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Cambiamenti climatici: una risoluzione del Parlamento europeo esalta ruolo enti locali

Sulla Gazzetta ufficiale C494 dell’8 dicembre è pubblicata la relazione del Parlamento europeo sulla politica di coesione e le strategie ambientali regionali nella lotta contro i cambiamenti climatici che sottolinea l’importanza di contrastare i cambiamenti climatici conformemente agli impegni assunti dall’Unione nel quadro del Green Deal europeo in vista dell’attuazione dell’accordo di Parigi e degli OSS, nel pieno rispetto del regolamento dell’UE in materia di tassonomia, tenendo conto degli aspetti sociali, economici e territoriali per garantire una transizione giusta per tutti i territori e le rispettive popolazioni senza lasciare indietro nessuno; pone l’accento sulla necessità di sancire il principio del «non arrecare un danno significativo» di cui al regolamento in materia di tassonomia per tutti gli investimenti.

Nella relazione parlamentare grande spazio al ruolo delle autorità locali e regionali:

La relazione accoglie con favore la proposta della Commissione relativa alla legge europea sul clima, che costituisce una pietra angolare del Green Deal europeo e sancisce l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 nella normativa dell’Unione come pure la necessità di tradurlo in azioni concrete a livello locale rispettando i vincoli e promuovendo i punti di forza di ciascun territorio, inclusi gli obiettivi intermedi per il 2030 e il 2040, come richiesto dal Parlamento europeo; rammenta a tale riguardo che l’obiettivo del Green Deal europeo è di proteggere, conservare e valorizzare il capitale naturale dell’Unione, nonché di proteggere la salute e il benessere dei cittadini dai rischi di natura ambientale e dalle relative conseguenze.

Il Parlamento europeo pone l’accento sulla necessità che le autorità locali e regionali assumano un impegno politico chiaro in relazione al conseguimento degli obiettivi climatici e sottolinea l’esigenza di intensificare il dialogo multilivello fra le autorità nazionali, regionali e locali in materia di pianificazione e attuazione delle misure nazionali relative al clima, all’accesso diretto ai finanziamenti per le autorità locali e al monitoraggio dei progressi delle misure adottate, evidenziando altresì l’urgenza di dotare le autorità locali e regionali degli strumenti finanziari e amministrativi pertinenti per raggiungere tali obiettivi; ritiene inoltre che le autorità locali e regionali svolgano un ruolo fondamentale in tutte le fasi di pianificazione, preparazione e attuazione dei progetti.

Si invitano le autorità di programmazione nazionali e regionali a massimizzare l’impatto trasformativo della protezione del clima e dell’ambiente nel contesto dell’attuale preparazione dei programmi nazionali e regionali.

La relazione inoltre invita tutte le autorità locali e regionali ad adottare strategie climatiche locali e regionali che traducano gli obiettivi stabiliti a livello dell’UE in obiettivi concreti a livello locale, secondo un approccio olistico basato sul territorio o orientato alle singole zone, che garantirebbe una visione a lungo termine per la transizione climatica e un migliore uso delle risorse finanziarie a titolo dalla politica di coesione; sottolinea che le strategie ambientali regionali dovrebbero coprire e includere i piani di gestione dei rifiuti.

Il Parlamento evidenzia il ruolo essenziale della politica di coesione, in sinergia con altre politiche, nella lotta contro i cambiamenti climatici come pure nel conseguimento della neutralità climatica entro il 2050 e del traguardo intermedio entro il 2030 e il 2040, e sottolinea il ruolo delle autorità locali e regionali nella realizzazione di una riforma di vasta portata delle politiche di investimento.

L’Assemblea diStrasburgo chiede che ci si adoperi per garantire una coerenza e un coordinamento maggiori fra la politica di coesione e le altre politiche dell’UE, al fine di migliorare l’integrazione strategica degli aspetti climatici, elaborare politiche più efficaci in materia di riduzione delle emissioni alla fonte, fornire finanziamenti dell’UE mirati e, di conseguenza, migliorare l’attuazione delle politiche climatiche sul territorio.



Si ricorda che le politiche climatiche dovrebbero contribuire a realizzare la piena e stabile occupazione, in particolare per quanto concerne i posti di lavoro verdi e blu e una formazione in grado di favorire il progresso sociale equo; ritiene che le politiche climatiche debbano tutelare i posti di lavoro maggiormente colpiti dai cambiamenti climatici creando nuovi lavori verdi in modo che i lavoratori non siano lasciati indietro quando taluni settori realizzeranno la transizione verso l’economia verde; esorta gli Stati membri a dare priorità alla lotta contro i cambiamenti climatici, agli sforzi a favore dello sviluppo inclusivo e sostenibile e della giustizia sociale come pure alla lotta contro la povertà, la povertà energetica e le politiche che vanno a scapito dei gruppi vulnerabili ed emarginati; sottolinea in questo contesto che dovrebbero essere presi ulteriori provvedimenti per combattere la povertà energetica.

Il Parlamento evidenzia che è fondamentale sostenere pienamente i principi della governance multilivello e del partenariato nel quadro della politica di coesione, anche per quanto concerne la prospettiva di genere, in quanto le autorità locali e regionali hanno competenze dirette in materia di ambiente e cambiamenti climatici e attuano il 90 % delle misure di adattamento ai cambiamenti climatici e il 70 % di quelle di mitigazione degli stessi; ricorda che le autorità locali e regionali possono anche mettere a punto azioni volte a promuovere fra i cittadini comportamenti rispettosi del clima, compresi quelli legati alla gestione dei rifiuti, alla mobilità intelligente e all’edilizia sostenibile; ribadisce che la transizione verso la neutralità climatica deve essere giusta e inclusiva e prestare particolare attenzione alle persone che vivono nelle zone rurali e remote; riconosce la necessità di sostenere i territori maggiormente colpiti dalla transizione verso la neutralità climatica, evitare l’aumento delle disparità fra le regioni e rafforzare la posizione dei lavoratori e delle comunità locali e regionali; invita tutti i livelli di governo ad adoperarsi al massimo per incoraggiare la cooperazione tra amministrazioni, in particolare la cooperazione verticale intergovernativa, interregionale, intercomunale e transfrontaliera, al fine di condividere conoscenze ed esempi di migliori pratiche in relazione a progetti e iniziative legati ai cambiamenti climatici finanziati nell’ambito della politica di coesione.


Strasburgo chiede l’adozione di strategie ambientali regionali olistiche onde garantire lo sviluppo sostenibile e mitigare le conseguenze dei cambiamenti climatici sostenendo la transizione energetica verso le fonti rinnovabili, la biodiversità e l’adattamento ai cambiamenti climatici; ritiene che tali strategie regionali dovrebbero sostenere l’impegno civico e i progetti avviati e gestiti a livello locale, nonché promuovere la cooperazione fra le regioni, anche mediante progetti transfrontalieri; invita la Commissione a sostenere e agevolare la cooperazione fra le regioni e lo scambio di competenze tecniche e migliori pratiche; pone l’accento sull’importanza di sostenere il principio del partenariato in tutte le fasi di programmazione, attuazione e monitoraggio della politica di coesione dell’UE e di istituire una forte cooperazione tra le autorità regionali e locali, i cittadini, le ONG e i portatori di interessi; sottolinea che le consultazioni pubbliche dovrebbero essere approfondite e significative e garantire la partecipazione attiva e rappresentativa delle comunità e dei portatori di interessi ai processi decisionali, al fine di instaurare un senso di responsabilità per le decisioni e i piani, promuovere l’elaborazione di iniziative e incentivare la partecipazione alle azioni; evidenzia l’importanza delle iniziative e dei progetti locali che contribuiscono al conseguimento della neutralità climatica.

L’Europarlamento pone l’accento sul ruolo essenziale delle autorità locali e regionali ai fini della realizzazione di una transizione equa verso un’economia climaticamente neutra per tutti, con al centro la coesione sociale, economica e territoriale, e chiede un maggior ricorso agli investimenti blu e verdi e all’innovazione nell’ambito della politica di coesione, nonché un uso più esteso delle soluzioni basate sulla natura; sottolinea che occorrono maggiori sinergie tra le diverse fonti di finanziamento a livello regionale, nazionale e dell’UE, nonché collegamenti più forti tra i finanziamenti pubblici e privati per aumentare l’efficacia delle strategie ambientali regionali nella lotta contro i cambiamenti climatici; ricorda che tale processo non sarebbe possibile senza una forte attenzione alle competenze; ritiene che le strategie ambientali regionali dovrebbero mirare anche a migliorare la capacità amministrativa delle istituzioni locali e regionali e a svilupparne il potenziale come motori di competitività economica, sociale e territoriale.

La relazione pone l’accento sull’importanza del concetto dei piccoli comuni intelligenti nell’affrontare le sfide climatiche dell’Unione e accoglie con favore l’integrazione di tale concetto nella futura PAC, nella politica di coesione e nella politica regionale dell’Unione; insiste affinché gli Stati membri includano l’approccio basato sui piccoli comuni intelligenti nei loro programmi per l’attuazione della politica di coesione dell’UE a livello nazionale e regionale come pure nei loro piani strategici nazionali della PAC, il che richiederà l’elaborazione di strategie «piccoli comuni intelligenti» (15) a livello nazionale; sottolinea il ruolo dell’approccio LEADER/CLLD nell’attuazione delle strategie «piccoli comuni intelligenti», che dovrebbero porre un forte accento sulla digitalizzazione, la sostenibilità e l’innovazione.

Strasburgo ricorda che il successo delle strategie ambientali regionali dipende altresì da solide politiche di ricerca e innovazione anche a livello locale e regionale; incoraggia la collaborazione fra autorità locali, istituti di ricerca e imprese, come avviene per le iniziative nell’ambito dell’Istituto europeo di innovazione e tecnologia e delle sue comunità della conoscenza e dell’innovazione (CCI).



La relazione parlamentare invita la Commissione a monitorare i progressi compiuti dai governi nazionali e dalle autorità locali e regionali nell’affrontare i cambiamenti climatici a tutti i livelli e a pubblicare relazioni in proposito utilizzando uno standard comune per tutti gli Stati membri, come pure a valutare le interconnessioni tra le politiche ambientali e l’economia; sottolinea che le autorità locali e regionali dovrebbero essere coinvolte efficacemente a livello nazionale per quanto concerne la valutazione delle politiche in materia di cambiamenti climatici nel contesto del semestre europeo; pone l’accento sulla necessità di migliorare l’efficacia e la complementarità dei fondi SIE, nonché di altri programmi e strumenti dell’UE, quali il FEASR, il FEAMP, LIFE, Orizzonte Europa o Europa creativa, nell’affrontare i cambiamenti climatici; incoraggia gli Stati membri a garantire tale complementarità mediante un’applicazione territoriale ambiziosa dei rispettivi piani di ripresa nazionali, coinvolgendo tutti gli attori pertinenti delle regioni; invita altresì gli Stati membri a pubblicare una scheda di valutazione aggiornata periodicamente che misuri l’impatto territoriale delle misure per la ripresa nazionali ed europee, prestando particolare attenzione al contributo di tali misure alla lotta contro i cambiamenti climatici.

Si sottolinea inoltre il ruolo fondamentale che le isole, in particolare quelle di piccole dimensioni, e le regioni ultraperiferiche e periferiche/remote possono svolgere nella transizione verso la neutralità climatica come laboratori di innovazione per lo sviluppo di energie pulite, mobilità intelligente, gestione dei rifiuti ed economia circolare, ove il loro pieno potenziale venga sfruttato con strumenti, sostegno e finanziamenti adeguati, che consentano loro di svolgere un ruolo cruciale ai fini della ricerca sui cambiamenti climatici e la biodiversità; ricorda che dovrebbero poter avere accesso a risorse economiche sufficienti e a un’adeguata formazione, al fine di realizzare interventi integrati, settoriali e innovativi per lo sviluppo delle infrastrutture e dell’economia locale; sottolinea il potenziale in materia di energia rinnovabile delle regioni periferiche e ultraperiferiche, legato alle loro caratteristiche geografiche e climatiche.

La relazione sottolinea che l’integrazione di genere dovrebbe essere attuata pienamente e integrata come principio orizzontale in tutte le attività, le politiche e i programmi dell’UE, compresa la politica di coesione.



Si chiedono ulteriori investimenti nella mobilità sostenibile, come ad esempio le ferrovie, e nella mobilità urbana sostenibile per conseguire città più verdi che garantiscano ai cittadini una migliore qualità di vita.



Si evidenzia la proposta presentata dalla Commissione nel quadro della strategia dell’UE per la biodiversità per il 2030, in base alla quale le città con almeno 20 000 abitanti dovrebbero elaborare piani di inverdimento urbano per creare foreste, parchi e giardini urbani accessibili e ricchi di biodiversità, aziende agricole urbane, tetti e muri verdi, nonché strade alberate; ribadisce l’impatto positivo di una misura tale sul microclima urbano e sulla salute, in particolare dei gruppi vulnerabili.

Gli europarlamentari chiedono quindi l’istituzione di meccanismi di cooperazione regionale e interregionale efficaci nell’ambito della prevenzione delle catastrofi naturali, fra cui una capacità per la reazione, la gestione e l’assistenza reciproca in caso di disastri.

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