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Comitato delle Regioni: “rafforzare coesione nelle zone svantaggiate”

La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C79 del 2 marzo pubblica il Parere del Comitato europeo delle regioni — Rafforzare il sostegno della politica di coesione alle regioni che presentano svantaggi geografici e demografici.

Nel Parere, tra l’altro, il Comitato:

insiste nel far presente che le politiche dell’UE dovrebbero promuovere l’attrattiva delle zone rurali, nonché tutelarne gli abitanti e salvaguardare la loro qualità di vita, garantendo parità di accesso ai servizi di base e alle opportunità. Ciò riguarda non solo la politica di coesione, ma anche le politiche dell’UE in materia di agricoltura, mercato unico, concorrenza, ambiente ed energia;

ritiene che i fondi strutturali e Next Generation EU, in quanto strumenti orientati alla ripresa, dovrebbero servire a imprimere un forte impulso socioeconomico alle zone rurali colpite da spopolamento, considerato che l’impatto negativo della pandemia può esacerbare gli squilibri territoriali. Tali strumenti dovrebbero servire, per quanto attiene alla digitalizzazione, a garantire una connettività digitale di qualità al 100 % della popolazione, e, per quanto riguarda la transizione verde, a fare delle zone rurali delle aree di investimento e di innovazione nei campi dell’economia verde, delle energie rinnovabili, del turismo sostenibile e dell’economia circolare;

segnala alla Commissione europea l’urgenza di spingersi oltre la Visione a lungo termine per le zone rurali e al di là della nuova Agenda territoriale 2030 per giungere a una nuova Agenda rurale europea in grado di mobilitare indicatori specifici che consentano di verificare l’impiego dei fondi strutturali nei territori di cui all’articolo 174 del TFUE (fornendo dati specifici per le zone montuose, insulari, rurali, con svantaggi demografici, interessate da declino industriale ecc.). Indicatori siffatti andrebbero definiti a livello subregionale (ad esempio NUTS 3 e UAL/LAU), laddove si riscontrano le maggiori disparità di sviluppo, e utilizzati per la verifica rurale in tutte le politiche dell’Unione;

osserva che, per accedere a molti servizi pubblici e privati, i residenti delle zone rurali devono compiere spostamenti più lunghi rispetto agli abitanti delle aree urbane e ricorrere quindi all’automobile o all’autobus per raggiungere la maggior parte di tali servizi; e, in linea con l’ottava relazione sulla coesione, sottolinea il ruolo delle città di piccole e medie dimensioni in quanto «centri regionali» in cui gli abitanti delle zone rurali circostanti si recano per accedere ai servizi.

Il PARERE COMPLETO IN ITALIANO (PDF)

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