I governi locali e regionali sono in prima linea nella risposta a COVID-19. I loro servizi regolari sono messi sotto pressione a causa del distanziamento sociale e dell’assistenza ai malati e ai vulnerabili, mentre le loro fonti di entrate si stanno riducendo a causa del rallentamento economico.
Ma quali sono gli effetti a breve, medio e lungo termine della pandemia sul funzionamento e sulla finanza del governo locale? E come hanno risposto i comuni e le regioni finora? Queste sono le domande a cui l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) cerca di rispondere attraverso due relazioni: una dedicata ai territori e l’altra dedicata alle città.
La relazione sui territori copre numerosi argomenti, tra cui: il ruolo dei governi locali e regionali nella crisi (in particolare l’assistenza sanitaria), l’impatto di COVID-19 in diverse regioni, strumenti digitali per il monitoraggio delle infezioni, la necessità di un coordinamento a più livelli e, infine, questioni economiche, in particolare il impatto sulle economie locali e sulle finanze del governo. Il rapporto raccoglie anche molti esempi delle varie risposte del governo al coronavirus.
Il rapporto sulle città esamina in particolare il modo in cui le città sono state colpite e le loro politiche in vari settori, in particolare: comunicazione e sensibilizzazione, pratiche sul posto di lavoro e modelli di pendolarismo, distanza sociale e isolamento, misure per gruppi vulnerabili, erogazione di servizi locali (in particolare acqua e rifiuti ) e sostegno alle imprese e alla ripresa economica.
Con i loro grafici, tabelle e mappe, questi documenti contengono una grande quantità di informazioni sulle situazioni molto diverse nei vari paesi e territori. Infatti, mentre il coronavirus si è diffuso in tutto il mondo, alcune regioni sono state colpite molto peggio di altre.
Anche le responsabilità dei governi locali e regionali per l’assistenza sanitaria variano ampiamente. Questi rappresentano oltre il 90% della spesa sanitaria pubblica in Svizzera e Spagna e meno dell’1% in Francia.
L’OCSE specifica che questi documenti saranno periodicamente aggiornati man mano che la situazione si evolve e pertanto potrebbero fungere anche da utile riferimento in futuro.
Fonte: CEMR/CCRE