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CESE: reti culturali motori e moltiplicatori della cooperazione .

Nell’intento di promuovere il ruolo della cultura come importante vettore delle relazioni esterne dell’UE, il Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) ha recentemente promosso un’audizione sul suo prossimo parere La diplomazia culturale come vettore delle relazioni esterne dell’UE.

L’audizione ha riunito una serie di prestigiosi relatori che hanno sottolineato la necessità di un approccio strutturato, di un piano d’azione concreto, di una visione chiara e di una continuità d’azione per sfruttare appieno il vasto potenziale della diplomazia culturale.

Per costruire la nuova strategia, afferma il CESE “abbiamo bisogno di un approccio comune che includa la partecipazione attiva della società civile, adotti un approccio interpersonale e crei dialoghi autentici. Nel rispetto dei principi di sussidiarietà, l’Unione Europea deve apportare valore aggiunto nel dialogo continuo con gli Stati membri.

Essendo la cultura uno dei pilastri della strategia dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP) nell’audizione è stato sottolineato che le reti culturali possono essere motori e moltiplicatori della cooperazione .

“Dobbiamo concentrarci sulla preparazione e rendere la cultura più resiliente” è stato affermato durante i lavori. Il potenziale della cultura è di contribuire alla pace in contesti globali difficili, l’importanza della promozione della cultura come fattore di sviluppo sostenibile, e il suo potenziale di crescita sociale ed economica.

Parlando dell’ampia azione degli Istituti nazionali di cultura dell’Unione europea (EUNIC),è stata sottolineato la necessità di un enorme cambio di paradigma e di un aggiornamento a livello dell’UE sul tema della cultura nelle relazioni esterne dell’UE attraverso una piena piano d’azione a tutti gli effetti.

In un mondo sempre più diviso in cui il dialogo è diventato sempre meno importante, la cultura può svolgere un ruolo fondamentale nel ristabilire la comunicazione sulla scena internazionale. Sebbene non debba servire a obiettivi politici, il piano d’azione da sviluppare non può essere puramente tecnico; richiede accordo politico, orientamento e profonda riflessione, anche nell’ambito della bussola strategica.

Alcune delle misure che dovrebbero essere prese in considerazione, ha continuato il CESE, includono la restituzione del patrimonio culturale, l’agevolazione dei finanziamenti nelle industrie creative, il rafforzamento delle relazioni tra le città, la promozione della mobilità e il rafforzamento del ruolo dei punti di contatto nelle delegazioni dell’UE.

Il patrimonio culturale è il segno più visibile dell’identità e gli attuali conflitti dimostrano che il patrimonio spesso non è solo un danno collaterale, ma anche un obiettivo.

E’ stato anche evidenziato quanto sia importante salvaguardare il patrimonio culturale per le generazioni future, incoraggiare il dialogo e la solidarietà e promuovere scambi e iniziative culturali inclusive in modo multidisciplinare.

Infine, pur sottolineando la crescente importanza della politica di allargamento dell’UE, nel corso dell’audizione è stato chiesto un salto di qualità e ulteriori investimenti nella cultura e nel patrimonio nell’ambito delle relazioni dell’UE con i partner e i vicini sulla base di valori europei e universali.

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