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CPLRE prepara progetto di cooperazione contro fake news e incitamento all’odio

nella foto, parte della delegazione italiana. Da sinistra: Belinda Gottardi, Ilaria Bugetti, Carla Rey


Negli ultimi anni i rappresentanti eletti locali e regionali di tutta Europa hanno dovuto far fronte all’aumento di notizie false e incitamento all’odio, in particolare su Internet e sui social network. Quali risposte e quali strumenti dovrebbero essere sviluppati per affrontare questa sfida? È stato questo lo spunto per un dibattito tematico organizzato dal Congresso del Consiglio d’Europa il 27 ottobre 2021 nell’ambito della 41a sessione, alla quale sta partecipando la delegazione italiana, guidata dall’AICCRE.

Il blocco dei siti o il filtraggio dei contenuti non sono sufficienti per fermare le fake news e l’incitamento all’odio, che possono avere potenti ripercussioni sull’operato degli enti locali e regionali e sul funzionamento della democrazia, soprattutto durante le campagne elettorali o referendarie. Il dibattito ha anche evidenziato l’impatto dell’intelligenza artificiale e dell’anonimato sulla loro proliferazione.

Per aiutare ad affrontare la sfida, il Congresso ha lanciato un progetto di cooperazione in collaborazione con diverse università e centri accademici europei. L’obiettivo è analizzare gli effetti dannosi delle notizie false e dell’incitamento all’odio, nonché il modo in cui influenzano il dibattito politico locale e esplorare i mezzi per rilevare questi fenomeni e le possibili azioni legali e tecniche contro di essi.

Questa analisi fornirà, per la prima volta, una base scientifica per una politica di lotta alle fake news e all’incitamento all’odio su Internet nel contesto locale e regionale.

Dall’indagine prenderà vita un manuale pratico e servirà come base per la discussione politica e il lavoro in seno al Congresso per elaborare raccomandazioni concrete.

La pandemia di coronavirus ha esacerbato e reso ancora più virulento l’impatto di fake news e incitamento all’odio, che si sono diffusi alla velocità della luce su Internet e sui social network.

Il gruppo di ricerca, che riunisce professori e studenti di cinque università europee con sede in Germania, Austria, Ungheria, Romania e Slovacchia, produrrà innanzitutto una sintesi delle definizioni esistenti di fake news e hate speech dai documenti dei diversi organi del Consiglio d’Europa e la Corte europea dei diritti dell’uomo, adattandoli alla realtà sul campo, che cambia molto rapidamente. I membri del Congresso – rappresentanti eletti locali e regionali dei 47 Stati membri del Consiglio d’Europa – contribuiranno, attraverso un questionario, a raccogliere le proprie esperienze di Internet.

Ci sarà un’attenzione particolare all’individuazione di potenziali fonti che hanno un legittimo interesse politico o commerciale nella diffusione di questo tipo di discorsi, dagli avversari politici alle piattaforme di marketing.

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