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CEMR: Direttiva edifici, problema per le amministrazioni locali

Quando più di un anno fa la Commissione europea ha pubblicato la sua proposta di rifusione della direttiva UE sul rendimento energetico nell’edilizia, pochi avevano previsto la portata e l’ampiezza del suo rinnovamento per i cittadini e le amministrazioni locali.

Ora che la direttiva è stata approvata dal Parlamento europeo, cosa possiamo aspettarci? E che impatto avrà sui governi locali? Se lo chiede il CEMR sul proprio sito. CEMR che ha esaminato queste questioni di grande importanza per i comuni, le città e le regioni.

La revisione della direttiva – nota anche come EPBD – avviene nel contesto del “Green Deal europeo”, che mira a mettere l’UE saldamente sulla strada della neutralità climatica entro il 2050.

A tal fine, nel 2021, la Commissione europeo ha messo sul tavolo il suo cosiddetto pacchetto “Fit for 55”, un gigantesco pacchetto di leggi sull’energia e sul clima volto a ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030.

È in questo contesto che la Commissione europea ha deciso di rivedere al rialzo gli obiettivi di prestazione energetica degli edifici dell’Unione. Come affermato dalla Commissione, gli edifici nell’UE sono responsabili del 40% del nostro consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra. E quasi il 75% del parco edilizio è inefficiente dal punto di vista energetico. La ristrutturazione che lo attende è immensa visti i milioni di vecchi edifici in tutta Europa.

L’introduzione della definizione di “edificio a emissioni zero” (ZEB) nella EPBD riveduta è di fondamentale importanza, in quanto fa riferimento alla nuova classe di prestazione energetica “A”. Dal 2028 in poi, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero. Secondo il testo adottato, i nuovi edifici devono raggiungere il massimo livello di prestazione energetica, grazie a consumi moderati e riscaldamento alimentato da energia decarbonizzata.

Il CEMR ritiene che, sebbene sia importante concentrarsi sul rendimento energetico degli edifici, sia necessaria anche una riconfigurazione dell’intero sistema energetico per un futuro net zero.

Secondo il testo, gli edifici pubblici dovranno raggiungere almeno la classe di prestazione energetica E entro il 2027 e D entro il 2030 (la Commissione ha proposto F ed E). Inoltre, tutti i nuovi edifici occupati, gestiti o di proprietà di enti pubblici dovrebbero essere a emissioni zero dal 2026.

Questo è un duro colpo per i governi locali e regionali che ora dovranno ristrutturare a frotte. Il CEMR considera questi obiettivi troppo ambiziosi e irrealistici, anche per i comuni e le regioni più avanzati.

Sebbene sia essenziale aumentare il tasso di ristrutturazioni degli edifici a basso consumo energetico, il CEMR ritiene improbabile che tutti gli edifici di classe “E”, “F” e “G” vengano rinnovati entro il 2030.

Tutte le misure necessarie per raggiungere questi obiettivi saranno stabilite da ciascuno Stato membro nei piani nazionali di ristrutturazione. Per tenere conto dei diversi stock edilizi dei paesi dell’UE, la lettera G corrisponderà al 15% degli edifici con le peggiori prestazioni nel parco nazionale.

Per il CEMR, questa proposta è discutibile poiché il sistema di classificazione dell’efficienza energetica dell’UE è fatto indipendentemente dalla situazione iniziale rispetto alla qualità degli edifici. Nei paesi nordici, ad esempio, un’ampia percentuale del parco edilizio ottiene un punteggio elevato nella scala dell’efficienza energetica dell’UE a causa delle condizioni climatiche.

Tuttavia, alla luce degli scambi accesi in atto nelle capitali dell’UE, non è chiaro se gli standard minimi di prestazione energetica sopravviveranno alla crescente opposizione degli Stati membri.

L’approccio del “vicinato”, al contrario dei singoli edifici, è menzionato solo due volte nella proposta e pertanto è ben al di sotto del suo potenziale. Questo nuovo approccio agli edifici li vede come parte di un quartiere più ampio piuttosto che come unità isolate. In questo modo si possono generare sostanziali economie di scala.

Secondo il CEMR, l’approccio di “vicinato” dovrebbe essere rafforzato nella legislazione. Il CEMR accoglie tuttavia con favore la possibilità per gli Stati membri di concedere alle autorità regionali e locali la possibilità di identificare “quartieri” per l’attuazione di programmi integrati di ristrutturazione.

Prossimi passi

Mentre il Parlamento ha adottato la sua posizione con 343 voti favorevoli, 216 contrari e 78 astensioni, i deputati avvieranno ora i negoziati con il Consiglio per concordare la forma finale del disegno di legge.

Il CEMR continuerà a monitorare gli sviluppi, lo scambio con i suoi membri e il dialogo con le istituzioni dell’UE per garantire un’agevole attuazione della direttiva sul campo. Se nel breve termine saranno necessarie risorse considerevoli, nel medio e lungo periodo le prestazioni energetiche degli edifici ridurranno notevolmente la bolletta energetica.

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