Il Parlamento europeo ha approvato il 22 giugno la sua posizione negoziale su tre importanti atti legislativi dell’UE che fanno parte del pacchetto “Pronti per il 55% nel 2030” (Fit for 55). Lo rende noto il servizio stampa del Parlamento.
Si tratta del pacchetto legislativo dell’Unione europea che ha lo scopo di ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, e conseguire la neutralità climatica entro il 2050, secondo quanto previsto dalla legge europea sul clima. Il Parlamento è ora pronto ad avviare i negoziati con i governi UE sulla forma definitiva delle norme.
Il pacchetto è anche un passo verso l’indipendenza da combustibili fossili costosi e inquinanti provenienti dalla Russia, da raggiungere prima del 2030.
L’obiettivo del Parlamento europeo è “incentivare le industrie a ridurre ulteriormente le loro emissioni e investire in tecnologie più verdi”. I deputati propongono quindi di riformare il sistema di scambio di quote di emissione (ETS), ad esempio attraverso:
– l’istituzione di un nuovo ETS II per gli edifici e il trasporto su strada — con l’esclusione degli edifici privati almeno fino al 2029;
– l’aumento dal 61% (proposto dalla Commissione) al 63% dell’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra per il 2030;
– la graduale eliminazione delle quote gratuite dal 2027 e loro completa eliminazione entro il 2032;
– un sistema bonus-malus da introdurre a partire dal 2025 per favorire le imprese più ecologiche;
– entrate di bilancio da utilizzare esclusivamente per l’azione per il clima nell’UE e negli Stati membri.
Gli eurodeputati chiedono un campo di applicazione più ampio e una più rapida attuazione del meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) dell’UE, che serve a sostenere la riduzione delle emissioni nei paesi non UE e prevenire la rilocalizzazione delle emissioni.
Fra le proposte approvate figurano:
– l’introduzione graduale e anticipata del CBAM entro il 2032, in concomitanza con l’eliminazione delle quote gratuite ETS;
– l’estensione del campo di applicazione ai prodotti chimici organici, alla plastica, all’idrogeno e all’ammoniaca, nonché alle emissioni indirette;
– l’utilizzo di un importo equivalente alle entrate del CBAM dal bilancio UE per sostenere la transizione verde nei Paesi meno sviluppati;
– l’istituzione di un’autorità CBAM a livello UE.
Il Parlamento di Strasburgo ha inoltre sostenuto la creazione di un Fondo sociale per il clima (SCF) per aiutare le persone più colpite dalla povertà energetica a far fronte all’aumento dei costi della transizione energetica.
Il Fondo dovrebbe includere:
– misure temporanee di sostegno diretto al reddito (come la riduzione delle tasse e delle tariffe energetiche) per far fronte all’aumento dei prezzi del trasporto su strada e del combustibile per riscaldamento;
– investimenti nella ristrutturazione degli edifici, nelle energie rinnovabili e per passare dal trasporto privato a quello pubblico, al car-pooling e car-sharing e all’utilizzo di modi di trasporto attivi quali la bicicletta. Le misure potrebbero prevedere incentivi fiscali, voucher, sovvenzioni o prestiti a tasso zero.
Il Parlamento ha inoltre adottato la sua posizione negoziale su:
– Livelli di emissione CO2 per auto e furgoni
– Uso del suolo, cambiamenti di uso del suolo e forestale (LULUCF)
– Emissioni di gas serra in altri settori (condivisione degli sforzi)
– Revisione del sistema ETS per il trasporto aereo
– Riserva stabilizzatrice del mercato