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PE: inasprite regole sulla pubblicità politica

Il Parlamento europeo ha recentemente adottato numerose modifiche alle norme sulla pubblicità politica per rendere le elezioni europee più trasparenti e resistenti alle interferenze.

Le modifiche apportate alla proposta della Commissione europea richiedono che solo i dati personali esplicitamente forniti per la pubblicità politica online possano essere utilizzati dai fornitori di pubblicità. Ciò crea un divieto de facto del micro-targeting, una strategia che utilizza i dati dei consumatori e i dati demografici per identificare gli interessi di individui specifici.

Inoltre, il comitato ha introdotto tutta una serie di altre disposizioni per regolamentare ulteriormente la più ampia attività di targeting, come un divieto assoluto di utilizzare i dati dei minori.

Sono state apportate notevoli modifiche alla proposta per consentire di rendere facilmente disponibili molte più informazioni ai cittadini, alle autorità e anche ai giornalisti. Verrebbe inoltre creato un archivio online contenente tutti gli annunci politici online e i relativi dati.

Il testo modificato renderebbe più facile ottenere informazioni su chi finanzia un annuncio, quanto è stato pagato e da dove proviene il denaro. Verranno inoltre pubblicate informazioni sull’eventualità che un annuncio sia stato sospeso per violazione delle regole, sui gruppi specifici di individui presi di mira e quali dati personali sono stati utilizzati per questo, nonché le visualizzazioni e l’impegno con l’annuncio. I deputati vogliono anche dare ai giornalisti un diritto specifico di ottenere tali informazioni.

Il Parlamento europeo introduce la possibilità di sanzioni periodiche da applicare per una violazione ripetuta e l’obbligo per i grandi fornitori di servizi pubblicitari di sospendere i propri servizi per 15 giorni con un determinato cliente in caso di violazioni gravi e sistemiche. La Commissione ha il potere di introdurre sanzioni minime a livello di UE.

Il testo adottato rafforza inoltre i poteri delle autorità nazionali e consente al comitato europeo per la protezione dei dati di assumere un’indagine su una violazione e far rispettare le norme.

L’Assemblea di Strasburgo propone inoltre di vietare agli attori non residenti nell’UE di poter pagare per pubblicità politica nell’UE.

Il relatore del Parlamento europeo Sandro Gozi ha dichiarato: “La nostra sfida è combattere più efficacemente tutte le forme di disinformazione e di interferenza esterna nei nostri processi democratici, preservando l’apertura che caratterizza il dibattito pubblico europeo. Una volta in vigore, speriamo entro il 2023, le elezioni nell’UE saranno più trasparenti e resistenti alla manipolazione, come testimoniato dallo scandalo Cambridge Analytica.

Questo rapporto renderà la pubblicità politica abusiva online un ricordo del passato rendendo impossibile sfruttare le debolezze specifiche delle persone. Renderà anche gli attori politici più responsabili delle pubblicità che diffondono. E quando le regole verranno violate, saremo in grado di imporre sanzioni migliori in modo equo in tutta l’UE”.

Il testo sarà ora presentato nella sessione plenaria del 1° e 2 febbraio per ottenere da tutta la Camera un mandato negoziale basato su questo testo. Successivamente, possono iniziare i negoziati tra il Consiglio e il Parlamento.

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