Il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti del Consiglio d’Europa (CPT) ha pubblicato il 24 marzo il rapporto sulla sua visita periodica in Italia condotta nel periodo marzo/aprile 2022, insieme alla risposta delle autorità italiane.
Nel corso della visita, la delegazione del CPT ha esaminato il trattamento e le condizioni di detenzione delle persone detenute in quattro istituti penitenziari. Ha valutato inoltre il trattamento dei pazienti ricoverati nei reparti psichiatrici di quattro ospedali civili (Servizi psichiatrici di diagnosi e cura o SPDC) e, per la prima volta, di persone anziane non autonome residenti in due case di cura (Residenze sanitarie assistenziali o RSA).
Per quanto riguarda le carceri, il CPT ha riscontrato che il sovraffollamento carcerario rappresentava un problema, con carceri che operavano al 114% della loro capacità ufficiale di 50.863 posti al momento della visita. Affrontare il problema del sovraffollamento richiede una strategia coerente più ampia, che copra sia l’ammissione in carcere sia il rilascio, per assicurare che la detenzione sia veramente la misura di ultima istanza. Allo stesso tempo, è necessario prendere delle misure per migliorare le condizioni materiali nelle carceri visitate.
La delegazione del CPT ha ricevuto numerose segnalazioni di violenza e intimidazioni tra i detenuti nelle carceri visitate. Le autorità italiane devono istituire una strategia onnicomprensiva per prevenire tali violenza e intimidazioni attraverso la promozione di un vero sistema di sicurezza dinamica (sorveglianza dinamica) da parte del personale penitenziario che migliorerebbe il controllo e la sicurezza e renderebbe il lavoro degli agenti di Polizia penitenziaria più appagante. La delegazione ha ricevuto inoltre alcune denunce di maltrattamento di detenuti da parte del personale di Polizia penitenziaria. Le autorità italiane dovrebbero migliorare la formazione del personale sull’uso di metodi di controllo e contenzione sicuri, in particolare per i detenuti con tendenza all’autolesionismo e disturbi mentali.
Nella loro risposta, le autorità italiane forniscono informazioni sulle misure adottate conseguentemente alle raccomandazioni del CPT.