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La Commissione europea ha pubblicato nei giorni scorsi una relazione che delinea i progressi positivi compiuti finora nell’ambito della visione rurale a lungo termine dell’UE, evidenziando i risultati positivi ottenuti a partire dal 2021 e presentando idee per il lavoro futuro.

La relazione delinea i progressi compiuti nell’ambito della “Visione a lungo termine per le zone rurali dell’UE” per sostenere zone e comunità rurali più forti, più connesse, resilienti e prospere. Presenta 30 azioni in una serie di settori politici, di cui nove già completati.

I principali risultati ottenuti finora dalla visione a lungo termine includono:

Lanciare una piattaforma di rivitalizzazione rurale per le aree che affrontano sfide demografiche ed economiche;

Avvio di 60 progetti di ricerca e innovazione rurale con un budget di 253 milioni di euro che contribuiranno direttamente alle zone rurali;

Sostenere l’attuazione di LEADER e guidare circa 150 comunità verso la creazione di villaggi intelligenti attraverso attività di networking dedicate;

Destinazione di un totale di 23,5 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti per le aree svantaggiate, nonché norme aggiornate sugli aiuti di Stato per migliorare la connettività rurale;

Migliorare la mobilità rurale e la pianificazione del turismo attraverso una rete europea dedicata alla mobilità rurale;

Creazione del polo consultivo delle comunità energetiche rurali, che ha supportato 27 comunità energetiche rurali;

Sostenere quattro progetti dedicati per contribuire allo sviluppo dell’economia sociale nelle zone rurali;

Aumentare il numero disponibile di set di dati per le zone rurali e l’accesso ai dati e alle analisi rurali pertinenti attraverso l’ Osservatorio rurale dell’UE e la nuova pubblicazione “Europa rurale”, migliorando le capacità di verifica rurale;

Lancio del toolkit rurale per facilitare l’accesso ai finanziamenti dell’UE per le zone rurali e una combinazione ottimale dei finanziamenti dell’UE per le zone rurali.

Il rapporto evidenzia che un forte impegno a livello degli Stati membri, regionale e locale è essenziale per ottenere buoni risultati. A questo proposito, il lancio del Patto rurale nel 2021 è stato fondamentale, con un organo di governance dedicato, una piattaforma collaborativa e un ufficio di supporto che facilitano le interazioni e creano conoscenza per le comunità rurali.

Mantenendo il proprio impegno per lo sviluppo delle zone e delle comunità rurali dell’UE, in questo rapporto la Commissione identifica le azioni del piano d’azione rurale dell’UE in cui sono necessari ulteriori sforzi – e altre in cui è necessaria continuità – per raggiungere gli obiettivi generali.

Guarda anche al futuro: facendo il punto su come la PAC 2023-2027 e la politica di coesione hanno contribuito alla visione rurale, presenta idee e domande su cui riflettere su come le politiche e i sostegni dell’UE potrebbero essere migliorati in futuro.

Piattaforma comunitaria del patto rurale

Sviluppo rurale – Commissione europea (europa.eu)

Inforegio – Nuova politica di coesione (europa.eu)


Visione rurale
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La Commissione europea ha pubblicato il 27 marzo il suo nono rapporto sulla coesione, dimostrando che la politica di coesione sta adempiendo alla sua missione di ridurre le disparità economiche, sociali e territoriali nell’UE.

Lo rende noto un comunicato della Commissione.

Sono stati fatti grandi passi avanti per ridurre il divario esistente tra gli Stati membri e le regioni, scrive Bruxelles, rafforzando il mercato unico dell’UE e assicurando che l’UE continui a investire nel capitale umano e nello sviluppo sostenibile. Sfruttare appieno il potenziale di ogni regione rafforza la competitività e la resilienza dell’Unione nel suo complesso.

La politica di coesione è un importante motore dello sviluppo sostenibile e della crescita economica, sottolinea la Commissione. “Nel lungo termine, si prevede che ogni euro investito attraverso la politica di coesione sarà triplicato, entro il 2043, il che equivale a un tasso di rendimento annuo di circa il 4%. Grazie alla politica, si stima che entro il 2027 verranno creati nell’UE 1,3 milioni di posti di lavoro aggiuntivi, con un’ampia quota nei settori legati alle transizioni verde e digitale”. La politica di coesione garantisce inoltre che lo sviluppo economico nelle regioni abbia ricadute positive sul mercato unico dell’UE, grazie ai collegamenti commerciali e di investimento.

Alla fine del 2022, i finanziamenti della politica di coesione tra il 2014 e il 2020 avevano sostenuto oltre 4,4 milioni di imprese, creato 370.000 posti di lavoro in queste imprese e costituivano circa il 13% degli investimenti pubblici totali nell’UE, raggiungendo il 51% per gli Stati membri meno sviluppati.

Scheda informativa sul 9° rapporto sulla coesione

Piattaforma dati aperti sulla coesione
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Il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa (CCRE/CEMR) ha annunciato sul proprio sito il lancio dell’appello congiunto dell’Alleanza per la Coesione, “Una politica di coesione rinnovata post-2027 che non lasci nessuno indietro”. Questa Dichiarazione riunisce i rappresentanti eletti delle regioni e delle città di tutta Europa per sostenere un’agenda globale dell’UE che dia priorità alla coesione sociale, economica e territoriale.

In uno sforzo congiunto, il CCRE/CEMR, il Comitato delle Regioni e le organizzazioni dell’Alleanza per la Coesione invitano le istituzioni europee e i governi nazionali a elaborare un’agenda europea inclusiva che ponga al centro il rafforzamento della coesione sociale, economica e territoriale, come affermato nel documento la posizione del CCRE/CEMR sul futuro della politica di coesione.

Christoph Schnaudigel, copresidente del CCRE/CEMR, ha rimarcato: “Abbiamo bisogno di una politica di coesione che metta al centro i servizi pubblici locali e regionali e gli investimenti per rendere i nostri territori resilienti per affrontare le prossime crisi. Ciò consentirà ai cittadini di vedere che l’UE li sta mettendo al centro.”

Riconoscendo che la politica di coesione funge da collante dell’azione europea, Fabrizio Rossi, segretario generale del CCRE/CEMR, ha aggiunto: “Il CCRE/CEMR sostiene un commissario dedicato allo sviluppo territoriale nella prossima Commissione europea, riconoscendo l’interconnessione vitale tra le varie politiche dell’UE e i loro effetti tangibili a livello locale e regionale. Tale nomina favorirebbe una crescita coesa e sostenibile che risuoni in ogni angolo d’Europa.”

L’invito congiunto delinea diversi principi chiave per una politica di coesione rinnovata dopo il 2027:

Inclusività: garantire che tutte le regioni, le città e i comuni abbiano accesso alla politica di coesione, indipendentemente dal loro status economico o dalla loro posizione geografica.

Allineamento al Green Deal e all’Agenda digitale: ancorare la coesione sociale, economica e territoriale all’interno della politica industriale e dell’autonomia strategica del Green Deal dell’UE.

Transizione giusta: dare priorità a soluzioni su misura basate sui principi di una transizione giusta per affrontare le sfide della neutralità climatica.

Soluzioni basate sul luogo: riconoscere la diversità dei territori e consentire strategie a livello locale all’interno di un quadro stabile e prevedibile.

Principio di gestione condivisa: rafforzare la gestione condivisa, il partenariato e la governance multilivello per superare la frammentazione e migliorare l’efficacia.

Cultura della fiducia: promuovere una nuova cultura della fiducia tra i diversi livelli di governo dell’UE per garantire l’effettivo impatto della politica di coesione sulla vita degli europei.

Cooperazione territoriale: sostenere la cooperazione transfrontaliera e interregionale per apportare miglioramenti concreti nella vita quotidiana delle persone.

Non nuocere alla coesione: garantire la coerenza tra tutte le politiche dell’UE per rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale.

L’appello completo all’azione può essere firmato tramite questo link: Invito congiunto dell’Alleanza per la Coesione (europa.eu)

Alleanza per la Coesione – Documento di invito congiunto

L’Alleanza per la Coesione invita il pubblico in generale, i sindacati, le imprese e le organizzazioni non governative e della società civile a unirsi nei loro sforzi per garantire un solo l’Europa che non lascia indietro nessuno.
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Presso l’aula Fanfani della facoltà di Economia, a Roma, si è aperto stamane l’incontro di studi “PICCOLI COMUNI, GRANDI OBIETTIVI – AICCRE e Università per lo sviluppo delle Aree Interne italiane nell’Europa del futuro”.

Il programma ha previsto i saluti di Giovanni Di Bartolomeo, preside della Facoltà di Economia, di Donatella Strangio, direttrice del dipartimento di Metodi e Modelli per il territorio, l’Economia e la Finanza e di . Il dibattito ha visto gli interventi di Giuliano Resce, professore di Economia Politica dell’Università del Molise, Silvio Lanciotti, membro Ufficio di Presidenza AICCRE, Alessandra De Rose, professoressa di Demografia della Sapienza Università di Roma, Mauro Robba, presidente Comunità Montana Valli del Lario e del Ceresio (Lombardia), Roberta Gemmiti, professoressa di Geografia Economia della Sapienza Università di Roma e Pasquale Sorrentino, vicesindaco di San Giovanni a Piro (Salerno).



“L’intesa con l’Università è stato uno dei primi atti che ho fatto da Presidente. Il compito che mi è stato assegnato dai nostri associati (Soci, Sindaci, presidenti di Regione e di provincia) è stato quello di ricentrare il ruolo dei nostri enti rispetto ai temi europei” Così ha esordito nel suo intervento di saluto Milena Bertani, Presidente AICCRE (al centro nella foto).
C’è stato quindi un cambiamento radicale rispetto al passato, “dove si era dediti ad elaborare progetti sui gemellaggi di città piuttosto che trattare i temi della governance ed entrare, invece, nel merito di quelle che sono le opportunità che oggi l’Europa ha offerto ai suo stati membri a cominciare dal PNNR”.

L’AICCRE, ha continuato la Presidente, ha “moltissimi soci che sono comuni piccoli, direi addirittura piccolissimi, comuni che sono ben al disotto dei 3000 abitanti e che rappresentano quasi tutti territori delle aree interne”.

Questi comuni non sanno neanche come si fa a compilare un bando di gemellaggio, “figuriamoci progetti più complessi e faticano a “possedere una prospettiva grande”. Quindi, “il nostro compito è quello di offrire a questi comuni, anche tramite i vostri studi, una visione di carattere più grande, perché oggi se non si comincia a guardare il mondo al di fuori del proprio ambito di appartenenza, è ben difficile che si possa fare una programmazione territoriale a lungo termine”.
Dobbiamo far capire a questi comuni che “la storia è cambiata”, ha continuato la Bertani, non si può avere tutto nello stesso posto, bisogna cercare di dare funzioni e nature diverse nell’ambito di un territorio più vasto, anche gli stessi comuni, e accettare il principio che ci debbano essere dei sacrifici per cui chi non ha certe strutture sarà compensato in altro modo, in modo tale che tutti possano avere una “opportunità per vivere in questi territori”.

“Mi sono sempre chiesta se i soldi che i comuni ricevono sono stati in grado di cambiare la faccia, la storia, l’economia, le prospettive del territorio? Qualche dubbio ce l’ho. C’è un problema, ha evidenziato la Presidente: “si fanno grandi progetti sulla carta, che servono solo a catturare un po di soldi e dire che ci si muove, si fa finta di creare un’alternativa, ma questa alternativa nei fatti non c’è. Ed è ancora più sconcertante se pensiamo che piccoli comuni durante il Covid sono stati presi di mira da chi non voleva più vivere in città. Abbiamo letto fior fior di letteratura in questo senso che diceva che questa sarebbe stata una delle grandi scommesse se, per esempio, si potenziavano i trasporti peer riportare gente nei territori”.


Però questo è un tema che “fa fatica a trovare spazio all’interno di questi comuni in tutta Italia. Allora il nostro compito oggi è chiedere a voi, università, “di studiare questi territori. Ci saranno oggi a questo evento dei nostri rappresentanti che verranno qui e racconteranno che cosa hanno già fatto con la strategia dell’UE interne”. Quali sono stati i cambiamenti reali misurati sul territorio e cosa si aspettano? Noi vorremmo indagare in tutta Italia queste prospettive e “cercare di capire dal vostri risultati come indirizzare le politiche di questi comuni, anche proponendo all’Europa degli atti materiali che possono andare in questo senso. Vi preannuncio che con l’associazione francese abbiamo deciso di lavorare ad un protocollo d’intesa che dovrà esaminare tre aree geografiche, Italia, Francia, su questi temi, il sistema delle Alpi, il sistema insulare marittimo e il sistema delle aree agricole, mettendo anche a confronto già direttamente Italia Francia, si ha una prospettiva di lettura importante sul Mediterrano. E da questa lettura, che condivideremo anche con voi per dare quello spirito di internazionalizzazione, cercheremo poi di capire se si può fare una politica del Mediterraneo su questi temi”, ha concluso la Presidente dell’AICCRE.

L’incontro è stato moderato da Roberta Di Stefano, ricercatrice in Statistica Economica della Sapienza Università di Roma.

Al termine dell’incontro è seguita la firma del protocollo tra AICCRE, Dipartimento MEMOTEF e Università del Molise.

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L’INTERVENTO AUDIO DI MILENA BERTANI e SILVIO LANCIOTTI (dal minuto 5)
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In vista delle elezioni europee e alla vigilia di una riunione del Consiglio europeo, oltre 3.500 leader locali e regionali di tutta Europa si sono riuniti a Mons per definire l’agenda per il futuro dell’Europa, ribadendo il loro potere di realizzare e affrontare le sfide a livello locale.

Nel corso del 10° Vertice europeo delle regioni e delle città svoltosi a Mons, che ha segnato anche il 30 ° anniversario del Comitato europeo delle regioni (CdR), i leader locali e regionali hanno presentato una dichiarazione al primo ministro belga Alexander De Croo, in rappresentanza dell’attuale presidenza del Consiglio dell’Unione Europea. La “Dichiarazione di Mons” delinea le priorità per un futuro dell’Europa più forte, più giusto e più resiliente.

Richieste chiave della Dichiarazione di Mons:

Incentivare gli investimenti pubblici: sono necessarie maggiori risorse di bilancio per affrontare le sfide attuali e future. Gli investimenti dovrebbero essere guidati dal principio “non danneggiare la coesione” e riconoscere che la politica di coesione deve continuare a essere lo strumento più importante e visibile dell’UE per ridurre le disparità, rafforzare la competitività dell’UE e catalizzare la trasformazione innovativa a lungo termine.

Soluzioni locali per gli obiettivi climatici: le autorità locali e regionali dovrebbero avere accesso diretto ai finanziamenti dell’UE per sviluppare soluzioni innovative che aiutino a raggiungere gli obiettivi del Green Deal, raggiungere la neutralità climatica e promuovere lo sviluppo sostenibile e la prosperità economica.

Affrontare le esigenze regionali: tutte le politiche dell’UE dovrebbero promuovere le pari opportunità, combattere la povertà, garantire posti di lavoro e garantire l’uguaglianza di genere in tutte le regioni, riconoscendo le loro diverse caratteristiche, comprese quelle rurali, urbane e ultraperiferiche.

Allargamento e riforme dell’UE: i leader regionali e locali dovrebbero essere coinvolti nella preparazione delle riforme dell’UE e del processo di allargamento. I preparativi per l’allargamento con tutti i paesi candidati dovrebbero basarsi sul principio del partenariato e promuovere la governance multilivello e il decentramento.

Sussidiarietà attiva: il Comitato europeo delle regioni dovrebbe avere un ruolo più forte nella struttura istituzionale dell’UE e nel processo legislativo. Nelle future riforme dell’UE, il livello locale e regionale della democrazia europea dovrebbe essere rafforzato attraverso riforme attive di sussidiarietà.

Prima dell’adozione della Dichiarazione di Mons, i leader dei gruppi politici del Parlamento europeo e molti dei loro principali candidati si sono rivolti ai politici locali e regionali in una sessione dedicata alle elezioni europee. Promuovere l’impegno democratico e contribuire a un dibattito pubblico aperto sulle sfide e sulle opportunità dell’UE sono gli obiettivi principali del CdR per mobilitare i cittadini europei al voto.

La dichiarazione del vertice dei leader locali e regionali servirà da posizione delle regioni e delle città ai leader delle istituzioni dell’UE e ai capi di Stato e di governo che si riuniranno a Bruxelles il 21 e 22 marzo in vista delle elezioni europee.

Dichiarazione di Mons

Sito del vertice

Memorandum d’intesa tra il CdR e il Parlamento europeo sulle elezioni europee
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L’AICCRE ha svolto la sua prima assemblea generale dei soci a Napoli il 29 febbraio. L’evento è stato caratterizzato da importanti interventi e una vivace partecipazione che hanno messo in evidenza l’impegno dell’AICCRE nel promuovere il dialogo e la cooperazione tra gli enti locali italiani e l’Europa.



Hanno aperto i lavori la Presidente dell’AICCRE Milena Bertani (nella foto) ed il Segretario Oreste Ciasullo, che hanno dato il benvenuto ai partecipanti ed illustrato l’agenda dei lavori. Si è unito ai saluti iniziali anche il Presidente della federazione Campania dell’AICCRE, Vincenzo Germano, ringraziando l’Associazione nazionale per la scelta di Napoli come sede dell’assemblea, evidenziando così la vicinanza dell’Associazione ai territori del sud Italia.

All’assemblea hanno partecipato numerosi rappresentanti istituzionali tra cui il Sottosegretario al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Tullio Ferrante, che ha portato il saluto ed il sostegno del governo. Per la Regione invece hanno partecipato il Presidente della prima commissione del Consiglio Regionale della Campania, Giuseppe Sommese, e il consigliere regionale Andrea Volpe.

Il consigliere comunale di Napoli, Luigi Carbone, è intervenuto per portare il saluto della Città, confermando l’interesse del Comune a tornare socio attivo dell’AICCRE. Ha arricchito i lavori, tra gli altri, la presenza giovane e dinamica del consigliere della municipalità di Scampia, Amleto De Vito.



I lavori sono stati coordinati dal direttore dell’AICCRE, Fabio Travaglini (nella foto)che ha ringraziato la Presidente Bertani e l’Ufficio di Presidenza per il programma di rilancio avviato ed ha sottolineato “il nuovo ruolo politico dell’associazione e l’importanza di avvicinare in modo concreto gli enti locali italiani all’Europa”.

Durante l’assemblea sono stati presentati progetti a favore dei soci, con bandi e programmi sui finanziamenti europei a gestione diretta, che coinvolgeranno direttamente i comuni associati all’AICCRE.

Soddisfazione da parte della Presidente Bertani che a margine dei lavori ha sottolineato “la presenza di numerosi amministratori provenienti da tutta Italia che hanno accresciuto l’importanza e il valore dell’iniziativa, confermando l’impegno dell’AICCRE nel promuovere la cooperazione e lo sviluppo a livello locale e europeo”.
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Sei pronto a dare forma alla EURegionsWeek2024? Le candidature per partecipare a EURegionsWeek2024 sono aperte.

La Settimana europea delle regioni e delle città (#EURegionsWeek) è il più grande evento annuale con sede a Bruxelles dedicato alla politica di coesione.

È cresciuto fino a diventare una piattaforma neutrale per discutere le sfide comuni per le regioni e le città europee riunendo una comunità diversificata di relatori e partecipanti.

Qual è lo scopo della EURegionsWeek?
Discutere le sfide comuni per le regioni e le città europee ed esaminare le possibili soluzioni riunendo politici, decisori, esperti e professionisti della politica di coesione, nonché portatori di interessi del mondo imprenditoriale, bancario, organizzazioni della società civile, mondo accademico, istituzioni dell’UE e media

Fornire una piattaforma per lo sviluppo di capacità, l’apprendimento e lo scambio di esperienze e buone pratiche per coloro che attuano la politica di coesione dell’UE e ne gestiscono gli strumenti finanziari Facilitare la cooperazione e il networking tra regioni e città

Alimentare il dibattito sulla politica di coesione dell’UE in un contesto più ampio, includendo ricerche recenti e opinioni di paesi terzi e organizzazioni internazionali

Candidati qui

Nel sito dell’evento troverete tutte le informazioni utili.

Guida su come candidarsi per diventare partner

Se si desidera rimanere aggiornato, iscriversi alla newsletter, seguire #EURegionsWeek sui social media o contatta il team organizzatore.

Scadenza 2 aprile 2024
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La Presidente dell’AICCRE Milena Bertani sta partecipando al Retreat dell’Unione mondiale delle Città e dei Governi Locali (UCLG), che si sta svolgendo a Barcellona dal 19 al 23 febbraio.



Durante l’evento, la Presidente Bertani ha incontrato la Segretaria Generale dell’UCLG, Emilia Saiz (nella foto, da sx: Emilia Saiz, Milena Beretani), e ha preso parte a sessioni di confronto con gli altri presidenti delle associazioni di enti locali. Insieme, hanno affrontato le sfide del prossimo futuro che coinvolgono i comuni e le regioni, tra cui i cambiamenti climatici, lo sviluppo locale, il ruolo dei sindaci e l’accesso ai fondi e ai progetti europei.



La Presidente Bertani si è detta soddisfatta dei risultati del retreat, dell’importanza del dialogo e della collaborazione tra le diverse realtà locali a livello internazionale. “Grazie a questo incontro si sono poste le basi per nuovi progetti che vedranno l’AICCRE assumere un ruolo di primo piano, contribuendo attivamente alla promozione dello sviluppo sostenibile e della cooperazione tra enti locali in Europa e nel mondo”, ha sottolineato la Presidente.
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