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Maggioranza politici italiani insoddisfatta del peso degli enti locali in Europa

Per capire il rapporto tra Unione europea e territori, molto interessanti sono i dati emersi da un un sondaggio pubblicato in occasione della Settimana europea delle regioni e delle città e condotto dal Comitato Ue delle Regioni (CdR) su oltre tremila politici locali, di cui 159 in Italia, quinto Paese per numero di adesioni.
I rappresentanti politici italiani degli enti locali sono divisi sul peso dei territori nell’elaborazione delle politiche Ue: il 51% ritiene che Regioni e città non abbiano un’influenza sufficiente sul futuro dell’Unione, mentre il restante 49% ha un giudizio positivo al riguardo. In Europa il dato differisce significativamente tra i Paesi: la percentuale di chi considera scarso il peso degli enti locali sul futuro dell’Ue varia dall’87% in Ungheria al 12% in Grecia.

Dal sondaggio emerge che la quasi totalità dei politici locali italiani considera, inoltre, importante il miglioramento dell’accesso delle amministrazioni locali ai finanziamenti Ue (99%) e l’aumento del peso delle regioni e delle amministrazioni locali sull’elaborazione delle politiche dell’Ue (94%), due dati superiori alla media europea rispettivamente di 5 e 7 punti percentuali.

Tra i temi su cui le Regioni e le città italiane vorrebbero avere più voce in capitolo nel processo decisionale Ue rientrano economia, giustizia sociale e occupazione (55%); cambiamento climatico (53%) e istruzione, cultura, gioventù e sport (48%), priorità in linea con quelle espresse dai politici locali in Europa.
Sull’immigrazione, invece, si registra un maggior interesse da parte degli italiani (38%) rispetto alla media europea (29%). La maggior parte degli intervistati, tanto in Italia (55%), quanto in Europa (54%), infine, è a conoscenza della Conferenza sul futuro dell’Europa, ma solo una minima parte, il 3%, partecipa attivamente all’iniziativa.

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