Fondo sociale per il clima: il parere della Corte dei conti

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Sulla Gazzetta ufficiale C17 del 18 gennaio è pubblicato l’avviso del parere della Corte dei conti europea sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un Fondo sociale per il clima.

I piani sociali per il clima (di seguito: “i piani”) costituiranno la base
dell’erogazione del contributo finanziario del Fondo. Detti piani, scrive la Corte, elencano le misure e
gli investimenti disponibili per le famiglie, le microimprese e gli utenti dei trasporti che
risentono degli effetti dell’inclusione nell’ETS delle emissioni di gas a effetto serra
generate da edilizia e trasporti. Sarebbe utile chiarire la differenza tra il concetto di
“misure” e quello di “investimenti”, non spiegata nella proposta. Inoltre, la definizione
di “povertà energetica” non è ancora stata adottata, nonostante detto termine sia
usato in tutto il testo della proposta
.

La Corte inoltre afferma che i piani sociali per il clima dovrebbero essere coerenti con e complementari agli
altri piani e programmi strategici nazionali, quali i piani nazionali per l’energia e il
clima, i piani nazionali per la ripresa e la resilienza, i programmi operativi della politica
di coesione, i piani territoriali per una transizione giusta ed i piani strategici per la
politica agricola comune
. Detti piani, continua la Corte, potrebbero inoltre necessitare di essere aggiornati
in linea con i piani sociali per il clima. Ciò accresce notevolmente l’onere
amministrativo in capo alle autorità nazionali. La proposta non specifica un termine
ultimo entro il quale gli Stati membri devono presentare i rispettivi piani sociali per il
clima.

Il sostegno del Fondo non dovrebbe sostituire le “spese di bilancio correnti a
livello nazionale”. Che gli Stati membri forniscano sostegno al reddito delle famiglie
a basso reddito, ad esempio sovvenzionando il costo del riscaldamento e dell’energia
elettrica, non costituisce una novità. Il sostegno diretto al reddito fornito dal Fondo
potrebbe essere utilizzato per lo stesso tipo di costi, con il rischio di sostituire le
esistenti spese nazionali
. Al fine di evitare doppi finanziamenti e sovrapposizioni, la
proposta dovrebbe chiarire il concetto di “spese di bilancio correnti a livello
nazionale”.

Per quanto riguarda la mobilità a zero e a basse emissioni, la Corte, nella
relazione sul sostegno dell’UE alle infrastrutture per la ricarica di veicoli, ha evidenziato
la necessità di sistemi di pagamento armonizzati, di adeguate informazioni agli utenti
sulla disponibilità in tempo reale delle stazioni di ricarica e sulle tariffe da queste
applicate, nonché di un equo accesso per tutti gli utilizzatori di veicoli elettrici. La Corte
ha inoltre constatato che i finanziamenti per le stazioni di ricarica non sono stati
subordinati ad un periodo minimo di finanziamento20. I progetti di mobilità urbana non
sempre erano basati su strategie di mobilitàurbana valide e spesso non erano
coordinati con i comuni circostanti 21. Risolvere queste questioni renderebbe più
efficaci i finanziamenti.

IL PARERE INTEGRALE IN ITALIANO (PDF)

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