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Divario retributivo di genere, PE: misure vincolanti di trasparenza retributiva

Le commissioni per i diritti della donna e l’occupazione del Parlamento europeo hanno adottato il 17 marzo la loro posizione sulla proposta della Commissione su una direttiva sulla trasparenza retributiva.

I parlamentari europei hanno chiesto che le aziende dell’UE con almeno 50 dipendenti (invece di 250 come originariamente proposto) siano tenute a divulgare informazioni che rendano più facile per coloro che lavorano per lo stesso datore di lavoro confrontare gli stipendi ed esporre qualsiasi divario retributivo di genere esistente all’interno dell’organizzazione. Gli strumenti per valutare e confrontare i livelli retributivi dovrebbero essere basati su criteri neutri rispetto al genere e includere sistemi di valutazione e classificazione del lavoro neutri rispetto al genere.

Se la rendicontazione retributiva mostra un divario retributivo di genere di almeno il 2,5% (contro il 5% nella proposta iniziale), gli Stati membri dovrebbero garantire che i datori di lavoro, in collaborazione con i rappresentanti dei loro lavoratori, conducano una valutazione retributiva congiunta e sviluppino un genere piano d’azione.

La Commissione europea, hanno aggiunto i parlamentari, dovrebbe creare un’etichetta ufficiale dedicata da assegnare ai datori di lavoro che non hanno un divario retributivo di genere nelle loro aziende, aggiungono i deputati.

Il testo prevede che i lavoratori e i rappresentanti dei lavoratori abbiano diritto a ricevere informazioni chiare e complete sui livelli retributivi individuali e medi, ripartiti per genere.
br>I deputati europei propongono inoltre di vietare il segreto salariale, attraverso misure che vietano le clausole contrattuali che impediscono ai lavoratori di divulgare informazioni sulla loro retribuzione o di cercare informazioni sulla stessa o su altre categorie di salari dei lavoratori.

I parlamentari di Strasburgo sostengono la proposta della Commissione europea relativa allo spostamento dell’onere della prova. Nei casi in cui un lavoratore ritenga che il principio della parità di retribuzione non sia stato applicato e porti il ​​caso in tribunale, la legislazione nazionale dovrebbe obbligare il datore di lavoro a dimostrare che non vi è stata discriminazione.

Le commissioni per l’occupazione del Parlamento europeo hanno approvato la decisione di avviare negoziati interistituzionali. Il Parlamento nel suo insieme dovrebbe votare su tale decisione durante la sessione plenaria del 4-7 aprile. Il Consiglio dell’Unione europea ha già adottato la sua posizione lo scorso dicembre.

Ricordiamo che in tutta l’Unione Europea, il divario retributivo di genere persiste e si attesta intorno al 14%, con variazioni significative tra gli Stati membri; è diminuito solo in minima parte negli ultimi dieci anni.

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