Iniziativa #siamotuttelaura vince Premio del cittadino europeo

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La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C 283 del 25 luglio pubblica la Comunicazione del Parlamento europeo relativa ai vincitori del Premio del cittadino europeo. I premi saranno assegnati in occasione di cerimonie di premiazione pubbliche negli Stati membri di residenza dei vincitori. Le cerimonie sono organizzate dagli Uffici di collegamento del Parlamento europeo. I vincitori parteciperanno inoltre a una cerimonia di premiazione centrale che si terrà al Parlamento europeo a Bruxelles nel novembre 2022.

Tra i vincitori, vi è anche un progetto italiano. Si tratta di

#siamotuttelaura

L’iniziativa è realizzata a fermare una grave distorsione nel sistema giudiziario italiano ed europeo: l’utilizzo della c.d. “sindrome da alienazione parentale” per privare le donne della responsabilità genitoriale, specie nei casi di violenza di genere e domestica, in violazione anche degli artt. 7, 20, 21, 23 e 24 della Carta dei diritti fondamentali.

L’iniziativa #siamotuttelaura nasce dalla vicenda personale di Laura Massaro, che è divenuta in Italia simbolo di un fenomeno gravissimo e diffuso in tutta Europa: l’allontanamento dei bambini dalle madri che denuncino episodi di violenza di genere e domestica esercitata dal padre.

Invocando il concetto pseudoscientifico di “alienazione parentale”, le Corti italiane e di altri Paesi europei (come ad esempio Francia, Croazia, Spagna) hanno privato queste donne della responsabilità genitoriale, spesso senza procedere all’ascolto del minore, in violazione dei principi del giusto processo e colpendo in maniera sproporzionata le donne. Simili provvedimenti violano tra l’altro gli artt. 7 (rispetto della vita privata e familiare); 20 (uguaglianza davanti alla legge); 21 (non discriminazione) 23 (parità tra donne e uomini); 24 (diritti del minore).

L’associazione “Differenza Donna”, impegnata nella difesa dei diritti delle donne, si è quindi fatta carico di far valere le ragioni di queste donne e lo stato di diritto in Europa. Così sono riuscite a far riconoscere alla giurisprudenza italiana l’illegittimità dell’uso di concetti pseudoscientifici nelle aule di tribunale in violazione degli elementari principi di giustizia e della Carta dei diritti fondamentali.

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