizzato le situazioni e le esigenze dei paesi partner. Gli ambiti prioritari selezionati per ciascun programma erano ampi, il che offre la flessibilità di adattarsi a eventi imprevisti, ma può limitare la focalizzazione dei finanziamenti dell’UE, con il rischio che questi ultimi non abbiano un impatto significativo. L’adozione tardiva del regolamento NDICI-Europa Globale ha ritardato l’adozione dei programmi indicativi pluriennnali.

I programmi indicativi pluriennali includevano indicatori di performance pertinenti, ma numerosi e il cui utilizzo non era obbligatorio. Gli indicatori erano nella maggior parte dei casi specifici, ma più del 20 % presentava valori di partenza e valori-obiettivo poco chiari o assenti. Inoltre, l’uso diversificato e incoerente di indicatori comuni dell’UE porrà un limite alla possibilità di aggregazione dei risultati.

Sulla base di tali conclusioni, la Corte raccomanda alla Commissione e al SEAE di:

migliorare la metodologia di assegnazione dei finanziamenti ai paesi del vicinato, rendendola standardizzata, comparabile e trasparente;

documentare ulteriormente e applicare rigorosamente la metodologia di definizione delle assegnazioni per i paesi al di fuori del vicinato;

chiarire la metodologia di valutazione dell’impatto del sostegno dell’UE;

focalizzare la portata dell’esercizio di programmazione;

semplificare e rendere possibile l’uso uniforme degli indicatori dei programmi indicativi pluriennali.

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