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Dal 1º gennaio al 30 giugno il Belgio assume la Presidenza del Consiglio dell’UE.

All’insegna del motto “Proteggere. Rafforzare. Preparare.”, il Belgio si concentrerà su sei aree tematiche per i suoi lavori durante la presidenza:

difendere lo Stato di diritto, la democrazia e l’unità

potenziare la competitività

perseguire una transizione verde e giusta

rafforzare l’agenda sociale e sanitaria

proteggere le persone e le frontiere

promuovere un’Europa globale

Durante il suo semestre, il Belgio proseguirà anche gli obiettivi stabiliti nel programma del trio di presidenza che condivide con la Spagna (che ha presieduto il Consiglio dell’UE fino al 31 dicembre 2023) e Ungheria (che presiederà nel secondo semestre 2024), sviluppando le iniziative messe in atto durante la presidenza spagnola.

Vai al sito della Presidenza belga
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Tra le proposte approvate recentemente dal Parlamento europeo (PE)figurano quelle per rafforzare la dimensione democratica delle elezioni del 2024 e quelle relative al sistema dei candidati capilista.

Nel testo della risoluzione parlamentare si chiede l’introduzione di misure per aumentare l’affluenza alle urne delle elezioni del 6-9 giugno 2024 e superare così il record registrato alle elezioni del 2019. L’attenzione del Parlamento è ora rivolta a massimizzare l’impatto delle campagne elettorali, alla procedura post-elettorale per la formazione della futura Commissione europea e l’elezione del suo presidente, e a garantire l’effettivo esercizio del diritto al voto da parte di tutti i cittadini.

Il PE auspica che ci sia un legame evidente e credibile tra le preferenze espresse dai cittadini alle urne e l’elezione del presidente della Commissione europea. Secondo le loro proposte, il processo dovrebbe dipendere dal raggiungimento di una maggioranza in Parlamento, in linea con il trattato di Lisbona, mentre si dovrebbe porre fine alla pratica degli accordi a porte chiuse raggiunti in seno al Consiglio europeo. I deputati europeo chiedono pertanto un accordo vincolante tra Parlamento e Consiglio europeo in modo da garantire che i negoziati tra partiti politici e gruppi parlamentari europei per la scelta di un candidato comune prendano avvio subito dopo le elezioni e prima che il Consiglio europeo presenti la sua proposta.

Durante il primo ciclo di negoziati, alla guida del processo dovrebbe esserci il candidato capolista del partito europeo che si è aggiudicato il maggior numero di seggi, se necessario con la partecipazione del presidente del Parlamento europeo. Tra le richieste dei deputati figura inoltre un “accordo legislativo” tra i gruppi e i partiti politici allo scopo di raggiungere una maggioranza in Parlamento, gettare le basi del programma di lavoro della Commissione e garantire che venga dato un seguito adeguato al voto degli elettori.

Il Parlamento di Strasburgo ha anche esortato il Consiglio ad adottare rapidamente la riforma della legge elettorale europea e le nuove norme che disciplinano i partiti politici europei e le fondazioni politiche europee, in modo tale che almeno queste ultime entrino in vigore in tempo per la corsa alle elezioni 2024. Nelle loro campagne elettorali, i partiti politici europei e nazionali dovrebbero attenersi ai valori dell’UE e accordare una maggiore visibilità alla dimensione europea delle elezioni.

Per garantire che tutti i cittadini dell’UE possano esercitare il loro diritto di voto, i Paesi UE dovrebbero introdurre misure che facilitino l’accesso alle informazioni e ai seggi per le persone con disabilità. Il desiderio dei deputati europei è poi quello di incoraggiare la partecipazione di cittadini europei appartenenti a categorie specifiche, ad esempio le persone senza fissa dimora e quelle che risiedono in un altro Stato membro dell’UE o in un paese terzo. Altre raccomandazioni mirano a difendere le elezioni da qualsiasi ingerenza straniera e interna introducendo misure e garanzie più solide contro la disinformazione.

Infine, il Pe ha accolto con favore l’accordo raggiunto dai colegislatori sulle norme relative alla trasparenza e all’orientamento della pubblicità politica e riconoscono l’importante ruolo della campagna di informazione istituzionale del Parlamento nel contribuire al dibattito sulle questioni politiche europee e nell’integrare le campagne dei partiti.

Il testo approvato sarà disponibile qui (cliccare su 23/11/2023)
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Il 72% dei cittadini dell’UE ritiene che il proprio Paese abbia tratto beneficio dall’appartenenza all’UE e il 70% crede che le sue azioni abbiano un impatto sulla propria vita
Più della metà dei cittadini dell’UE (57%) è già interessata alle prossime elezioni europee, che si terranno dal 6 al 9 giugno 2024
Secondo i cittadini, le priorità politiche sono: lotta alla povertà (36%), salute pubblica (34%), cambiamento climatico e sostegno all’economia (entrambi 29%)


Il Parlamento europeo ha pubblicato il 6 dicembre il sondaggio Parlamentare 2023 che mostra il continuo sostegno dei cittadini all’UE e un maggiore interesse per le prossime elezioni europee.

Oltre sette cittadini su dieci ritengono che il loro Paese abbia tratto beneficio dall’appartenenza all’UE. I motivi principali citati dagli intervistati sono il contributo dell’UE al mantenimento della pace e al rafforzamento della sicurezza (34%) e il miglioramento della cooperazione tra i Paesi dell’Unione (34%).

Per i cittadini italiani, invece, il maggiore beneficio deriva dall’avere una voce più forte nella politica estera (31%)
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Allo stesso modo, l’immagine dell’UE è rimasta stabile dal marzo 2023: il 45% dei cittadini dell’UE ha un’immagine positiva del blocco, il 38% ha un’immagine neutra e il 16% ha un’immagine negativa. I cittadini italiani sono fra i più ottimisti circa il futuro dell’Unione europea: il 61% degli intervistati si è definito tale, contro il 60% della media degli altri paesi.

Lontani dall’idea che l’Unione europea sia estranea alla vita quotidiana delle persone, il 70% dei cittadini europei ritiene che le azioni dell’UE abbiano un impatto sulla loro vita di tutti i giorni. Più di un terzo dei cittadini dell’UE considera la lotta alla povertà e all’esclusione sociale (36%) e la salute pubblica (34%) come i principali temi a cui il Parlamento europeo deve dare priorità.

Seguono la lotta contro il cambiamento climatico, il sostegno all’economia e la creazione di nuovi posti di lavoro (entrambi 29%), mentre l’interesse verso i temi della migrazione e dell’asilo (18%), attualmente in nona posizione, è aumentato di sette punti percentuali rispetto all’autunno dello scorso anno. Per i cittadini italiani, invece, il sostegno all’economia e la creazione di nuovi posti di lavoro dovrebbe essere la priorità numero uno per il Parlamento europeo (41% degli intervistati).

Come si evince anche dalle priorità politiche, il disagio socio-economico colpisce ancora molti europei, anche se gli indicatori sono leggermente migliorati nel corso degli ultimi sei mesi. Il 73% degli intervistati (6 punti percentuali in meno rispetto alla primavera del 2023) pensa che il proprio tenore di vita diminuirà nel prossimo anno. Oltre un terzo degli europei (37%) ha difficoltà a pagare le bollette a volte o per la maggior parte del tempo.

Con le elezioni europee del 2024 all’orizzonte, la maggior parte degli europei (53%) desidera che il Parlamento europeo svolga un ruolo più rilevante – un’opinione prevalente in 21 Stati membri.

Gli italiani, poi, sono fra i cittadini europei che danno un giudizio maggiormente positivo circa l’immagine del Parlamento europeo: con il 39% che dice di averne un’immagine positiva, contro il 36% della media UE. Un risultato da leggere in parallelo a quello della presenza sui mezzi di informazione italiani del Parlamento: il 65% degli intervistati ha infatti dichiarato di aver letto o sentito parlare del PE su giornali, internet, TV o radio di recente. Questo a fronte di una media europea del 64%.

La maggioranza dei cittadini europei (57%) è interessata alle prossime elezioni del PE, un risultato stabile rispetto alla primavera del 2023 (+1 punto percentuale), ma superiore di 6 punti rispetto all’autunno 2018 prima delle ultime elezioni europee del 2019. Il 68% dichiara che sarebbe propenso a votare se le elezioni europee si tenessero tra una settimana – nove punti in più rispetto all’autunno 2018. Un incremento nella propensione al voto che è registrato anche a livello nazionale, con il 62% di intervistati in Italia che si dichiara propenso a recarsi alle urne, a fronte del 58% dello stesso periodo nella passata legislatura.

I risultati completi del sondaggio sono disponibili qui.

I risultati del sondaggio Eurobarometro
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Il seminario del Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) “Connecting EU” 2023, dedicato alle prossime elezioni europee, si è svolto a Bratislava, in Slovacchia, nei giorni scorsi e ha assicurato un’ampia presenza di partecipazione femminile.

Soprattutto il panel si è concentrato sui giovani: “Proporre il futuro: come formare i giovani?” includeva una presentazione da parte di Federica Bellato, Benedetta, Coraglia, Carolina Guerra e Allegra Semenzato del progetto vincitore della 2022 EU Future Initiative: “Questa volta ho votato, ma sono rappresentato?”, affrontando la sottorappresentanza dei giovani europei attraverso l’adozione di quote giovani.

Il successo della campagna di informazione elettorale dipenderà dal messaggio, dal linguaggio utilizzato durante la campagna, che dovrà essere concreto, chiaro e ricco di esempi. I giovani parteciperanno alle elezioni se sentiranno che questo tema li preoccupa.

I giovani studenti hanno sottolineato che è importante far passare il messaggio che “l’80% del diritto europeo è nelle legislazioni nazionali e partecipare alle elezioni, eleggere i vostri rappresentanti al Parlamento avrà un impatto sulla vostra vita quotidiana, compresa la legislazione adottata dal Parlamento europeo”.
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In un comunicato stampa, il Movimento Federalista Europeo (MFE) e l’Unione dei Federalisti europei(UEF) salutano il 22 novembre “con grande speranza lo storico voto sulla riforma dei Trattati europei votata oggi dal Parlamento europeo“.

Con oggi, scrivono i federalisti, “inizia un lungo cammino per rispondere alle richieste dei cittadini e costruire un futuro più solido dell’Unione europea”. Il Movimento federalista Europeo, con l’Unione dei Federalisti Europei, sostiene con forza le proposte di modifica dei Trattati avanzate dal Parlamento europeo.

Nei giorni scorsi i federalisti hanno lanciato una campagna capillare di sensibilizzazione per incoraggiare l’impegno dei cittadini e fare pressione sugli eurodeputati in vista del voto in plenaria al Parlamento europeo.

Il 22 novembre, il Parlamento europeo ha approvato il Rapporto sulle proposte del Parlamento europeo per la modifica dei Trattati redatta dai membri del Gruppo Spinelli Guy Verhofstadt, Sven Simon, Gabriele Bischoff, Daniel Freund e Helmut Scholz.

Si è trattato, scrivono i fedralsti, di un “voto storico, che vede il Parlamento europeo tornare a svolgere un ruolo di primo piano dopo quarant’anni, dal Progetto di Trattato ispirato da Altiero Spinelli, nel tentativo di rafforzare l’architettura politica e decisionale dell’Europa per renderla protagonista delle sfide del suo tempo“.

Il voto “cade in un momento politico drammatico a livello internazionale, e mentre è in corso un processo di profonda trasformazione delle nostre società. Tutto questo ci impone di agire uniti come europei, di rafforzare la nostra casa comune perché sia più efficace e al tempo stesso più capace di dare risposte ai bisogni dei cittadini”.

A sostegno di “questa coraggiosa iniziativa del Parlamento europeo”, che è in linea con gli impegni presi dalle istituzioni europee al termine della Conferenza sul futuro dell’Europa, “l’Unione dei Federalisti Europei (UEF) e le sue sezioni in tutta Europa hanno incontrato i cittadini in più di 30 città europee e online per informarli sul voto cruciale del 22 novembre”.

Dal 6 al 19 novembre 2023, i federalisti hanno organizzato manifestazioni e dibattiti, nelle strade e sui social media. Per saperne di più sulle loro azioni, visitare il sito web dell’UEF e guardate il livestream di lunedì 20 novembre, con gli organizzatori di queste azioni locali. L’UEF invita anche a guardare l’azione fotografica all’interno del Parlamento europeo a Strasburgo, martedì 21 novembre.

Il Presidente dell’UEF Domènec Ruiz Devesa ha inviato il 21 novembre una lettera insieme al Presidente del Gruppo Spinelli, l’eurodeputato Sandro Gozi, ai loro colleghi del Parlamento europeo, affermando che: “Un voto a favore mercoledì 22 novembre sul Rapporto sulle proposte del Parlamento europeo per la modifica dei Trattati è esattamente la risposta di cui la nostra Unione e i cittadini hanno bisogno. Spero che insieme, come rappresentanti dei cittadini europei, otterremo un’ampia maggioranza nel voto in plenaria, inviando un chiaro messaggio al Consiglio e sollecitandone la trasmissione al Consiglio europeo sotto la Presidenza spagnola. Avremo così l’opportunità di discutere le priorità dei cittadini per un’Unione europea più efficace già nella riunione del Consiglio europeo del 15 dicembre 2023″.

L’UEF esorta ora la Presidenza spagnola dell’Unione europea a trasmettere immediatamente il dossier al Consiglio dell’Unione europea e chiede a Charles Michel, in qualità di Presidente del Consiglio europeo, di inserire la decisione sulla richiesta di una Convenzione nell’ordine del giorno della riunione del 15 dicembre.

Il progetto di relazione sulla modifica dei trattati è la risposta del Parlamento europeo alla Conferenza sul futuro dell’Europa, un esercizio democratico senza precedenti che ha riunito 800 cittadini europei. Questi cittadini hanno formulato raccomandazioni per le riforme istituzionali dell’Unione europea e molte di esse sono confluite nella relazione votata oggi. Il voto di oggi è stato l’ultimo passo per richiedere formalmente una Convenzione per la riforma del Trattato, ma è solo l’inizio del processo di riforma.
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La Commissione europea in un comunicato del 22 novembre informa che, secondo l’ultima indagine Eurobarometro della Commissione, il sostegno all’euro rimane molto forte. Dall’indagine emerge che il 79% delle persone intervistate ritiene che l’euro sia un bene per l’UE e il 69% ritiene che sia una cosa positiva per il proprio paese.

I risultati mostrano anche un sostegno elevato nei confronti del dispositivo per la ripresa e la resilienza, lo strumento al centro di NextGenerationEU. Una robusta maggioranza (70%) è a favore di un piano per la ripresa a sostegno di tutti gli Stati membri, a condizione che questi realizzino investimenti e riforme verdi, digitali e sociali.

L’indagine ha inoltre raccolto il parere degli europei su questioni relative alle monete e alle banconote in euro. È emerso che il 66% degli intervistati è favorevole all’abolizione delle monete da 1 e 2 centesimi, risultato che indica un livello di sostegno elevato e stabile con maggioranze assolute in tutti i paesi della zona euro.

L’indagine Eurobarometro è stata condotta tra il 2 e il 9 ottobre 2023 intervistando oltre 18 600 persone provenienti dai 19 Stati membri della zona euro. I risultati completi sono consultabili qui.
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Per valutare e rafforzare gli attuali metodi di lavoro in vista delle elezioni del 2024, le istituzioni dell’UE hanno organizzato il 21 novembre un’esercitazione di sicurezza informatica. Lo rende noto un comunicato della Commissione europea. I partner nazionali e UE hanno testato i loro piani di crisi e le possibili risposte a potenziali incidenti di sicurezza informatica che potrebbero riguardare le elezioni europee.

L’esercitazione fa parte delle misure attuate dall’Unione europea per garantire elezioni libere ed eque nel giugno 2024. Si è svolta presso il Parlamento europeo ed è stata organizzata dai servizi del Parlamento europeo, dalla Commissione europea e dall’Agenzia dell’Unione europea per la cibersicurezza (ENISA). L’esercitazione, scrive Bruxelles, ha consentito ai partecipanti di scambiare esperienze e migliori pratiche e li aiuterà a migliorare la loro capacità di rispondere agli incidenti di sicurezza informatica e a contribuire all’aggiornamento degli orientamenti e delle buone pratiche esistenti in materia di sicurezza informatica della tecnologia utilizzata nel processo elettorale.

Alla seconda edizione dell’esercitazione hanno partecipato rappresentanti delle autorità nazionali responsabili delle elezioni e della cibersicurezza, insieme a osservatori del Parlamento europeo, della Commissione europea, di CERT-UE e dell’Agenzia dell’Unione europea per la cibersicurezza (ENISA). Sebbene la responsabilità principale di proteggere l’integrità delle elezioni spetti agli Stati membri dell’UE, l’esercitazione ha contribuito a perfezionare la loro preparazione comune ad affrontare potenziali minacce informatiche e altre minacce ibride, come pure la loro capacità di sviluppare rapidamente e mantenere la conoscenza situazionale a livello nazionale e dell’UE in caso di gravi incidenti di sicurezza informatica.

Sulla base di vari scenari che presentano potenziali minacce e incidenti favoriti dall’informatica, l’esercitazione, informa la Commissione, ha consentito ai partecipanti di:

approfondire la loro conoscenza del livello degli aspetti critici delle elezioni europee, compresa una valutazione del livello di consapevolezza tra gli altri soggetti interessati (ad esempio partiti politici, organizzatori di campagne elettorali e fornitori di attrezzature informatiche pertinenti);

rafforzare la cooperazione tra le autorità competenti a livello nazionale (comprese le autorità elettorali e altri organismi e agenzie pertinenti, quali le autorità per la cibersicurezza, i gruppi di intervento per la sicurezza informatica in caso di incidente (CSIRT), le autorità per la protezione dei dati, le autorità che si occupano di questioni di disinformazione, le unità che si occupano di criminalità informatica, ecc.), nonché a livello dell’UE, come i servizi della Commissione responsabili dell’applicazione della legge sui servizi digitali;

verificare la capacità esistente degli Stati membri dell’UE di valutare adeguatamente i rischi connessi alla sicurezza informatica delle elezioni europee, sviluppare tempestivamente la conoscenza situazionale e coordinare la comunicazione al pubblico;

testare i piani di gestione delle crisi esistenti e le procedure pertinenti per prevenire, individuare, gestire e rispondere agli attacchi alla sicurezza informatica e alle minacce ibride, comprese le campagne di disinformazione;

individuare tutte le altre potenziali lacune e adeguate misure di attenuazione dei rischi che dovrebbero essere attuate prima delle elezioni del Parlamento europeo.
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Il Movimento Federalista Europeo informa sul proprio sito che, attraverso le sue articolazioni territoriali, propone alle Amministrazioni locali di sottoscrivere un documento con cui chiedono ai parlamentari europei di far propria e votare nella sessione plenaria di novembre la proposta di riforma dei Trattati UE preparata dalla Commissione per gli affari costituzionali del Parlamento Europeo e di battersi per ottenere l’avvio della Convenzione per la riforma dei Trattati, e al Governo italiano, insieme ai nostri rappresentanti in Parlamento, di sostenere in tutte le sedi europee la richiesta di avviare la Convenzione e le riforme necessarie per la nascita di un’Europa federale, sovrana e democratica.

Scarica il file Word

Il materiale scaricabile per sostenere la campagna del MFE.
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