Nella Gazzetta ufficiale comunitaria del 12 gennaio è stata pubblicata una Risoluzione del Parlamento europeo sulla protezione dei diritti umani e la politica migratoria esterna dell’UE.
Nel documento si sottolinea tra l’altro l’obiettivo degli strumenti finanziari europei di sostenere i paesi terzi nello sviluppo del quadro istituzionale e delle capacità necessarie per gestire la migrazione in tutti i suoi aspetti, allineandosi nel contempo alle norme europee e internazionali;
il Parlamento sottolinea anche l’importanza di destinare una quota sostanziale dei futuri finanziamenti dell’UE nell’ambito della migrazione ai gruppi della società civile, non governativi e basati sulle comunità locali, nonché organizzazioni governative, intergovernative, regionali e locali attive nei paesi terzi per fornire assistenza e tutelare e monitorare i diritti dei migranti, sostenere le persone vittime di sfollamento forzato e le comunità che li ospitano; pone l’accento sull’importanza di garantire che una parte considerevole dei finanziamenti dell’UE sia stanziata a favore del miglioramento dei diritti umani, della protezione internazionale e delle prospettive future dei rifugiati; chiede che il sostegno finanziario dell’UE sia impiegato per creare soluzioni sostenibili in grado di far fronte alle sfide locali e regionali, in particolare quelle concernenti i processi democratici e lo Stato di diritto, lo sviluppo socioeconomico, l’assistenza sanitaria, l’istruzione, le cause profonde della povertà, la disoccupazione giovanile nei paesi di origine, l’esclusione sociale, la parità di genere, i cambiamenti climatici, i conflitti, l’accesso ai servizi, nonché per promuovere i diritti dei rifugiati e migliorarne l’autonomia.
Strasburgo rileva il crescente ricorso, dal 2016, a una maggiore condizionalità tra la cooperazione allo sviluppo e la gestione della migrazione, compresi il rimpatrio e la riammissione; sottolinea che la cooperazione e il sostegno allo sviluppo dell’UE devono essere allineati con gli obiettivi di sviluppo sostenibile, anche nel contesto delle azioni relative alle questioni di genere.
Tra i punti della Relazione segnaliamo la “preoccupazione per il numero crescente di minori non accompagnati che viaggiano attraverso percorsi migratori irregolari e per quanto concerne la mancanza di protezione nei loro confronti; sottolinea, in particolare, la mancanza di un monitoraggio e di segnalazioni efficaci da parte delle agenzie dell’UE e degli Stati membri riguardo alla protezione dei minori non accompagnati; invita l’UE a garantire che gli Stati membri e i paesi terzi riferiscano in merito ai meccanismi applicati per tutelare i diritti dei minori in conformità della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo”.