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Bonaccini: “un ponte tra Africa ed Ue, grazie agli enti locali”
Africa ed Europa sono interdipendenti ed esprimono un destino comune, lo sviluppo di un Continente significa lo sviluppo dell’altro. Gli enti territoriali sono i soggetti che possono costruire, attraverso partenariato e cooperazione, il ponte tra Africa ed Europa: così Stefano Bonaccini, Presidente dell’AICCRE e del CCRE, in apertura del I Forum UA-UE dei Governi locali e regionali, che si è svolto il 27 novembre, ad Abidjan, in Costa d’Avorio a ridosso del V Summit Unione Africana-Unione Europea che si svolgerà sempre ad Abidjan i prossimi 29 e 30 novembre 2017 e che ridefinirà gli orientamenti strategici del Partenariato UA-UE per gli anni futuri.
“A livello subnazionale, ha detto il Presidente, collaboriamo da molti anni ed è giunto il momento di renderlo visibile in un contesto di partenariato UA-UE. l’Africa non è la causa dei problemi dell’Europa, “ma farà parte della risposta alle sfide che affronteremo insieme: il futuro dell’Africa è il futuro dell’Europa. Come rappresentanti delle città e delle regioni d’Europa, posso solo sottolineare che siamo desiderosi di contribuire a questo futuro sostenibile di entrambi i continenti”. Cambiamento climatico, migrazione, emancipazione dei giovani e sviluppo economico locale, sono sfide condivise ed interconnesse: “ciò che accade economicamente in Europa influenza l’Africa, ciò che accade economicamente in Africa influenza l’Europa”, ha sottolineato Bonaccini.
“I nostri messaggi sono rivolti all’Unione africana (UA) e all’Unione europea (UE) affinché includano i governi locali e regionali come partner alla pari nella progettazione di politiche e programmi, affinché ascoltino le nostre voci perché abbiamo molta esperienza e capacità, necessarie per trasformare in un successo qualsiasi strategia per lo sviluppo sostenibile. La nostra stretta relazione con i nostri cittadini è il nostro contributo chiave”.
Chiediamo all’UA e all’UE di ascoltarci, ma dobbiamo anche ascoltarci l’un l’altro come partner alla pari. Ascolteremo e verificheremo iniziative concrete: l’Africa ha una rete di donne elette localmente (REFELA) e l’Europa ha la Carta dell’uguaglianza delle donne e degli uomini a livello locale: stiamo entrambi costruendo una rete di giovani eletti consiglieri e dovremmo uscire dal Forum di oggi con idee concrete che possiamo acquisire gli uni dagli altri. E se l’Unione africana e l’Unione europea sono seriamente intenzionate ad investire nell’emancipazione dei giovani e delle donne, io li invito a sostenere questo tipo di iniziative attraverso una partnership comune”.
L’Unione europea ha più volte riconosciuto il ruolo dei governi locali e regionali come attori per lo sviluppo, e che l’Unione africana ha ora anche una Carta sull’autogoverno locale e il decentramento, ma notiamo, ha precisato il Presidente, “che i governi subnazionali sono ancora di fatto ancora in gran parte assenti nei dialoghi politici a livello continentale. Speriamo che questa carenza venga colmata al più presto”: l’Agenda2063 dell’Unione Africana, il Consenso europeo sullo sviluppo e l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite riconoscono chiaramente che “gli obiettivi non saranno raggiunti senza i governi locali e regionali attivamente impegnati, mobilitati e autorizzati ad agire”. Il sostegno che abbiamo ricevuto dall’Unione europea attraverso l’accordo quadro di partnership con CCRE/CEMR–PLATFORMA e UCLG-Africa e l’approvazione della Commissione dell’Unione africana per questo primo Forum dei governi locali Africa-Europa “è un segnale incoraggiante e speriamo che sia solo l’inizio. Tra un anno ci uniremo ai nostri colleghi dell’UCLG-Africa nella loro Africities Conference a Brazzaville per fare il punto sulla situazione di questo processo”.
“Infine, ha concluso Bonaccini, ricordo il valore e l’importanza delle partnership. Le città e le regioni europee vantano una lunga tradizione di ciò che viene spesso definito cooperazione decentrata o gemellaggi. Queste partnership hanno un impatto concreto nella costruzione delle capacità di governance di entrambi i partner ed innescano veri e propri cambiamenti sistemici a livello subnazionale. Tale partnership potrebbe migliorare la capacità delle città e delle regioni di pianificare e gestire strategicamente il territorio. Non dimentichiamo che qualsiasi società civile o iniziativa privata sarà veramente di successo e sostenibile se si verificherà in un contesto governato da un governo locale capace e responsabile. Il desiderio di accrescere il ruolo dei settori privati nello sviluppo è comprensibile, ma dobbiamo insistere oggi nel nostro ruolo di guida di questi processi – e in molti Paesi c’è bisogno di maggiori capacità a livello locale per impegnarsi con grandi aziende esterne in modo da offrire beneficio a tutti”.