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La Commissione europea, attraverso un suo comunicato stampa, informa che il 23 maggio Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea, ha pubblicato il ‘Sustainable development in the European Union — 2022 monitoring report on progress to the SDGs in an EU context’, che fornisce una panoramica statistica dei progressi verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) nell’UE.

I dati inclusi nella relazione mostrano che l’UE ha compiuto progressi verso la maggior parte degli obiettivi negli ultimi cinque anni, in linea con le priorità della Commissione in settori politici chiave come il Green Deal europeo, la strategia digitale e il piano d’azione del pilastro europeo dei diritti sociali. Mentre i progressi verso il raggiungimento di alcuni obiettivi sono stati più rapidi rispetto ad altri, l’allontanamento dagli obiettivi di sviluppo sostenibile è avvenuto solo in poche aree specifiche, informa Bruxelles.

Lo strumento senza precedenti di NextGenerationEU adottato dalla Commissione in risposta alla pandemia, e le riforme e gli investimenti previsti dagli Stati membri nei loro piani di ripresa e resilienza, “daranno un importante contributo al raggiungimento degli SDG nell’UE in futuro. La relazione mostra che, negli ultimi cinque anni, l’UE ha compiuto progressi significativi verso cinque SDG e progressi moderati verso la maggior parte degli altri”. In particolare:

Come negli anni precedenti, continua la Commissione, l’UE ha continuato a compiere i maggiori progressi verso la promozione della pace e della sicurezza personale all’interno del suo territorio, migliorando l’accesso alla giustizia e la fiducia nelle istituzioni (OSS 16). La quota della popolazione dell’UE che denuncia reati, violenze e atti vandalici nei propri quartieri è scesa dal 13,2% nel 2015 al 10,9% nel 2020. Inoltre, la quota della popolazione dell’UE che considera sufficientemente indipendente il sistema giudiziario nel proprio paese è aumentata di 4 punti percentuali tra il 2016 e il 2021 (dal 50% al 54%).

Sono stati compiuti progressi significativi anche verso gli obiettivi di riduzione della povertà e dell’esclusione sociale (SDG 1), dell’economia e del mercato del lavoro (SDG 8), dell’energia pulita e a prezzi accessibili (SDG 7), nonché dell’innovazione e delle infrastrutture (SDG 9). Nell’area della povertà (SDG 1), i dati disponibili si riferiscono in parte al periodo pre-pandemia e pertanto non coglie ancora completamente l’impatto della pandemia.

La valutazione favorevole dell’SDG 7 è stata fortemente influenzata da una notevole riduzione dei consumi energetici nel 2020 (meno 8% rispetto al 2019) a seguito delle restrizioni alla vita pubblica legate al COVID-19 e alla minore attività economica. Pertanto, “l’UE è riuscita a raggiungere il suo obiettivo di efficienza energetica per il 2020 e, sulla base dei progressi compiuti finora, sembra essere sulla buona strada verso il suo obiettivo per il 2030”. Inoltre, informa la Commissione, l’uso delle energie rinnovabili è cresciuto costantemente, con il raddoppio della sua quota dal 2005. Entro il 2020, le energie rinnovabili rappresentavano il 22,1% del consumo finale lordo di energia. Tuttavia, informa Bruxelles, le importazioni di combustibili fossili coprono ancora più della metà della domanda energetica dell’UE ed è probabile che il minor consumo di energia registrato nel 2020 sia temporaneo.

Allo stesso modo, i progressi verso l’SDG 8 sull’economia e il mercato del lavoro, per i quali gli ultimi dati disponibili sono il 2021, sono stati positivamente influenzati dalla forte crescita economica e dall’andamento del mercato del lavoro dello scorso anno. Ad esempio, il tasso di occupazione è salito al 73,1% nel 2021, superando addirittura il livello pre-pandemia.

Progressi verso gli obiettivi nei settori della salute e del benessere (SDG 3), vita sott’acqua (SDG 14), uguaglianza di genere (SDG 5), città e comunità sostenibili (SDG 11), riduzione delle disuguaglianze (SDG 10), responsabilità consumo e produzione (SDG 12), istruzione di qualità (SDG 4), azione per il clima (SDG 13) e fame zero (SDG 2) sono stati moderati.

La valutazione complessiva dei progressi dell’UE per i partenariati (SDG 17) e l’acqua pulita e servizi igienico-sanitari (SDG 6) è stata neutra, il che significa che sono stati caratterizzati da un numero quasi uguale di sviluppi sostenibili e non sostenibili.

Infine, negli ultimi cinque anni è stato riscontrato un leggero allontanamento dai rispettivi obiettivi di sviluppo sostenibile per la vita sulla terraferma (SDG 15), indicando che gli ecosistemi e la biodiversità sono rimasti sotto pressione a causa delle attività umane. Sebbene sia la superficie forestale dell’UE che le aree protette terrestri siano leggermente aumentate, “la pressione sulla biodiversità ha continuato ad intensificarsi”, sottolinea la Commissione. Ad esempio, la presenza di uccelli comuni è un indicatore di biodiversità perché molti di loro richiedono habitat specifici per riprodursi e trovare cibo, che spesso ospitano anche molte specie animali e vegetali minacciate. Dal 2000, si stima che il numero di uccelli comuni sia diminuito del 10%. Tuttavia, dopo molti anni di declino, sembra che il numero di uccelli comuni abbia iniziato a stabilizzarsi.

Il set di indicatori dell’UE SDG viene riesaminato ogni anno. L’indicatore fissato per il rapporto 2022 è stato rivisto per allinearlo all’8° Programma d’azione per l’ambiente e ai nuovi obiettivi del piano d’azione del pilastro europeo dei diritti sociali. C’è anche un’analisi migliorata degli effetti di spillover che riguardano le emissioni di CO2, l’impronta del suolo, l’impronta dei materiali e il valore aggiunto lordo generato al di fuori dell’UE dal consumo all’interno dell’UE. Infine, il rapporto include un’analisi specifica dell’impatto del COVID-19 sugli SDG.

APPROFONDIMENTI

Sviluppo sostenibile nell’Unione europea: rapporto di monitoraggio 2022 sui progressi verso gli SDG nel contesto dell’UE

Lo sviluppo sostenibile nell’Unione Europea. Panoramica dei progressi verso gli SDG nel contesto dell’UE

Pubblicazione digitale “SDGs & me”

Strumento di visualizzazione “Punteggi Paese SDG”

Statistiche Articoli spiegati sullo sviluppo sostenibile nell’UE

Sezione dedicata agli indicatori di sviluppo sostenibile dell’UE

Database sugli indicatori di sviluppo sostenibile dell’UE

Comunicazione della Commissione: “Prossime tappe per un futuro europeo sostenibile – Azione europea per la sostenibilità”

Documento di lavoro dei servizi della Commissione ” Realing on the Sustainable Development Goals – Un approccio globale
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Con oltre 10.000 firmatari, il Patto dei Sindaci è il luogo ideale per le città e le regioni di tutte le dimensioni e le loro associazioni nazionali che vogliono trasformare e rinnovare il Patto per un’Europa più giusta e climaticamente neutra. Le nuove ambizioni del Patto dei sindaci si basano su un sondaggio dei governi locali e sull’obiettivo dell’Unione europea di diventare il primo continente climaticamente neutro entro il 2050, in linea con gli obiettivi dell’accordo di Parigi sul clima.

Il 21 aprile dalle 14.30 alle 16.00 si svolgerà un evento di alto livello aperto a tutti i comuni e regioni di tutta Europa e alle loro associazioni nazionali che sarà seguito da una sessione informativa che spiegherà le ambizioni migliorate e risponderà alle domande.

Vi invitiamo a partecipare

Registrati online: http://bit.ly/eumayors-renewed-ambitions
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Il CEMR ha pubblicato un nuovo rapporto su come le città possono co-creare progetti di mobilità in collaborazione con altri livelli di governo. Il rapporto è stato pubblicato in occasione della Giornata Mondiale senza Auto che viene celebrata il 22 settembre di ogni anno, promossa dalla World Carfree Network (WCN) dal 2000 ed a conclusione della Settimana europea della mobilità (16-22 settembre).

I trasporti, in particolare, sono un settore in cui le politiche di una città possono influenzare ed essere influenzate da altri territori e da altri livelli di governo. La governance e la cooperazione a più livelli significa che i governi si consultano e lavorano insieme con successo”, si legge sul sito del CEMR.

“Questo è sia orizzontale – i comuni vicini che lavorano su una rete comune di autobus, ad esempio – sia verticale – come un governo regionale che si consulta con i suoi comuni e il governo nazionale su una nuova linea ferroviaria. Tale cooperazione porta naturalmente a politiche più coerenti a beneficio dei cittadini di tutti”.

Il rapporto esamina 10 casi di studio di progetti di successo di città europee e formula raccomandazioni per le città che cercano di intraprendere i propri progetti di mobilità e consultano altri governi.



Tra i casi di successo è illustrato e analizzato il caso di Torino, dove il consiglio comunale è fortemente impegnato nel settore dei trasporti sostenibili, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 del 20% entro il 2020. Per sostenere questo impegno, il consiglio comunale ha adottato misure per rendere il trasporto pubblico più competitivo, concentrandosi sulla fornitura di sistemi di trasporto urbano integrato.

Nel capoluogo piemontese, oltre il 40% degli abitanti viaggia in auto, il 29% a piedi e il 23% con i mezzi pubblici.

Il suo Sustainable Urban Mobility Planning (SUMP), finanziato dal programma EuropeAid dell’Unione Europea, è stato adottato nel 2008 ed è attualmente in fase di revisione.

Nel 2025 la mobilità a Torino sarà più integrata, sostenibile, accessibile e intelligente. Una città dove le persone e le merci si muovono con facilità migliora la qualità della vita, abbatte le distanze tra città e area metropolitana, promuove l’inclusione sociale e rende il territorio più attraente. Non da ultimo: Riduce i costi della congestione e le diseconomie.

Torino ha aderito al Patto dei Sindaci, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 nei trasporti del 30% al 2020 rispetto al 2005, e alla Carta di Bruxelles, che fissa l’obiettivo di portare la mobilità ad almeno il 15% del ciclo complessivo entro il 2020. Per raggiungere questi risultati, il piano ha scelto di concentrarsi sulle strutture organizzative e sugli strumenti di gestione e programmazione invece che sulle grandi infrastrutture.

L’Agenzia regionale per la mobilità metropolitana è un consorzio composto da: – Regione Piemonte
– Città di Torino
– Città metropolitana
– 31 comuni dell’area metropolitana.

Il piano propone l’ampliamento dei compiti dell’Agenzia della Mobilità metropolitana e regionale, che attualmente si occupa solo di trasporto pubblico, a tutto il settore dei mezzi di trasporto, comprese le aree della mobilità privata e dei mezzi alternativi, affinché l’area torinese sia dotata di un ente in grado di trattare tutti i tipi di trasporto.



ENGLISH VERSION

CEMR has published a new report on how cities can co-create mobility projects in collaboration with other levels of government. The report was published on the occasion of World Car Free Day, which is celebrated on 22 September each year, promoted by the World Carfree Network (WCN) since 2000 and at the end of European Mobility Week (16-22 September).

“Transport, in particular, is an area where a city’s policies can influence and be influenced by other territories and other levels of government. Governance and multi-level cooperation means that governments consult and work together successfully”, reads the CEMR website.

“This is both horizontal – neighbouring municipalities working on a common bus network, for example – and vertical – like a regional government consulting with its municipalities and the national government on a new railway line. Such cooperation naturally leads to more coherent policies for the benefit of all citizens”.

The report examines 10 case studies of successful European city projects and makes recommendations for cities seeking to undertake their own mobility projects and consult other governments.

Among the successful cases is the case of Turin, where the city council is strongly committed to sustainable transport, with the goal of reducing CO2 emissions by 20% by 2020. To support this commitment, the city council has taken measures to make public transport more competitive, focusing on the provision of integrated urban transport systems.

In Turin, over 40% of the inhabitants travel by car, 29% on foot and 23% by public transport.

Its Sustainable Urban Mobility Planning (SUMP), funded by the European Union’s EuropeAid programme, was adopted in 2008 and is currently under review.

In 2025 mobility in Turin will be more integrated, sustainable, accessible and intelligent. A city where people and goods move easily improves the quality of life, reduces distances between the city and the metropolitan area, promotes social inclusion and makes the area more attractive. Last but not least, it reduces congestion costs and diseconomies.

Turin has joined the Covenant of Mayors, with the objective of reducing CO2 emissions in transport by 30% by 2020 compared to 2005, and the Brussels Charter, which sets the objective of increasing mobility to at least 15% of the total cycle by 2020. In order to achieve these results, the plan has chosen to focus on organisational structures and management and planning tools instead of large-scale infrastructure.

The Regional Agency for Metropolitan Mobility is a consortium composed of:

– Piedmont Region – City of Turin

– Metropolitan city

– 31 municipalities in the metropolitan area.

The plan proposes the extension of the tasks of the Metropolitan and Regional Mobility Agency, which currently deals only with public transport, to the entire transport sector, including the areas of private mobility and alternative means of transport, so that the Turin area is equipped with a body capable of handling all types of transport.
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Stefano Bonaccini, Presidente AICCRE e CCRE/CEMR è tra i firmatari di un appello nel quale si chiede partnership “forti ed efficaci tra tutti i livelli di governo, non solo per guidare la via d’uscita dalla crisi, ma anche per gettare le basi per un’Europa resistente e sostenibile”.

Dobbiamo evitare di ripetere gli errori delle prime settimane della crisi. “Troppe delle misure iniziali sono state adottate a livello nazionale, senza coordinamento europeo, e spesso hanno trascurato il ruolo cruciale che i nostri governi locali e regionali stavano svolgendo nei loro territori. Il coordinamento tra i diversi livelli di governance può e deve essere migliorato”, continua l’appello firmato tra gli altri anche da Jan Van Zanen, sindaco de l’Aia e da Yordanka Fandakova, sindaca di Sofia.

“Le città e le regioni hanno fornito servizi essenziali nell’assistenza sociale, nella gestione dei rifiuti, nell’igiene, nella mobilità e nell’assistenza sanitaria, facendo il possibile per limitare il rischio di ulteriori contagi”.

L’appello poi si concentra sulla grave crisi economica post-Covid: “con una previsione di contrazione economica europea di oltre l’8% nel 2020, ci saranno gravi conseguenze per i lavoratori e le imprese, anche nei settori del commercio al dettaglio, della cultura e del settore alberghiero. I Comuni e le Regioni soffrono anche di enormi perdite di entrate – stimate in miliardi e fino al 20% delle imposte locali in alcuni paesi – che minacciano la loro capacità di fornire servizi pubblici”.

Gli enti locali e regionali vogliono contare di più: “In molti paesi, la gestione della pandemia è in fase di localizzazione, poiché ha dimostrato che le azioni e gli interventi su misura sono più efficaci. Per questo noi, in quanto sindaci e leader regionali, non accetteremo di essere semplici esecutori delle politiche pubbliche europee e nazionali, senza avere voce in capitolo. Vogliamo e dobbiamo essere agenti di cambiamento”.

In Europa, continua l’appello, “abbiamo bisogno di un cambiamento di paradigma per la governance. Noi, in quanto rappresentanti dei Comuni e delle Regioni d’Europa, chiediamo ai leader europei e nazionali di lavorare con noi e di mobilitare tutte le nostre energie per costruire il nuovo modello di sviluppo che i nostri concittadini si aspettano”.

Il Covid-19 è il segnale d’allarme della natura: “non dobbiamo affidarci a un modello economico in disaccordo con l’ambiente. Il Green Deal dell’Ue dovrebbe essere il motore di una ripresa che trasformi la nostra economia, rendendola più sostenibile, inclusiva e resistente agli shock futuri. Le città stanno già spianando la strada. Durante la crisi, sono stati costruiti chilometri di piste ciclabili, le strade sono state trasformate per far posto a percorsi pedonali e molti centri urbani sono stati trasformati in aree pedonali”.

“Mentre gli Stati membri elaborano i propri piani di ripresa nazionali, dobbiamo assicurarci che i leader locali e regionali siano pienamente coinvolti nella loro progettazione e realizzazione”.

Un milione di politici eletti a livello locale e regionale in tutta Europa, sottolinea l’appello pubblicato da euractiv.it, “forniscono servizi vitali per i loro cittadini e le loro comunità. Chi potrebbe essere in una posizione migliore per garantire che il denaro dell’Ue venga speso in quei settori che hanno davvero bisogno del nostro sostegno?”.

Per avere successo, i territori hanno bisogno di essere potenziati. L’appello svela una contraddizione: “negli ultimi anni, le Città e le Regioni hanno assistito a un aumento delle responsabilità, mentre il loro accesso ai finanziamenti nazionali è diminuito. Per questo motivo la Commissione europea dovrebbe garantire un accesso diretto e semplificato ai finanziamenti dell’Ue ed estendere la flessibilità per gli aiuti di Stato a favore delle imprese locali”.

“Da una prospettiva più ampia e più lungimirante, invitiamo la Commissione a stabilire un dialogo permanente con noi, attraverso la nostra organizzazione rappresentativa, il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa”.

Prevista fino all’estate del 2022, “la Conferenza sul futuro dell’Europa è un’altra occasione da non perdere per rafforzare la cooperazione con i governi locali e regionali. Questa Conferenza offre un’opportunità storica per l’Ue di consultare e coinvolgere tutti i livelli di governo. I leader europei e nazionali devono sviluppare un dialogo permanente con noi e, attraverso di noi, con una moltitudine di cittadini”.

“Il piano di ripresa dell’Europa ha un grande potenziale non solo per rinvigorire la nostra economia, ma anche per trasformare il nostro modo di fare. Lavorando con le nostre Città e Regioni e dando loro potere, la nostra Unione uscirà da questa crisi più forte e meglio, in grado di affrontare la crisi Covid, l’emergenza climatica e le sfide future”.
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Organizzato dal Patto dei Sindaci – Ufficio Europa e dal CCRE/CEMR si è svolto il 22 giugno un webinar sulla pianificazione integrata, moderato da Belinda Gottardi, Sindaco di Castel maggiore, delegata AICCRE e portavoce CCRE/CEMR sul clima.

L’obiettivo di questa sessione è stato quello di delineare le esperienze di successo condotte nelle città nel campo dei rifiuti, dell’acqua, della qualità dell’aria, della gestione degli alimenti, della biodiversità a livello locale e la creazione di politiche integrate per creare sinergie tra queste azioni.

Sulla base delle strategie integrate esistenti attuate a livello locale nelle città firmatarie del Patto, le presentazioni hanno fornito ai partecipanti una panoramica delle sfide delle strategie di pianificazione integrata, come affrontarle e in che misura contribuiscono al raggiungimento della neutralità climatica. La transizione verso la neutralità climatica è una questione cruciale per le città ed è allo stesso tempo una sfida enorme, che richiede molte azioni a livello locale.



È anche una grande opportunità di cambiare la vita dei cittadini e di dare un grande contributo a livello locale alla lotta globale contro il riscaldamento a livello locale.

Nel corso dei lavori sono stati presentate alcune buone pratiche: Gand che innesca sinergie sul clima e politiche sociali nel campo della politica abitativa e alimentare, Maribor che guarda oltre: nessuna discarica e sostegno alle iniziative circolari e Porto che riunisce trasporto, energia ed economia circolare per raggiungere l’ ambizione per ridurre le emissioni di CO2.

“La pandemia ha dimostrato la nostra capacità di reagire per far fronte alla situazione e allo stesso tempo ha fatto emergere la necessità del dialogo con le città. Occorre passare a un’economia più sostenibile e creare un dialogo su diversi settori come l’economia circolare, che sarà affrontata dal Green Deal dell’UE. Zero inquinamento è un secondo obiettivo, con iniziative su acqua più pulita, problemi di rumore e strategia chimica. La nuova biodiversità globale e anche locale, dove le città”, ha detto Gilles Gantelet, vicedirettore della DG Environment della Commissione europea.

I VIDEO E LE PRESENTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DEL WEBINAR
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Le priorità dei territori sono cambiate alla luce della pandemia da Covid-19, ma guai a toccare quello che indica l’Agenda 2030 dell’ONU e cioè la sostenibilità. Se, infatti, non investiamo nella crescita sostenibile in tutto il mondo, rischiamo di giocarci il nostro bene più prezioso: il Pianeta Terra.

La pandemia ci ha colti tutti impreparati, nessuno di noi avrebbe immaginato una epidemia globale di queste dimensioni e con questa forza. Questo evento improvviso e drammatico offre spunti di riflessione che mi auguro approfondiremo nei prossimi mesi con il CEMR e l’UCLG. Per esempio, il tema della sanità pubblica.
Mi permetto di fare l’esempio della Regione che presiedo, l’Emilia-Romagna. Siamo stati tra le regioni più colpite dal Covid-19 perché avevamo in pancia il grande focolaio lombardo. Codogno, nel basso lodigiano, è infatti distante da Piacenza solo pochi chilometri. Piacenza molto più vicina a Codogno rispetto ai comuni capoluogo lombardi. Eppure siamo la Regione con il più alto numero di guariti. Il 3 giugno sono stati solo 13 (di cui 12 asintomatici) i casi su un totale di 4milioni e mezzo di abitanti.
La sanità pubblica ha fatto la differenza. Sanità pubblica che, per qualità e quantità, in Italia, in Europa e nel mondo, non è tutta uguale. Penso che il recupero del pubblico stia ritornando, dopo anni nei quali sembrava che il pubblico meno fosse presente meglio era per la qualità della democrazia.
Mi permetto di dire che nei sistemi democratici occidentali, la lotta al covid-19 è stato più efficace nei Paesi senza leader autoritari. L’autoritarismo in alcuni Paesi ha negato l’esistenza della pandemia e non ha condiviso le buone pratiche, come quella italiana.

Bisogna lavorare tutti insieme, coinvolgendo tutti. In Emilia abbiamo creato una cabina di regia per condividere le decisioni non solo con il Governo, ma con i presidenti di Provincia ed i sindaci dei capoluoghi. Insomma, da soli non se ne esce e su questo tema insisteremo come CEMR ed UCLG. La pandemia, ricordiamolo, ha colpito tutti i Paesi del mondo, non facendo distinzioni di razza o economiche.

Le politiche messe in campo dall’Agenda 2030 dell’ONU sono oggi più che mai fondamentali e come AICCRE, CEMR ed UGLC le abbiamo sempre impostate come necessarie, a partire dalla crescita sostenibile. A proposito di elementi che ha messo in evidenza la pandemia, c’è stato un dibattito in Emilia e a livello nazionale intorno ad un tema: uno dei settori che ha sempre lavorato, anche durante la pandemia, è stato quello agricolo ed alimentare, che si è trovato nell’incredibile situazione di non avere più braccia che aiutassero a raccogliere frutta e verdura. A causa del fatto che molti stranieri, a causa della pandemia, erano tornati nei propri Paesi. Questo evento ha fatto emergere con evidenza l’inconsistenza di quei luoghi comuni, che spesso hanno portato consenso, che davano la colpa della disoccupazione al colore della pelle delle persone.

Come CEMR, UCLG ed AICCRE dobbiamo lavorare sempre di più al dialogo multilivello, mettendo insieme enti locali, governi ed istituzioni sovranazionali. Per non commettere gli stessi errori.



The priorities of the territories have changed because of the Covid-19 pandemic, but woe betide the UN Agenda 2030, namely sustainability. If, in fact, we do not invest in sustainable growth around the world, we risk gambling away our most precious asset: Planet Earth.

The pandemic has caught us all unprepared, none of us would have imagined a global epidemic of this size and with this strength. This sudden and dramatic event offers food for thought, which I hope we will explore further in the coming months with the CEMR and the UCLG. For example, the issue of public health.

Let me give the example of the region that I chair, Emilia-Romagna. We were among the regions most affected by Covid-19 because we were close to the great Lombardy outbreak. Codogno, in the lower Lodi area, is in fact only a few kilometres away from Piacenza. Piacenza is much closer to Codogno than the capital cities of Lombardy. And yet we are the Region with the highest number of cured people. On 3 June there were only 13 (of which 12 asymptomatic) cases out of a total of 4 and a half million inhabitants.

Public health has made the difference. Public health that, for quality and quantity, in Italy, Europe and the world, is not all the same. I think that the recovery of the public is coming back, after years in which it seemed that the less public was present the better for the quality of democracy.

Let me say that in Western democratic systems, the fight against covid-19 has been more effective in countries without authoritarian leaders. Authoritarianism in some countries has denied the existence of the pandemic and has not shared good practices, like the Italian one.

We must all work together, involving everyone. In Emilia we have created a control room to share decisions not only with the Government, but with the Presidents of the Province and the mayors of the capitals. In short, we are not going out alone and we will insist on this topic as CEMR and UCLG. The pandemic, let us remember, has affected all the countries of the world, making no distinction of race or economy.

The policies put in place by the UN Agenda 2030 are now more fundamental than ever and as AICCRE, CEMR and UGLC we have always set them as necessary, starting from sustainable growth. Speaking of the elements that highlighted the pandemic, there has been a debate in Emilia and at national level around one issue: one of the sectors that has always worked, even during the pandemic, was agriculture and food, which found itself in the incredible situation of not having any more arms to help pick fruit and vegetables. Because of the fact that many foreigners, because of the pandemic, had returned to their countries. This event highlighted the inconsistency of those clichés, which often brought consensus, that blamed unemployment on the colour of people’s skin.

As CEMR, UCLG and AICCRE we have to work more and more on multi-level dialogue, bringing together local authorities, governments and supranational institutions. So as not to make the same mistakes.
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Il 28 maggio è stato organizzato un dialogo ministeriale con i governi locali e regionali nell’ambito dell’Ufficio esecutivo dell’UCLG, che ha lo scopo di valutare come integrare l’azione per il clima nelle misure di risposta e di recupero alla pandemia di COVID19.
Tra i co-organizzatori: UNDP, UNEP, UN-Habitat e il Patto dei Sindaci.
Il dialogo è stato suddiviso in percorsi tematici. Nel primo, al quale ha partecipato il ministro italiano per l’ambiente Sergio Costa, ha analizzato come i governi centrali e locali hanno coordinato la loro azione per il clima.Costa, tra l’altro, ha sottolienato il ruolo degli enti locali e regionali per la lotta al climate change.

ASCOLTA L’INTERVENTO AUDIO INTEGRALE DEL MINISTRO COSTA

Il secondo si è focalizzato sui contributi a livello regionale e locale e la loro integrazione nell’ambito dei del livello nazionale.
Al terzo, “costruire una nuova normalità: la crisi COVID e l’opportunità di ripensare l’azione per il clima attraverso una ripresa Green”, ha partecipato Belinda Gottardi, Sindaco di Castel Maggiore, delegata AICCRE e portavoce CCRE/CEMR su clima ed energia.

ASCOLTA L’INTERVENTO INTEGRALE DI BELINDA GOTTARDI

L’INTERVENTO DI BELINDA GOTTARDI

• Voglio ricordare gli obiettivi dell'Accordo di Parigi e il modo in cui i governi locali e regionali stanno attualmente contribuendo al raggiungimento degli obiettivi climatici attraverso contributi determinati a livello locale, quali il Patto dei Sindaci, o azioni concrete nelle città, in Italia il Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima.

• Voglio anche ricordare come i governi locali e regionali hanno affrontato e tuttora contribuiscono al superamento della crisi sanitaria. Ma è fondamentale comprendere che la lotta ai cambiamenti climatici può e deve offrire un'opportunità, attraverso la ricerca della sostenibilità, per riprendersi dalla pandemia: si tratta di una sfida globale che va affrontata a livello locale, nel contesto europeo e internazionale. Pertanto, diventano imprescindibili azioni di cooperazione, di scambio di conoscenze e di best practice tra le città del mondo.

• La pandemia da Covid 19 è una situazione senza precedenti per tutti: cittadini, territori e l'Unione europea. E i Comuni, le città e le regioni, stanno affrontando pandemia in prima linea. Durante la crisi, i governi locali e regionali hanno garantito i servizi vitali per cittadini, il sostegno alle imprese e misure di resilienza economica per la nostra società. Oltre ai medici e ai lavoratori del settore sanitario, i dipendenti pubblici locali e regionali hanno assicurato la fornitura ininterrotta di servizi di base (acqua, energia, gestione dei rifiuti, social housing, sicurezza, sanificazione, oltre ai servizi alla persona), dimostrando quanto i servizi pubblici locali siano primari ed essenziali per le nostre comunità.

• Ora , però, dobbiamo imparare a gestire contemporaneamente la crisi sanitaria e quella climatica: è necessario, cioè, coniugare e impostare il piano di ripresa post crisi sanitaria focalizzandolo sull’aspetto green dello sviluppo sostenibile, mantenendo l’ambizioso obiettivo della decarbonizzazione urbana da raggiungere entro il 2050. Il CEMR ha già confermato l’ impegno a lavorare per le società decarbonizzate entro il 2050 e sta lavorando con i nostri associati in questa direzione.

• Il fatto che oggi i mezzi di trasporto pubblico siano potenziali luoghi di diffusione del Covid, non deve diventare una scusa per ritornare all’uso dell’auto privata, ma una spinta a promuovere maggiormente una mobilità sostenibile. Nella mia città stiamo realizzando nuove piste ciclabili, abbiamo istituito una zona a traffico limitato in una rete di strade destinandole a pedoni e ciclisti, investiamo su progetti come il bike to work, che premia e incentiva chi usa la bicicletta negli spostamenti casa – lavoro, previsto bonus per chi acquista biciclette, o altri mezzi a due ruote. Stiamo anche promuovendo l’uso dei parchi, per lo sport, l’economia, la cultura e la socialità. Questi nuovi progetti e questo approccio green possono sicuramente contribuire anche a uscire dalla crisi economica ora causata dal Covid 19.

• Non va dimenticato, però, che i governi locali e regionali stanno affrontando un aumento significativo delle spese, sia per il supporto alla cittadinanza durante il lockdown, sia per la riorganizzazione dei servizi nella fase di ripartenza, con perdite significative di entrate fiscali e non solo. Finora pochi governi centrali stanno fornendo sostegno finanziario alle regioni e alle città per compensare i costi aggiuntivi e le perdite imminenti. E’ fondamentale, invece, garantire investimenti futuri che contribuiscano anche allo sviluppo sostenibile e quindi alla lotta ai cambiamenti climatici. Altrimenti anche questa sarà un’occasione persa e una perdita nel tempo che non possiamo permetterci se vogliamo salvare il pianeta.

• Nel preparare la fase di uscita dalla crisi da Covid19, è della massima importanza garantire investimenti locali e regionali in progetti sostenibili come infrastrutture digitali, mobilità, trasporti, gestione delle risorse idriche, raccolta dei rifiuti, clima e ambiente, che contribuiscano al raggiungimento di obiettivi politici europei comuni, come annunciato tra l'altro nel Green Deal europeo. Dobbiamo sviluppare un Green Deal molto forte, (con una legislazione vincolante sui temi del clima, degli obiettivi climatici per il 2030 e il 2050, nonché delle risorse necessarie), con un'attenzione molto speciale a livello locale, affinché quelle azioni ambiziose possano essere completate, garantendo la partecipazioni di tutti gli attori del settore pubblico e privato e le competenze necessarie. Il Green Deal è un quadro generale sul clima, ma si adatta benissimo ad essere il piano di ripresa dall’attuale pandemia. Perché il Green Deal non rimanga lettera morta, gli enti locali, indipendentemente dalle loro dimensioni o dalla loro posizione geografica, devono ricevere tutto il sostegno finanziario e il supporto affinché riparta il processo di ricostruzione economica basata sugli obiettivi di sviluppo sostenibile.

• Anche il piano di ripresa europeo, proposto questa settimana dalla Commissione e il quadro finanziario pluriennale, dovrebbero essere costruiti nello spirito di solidarietà tra i paesi, con l'obiettivo di costruire una società sostenibile e resiliente, dare impulso all’innovazione e modernizzare l’economia europea, per consentire all’UE di raggiungere gli Obiettivi dell’Agenda ONU 2030.

• Dato che il piano di risanamento dell’UE sarà necessariamente collegato alle raccomandazioni della Commissione agli Stati membri nell’ambito del semestre europeo, è imprescindibile tener in giusta considerazione il ruolo degli enti locali. Dato che il 60% di queste raccomandazioni ha un impatto locale o regionale, è essenziale coinvolgere le città e le regioni se si vuole garantire una efficace ripresa economica e sociale.

Il CEMR da tempo chiede la localizzazione del semestre europeo e del sistema di governance economica! Ma anche questo piano di ripresa deve essere un piano di ripresa green, con politiche che impattino sulla situazione climatica esistente, per trasformare la sfida che affrontiamo in un'opportunità, non solo sostenendo la ripresa, ma anche investendo nel nostro futuro: il Green Deal europeo e la digitalizzazione possono favorire l’occupazione e la crescita, la resilienza delle nostre società e la salute del nostro pianeta.

• Nei prossimi mesi gli Stati membri e il Parlamento europeo negozieranno la proposta. della Commissione per il piano di risanamento e il futuro Quadro di Finanziamento Pluriennale: entrambi gli strumenti dovrebbero sostenere le sfide che i comuni e le regioni andranno ad affrontare. La pandemia da Covid 19 ha evidenziato, se ancora non fosse stato già chiaro, come i governi locali e regionali abbiano un ruolo cruciale nell'attuazione e nel monitoraggio delle misure necessarie per affrontare la crisi, così come siano gli attori chiave per dare risposte rapide e concrete a crisi planetarie com’è quella climatica. E la crisi climatica ha già ampiamente dimostrato come il livello locale stia facendo la differenza per agire rapidamente alle sfide globali.

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THE SPEECH OF BELINDA GOTTARDI

Refer to the objectives of the Paris Agreement and how local and regional governments are currently contributing to the climate objectives (through locally determined contributions, the Covenant of Mayors, concrete actions in the cities,…give an example from Italy?). Refer as well to how the local and regional governments are also contributing to the health crisis. However, combating climate can offer a sustainable opportunity to recover from the health crisis. This is a global challenge where local action is needed at EU and International level. So cooperation and exchange of knowledge and best practices with other partners is necessary.

The Covid 19 pandemic is an unprecedented situation for all of Europe’s citizens, territories and the Union. Municipalities, cities and regions are on the frontlines against this pandemic. During this crisis, local and regional governments sustained vital services to citizens, businesses and the overall economic resilience of our society. Alongside with essential workers of the health and care sector, local and regional civil servants have ensured uninterrupted delivery of basic services: water and energy, resilience plans, waste management, housing, safety, street cleaning, etc, proving just how vital local public services are for our communities.

But handling the health and climate crisis simultaneously is possible: the main consideration is how to work together in the post-health crisis (green) recovery plan in a sustainable way while maintaining the high level of ambition to reach decarbonisation by 2050. CEMR has already confirmed our commitment to work towards decarbonized societies by 2050 and is working with our members in this direction.

Local and regional governments are facing significant increases in expenditures, mainly due to the costs of implementing current lockdown measures, experiencing significant losses in tax revenues and other forms of income. So far, few central governments are providing financial support to local and regional governments to compensate for the additional costs and upcoming losses. We just need to assure that the investments needed in the future also contribute to sustainable development (and therefore combating climate change). Otherwise, this will be a lost opportunity and a lose in time.

When preparing the phase out to the crisis, it is of the upmost importance to secure local and regional investments in future-oriented projects such as (digital) infrastructure, mobility, transport, water management, waste collection, climate and environment, etc., which contribute to common European policy objectives, announced in the European Green Deal among others. We need to develop a very strong Green Deal (with a strong climate law, climate targets, climate ambition for 2030 and 2050, sustainable resources) with a very special attention to the local level, how they can benefit in terms of resources, financial assistance, sustainable financing, needs from all stakeholders also the private sector, etc. The GD is an overarching framework and the recovery process post Covid crisis also fits very well within.

It is crucial to ensure that the recovery from the COVID crisis does not lose sight of the objectives of the Green Deal. We need resources available immediately to pave the way towards recovery in a sustainable way. these resources need to be tailored for all local governments – whatever their size or geographical situation – to trigger an economic reconstruction based on a sustainable transition and the climate goals. There is no other approach to do this.

Also the European recovery plan just proposed this week and the Multi-Annual Financial Framework should be carried by the spirit of solidarity, aiming to build a sustainable and resilient society, boost innovation and modernise Europe’s economy, to enable the EU to achieve the Sustainable Development Goals of the 2030 Agenda.

The EU recovery plan will be linked to the Commission’s recommendations to member states issued as part of the European Semester. Given that 60% of these recommendations have a local or regional impact, it is essential to take into account local and regional governments’ role in the recovery. CEMR calls for the localisation of the European Semester and the economic governance system. But this recovery plan has to be a green recovery plan, with climate proof policies in place, to turn the challenge we face into an opportunity, not only by supporting the recovery but also by investing in our future: the European Green Deal and digitalization will boost jobs and growth, the resilience of our societies and the health of our environment.

In the next months, the Member States and the European Parliament will negotiate the Commission’s proposal for the recovery plan and the future MFF and these should support municipalities and regions and : The response to the Covid 19 pandemic has made it clear: local and regional governments are playing a crucial role in implementing and monitoring the necessary measures to tackle the crisis. But the climate crisis has also shown how the local level is making a difference to act quickly.
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Ci eravamo già incontrati nei mesi scorsi (nella seconda edizione di Venice City Solutions 2030, ndr) e avevamo condiviso l’idea che lo sviluppo sostenibile, rappresentato bene dall’Agenda 2030, fosse sempre più una necessità che un’opzione.

Ci eravamo detti come lo sviluppo economico e lo sviluppo industriale seguissero percorsi che avevano bisogno di essere ritarati alla luce della sostenibilità, delle emissioni, del cambiamento climatico e avevamo anche assunto delle scelte, dei provvedimenti conseguenti.

Ad esempio, il Governo italiano nella legge di bilancio dell’anno scorso aveva istituito un Centro per i cambiamenti di controllo e monitoraggio per i cambiamenti climatici che ha insediato a Venezia. La scelta non è stata casuale, visto che Venezia è una città molto esposta, così come tutte le città di mare, alle conseguenze dei cambiamenti climatici. Oltretutto, proprio a Venezia avevamo avuto modo e occasione di avviare un ragionamento sul ruolo degli enti locali.

Tutto questo che ci eravamo detti nei mesi scorsi e che avevamo considerato essere un passo in avanti, dopo quello che è successo negli ultimi mesi con la pandemia, appare ancora più clamorosamente l’unica alternativa possibile. Dopo il Covid-19, il mondo percepisce che molte cose sono cambiate, che non saranno più come prima. Molti tra gli operatori economici e tra la gente vorrebbero un ritorno rapido alla situazione precedente.

In questa contraddizione emerge invece con chiarezza che non c’è alternativa a un’idea di sviluppo sostenibile.

La prospettiva del mondo, dopo quanto è successo, è legata alla capacità dei governi, degli Stati, delle Agenzie, delle persone di assumere il tema della sostenibilità come quella sulla quale ricalibrare l’insieme delle scelte.

Vi è una responsabilità individuale che il Coronavirus ha messo in evidenza ed è rappresentata anche dalle semplici cose che vengono chieste per combattere il virus: igiene e attenzione nei rapporti. Questo è molto importante perché significa che è possibile immaginare per le persone un salto di qualità in avanti attraverso il quale la salute ha assunto un ruolo molto più pregnante di quanto era prima della pandemia. Noi dobbiamo tenerlo presente, quando parliamo di sostenibilità.

Avevamo molta più attenzione alla parte ambientale in senso lato, alle emissioni, al modello di sviluppo economico; ebbene, è emerso invece col Coronavirus che c’è un’altra componente che va affidata ad un dibattito sulla sostenibilità, che è la salute delle persone. Appare impellente inserire nel tema della sostenibilità la capacità delle persone di avere strumenti ed attrezzature individuali e collettive per vivere al meglio la propria salute.

E’ molto importante questo, perché offre una prospettiva nuova anche al dibattito sulla sostenibilità, che non è solo di carattere economico ed ambientale, ma che incide direttamente sulla condizione soggettiva delle persone.

Si allarga quindi l’orizzonte e la possibilità per le Istituzioni di avere molto più di prima la persona come riferimento. Questo significa però che bisogna assumere dei luoghi di riferimento, il terreno sul quale queste politiche vanno attuate e non c’è ombra di dubbio che siano le città. Lo abbiamo visto con il Coronavirus: le città sono state il luogo peggiore del contagio, ma anche il luogo maggiore di resistenza e di tentativo di arginare, controllare, sconfiggere il virus. Ormai sappiamo che tra breve, tra una decina di anni, il 70% della popolazione mondiale vivrà in contesti urbani e quindi questo ci obbliga ad una riflessione molto tarata su una condizione oggettiva della città.

In un paese come l’Italia, il paese delle mille città, un’analisi concreta sulle differenze che ci sono tra le grandi metropoli e le loro periferie, i borghi, le città intermedie, è il primo passo per costruire una visione strategica che faccia sì che questi luoghi siano gestibili in una chiave di sostenibilità.

Non c’è dubbio che questo significa immaginare una politica nazionale che sia tarata sul territorio. Questa è un’altra novità che il Coronavirus ci ha mostrato, lo abbiamo visto nel nostro paese dove ci sono state situazioni molto differenti nel contagio. Da cosa dipendevano? Dalle modalità con le quali nei singoli territori si viveva, si gestiva, si affrontava la questione sanitaria.

Quindi il territorio rappresenta il luogo nel quale costruire le politiche di sostenibilità. Città e territorio sono i luoghi nei quali si può immaginare una nuova qualità del vivere che abbia di fronte a sé i modelli economico, sociale e dei servizi. Per fare tutto questo servono risorse e strumenti.

Come Governo, abbiamo promosso un’operazione straordinaria per il nostro paese, inserendo nella lotta al Coronavirus 80 miliardi di interventi a sostegno delle persone, delle famiglie, dell’economia. Purtroppo abbiamo dovuto fare ovviamente un debito e questo ci pone un problema di responsabilità rispetto alle future generazioni che dobbiamo avere presente e non trascurare, ma abbiamo anche prodotto elementi concreti che ci avvicinano al percorso della sostenibilità.

Nell’ultima legge, quella che sta per essere varata tra pochi giorni (perché è già passata al vaglio della Camera dei Deputati), abbiamo introdotto un bonus energetico che offre la possibilità alle famiglie, ma anche ad enti pubblici economici, di ristrutturare gli edifici in maniera tale da poter alzare il tasso di sostenibilità ambientale con un bonus del 100%, e addirittura del 110% in caso di cessione. E’ stata una scelta non casuale, decisa in un momento nel quale ci occupavamo di salute. Abbiamo anche introdotto delle scelte che avvicinano anche la prospettiva economica in un quadro di sostenibilità.

Ci sono nuove condizioni da cogliere fino in fondo,occorre una strategia ed è il momento di averla insieme.



We had already met in recent months (in the second edition of Venice City Solutions 2030, editor’s note) and we shared the idea that sustainable development, well represented by Agenda 2030, was more and more a necessity than an option.

We said that economic development and industrial development followed paths that needed to be recalibrated in the light of sustainability, emissions and climate change, and we had also made choices, and the consequent measures.

For example, the Italian Government in last year’s budget law had set up a Monitoring and Control Centre for Climate Change in Venice. The choice was not accidental, given that Venice is a city very exposed, as are all seaside cities, to the consequences of climate change. Moreover, it was precisely in Venice that we had the opportunity to start a discussion on the role of local authorities.

All this that we had said to each other in recent months and that we had considered to be a step forward, after what happened in recent months with the pandemic, appears even more clamorously the only possible alternative. After Covid-19, the world perceives that many things have changed, that they will not be the same as before. Many of the economic operators and people would like to see a rapid return to the previous situation.

In this contradiction, however, it becomes clear that there is no alternative to an idea of sustainable development.

The perspective of the world, after what has happened, is linked to the ability of governments, states, agencies, people to take on the issue of sustainability as the one on which to recalibrate all the choices.

There is an individual responsibility that the Coronavirus has highlighted and it is also represented by the simple things that are asked to fight the virus: hygiene and attention in relationships. This is very important because it means that it is possible to imagine for people a leap forward through which health has taken on a much more pregnant role than it was before the pandemic. We must bear this in mind when we talk about sustainability.

We had much more attention paid to the environmental aspect in the broad sense, to emissions, to the economic development model; well, it has emerged with the Coronavirus that there is another component that must be entrusted to a debate on sustainability, which is the health of people. It seems urgent to include in the topic of sustainability the ability of people to have individual and collective tools and equipment to live their health in the best possible way.

This is very important, because it also offers a new perspective to the debate on sustainability, which is not only economic and environmental, but also has a direct impact on people’s subjective condition.

The horizon and the possibility for the institutions to have the person as a reference more than before is therefore widened. This means, however, that we need to take places of reference, the ground on which these policies must be implemented, and there is no doubt that these are the cities. We have seen this with the Coronavirus: cities have been the worst place of contagion, but also the greatest place of resistance and attempts to contain, control and defeat the virus. By now we know that in a decade or so, 70% of the world’s population will soon be living in urban contexts and therefore this forces us to reflect very carefully on an objective condition of the city.

In a country like Italy, the country of a thousand cities, a concrete analysis of the differences that exist between the great metropolises and their suburbs, the villages, the intermediate cities, is the first step to build a strategic vision that makes these places manageable in a key of sustainability.

There is no doubt that this means imagining a national policy that is calibrated on the territory. This is another novelty that the Coronavirus has shown us, we have seen it in our country where there have been very different situations in the contagion. What did they depend on? On the way in which the individual territories lived, managed and dealt with the health issue.

So the territory represents the place in which to build policies of sustainability. Cities and territories are the places where one can imagine a new quality of life that has the economic, social and service models in front of it. To do all this, resources and tools are needed.

As a government, we have promoted an extraordinary operation for our country, including in the fight against the Coronavirus 80 billion interventions in support of people, families and the economy. Unfortunately, we have obviously had to make a debt and this poses a problem of responsibility towards future generations that we must be aware of and not neglect, but we have also produced concrete elements that bring us closer to the path of sustainability.

In the last law, the one that is about to be passed in a few days (because it has already been examined by the Chamber of Deputies), we introduced an energy bonus that offers the possibility for families, but also for public economic bodies, to renovate buildings in such a way as to raise the rate of environmental sustainability with a bonus of 100%, and even 110% in the event of sale. It was not a random choice, decided at a time when we were dealing with health. We also introduced choices that also bring the economic perspective closer into a sustainability framework.

There are new conditions to be fully grasped, a strategy is needed and it is time to have it together.
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