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CESE: diplomazia culturale come vettore chiave della politica estera UE

In un momento in cui la guerra è tornata nel continente europeo, la cultura deve più che mai diventare un fondamentale veicolo strategico della politica estera dell’UE. Per sfruttarne appieno il potenziale, il Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) chiede l’istituzione di un vero e proprio piano d’azione strategico pluriennale sulla diplomazia culturale.

Lo rendee noto un comunicato del CESE. La cultura come strumento della politica estera dell’Unione europea è all’ordine del giorno da 17 anni, a partire dall’adozione, già nel 2007, di un’agenda europea per la cultura in un mondo in via di globalizzazione, volta a conferire alla cultura un ruolo più incisivo nella politica estera dell’UE. Dopo essere stata ripetutamente sollecitata in numerosi documenti e iniziative nel corso degli anni, la diplomazia culturale deve ora diventare una vera priorità.

La cultura potrebbe essere una risorsa fondamentale nel percorso interno dell’Europa, ma anche nell’immagine che l’UE proietta all’esterno. Ciò è particolarmente vero oggi, con una guerra alle porte dell’Europa e milioni di persone costrette a fuggire.

Il parere d’iniziativa sul ruolo della diplomazia culturale, adottato nella sessione plenaria di ottobre del CESE, sottolinea l’importanza della dimensione culturale nell’attuale contesto geopolitico, in piena sintonia con l’attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Un forte piano d’azione strategico pluriennale sulla diplomazia culturale dovrebbe riguardare la protezione, il restauro e la ricostruzione del patrimonio culturale nelle zone colpite da catastrofi naturali, crisi e conflitti. Un altro elemento di questa strategia riguarda un esercizio di mappatura delle iniziative esistenti, che porti all’istituzione di una piattaforma dell’UE per le relazioni culturali internazionali e alla creazione di un’importante struttura specifica all’interno del servizio per l’azione esterna (SEAE) dell’UE, incentrata su un “inviato speciale dell’UE per le relazioni culturali”.

Inoltre, il CESE sottolinea l’importanza di intensificare la lotta contro il traffico illecito di beni culturali. Il Comitato raccomanda anche di sviluppare un’azione specifica relativa alle industrie creative, soprattutto in riferimento all’arte contemporanea e alle nuove tecnologie, con speciale attenzione per le nuove generazioni.

Il CESE raccomanda di avviare progetti pilota in alcuni settori in cui un’azione coordinata dell’UE può fare la differenza, in relazione alle priorità politiche già individuate in queste regioni, ad esempio i Balcani occidentali, il Mediterraneo, il Medio Oriente, l’Africa e l’Ucraina.

Si dovrebbe inoltre porre l’accento sul rafforzamento della capacità della società civile attiva nel settore culturale in ciascun paese e sullo sviluppo di organizzazioni di base indipendenti.

Il CESE raccomanda inoltre di procedere alla mappatura di tutte le azioni e iniziative già in essere, a livello delle istituzioni e organizzazioni europee, dei singoli Stati e delle organizzazioni della società civile, come anche in seno ai diversi partenariati internazionali, in vista della creazione di una piattaforma UE delle relazioni culturali internazionali.

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