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Donne nei consigli di amministrazione: PE via libera ai negoziati con gli Stati membri

Le commissioni per i diritti delle donne e gli affari legali del Parlamento europeo hanno recentemmente sostenuto i colloqui con il Consiglio dell’UE su un disegno di legge per aumentare l’equilibrio di genere nei consigli di amministrazione delle società.

Una volta confermata dalla plenaria, i negoziati possono andare avanti sul progetto di legge volto a garantire la parità di genere nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa nell’UE. Il sito del Parlamento europeo precisa inoltre che “Il Parlamento ha atteso un decennio prima che il Consiglio adottasse la sua posizione sulla proposta”.

La decisione di avviare negoziati interistituzionali è stata approvata congiuntamente dalle commissioni per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere e per gli affari giuridici.

La cosiddetta Direttiva “Women on Boards” mira a introdurre procedure di assunzione trasparenti nelle aziende, in modo che almeno il 40% dei posti di amministratore non esecutivo siano occupati da donne.

Nei casi in cui i candidati siano ugualmente qualificati per un posto, la priorità dovrebbe andare al candidato del sesso sottorappresentato. I deputati sottolineano che trasparenza e merito devono rimanere i criteri chiave nelle procedure di selezione. La proposta prevede sanzioni per le imprese che non rispettano procedure di nomina aperte e trasparenti.

La Commissione europea ha presentato per la prima volta la sua proposta nel 2012 e il Parlamento europeo ha adottato la sua posizione negoziale nel 2013. I progressi, tuttavia, sono stati fermi da un decennio da parte del Consiglio, fino a un recente sviluppo, lunedì, quando i ministri dell’Occupazione e degli Affari sociali hanno finalmente concordato un “orientamento generale”.

L’ultimo decennio ha visto l’emergere di quote di genere in vari ambiti in molti Stati membri. Ad oggi, nove Stati membri hanno introdotto una qualche forma di legge sulle quote di genere per i consigli di amministrazione delle società (Spagna, Belgio, Francia, Italia, Paesi Bassi, Germania, Austria, Portogallo e Grecia). Nonostante i progressi compiuti, solo il 30,6% dei membri del consiglio di amministrazione delle più grandi società quotate in borsa dell’UE sono donne, con differenze significative tra gli Stati membri (dal 45,3% in Francia all’8,5% a Cipro).

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